Everything Has Changed

di EmmaJones
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You and I walk a fragile line
I have know it all this time
But I never thought I’d live to see it break
It’s gettin dark and it’s all too quiet
And I can’t trust anything now 



Maggio 

-Pronto? 
Jen si pentì di aver effettuato quella chiamata il secondo stesso in cui sentì la sua voce.-Jennifer,tutto bene? 
La voce di Colin dall'altro lato del telefono le sembrò preoccupata ed anche un po' assonata. Normale pensò ,sono le 11 passate di sera. Idiota.
-Si scusami se ti ho chiamato a quest’ora.. La ragazza cercò di usare un tono abbastanza tranquillo e di sembrare il più sicura di se possibile. -Stavi dormendo per caso? Mi dispiace se ti ho svegliato.. Cercò di fare un po' di conversazione ma Colin sapeva benissimo  che c'era qualcosa che non andava altrimenti lei non avrebbe mai chiamato a quell'ora. Avevano  cercato di riallacciare in qualche modo il rapporto dopo quella conversazione di mesi fa,che naturalmente non avevano più ripreso,di provare ad essere quelli di prima,tutto era ricominciato da lui che con in mano una tazza di caffè bollente in più la aspettava la mattina e aveva continuato lei tenendogli un posto a tavola in mensa mentre lui si fumava la sua immancabile sigaretta. Avevano sempre cercato però di rimanere da soli il meno possibile,per non ricadere in tentazione,e mai e poi mai si sarebbero concessi chiamate notturne se non per un motivo valido.
-JENNIFER. La rimproverò lui,scandendo lettera per lettera come se stesse sgridando un bambino. -Cosa è successo? Chiese serio.
-Il bambino.... Non pensò di stare bene. Confesso  allora lei,voce bassissima,proprio come un bambino che viene colto in fallo. Ammetterlo fu terribile per lei,aveva passato tutta la giornata ad autoconvincersi che tutto andava bene,che lei stava bene e che qualche dolore ogni tanto era normale,quando però con il passare delle ore la situazione non cambiava ed anzi iniziava ad avere anche qualche piccola perdita si era fatta prendere completamente dal panico e senza nemmeno pensare a quello che stava facendo aveva chiesto aiuto all'unica persona  che sapeva ci sarebbe sempre stata lì per lei,a qualsiasi costo.
-Arrivo subito. Furono queste infatti le uniche parole uscite dalla bocca dell'uomo prima che gettasse il telefono sopra il letto senza nemmeno riattaccare. Prese una t-shirt dalla pila di vestiti sistemati sopra la sedia,un mezzo sorriso gli si disegnò in viso pensando a tutte le maledizioni che sicuramente la dolce  e soprattutto paziente Elena,la signora che lo aiutava con le faccende domestiche,gli avrebbe mandato l'indomani vedendo in che condizioni stava lasciando la stanza e soprattutto per i vestiti che da una settimana aspettavano su quella sedia di essere sistemati nell'armadio. Uscì di corsa con le scarpe ancora  slacciate,giubbotto e casco in una mano e chiavi nell'altra,per le scale si ricordò del telefono ancora buttato sopra il letto ma ormai aveva fatto troppi scalini per anche solo pensare di tornare indietro a riprenderlo,sperò almeno che lei avesse riattaccato. Arrivò a casa sua che era appena passata mezzanotte,aveva di sicuro superato il suo record e sicuramente anche tutti i limiti di velocità possibili per percorrere il 13 minuti un percorso in cui solitamente ne impiegava 30 o 40 in base al traffico. Tolto  il casco cercò di darsi una sistemata ai capelli completamente arruffati a causa del vento,aveva naturalmente guidato con la visiera alzata,non tanto per farsi bello ai suoi occhi quanto per darsi un attimo una calmata,ora che tutto iniziava ad essere più concreto stava iniziando a preoccuparsi un pochino anche lui. Dopo due lunghi respiri si decise ad entrare,il cancello era aperto,fece i pochi  gradini che c'erano,quattro per essere precisi,e infine busso al portone. Se la ritrovò davanti che sembrava una bambina,indossava soltanto  una felpa, troppo grande per essere la sua ma che comunque non nascondeva la pancia che iniziava a notarsi sempre di più,i capelli legati in una coda disordinata le regalavano un aspetto ancora più infantile e fanciullesco. Come lei lo vide gli fu subito addosso,lo strinse forte a se grata di averlo lì davanti,per quanto odiasse ammetterlo con lui vicino si sentiva sicura,protetta,non aveva più paura di niente. Anche lui ricambiò la stretta,ogni volta che aveva occasione di poterla toccare,anche solo per sbaglio,dento o fuori dal set,non se lo faceva scappare, mentre lei cercava sempre di limitare il più possibile i contatti, adesso non gli sembrava vero di averla tra le sue braccia e soprattutto che fosse partito da lei l'abbraccio. Non poté non pensare che la situazione doveva essere veramente grave se lei si era lasciata andare in questo modo. La sentì tremare tra le sue braccia,segno che si stava lentamente lasciando andare a tutte le emozioni che doveva aver intrappolato dentro se per tutta la giornata.
-Va tutto bene... Calmati... Le sussurrava lui,mentre le disegnava dei cerchietti sulla schiena con le dita e lei piano piano ci stava credendo veramente,non tremava più,il respiro aveva iniziato a regolarsi e gli occhi ad asciugarsi. Rimasero abbracciati per qualche altro minuto,in silenzio fino a quando la situazione iniziò ad essere imbarazzante per entrambi,segno che la magia del momento stava svanendo e in breve tempo avrebbero dovuto rimettere le solite maschere di finta indifferenza reciproca.
-Ce la fai a spiegarmi ora cosa è successo? Chiese lui quando ormai si erano sistemati sul divano,molto più lontani tra di loro rispetto all'ultima volta in cui si trovavano in quella stanza. Lei sorrise imbarazzata,le guance le si colorarono leggermente di rosso,non riusciva a credere come ora tutto le sembrasse più leggero,meno problematico,erano semplicemente sintomi normali che hanno tutte in gravidanza,perché si era fatta prendere dal panico in quel modo? 
-Questa mattina mi sono svegliata con dei dolori sotto l'addome.. Provo a spiegargli la situazione indicandogli anche dove era partito il dolore,anche se ora si era calmata una spiegazione gliela doveva comunque. Nel farlo la felpa si spostò leggermente mettendo in mostra ancora di più le sue gambe e lui dovette impiegare tutta la forza che aveva in corpo per non inginocchiarsi di fronte a lei e baciare ogni centimetro di quella pelle scoperta,gli sembrava di avvertirne il profumo e la morbidezza anche a quella distanza.
-.. Non ti so dire se erano contrazioni o altro,in fondo non ne ho mai avuta una per sapere la differenza tra i vari dolori..  Jen  aveva ripreso a parlare e lui penso che stare attento a quello che diceva era l'unico modo per tenere la mente occupata. -Pensavo fosse una cosa del tutto normale,che con il passare delle ore sarebbe passato...
-E invece? Intervenne lui,se lo sentiva che c'era dell'altro,qualcosa che l'aveva spinta a chiamarlo alle 11 e mezzo di sera.
-Ho iniziato ad avere delle perdite.. Abbastanza abbondanti. Silenzio da parte di entrambi. -So che non avrei dovuto chiamarti e disturbarti per questa sciocchezza. Riprese lei a parlare,lui era troppo silenzioso e lei non sapeva in che altro modo gestire la situazione se non continuare il discorso. 
-Ti ho fatto correre fino a qua per niente,è che non sapevo chi chiamare.. George è fuori paese per lavoro e io mi sono fatta prendere dal panico.. Devono essere stati gli ormoni... 
-Ehi basta.. Colin interruppe quel fiume di parole che sembrava inarrestabile. -Hai fatto benissimo a chiamarmi e non azzardarti mai più a pensare che potresti mai essere un disturbo per me. Correrei da te immediatamente anche se fossi dall'altro lato del mondo. 
La ragazza abbassò lo sguardo dopo quella dichiarazione,non era proprio in grado di reggere il suo sguardo in momenti del genere,anzi lo odiava profondamente quando faceva così,come se non si rendesse conto dell'importanza che avevano parole del genere. 
-Adesso preparati che ti porto all'ospedale. Jen  provò a contraddire ma lui la fermo prima ancora che ne avesse il tempo. -Non provarci nemmeno a dire di no. Non si scherza con queste cose. Prendi tutte le analisi ed ecografie precedenti ed andiamo.
E ti prego Jen,mettiti addosso qualcosa e copriti quelle gambe che stai mettendo a dura prova il mio autocontrollo. 
Sbuffò alla fine lui,seriamente non ne era più in grado,e la cosa buffa era che si incazzava anche con se stesso,non riusciva a capire come potesse desiderare così tanto quella donna. Non gli era mai capitato di provare un'attrazione fisica talmente forte da provare quasi dolore fisico ogni volta che  l'aveva vicino.
Fortunatamente per lei  stava andando in camera ed era di spalle quando sentì l'ultima frase, altrimenti non se lo sarebbe mai perdonata se lui avesse visto quel mezzo sorriso che le era apparso sul viso.

-47 passi di larghezza,35 lunghezza per un totale di 1665 passi che riportato in mq dovrebbero essere... 
Colin aveva questo strano vizio,fin da che era un bambino ed in prima elementare aveva imparato le unità di misura,di cercare di calcolare la grandezza dei posti in cui si trovava e,bisogna dirlo,era sempre stato abbastanza bravo. Considerando anche che la precisione del calcolo era direttamente proporzionale allo stato di ansia che provava al momento e tenendo conto di come si sentiva quella sera era sicuro che non solo il calcolo sarebbe stato perfetto ma anche che se avesse aspettato ancora un po' in quella triste sala d'attesa, in breve tempo avrebbe calcolato l'area di tutto l'ospedale.
Una volta arrivati al pronto soccorso non avevano dovuto aspettare tanto prima che una giovane infermeria li chiamasse per accompagnarli al reparto ginecologia al primo piano,da allora però erano passati 27 minuti e lui non era più stato informato di niente.
-Allora signorina novità? Chiese lui quando finalmente qualcuno si decise ad uscire da quella porta. La ragazza lo guardò confusa,non era la stessa che li aveva accompagnati,Colin lo notò soltanto dopo averle posto la domanda,si soffermò un attimo a guardarla,anche lei era molto giovane come l'altra,dovevano essere delle tirocinanti pensò lui,ed esattamente come l'altra indossava lo stesso camice.
-Morrison. Jennifer Morrison. Specificò lui,è un’infermiera dovrà pur sapere qualcosa pensò. È stata accompagnata un mezzoretta fa  da un'altra infermiera mora,giovane,i capelli legati.. Cercò di aiutarla a capire chi fosse e sembro ci fosse riuscito perché vide gli occhi della ragazza illuminarsi.
-Ah sì,la signora bionda molto carina che assomiglia tantissimo ad un attrice di un film che ho visto tempo fa... Colin impallidì nel sentirla parlare,l'ultima cosa che mancava ora era che qualcuno li riconoscesse e chiamasse la stampa. -Ora che ci penso sono veramente uguali.... Possibile che non mi ricordi il nome... 
-Sì proprio lei,ci sono novità? Stanno bene,lei e  il  bambino? Chiese di nuovo lui interrompendo il corso dei suoi pensieri e sperando di averle fatto dimenticare la storia delle somiglianze.
-Ah si sì,stanno bene,è stato solo un falso allarme dovuto sai alla stanchezza,stress... Aspetti ma lei è un familiare vero? È il padre del bambino? La ragazza impallidì ricordandosi che non  avrebbe mai dovuto dare tutte quelle spiegazioni senza prima aver fatto quella domanda importante.
-Si. Rispose immediatamente lui senza pensare a possibili conseguenze,doveva assolutamente sapere qualcosa.
-Menomale. L'infermiera tirò un sospiro di sollievo,anche questa volta le era andata bene. Aveva questo brutto vizio di parlare troppo senza prima accertarsi di chi aveva davanti,se lei fosse stata una vera attrice famosa e lui magari un paparazzo avrebbe di sicuro perso il lavoro pensò.
-Ora può entrare se vuole,stanno finendo di fare l'ecografia,è tutto pulito e tranquillo. Sai posso capire perché non è  entrato prima,deve essere difficile per un uomo vedere la propria donna mentre viene visitata e quasi “palpeggiata” da un altro in certi posti intimi.... Oddio! Sto di nuovo parlando troppo! La ragazza alzò gli occhi al cielo zittendo si da sola,Colin non poté fare a meno di sorridere,era un delle ragazze più buffe che avesse mai conosciuto in vita sua.
-Si mi piacerebbe venire. Concluse lui quella scenata imbarazzante ed entro nell’ala apposita dell'ospedale prima che la ragazza potesse ricominciare a parlare.

-Dottore scusi l'interruzione ma c'è il padre del bambino che vorrebbe assistere al l'ecografia finale. La ragazza fu molto professionale nel parlare con il professore tanto da non sembrare nemmeno la stessa della gaffe di prima.
-Si prego,lo faccia entrare. Jennifer impallidì nel vedere Colin entrare con lo sguardo basso dentro la stanza,cosa diavolo era successo?  Provò a cercare i suoi occhi ma lui si ostinava a non guardarla.
-Scusatemi ma proprio non ce la facevo più ad aspettare lì fuori.. Si scusò prima con il dottore è solo alla fine si voltò verso di lei,sapeva benissimo che non le sarebbe per niente piaciuta questa improvvisata da parte sua. 
-Non si preoccupi. Gli sorrise calorosamente il medico. Capisco perfettamente la sua situazione,è il vostro primo figlio vero? Anche io e mia moglie eravamo super nervosi la prima volta e pensate che siamo entrambi medici. La calda risata del dottore si espanse per tutta la stanza e Colin non poté fare diversamente se non annuire e  ridere insieme a lui. Sembrava un signore molto simpatico,socievole e anche veramente disponibile,per un attimo si senti in colpa per questa piccola bugia che gli aveva detto.  -Si prenda una sedia ora e  si accomodi vicino la sua signora che le faccio un piccolo resoconto di tutto quanto. Colin obbedì senza parlare,si girò verso la ragazza che era stata in silenzio per tutto il tempo per cercare di capire cosa le passasse per la testa ma aveva lo sguardo fisso sullo schermo che da lì a poco si sarebbe acceso,lui non voleva sbagliarsi ma sembrava abbasta arrabbiata della piega che aveva preso la situazione.
-Allora.. Parto con dirle che entrambi stanno benissimo,è stato semplicemente un fatto isolato dovuto alla stanchezza e allo stress,devo dire che anche il cambio stagione a volte influenza. Le donne in questo stato sono molto delicate e il caldo che sta facendo questi giorni non è di grande aiuto per una gravidanza. Adesso accendo lo schermo e vi faccio vedere il vostro piccolino,o la vostra piccola. La signora mi ha detto che avete intenzione di scoprirlo soltanto alla nascita il sesso,coraggioso da parte vostra! Questo Colin non se lo sarebbe mai aspettato da lei,però dovette reggere il gioco con il dottore. 
-Eh già.. La curiosità non fa parte di noi! È un problema però per quanto riguarda la cameretta,non riusciamo a deciderci di che colore farla e  ormai manca poco! 
-È un gran bel problema amico. Si allungò il dottore per dargli una pacca sulla spalla comprensivo per poi scoppiare tutti a ridere,anche Jennifer non riuscì a trattenersi questa volta. -Eccolo qui il frutto del vostro amore! Il signor Gilmore,così recitava la targhetta attaccata al camice,indicò con il dito la figura ben visibile in primo piano sullo schermo. 
-Siamo alla diciannovesima settimana e come potete vedere il feto è perfettamente visibile,adesso a voi sembrerà grande ma in realtà è lungo più o meno 14 centimetri e pesa sui 140g. È grande quanto un pomodoro per intenderci! Ci scherzò su il dottore e vide con gioia gli occhi di entrambi illuminarsi ogni secondo che passava sempre di più. -Come ho detto alla signora peso e altezza sono nella norma ed anche la posizione del feto,la quantità del liquido amniotico e lo spessore della parete addominale. Non rilevo alcun tipo di anomalia o malformazione. Per quanto riguarda il bambino non dovete avere nessun tipo di preoccupazione. I ragazzi continuavano a guardare incantati quella piccola figura che non la smetteva di muoversi sullo schermo,si stringevano le mani l'un l’altra con un enorme sorriso stampato sui volti. La consapevolezza però di star gioendo così tanto per un figlio che in realtà non era il suo colpi Colin come un specchiata di acqua gelata in un’afosa giornata di agosto. 
-È alla mamma che dobbiamo dedicare un po' più attenzione ora.. La voce del signor Gilmore lo riportò alla realtà anche perché stava guardando dritto verso di lui.
-Cosa intende signore? Chiese confuso.
-Mi rivolgo a te direttamente,perché per esperienza personale so che le donne in questo stato difficilmente mi danno retta. Senza offesa eh! E fece l’occhiolino a Jennifer,quel dottore era veramente forte pensò lui.-Deve tenerla a riposo il più possibile. Ora era tornato a rivolgersi a lui. --Anche se come ho detto prima quello di oggi è stato un episodio isolato,dobbiamo stare attenti che non ricapiti di nuovo.Non sto suggerendo un riposo forzato,non deve stare a letto tutto il giorno,però niente più ore piccole,non deve stare tanto tempo in piedi,possibilmente anche niente lavoro o faccende domestiche. Limitare i viaggi in macchina e se è un viaggio lungo fare molte soste perché stare seduta nella stessa posizione per troppo tempo potrebbe creare problemi alla schiena e almeno una passeggiata di una mezz'ora al giorno. 
Entrambi rimasero senza parola,di sicuro non si aspettavano una lista così lunga di cose da fare o no,fortunatamente a lavoro aveva da poco finito le riprese e non avrebbe avuto problemi,anche se avrebbe dovuto dire addio a tutte le comic con in giro per il mondo. 
-Dai ragazzi non fatevi prendere dal panico,ormai siete al quinto mese,manca poco! Il dottore cercò di risollevare un po’ il morale ai futuri genitori,capiva di aver un attimo frenato la gioia iniziale con tutti quei accorgimenti da seguire. Notò una strana luce negli occhi del ragazzo dopo aver sentito quella frase e pensò di esserci riuscito.
-Un'ultima cosa. Intanto aveva spento il monitor è passato un fazzoletto alla donna per pulirsi dal gel. -Per quanto riguarda il sesso potete stare tranquilli,è una domanda che solitamente sono i padri a farla ma visto che non c'è stata sta a me ricordarlo,e non c'è bisogno di arrossire in questo modo è una cosa del tutto naturale,anche perché senza quello non ci sarebbero stato nemmeno il bambino no? In questo momento il dottore si stata divertendo da matti nel vederli arrossire per quel argomento,trovava estremamente tenero questo loro pudore. -Anzi io lo consiglio sempre perché è un’ottima valvola di sfogo,aiuta la circolazione sanguigna,rilassa mente e corpo ed è un perfetto anti stress. Avrebbe tanto voluto fargli una foto ed incorniciarla,era la coppia più tenera e divertente che avesse mai conosciuto in tutti questi anni lavorativi. 
-Possiamo andare ora? Chiese Jennifer,non poteva stare un minuto di più a sentir parlare di sesso con Colin affianco. 
-Certo. Un'ultima cosa,questa è l'ultima davvero,cerchi di mangiare un po' di più. Ora era tornato di nuovo serio e si stava rivolgendo ad entrambi. È veramente troppo magra signora,capisco l'alimentazione sana e il voler mantenere la linea però farebbe bene anche al bambino,ma soprattutto a lei,avrebbe più energie e il bambino crescerebbe sano e forte,scommetto che anche suo marito la preferirebbe un po più in carne,dico bene no?
-Stia sicuro che da domani controllerò personalmente la sua alimentazione. Intervenne Colin serio. -È stato veramente un piacere dottor Gilmore,spero di rincontrarla di nuovo magari in circostanze più piacevoli. Gli strinse energicamente la mano ed uscì senza aspettare Jennifer,gli era venuto un terribile dubbio per una cosa detta dal dottore e non vedeva l'ora di stare da solo con Jennifer per poterselo togliere.


-Non so te ma a me è venuta un po' di fame.. È il dottore ha detto che devo mangiare di più quindi... 
Erano saliti in macchina da qualche minuto e il viaggio ora era molto più tranquillo e rilassante di quello dell’andata,per Jennifer almeno era così. Colin non aveva detto una parola da quando avevano lasciato la stanza del dottore,era come se qualcosa lo stesse tormentando dall’interno. La ragazza ormai aveva imparato a conoscerlo e sapeva benissimo che non c'era bisogno di stuzzicarlo e che quando avrebbe finito di farsi tutti i suoi film mentali avrebbe finalmente parlato da solo ed era anche per questo che ancora non gli aveva detto niente della sua entrata improvvisa durante la visita e della farsa messa in atto,non voleva peggiorare la situazione.
-Dici che riusciamo a trovare qualcosa aperto a quest'ora? Lo so che sono quasi le 3 di notte però magari c'è qualcosa aperto 24h....
-Voglio il test di paternità.



Chiedo umilmente perdono per il terribile ritardo,mi si è rotto il computer parecchi mesi fa con naturalmente tutti i capitoli della storia quasi interamente completati,ho sperato invano fino all'ultimo momento di poterlo salvare ma non c'è stato niente da fare,purtroppo. Ora quindi mi tocca riscrivere tutto quanto di nuovo e per di più con un IPad,presa da un attacco improvviso di non so cosa ho deciso di non comprare il solito pc ma di provare ad essere un po' più tecnologica e moderna,mannaggia a me! Perdonate per favore se i capitoli non saranno del tutto precisi ma devo ancora prenderci la mano,spero comunque che continueranno a piacervi come al solito è che non abbiate aspettato tutto questo tempo per niente. Fatemi sapere cosa ne pensate,un bacione. 




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