Play dead
Disclaimer: Albert
Wesker, Alex Wesker, Annette Birkin, William Birkin e tutti gli altri
personaggi appartengono a Shinji Mikami, alla Capcom e a chi
detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta
per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo.
Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto
rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne
è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia
autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.
"I survived, but it's not a happy ending."
- Tim O'Brien -
Play
dead
Aprile 1986
"Ho una bambina piccola."
Un sorriso nel buio - denti affilati, occhi crudeli.
"Non ti ho messo incinta
io l'ultima volta che ho controllato."
Un rubinetto che gocciola; piedi nudi sul pavimento freddo - gelido.
"Sei un fottuto
figlio di puttana."
"Così mi hanno detto."
Marzo 1988
"Non possiamo andare avanti così."
William ondeggia in avanti, si porta le mani allo stomaco.
"Sto per impazzire."
La centrifuga del laboratorio continua a processare (e
processare e
processare e
processare - sangue e
virus, virus e
sangue) su per la gola un rigurgito acido e stantio.
"Will."
Il suo nome - una preghiera.
"Domani uccideremo Marcus."
Annette stringe le labbra, irrigidisce la schiena.
"Di chi è stata l'idea?"
"Spencer."
Albert.
"Sherry ha solo due anni."
"Lo so."
"Non la vedi da giorni."
"Le ho raccontato la favola della buonanotte giovedì."
"Di due settimane fa."
mastica Annette, e William sussulta - trattiene un conato.
La centrifuga si ferma, il laboratorio puzza di sostanze chimiche e
sudore.
"Devi smetterla."
"Non posso."
Annette gli artiglia il braccio, pelle fredda e camicia umida.
Adrenalina e fatica.
"Will." ripete - un mantra.
Birkin afferra il cestino vicino e vomita tutta la sua paura.
Aprile 1988
Labbra rosse, socchiuse.
Ansiti spezzati, gemiti soffocati.
Annette rimane immobile, il tesserino d'identificazione a mezz'aria.
Non l'hanno vista
Ma lei ha visto loro
e lo stupore
il... desiderio?
la blocca sul posto.
Osserva Alex mormorare qualcosa sulla sua bocca, le dita di Wesker che
le stringono le cosce e
aprono - disegnano figure rossastre e viola.
Contusioni di sangue e
voglia.
Le afferra i capelli,
tira.
Scopre la pelle tenera della gola,
morde.
Annette si porta il pugno chiuso sotto al mento, deglutisce.
Deve far male.
Eppure Alex ride
- s'inarca all'indietro e lo accoglie in un'unica spinta.
Ah.
Una sedia che si sposta, le gambe di Alex che gli circondano i fianchi
- si flettono
attorno al suo corpo.
Suoni umidi - bagnati.
Osceni.
Annette comincia ad arretrare, sta attenta a non fare rumore.
Se mi scoprissero
adesso...
Stringe il tesserino tra le dita e si accorge solo in quel momento che
stanno tremando - che fa quasi
fatica a passarlo nel pannello di controllo.
Ti prego ti prego ti
prego...
Qualcosa cade; qualcosa si frantuma al suolo.
Annette getta un'ultima occhiata al laboratorio da sopra la sua spalla
- studia
la schiena nuda di Alex, i muscoli dell'addome di Albert che si
contraggono a ogni spinta.
A terra cocci di vetro e scarpe rosse; davanti al suo sguardo una scena
che...
Mi ha visto.
Il cervello di Annette si ferma, il respiro si accorcia.
Gli occhi di Alex la cercano - la inchiodano
sul posto.
Per un attimo - un terribile istante - Annette ha paura che Alex dica
qualcosa; che si alzi di scatto, allontani da sé Wesker e le
schiacci la testa come ha fatto con uno degli infetti pochi mesi prima.
Devo andarmene.
Le porte blindate si aprono, Annette si rovescia letteralmente
fuori dal laboratorio.
Un grido soffocato, il palmo di una mano che viene sbattuto sulla
superficie metallica del tavolo.
Un orgasmo improvviso -
senza pudore.
Annette si rialza dal pavimento e comincia a correre.
Aprile 1988
Un caffè alla nocciola e cannella - due bustine di zucchero
e un cucchiaino di panna.
Proprio come piace a
lei.
Annette alza un sopracciglio, legge le iniziali che vi sono scritte
sopra.
Goduta lo spettacolo?
A.W.
Annette soffoca un'imprecazione e getta il bicchiere nella spazzatura.
Maggio 1988
Sherry sogna mostri deformi e senza pelle.
Immagina una città distrutta, un mondo morto.
Alle sue spalle il fuoco, davanti ai suoi occhi solo sofferenza e
solitudine.
Si sveglia di notte Sherry e
urla.
Urla che moriranno tutti - che i mostri cammineranno tra loro e
mangeranno la loro carne direttamente dalle ossa.
Piange Sherry, e Annette è troppo stanca per fare altro che
sospirare - sospirare e accarezzarle i capelli.
William si affaccia dalla porta socchiusa, occhi pesanti e cerchiati di
scuro.
"Un incubo?" chiede, e Annette china il capo.
Il futuro è senza innocenza e senza speranza.
Giugno 1988
"Marcus è morto."
Annette firma l'ennesimo documento - fissa il balugino della fascia
d'oro che porta all'anulare sinistro.
"Prendiamo noi le sue ricerche."
Un altro foglio; un'altra vittima.
"Non sei contenta che tuo marito sia stato promosso, Annette?"
Annette alza lo sguardo, trova solo il buio di un paio di lenti scure.
Albert Wesker le regala un sorriso tutto denti e sangue.
Settembre 1988
La Dott.essa Fayer è un profilo pallido
nell'oscurità del laboratorio, mani veloci e dita sottili.
Mani e dita che Annette
aveva visto scivolare lungo la schiena di Wesker, sul suo petto - tra
le cosce.
"Se non ti trovi a tuo agio puoi anche andartene, Annette."
Annette storna lo sguardo, cerca quello di Alex.
Occhi annebbiati dal
desiderio, che nascondevano una bestia terribile e implacabile.
"Ce la faccio."
"Non sarebbe un problema il contrario."
Non c'è crudeltà nelle parole di Alex, nessuna
malizia; solo una mera constatazione dei fatti.
"Ce la faccio." ripete Annette, e Lisa strattona una delle cinghie di
contenimento.
Alex la fissa in tralice, rivolge poi tutta la sua attenzione alla
siringa che sta preparando.
Lisa si contorce sotto di loro - supplica una pietà che non
sono in grado di darle.
"Tienila ferma." le dice, e Annette deglutisce - le stringe il braccio
e schiaccia,
permettendo ad Alex di trovare una vena sana e inocularle il primo
prototipo di virus G.
Lisa s'inarca all'indietro - piange.
Mamma.
Annette le prende la mano e...
Grosso errore.
Settembre 1988
Sherry.
Questo è l'unico pensiero che le attraversa la mente; questo, e il fatto
che Lisa Trevor la stia soffocando.
Alex mastica una bestemmia, si rialza di scatto.
Lisa è una maschera di furia e orrore, un viso non suo -
un'infanzia schiacciata,
violata.
Mamma,
ripete, e Annette apre la bocca - la richiude.
Le pareti si tingono di rosso, il mondo si spegne.
Sto morendo.
Qualcuno urla, qualcun altro schiaccia il pulsante d'allarme.
"Idioti!" tuona Alex, e Annette affonda le unghie nei polsi di Lisa - combatte.
Non voglio morire.
Alex afferra Lisa per la schiena,
strattona.
Friiiip.
La pelle di Annette di lacera, quella di Lisa anche.
Alex non è gentile - non è umana.
Circonda la vita della Trevor con le braccia, la solleva di peso,
scaraventandola dall'altra parte della stanza.
Annette tossisce - saliva e paura.
Lisa sbatte contro il muro con un suono sordo - ottuso.
Tump.
"Io..."
Alex scatta in avanti e inocula tanto lorazepam a Lisa da uccidere un
cavallo.
Settembre 1988
"Mi dispiace."
Alex tace; inspira, espira.
Annette ascolta le sirene spegnersi, il mondo quietarsi.
"Non avrei dovuto stringerle la mano."
Alex la ignora, arrotolando i legacci attorno alle caviglie della
Trevor fin quando non affondano nella carne.
"Mi ha fatto pena."
Cinghie che vengono allacciate, movimenti bruschi - irritati.
"Alex..."
Il silenzio è l'unica cosa che accoglie le sue parole.
Settembre 1988
"Da quando siamo diventati mostri?"
William si passa una mano tra i capelli, cammina avanti e indietro per
il laboratorio.
"Da quando uccidiamo bambini, Will?"
"Da sempre."
sibila Birkin, e si allenta ulteriormente la cravatta.
"Non è vero."
William digrigna i denti, le rivolge uno sguardo obliquo.
"Non hai mai voluto vedere la verità."
Annette scuote la testa - nega.
"Dopo la morte di Marcus..."
"Quel vecchio
ha dato il via a tutto, Annette!" grida William, e si stupisce della
forza della sua stessa voce "Quel vecchio e i suoi deliri!"
Annette stringe la dita in pugni chiusi, si aggrappa al pensiero di
Sherry.
"Hai fatto una cosa stupida."
"Lo so."
"Poteva ucciderti."
Un suono derisorio - ferito.
"Se non ci fosse stata Alex..."
"Ha una relazione con Albert."
William alza un sopracciglio, si blocca.
"Li ho visti."
"Dove?"
"Nel suo laboratorio. Non avrei dovuto andarci, ma avevo bisogno della
cultura del virus T sulle cellule muscolari che avevi preparato e... li
ho visti."
William inclina il mento verso di lei, socchiude la bocca.
"Quindi?"
Annette sgrana gli occhi, lo fissa.
Già, e quindi?
Wesker sceglie proprio quel momento per fare il suo ingresso nel
laboratorio.
Settembre 1988
Cerca i loro occhi - la loro vergogna.
Prima quelli di William, poi quelli di Annette.
"Il soggetto è stato messo in sicurezza." dice, e Birkin
annuisce.
"Alex risulta pulita dalle analisi effettuate e anche le tue sono a
posto." continua, porgendo un foglio ad Annette.
"Nessuna contaminazione, nessuna infezione; Lisa Trevor assorbe i
virus, ma non è in grado di trasmetterli."
Annette annuisce, sente le guance bruciarle.
"Grazie." replica William, sedendosi "Se non ci fosse stata Alex non so
cosa..."
Albert alza una mano - lo ferma.
Fissa lei.
Lo sa pensa
Annette lo sa.
E questo cosa cambia?
Tutto.
Niente.
Albert Wesker ha gli occhi crudeli degli uomini già morti.
Ottobre 1989
Sta impazzendo.
Le stagioni vanno avanti, gli anni si sgretolano tra le sue dita - e
tutto crolla alle sue spalle, davanti
a lei.
Annette ingoia l'ennesima pillola della giornata, Valium e caffè.
"Mamma." la chiama Sherry
Lisa.
"Ho preso dieci nel compito di scienze."
Annette ciondola in avanti - si aggrappa al bordo del lavandino.
Annette è labbra addormentate e palpebre pesanti - una
coscienza marcia come i suoi sogni.
Annette guarda sua figlia e sorride - una bambola rotta, disarticolata.
Sherry imparerà presto che crescere è solo un
altro nome che diamo alla solitudine.
Dicembre 1989
Una foto: un ricordo.
Lei e William; Albert e Alex.
Sorrisi tagliati a metà, occhi spietati.
Scivolano i loro volti sotto le dita di Annette, diventano maschere di
cera e sangue.
Non sono più semplici uomini, ma Morte e Pestilenza, Guerra e Fame.
"Da quanto?" le chiede William, e non ha certo un aspetto migliore.
Annette tace - fissa la scatola di Valium vuota.
"Devi smetterla."
Un sibilo feroce - un rantolo sfiatato.
"Non hai nessun diritto di dirmi quello che devo fare." ringhia "Non
dopo tutto... tutto quello
che..." la voce si spezza, le parole le si incastrano in gola.
William si appoggia allo stipite della porta, un'ombra pallida ed
emaciata.
"Per Sherry."
Un risata trattenuta; un singhiozzo abortito.
"Fallo almeno per lei."
Annette gli rivolge uno sguardo furibondo, pupille dilatate e occhi
lucidi.
"Non hai nessun
diritto." ripete, e si alza, protendendosi in avanti "Nessuno."
William stringe le labbra in una linea sottile - bianca come il suo
viso - aggrotta le sopracciglia.
"Annette."
Un monito; una preghiera.
Annette lo supera senza aggiungere una parola.
Marzo 1990
"Crollerà." gli dice, e nell'oscurità della
stanza Albert segue il suo profilo con le dita, la lingua
Si flette sotto le sue mani Alex, una curva pallida e lucida - che
vibra a ogni spinta, ogni ansito.
"Non ce la farà."
Le stringe i fianchi, il seno; cerca la sua bocca in un bacio che
è tutto denti e
fame.
"Un po' mi dispiace."
Alex scivola con i polpastrelli sulle sue labbra, lungo la linea
pulsante della carotide.
"Mi era simpatica."
Stringe,
percependolo tendersi sotto di lei - in lei.
"Quando sarà il momento..."
Albert la solleva di peso, costringendola in ginocchio - piegandola alle
sue voglie.
Alex ride -
sospira quando lo sente rientrare in un'unica spinta.
"Quando sarà il momento non lascerò che diventi
un mostro." mormora, e geme poi, soffocando il suo nome tra le lenzuola
sgualcite.
"Che diventi come noi."
Albert si lascia andare contro la sua schiena, la schiaccia verso il
basso - morde e viene,
strappandole un orgasmo improvviso - che la spezza.
Alex accetta il dolore di un uomo che non conosce altra forma d'amore.
Marzo 1990
Il virus G è la sua creatura - il suo orgoglio.
William affonda, Annette con lui.
Al loro fianco Albert e Alex prosperano
- piante velenose e letali.
Raccoon City dorme, quieta: ignara di come il primo sigillo sia appena
stato spezzato.
Aprile 1990
Non è molto; non lo è mai.
Alex gli sfiora una spalla in punta di dita, mormora qualcosa nel suo
orecchio.
Un gesto normale, quasi distaccato - professionale.
Annette chiude gli occhi
serra le palpebre
così forte da sentirle bruciare
inspira
soffoca
e ingoia un'altra pillola di Valium.
Agosto 1990
Sangue sulle pareti, monconi di braccia e gambe sul pavimento.
Grumi di carne, denti sparsi sull'impiantito come dadi senza numeri.
L'antologia del film horror, il decalogo del mostro.
Annette si porta una mano alla bocca, affonda con le sue scarpe tacco
quattro in un pezzo di viscero umano.
Volti senza più pelle, muscoli grottescamente esposti su
teschi spappolati.
"Non mandate più dottoresse nella stanza di Lisa Trevor." ed
è lontana la voce di Alex, un'eco soffocata dalle grida nel
suo cervello.
"Ha strappato loro la faccia e ha deciso di farne una curiosa maschera
di carnevale."
Alex annuisce al telefono, fissa Lisa da dietro il vetro di
contenimento.
"Credo voglia sua madre."
Annette intercetta quella parola, si volta.
"Non sarà un problema."
Cerca Alex, i suoi occhi.
Osserva i suoi gesti, la rapidità con la quale conclude la
chiamata, le labbra piegate in un'espressione irritata.
Dall'altra parte del vetro Lisa continua a cucire il suo nuovo volto,
imperturbabile.
Ottobre 1990
Il silenzio è una costante per topi di laboratorio come
loro.
Il quieto rumore dei fogli che vengono archiviati; la penna sulla
carta, il ronzio delle centrifughe.
Una sedia che si sposta, un insulto masticato a mezza bocca.
Il tiepido entusiasmo di fronte a una nuova scoperta, la paura
d'essersi sbagliato -
illuso.
Annette è abituata al silenzio: alle sue pause piene di
significato, a come la sua presenza rappresenti la normalità
- che tutto va bene.
"Dobbiamo parlare."
Annette fissa suo marito e tace.
Maggio 1991
Non c'è più un luogo sicuro in cui nascondersi,
una verità alla quale potersi aggrappare.
La sua vita è un insieme di momenti spezzati, istanti
mancati; un buco nero che ha inghiottito tutto - tutti.
La sedia di Alex ruota leggermente su se stessa, vuota.
Non c'è vento
in questa stanza si ritrova pensare Annette, e ride.
Ride, perché questa non è una stanza, ma una
tomba.
Ride, perché l'immagine le ricorda troppo uno di quei film
horror di serie b in cui la donna scomparsa torna poi per tormentare
gli amici rimasti sotto forma di fantasma.
Lo eravamo davvero,
Alex? Amiche, intendo.
I monitor tacciono, il laboratorio giace spento - morto.
William è stato trasferito a un altro livello (senza nome, senza speranza)
Wesker se ne è andato molto tempo prima.
Guerra ha trovato il suo
esercito personale da scatenare sul mondo - con cui distruggerlo.
Il cercapersone emette un bip basso, quasi un lamento.
Annette si alza e sprofonda sempre più in basso.
Febbraio 1992
Sherry ha sei anni e un fermaglio a forma di coniglio tra i capelli
biondissimi.
Sherry ha sei anni e ride quando William la solleva di peso,
portandosela in braccio.
Sherry ha sei anni e sorride ad Annette, felice che per un giorno - uno solo -
l'attenzione sia tutta concentrata su di lei.
Sherry ha sei anni; dall'altra parte del mondo il suo destino ha gli
stessi occhi di Albert Wesker.
Luglio 1992
Il G virus è ancora più
aggressivo del T.
Smembra le cellule,
annienta ogni difesa.
William sorride come un adolescente innamorato, ridacchia persino.
"Scommetto che Albert ne sarebbe invidioso."
Annette si fruga nelle tasche e stringe la confezione di Valium fino a
farsi sbiancare le nocche.
Luglio 1995
Lisa Trevor morirà oggi.
William ha masticato qualcosa riguardo l'inutilità
ormai di quel corpo, di come il suo sangue non abbia portato a nulla -
di quante risorse gli abbia fatto sprecare in tutti quegli anni.
Annette alza gli occhi verso il cielo, osserva l'elicottero
dell'Umbrella tagliare il giorno e la sua bellezza.
William è al suo fianco, il capo chino sugli ultimi
risultati del virus G e un tic nervoso alla spalla sinistra.
Storna lo sguardo, lo posa sul portellone dell'elicottero.
Nero e rosso - solchi di sangue e
morte.
L'Umbrella ha una sola regola (sopravvivi) un solo mantra (obbedisci)
Annette si scopre incapace d'adempiere a entrambi.
Luglio 1995
"Annette."
Un gesto impercettibile; un odore diverso.
Albert Wesker è cambiato (è sempre lo stesso)
Spalle più larghe,
braccia più
allenate; divisa militare, stivali da combattimento.
Il logo dell'Umbrella
sul petto, dove batte il cuore.
Sa di cordite e fumo, un lieve sentore di fatica e armi da fuoco.
Annette gli cerca gli occhi (nascosti), un'espressione qualsiasi sul
volto assente - immobile.
Non trova nulla.
William gli tende la mano (cerca tutto ciò che ha
conosciuto) sorride quando Wesker gliela stringe, riconsolidando in
pochi istanti un'amicizia blasfema e malata.
Guerra e Pestilenza.
"Ho chiesto l'esecuzione di Lisa Trevor." dice Birkin, e piega un
angolo della bocca "È ora di finirla."
Wesker annuisce - Annette nota la fondina che porta alla coscia.
Ancora non ricorda come siano arrivati a diventare mostri e tiranni.
Aprile 1996
William non distoglie gli occhi dal microscopio, Annette si chiede se
si è ricordata di dare il sacchetto con il pranzo a Sherry
quella mattina.
Il virus G cresce
- si nutre del loro futuro.
William non dorme da giorni, Annette forse anche da di più.
Dalla prima pagina del Raccoon City Times il volto di Albert Wesker
presenta al mondo la nuova squadra d'elite chiamata S.T.A.R.S.
Settembre 1997
Un anno e qualche giorno manca alla fine del (suo) mondo.
Picchietta con l'unghia sulla superficie lucida del bancone della
cucina, osserva le pillole di Valium scivolare giù per lo
scarico del lavandino.
Fuori, le cicale cantano - intonano la loro ultima preghiera.
Inconsapevoli.
Innocenti. Felici.
"Mamma?"
Annette sorride a una vita che non vedrà mai.
Marzo 1998
Seduta sul divano di Wesker a gambe incrociate.
Una camicia (non sua) addosso, unghie laccate di rosso.
Labbra pallide, un'impronta violacea sul collo (dove il sangue scorre
più forte - più denso)
Stringe tra le mani una rivista di moda (da quando Wesker possiede
riviste simili?) fruga in un sacchetto di biscotti
dimenticato al suo fianco.
Wesker inclina il capo verso sinistra, le rivolge un'occhiata blandamente
irritata.
Tamburella sullo stipite
della porta una, due, tre volte.
Annette socchiude la bocca, stringe ancora al petto i documenti che
William le aveva chiesto di consegnargli.
Alex si volta, le sorride.
Denti bianchissimi,
occhi trasparenti.
"Ciao Annette."
Bentornata tra noi.
Maggio 1998
Sherry ha vinto il primo premio al concorso di scienze della sua
scuola.
Fissa il fotografo e abbozza un sorriso - storto, sbagliato.
Fissa la sua insegnante, i suoi compagni; i visi spenti della platea,
le loro mani che applaudono.
Fissa la prima fila e quei due posti vuoti che nessuna vittoria
potrà mai colmare.
Giugno 1998
Non è invecchiata, non è cambiata.
Annette la studia dal suo angolo di marciapiede, una borsa della spesa
in mano e le chiavi della macchina nell'altra.
Gambe scoperte, un vestito bianco a fasciarle i fianchi; Alexandra Fayer ride al centro di
Raccoon City - brucia.
Alza le dita verso gli zigomi di Wesker, li sfiora.
Ignora lei, loro - tutti.
Annette ascolta la pioggia cadere sulla sua pelle senza fare alcun
rumore.
Luglio 1998
"È morto."
"Lo so."
"Cosa facciamo?"
Annette si rigira la fede al dito, fissa William mordersi il labbro
fino a farlo sanguinare.
"Villa Spencer è perduta."
C'è fatica nei gesti di William, un corpo così stanco
- così vuoto.
"Il virus si sta diffondendo."
Sudore sotto le ascelle, lungo la curva spezzata della
schiena.
"Non c'è modo di fermarlo."
William sposta lo sguardo da Annette ai campioni di virus G.
"Dobbiamo andarcene."
Birkin deglutisce e ricomincia a camminare avanti e
indietro, avanti e indietro.
Agosto 1998
Annette lo vede all'ingresso della casa di Wesker, i nastri gialli
della polizia che dondolano pigri nell'aria rovente d'agosto.
Chris Redfield è giovane; capelli spettinati, un sorriso
tutto americano sul volto abbronzato.
Chiede qualcosa a uno dei poliziotti, entra.
Invade la vita di un
uomo che non ha mai conosciuto davvero.
Annette rimane lì, immobile: i capelli sudati appiccicati
alla nuca, la borsa stretta al fianco.
Li osserva camminare per la casa, spostarsi di stanza in stanza.
Dalle finestre aperte li studia soffermarsi pochi minuti nel salotto,
molto di più nella camera da letto e nel bagno.
Immagina il legno del parquet che scricchiola, la consistenza morbida
delle lenzuola: un armadio ossessivamente
ordinato e organizzato come lo era il suo proprietario.
Una vespa le sfiora il braccio, passa oltre.
Chris Redfield esce dalla casa, rimane all'ombra del portico che la
circonda.
Ha un'espressione arrabbiata sul viso - ferita.
Tra le sue mani nessuna risposta.
Settembre 1998
Si era alzata, aveva bevuto il suo caffè - due cucchiaini di
zucchero, uno di panna.
William non era tornato a casa la sera prima, troppo assorbito dal
completare gli ultimi lavori sul virus G.
La loro unica via di
fuga con il governo americano.
Annette nasconde uno sbadiglio, sorride allo sguardo assonnato di
Sherry.
"Un toast al prosciutto cotto, un'arancia e il tuo succo di frutta
preferito."
Sherry le sorride di rimando, corre verso il pulmino della scuola.
Poche ore dopo il primo infetto morderà il commesso del
supermercato, e poi
lui farà la stessa cosa la sua fidanzata e lei a sua madre e sua madre a suo
padre e suo
padre al collega della concessionaria e...
Raccoon City cadrà tra le urla dei vivi e il silenzio dei
morti.
Settembre 1998
Non l'avrebbe mai lasciato solo; non adesso.
"Non posso venire con voi."
Il poliziotto la fissa stordito, la sorella di Redfield le afferra il
polso e stringe.
"Pensa a Sherry."
È quello che
sto facendo, vorrebbe dirle, ma non sarebbe la
verità.
Annette le spinge via la mano, scarta verso destra.
"Non posso lasciarlo in quelle condizioni."
"Non è più tuo marito, Annette."
Ti sbagli,
vorrebbe replicare Ti
sbagli. So come funzionano questi virus - la loro crudeltà. So che in fondo a tutto quel
marcio Will c'è ancora - che sta soffrendo.
"Lo resterà fino alla fine."
Il poliziotto rafforza la presa sulla pistola, fa un cenno a Claire.
Dobbiamo andare.
"Trovate Sherry." dice "È tutto quello che conta, alla fine."
Claire apre la bocca, la richiude.
Non sa cosa dire.
Il grido di ciò che è stato William Birkin strappa ogni
altra possibilità.
Settembre 1998
Sono stata una pessima
madre, pensa Una
di quelle che non ha mai tempo per sua figlia.
"Ma le volevo bene." riesce a mormorare tra le labbra screpolate, e
sorride.
William le ha fatto male - molto.
Il colpo le ha sfondato cinque costole, spappolato la milza e perforato
un polmone.
Il suo unico atto di pietà era stato passare oltre, non schiacciarla come
aveva invece fatto con gli agenti dell'Umbrella.
Assorbito dal petto della B.O.W. il volto di Will era ancora intatto -
la stessa sfumatura sporca di biondo, le stesse ciglia pallide: un
ovale pulito, inalterato dalla malattia.
Annette tossisce, nebulizza rosso e bianco.
L'aria sta cominciando a venirle meno, i polmoni a riempirsi di sangue
e liquido.
Inspira, ed è un suono umido - appiccicoso -
quello che l'accompagna.
Storna lo sguardo, lo posa sulle luci al neon che ha sempre ignorato
nei suoi pellegrinaggi avanti e indietro per i laboratori.
Quindi è
così che finisce pensa, e non ha
più paura È
così che finiamo: tutti.
Io, William, Wesker,
Alex.
Annette espira a fatica, ascolta il rumore asimmetrico del suo stesso
cuore - il suo battito senza più forza.
Chiude gli occhi; trae un ultimo, disperato,
respiro.
La morte non ha alcun sapore.
Settembre 1998
Raccoon City cade; Raccoon City muore.
Sherry osserva tutto quello che ha sempre conosciuto essere ingoiato
dalle fiamme e dal fumo, stringe la mano di Claire fino a spezzarsi
un'unghia.
"Sono morti." dice, e Leon annuisce.
Vorrebbe essere forte; vorrebbe davvero
esserlo.
Per sua madre, per suo
padre. Per lo zio Al. Per Alex. Per non dare ragione a Megan che ride
sempre di lei in classe - che la chiama piagnucolona e moccio al naso.
Ma poi si rende conto che suo padre non c'è più.
Né lui
né le sue ridicole creazioni di carta - origami
complicatissimi e che le regalava ogni compleanno.
Che sua madre è morta per salvarla...
Che l'ultima cosa che le
ha dato è stato il sacchetto per il pranzo e un accenno di
carezza tra i capelli.
e che lo zio Al era salito in cielo due mesi prima, e che Annette le
aveva detto di non essere triste - che era morto da eroe.
Bugiarda.
Ricorda che Alex era sparita poco dopo il suo compleanno...
Quando le aveva regalato
una bellissima bicicletta nuova e le aveva passato di nascosto uno dei
suoi rossetti - uno sguardo cospiratore e una risata trattenuta (cose
da donne, aveva detto ad
Annette.)
e che Megan non le avrebbe più detto che era una
piagnucolona, che le colava il moccio dal naso e che...
Sherry crolla in ginocchio e si regala l'ultimo pianto della sua
infanzia.
****
Dicembre 1989
"Guarda." dice William, e le allunga una foto stropicciata "Ha
già vinto un premio."
Alex alza un sopracciglio, fissa il sorriso sdentato di Sherry e i suoi
codini biondi.
"Ha tre anni, William." s'intromette Albert, gli occhiali spostati
sulla punta del naso e una provetta tra le mani "Tutti ricevono premi a
quell'età, fosse anche solo per non mangiarsi la pasta
modellabile."
Birkin emette un suono indignato - uno squittio irritato.
"Vedrai che a vent'anni avrà già un ufficio tutto suo qui
all'Umbrella; non come me."
e si porta l'indice al petto, alzando il mento verso Wesker "Che ancora
mi tocca sopportarti."
Alex trattiene una risata, Albert decide che la provetta numero 053
è molto più interessante delle lamentele del suo
collega.
L'immagine di Sherry rimarrà lì,
(nella loro
mente, nei loro ricordi)
attaccata alla scrivania di William fino all'ultimo istante.
Marzo 2009
Ha ingannato la Morte una, due volte. Forse tre.
Troppe.
La Morte fa male.
La Morte ha il volto delle scelte sbagliate, dei rimpianti - delle
occasioni mancate.
La Morte non è bianca, non è nera; la Morte
è rossa
- come i suoi occhi, come il fuoco in cui sta soffocando.
La Morte è un'umanità di cui si è
spogliato pelle dopo pelle, sentimenti e speranze lasciate a marcire
sul fondo del suo stesso cuore.
La Morte non gli concede alcuna pietà - esige indietro ogni
oncia rubata.
Ogni imbroglio che gli
ha permesso di evitarla fino a quel momento.
Albert Wesker grida
- si aggrappa a quella (non)vita con una disperazione assoluta, che
divora ogni altro pensiero.
La Morte sorride e lo spinge sempre più a fondo.
Settembre 2011
Alex abita un corpo non suo, ospita le briciole di una bambina
già morta.
Studia il suo riflesso nello specchio, piega le labbra in una smorfia
contrariata.
Vorrebbe strapparsi quei
ridicoli e anonimi occhi castani dalle orbite.
Natalia supplica, Alex la ignora.
Dal piano di sotto la raggiunge la voce di Barry (è pronta la cena!)
per le scale gli anfibi di Moira e le ciabatte a forma di gatto di
Polly.
Natalia Alex china il capo, scorge la punta sbucciata delle scarpe che
Kathy le ha regalato (solo finché non andiamo in
città a comprarti dei vestiti nuovi)
Sherry.
I ricordi la soffocano, il dolore quasi la schiaccia.
Quasi.
Tra i capelli il respiro morto di un uomo che era sempre stato tutto.
Novembre 1986
Tace il cielo su Raccoon City; raccoglie le sue stelle spente - grumi
di nubi che si rincorrono e si sfilacciano a vicenda.
"Dove pensi che saremo tra trent'anni?" esordisce William, un
frappè alla nocciola tra le mani e lo sguardo perso oltre i
cancelli dell'Umbrella.
Wesker sposta il peso da un piede all'altro, lascia che il
caffè gli scaldi le dita intorpidite.
"Non qui." replica, e l'uscita d'emergenza si apre, rivelando la sagoma
di Alex.
William sembra soppesare la sua risposta, avvicina la cannuccia alla
bocca e quasi dimezza il suo frappè.
"Fai schifo." intercala Alex, e gli spinge il gomito tra le costole
"Datti un contegno."
Birkin la ignora, tenta di sporcarla con le dita appiccicose di
cioccolato.
"Levati!" gli intima Alex, arretrando e nascondendosi dietro Albert
"Fallo e giuro che ti stacco la testa."
William si avvicina ancora, Wesker alza un sopracciglio e lo fissa in
tralice.
"Io le darei retta." ed è Annette a parlare, una sigaretta
tra le labbra socchiuse e un sorriso negli occhi "Per arrivare a lei
devi prima passare per Wesker e io no, non proverei a sporcargli la sua
camicia da mille dollari solo per farle un dispetto."
L'accendino brilla nel buio, la sua fiamma le illumina gli zigomi
sporgenti, il naso affilato.
William arretra, le regala un'occhiata per nulla amichevole.
Alex si sporge da dietro la spalla di Albert, Annette si avvicina a
entrambi.
"Va bene, va bene." concede poi Birkin "Niente cioccolato." e torna al
suo frappè "Ma non avete ancora risposto alla mia domanda."
Dove pensi che saremo tra trent'anni?
"Al matrimonio di Sherry." sogna Annette.
"Libera di seguire i miei interessi." spera Alex - libera da Spencer e
dall'Umbrella. Libera d'amare. Di vivere.
"A lucidare il mio premio Nobel per la scienza." si vanta William, e
finisce il frappè con uno schiocco soddisfatto.
Albert arriccia le labbra in un mezzo sorriso, inclina il viso verso
Alex - si schiarisce poi la voce, raddrizza le spalle e allarga
leggermente le gambe (imita la posa perfetta di un villain da fumetto)
"A governare il mondo, ovviamente."
William scoppia a ridere senza alcuna decenza, Annette quasi si strozza
con il fumo della sigaretta.
Alex gli cerca il polso, le dita; intreccia pelle e destino - sorride
quando lo sente ricambiare la stretta.
Delle loro parole resterà solo cenere e rimpianto.
"But in a story, which is a kind of dreaming,
the dead sometimes smile and sit up and return to the world."
- Tim O'Brien -
Note dell'autrice: Albert Wesker e Alex Wesker non sono fratello e
sorella. Non hanno nessun legame di sangue e non sono stati cresciuti
nella stessa famiglia come tali (ne hanno avute due ben diverse e
distinte) per cui non ritengo che questa storia richieda l'avvertimento
incest. Appartengono allo stesso progetto scientifico di selezione
genetica (Project W.) e per questo si definiscono "fratello" e
"sorella" e possiedono lo stesso cognome (in onore del creatore del
progetto), ma nei fatti non lo sono e non hanno mai avuto l'occasione
di comportarsi come tali. Secondo la legge italiana non sono né discendenti
né ascendenti, e neppure affini in linea retta, per cui il
reato d'incesto non sussiste.
Per meglio comprendere lo svolgersi degli eventi qui narrati si
consiglia la lettura della one-shot "Blood host"
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