Childhood
Primi
passi
Le strade che un uomo percorre
in vita
sono molte. Difficile anche solo immaginarne il numero. Sono tortuose,
in
salita, scivolose, si inerpicano su pendii ripidi e senza appigli,
attraversano
boschi senza sentieri o deserti aridi e senza confini.
Trascinerà i piedi su
selciati di pietre aguzze che lacerano la pelle; e il sangue
macchierà il suo
cammino nel lungo viaggio che lo riporterà verso casa.
Un uomo che di strade ne ha
percorse poche
conta i primi passi di quel figlio che di strade ne
percorrerà molte più delle
sue. Erwin avanza incespicando i piedini, gli occhi azzurri puntati sul
genitore che lo attende a braccia aperte dall’altro lato del tappeto.
Un passo, poi un altro, il
bambino
barcolla, le mani sporte in avanti che cercano di afferrare quelle del
padre e
l’espressione
decisa di chi ha scelto di non cadere mai più.
‹‹Ancora un piccolo passo›› lo
incoraggia. Un verso incomprensibile uscito dalla sua bocca
impiastricciata
intima al genitore di tacere. Ondeggia scoordinato, buffo come un
papero che
attraversa la strada, ma avanza a piccoli passi sempre più
svelti. La felicità
che illumina il suo viso paffuto e sporco di marmellata e briciole
quando
sfiora le dita del padre e finalmente si lascia cadere.
L’uomo l’afferra e lo solleva per aria,
stringendo
quel corpicino acerbo in cui risiede tanta forza e determinazione.
Guarda lo
specchio dei suoi occhi e ascolta gli strilli entusiasti di chi ce l’ha fatta e ha
raggiunto il suo scopo.
Ci sono strade che un uomo
percorre e non
saprà mai se ne vedrà la fine, ma non
è quello il caso. Erwin ha fatto i suoi
primi passi su un terreno circondato da mura che gli impediranno di
proseguire
il suo viaggio. L’uomo osserva le sue manine agitarsi
per
aria e afferrare i granelli di polvere che brillano come stelle alla
luce del
sole. Sogna qualcosa che non potrà stringere né
catturare, mentre l’uomo appoggia
al petto la sola cosa certa che la vita gli ha donato.
‹‹Il mondo è un posto
pericoloso e bugiardo›› sussurra al
suo orecchio respirando il profumo di biscotti tra i suoi capelli radi.
Mentre
parla, Erwin gioca con il bavero della sua camicia intrappolando tra le
piccole
dita i bottoni che ha deciso di staccare. Il padre gliel’afferra
dolcemente, portandosela alle labbra lasciandogli un piccolo bacio sul
palmo.
Tutta la vita. Per tutta la
vita vorrebbe
ripetere quel gesto, stringerselo più forte al petto e
proteggerlo, sempre, da
un mondo che non merita di prendersi anche la vita di suo figlio.
‹‹Ma è anche pieno di
meraviglie e di posti
incredibili da esplorare. Ti troverai sempre a dover scegliere tra due
cammini,
tra due donne, tra due destini e non saprai mai quale sarà
la scelta giusta. Ci
sarà sempre qualcuno pronto a dirti che avrai preso il
sentiero sbagliato, a
darti del pazzo ma tu continua a camminare. Avanza contro chi questo
mondo non
lo merita e vuole costringerti dentro ad una gabbia. Tu non sarai mai
lo
schiavo di nessuno, Erwin. Sarai solo, ma non schiavo e soprattutto, un
giorno,
tu diventerai un uomo››
Lo guarda mentre dorme contro
la sua
spalla.
È giusto che anche
i piccoli uomini
riposino.
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