Di tramonti e frasi non dette.

di cat_princesshp
(/viewuser.php?uid=473343)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


DI TRAMONTI E FRASI NON DETTE

 

Steve si siede sul muretto della grande terrazza che affaccia proprio sull’Oceano.
E' stanco. La missione è conclusa.
E' arrivato il momento che più teme, l’attimo in cui il suo cervello si rilassa dalla battaglia e cominciava ad essere sommerso dai sensi di colpa.
10 persone sono rimaste vittime dello scontro a fuoco tra loro e i trafficanti.
10 innocenti.
Ad un tratto una figura nera entra nella sua visuale.
Natasha Romanoff.
La donna si sistema accanto a lui, fissando a  sua volta il panorama.
“Non é stata colpa tua, abbiamo fatto il possibile” emette in un soffio, indovinando al volo i pensieri del Capitano,
“É questo che ti ripeti ogni volta?” chiede scettico il biondo guardandola negli occhi
“E dimmi, funziona?”
“Neanche un po’” ammette la rossa con sguardo tetro.

I due rimangono in silenzio, davanti a loro l’Oceano si sta tingendo di rosso, mentre il solo tramonta piano.
“Prima li fai tacere, meno soffri. Fidati, sono un’esperta in sensi di colpa” le parole della Romanoff sono dure e Steve torna a posare lo sguardo su di lei.
“A volte per salvare milioni di persone, non riusciamo a salvare tutti” la voce di Nat appare amareggiata.
“Invece dovremmo...” esclama di getto Steve
“Siamo supereroi Nat! dovremmo salvare le persone, non ucciderle”
Queste parole hanno l’effetto di una secchiata gelida per l’ex-assassina, appena Cap capisce lo sbaglio cerca di rimediare
“Nat, io...scusami, non intendevo...Sono un coglione!”
“Linguaggio Cap!” risponde la Romanoff, ma nei suoi occhi non vi è neanche un briciolo di divertimento, sembrano essersi persi in un passato oscuro che non riesce e non vuole dimenticare.
Allora Steve fa la cosa più spontanea del mondo, l’abbraccia, così, di slancio.
Per un momento la Vedova si irrigidisce sotto il suo tocco, ma poco dopo si lascia stringere, perché per quel giorno ha già sofferto abbastanza.
Quando sciolgono l’abbraccio, Steve si ferma un attimo a guardarla, gli occhi verdi di lei brillano della luce del tramonto ed il taglio sulla fronte non intacca la sua bellezza.
É solo una questione di secondi, prima che Natasha Romanoff si ritrasformi nella Vedova Nera.
Con agilità si tira a sedere,
“Partiamo tra un’ora, niente ritardi Capitano!” si volta e si allontana.
“Ricevuto Agente Romanoff!” sospira il biondo.

Steve la guarda andare via, la figura nera che si allontana gli procura una fitta allo stomaco. Sa che lei non lo ammetterà mai, ma per la prima volta é riuscito a vedere oltre la maschera della Vedova Nera, é riuscito a vedere Natasha.
Solo e semplicemente Natasha.

 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3553405