Se vuoi una cosa fatta bene,fattela da solo(no scambi)

di fenris
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                                                                                                La nascita del chaos

Un gruppo di bambini giocava a rincorrere le lucertole a distanza di sicurezza dal Nilo. Risero allegramente quando il più grande di loro venne morso dal rettile che aveva preso, quando a un certo punto il più piccolo indicò il cielo:” Ehi, ci sono le stelle cadenti.”. I suoi si voltarono straniti, come diavolo ci potevano essere delle stelle cadenti in pieno giorno? Però in effetti aveva ragione, c'erano delle scie luminose che caddero dritte sul fiume sollevando degli schizzi che arrivarono fin da loro. I ragazzini,animati dalla loro curiosità, andarono a vedere e videro uno spettacolo che si sarebbero ricordati fino alla morte, ben dieci maghi malconci, alcuni dei quali svenuti e con la faccia sott'acqua. Uno dei bambini vide quello che si era rialzato per primo:” P-papà?”, il mago si mise una mano su una ferita alla fronte e salutò:” Ciao, figliolo, come puoi vedere tua madre aveva ragione. Avrei fatto meglio a restarmene a casa come tuo zio(1).”. Il mago quindi trascinò i compagni svenuti e diede un'occhiata al cielo, certo che sarebbero caduti presto altri maghi...e se fossero stati conciati male quanto lui e i suoi compagni il fiume sarebbe stato rosso per un bel po'.
                                                   
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Ramses stava firmando alcune carte nel suo ufficio quando sentì uno strano suono ai suoi piedi. Guardando, vide una rana piuttosto grossa che lo guardava con uno sguardo...umano? Sapeva che un sacco di animali sviluppando il sekhem diventavano intelligenti quanto gli umani e spesso anche capaci di parlare con loro o assumere il loro aspetto(2), ma a parte la dea Heket non aveva mai sentito di rane con simili poteri. Beh,comunque meglio rispettare i sudditi della suddetta dea, e visto che sembrava non aver niente da dire l'avrebbe portata fuori dal palazzo personalmente, ma fuori dalla porta incontrò Taita, che teneva in una bolla sospesa a mezz'aria parecchie altre rane.” Oh, grazie, mio signore, mi avete risparmiato una parte del lavoro.”, disse il mago prendendo la rana dalla mano del confuso sovrano:” Che diavolo ci fai con queste rane? Prepari una trappola per Mosè?”. Taita ridacchiò:” A dire il vero questa è opera sua. Alcuni gruppi si sono coalizzati per prenderlo attaccando a intervalli, ma sono diventati così e li stiamo raccogliendo in tutta la regione per ritrasformarli. Comunque ora che la guardo meglio...questa rana è vera.”.

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Mosè si fermò un attimo per respirare, negli ultimi tre giorni gli attacchi si erano fatti sempre più pressanti e non era più riuscito a tornare ai rifugi che aveva preparato la settimana precedente. Doveva finire in fretta o sarebbe caduto morto per la fatica. Schivò un fulmine e subito dopo sbattè il piede a terra, da cui partì una linea luminosa che si diresse verso tre maghi imprigionandoli in un blocco di ghiaccio. Uno loro, che aveva la testa fuori dalla prigione improvvisata, cominciò a imprecare:” Ma che diavolo è questa roba?! Che cazzo di sporchi trucchi hai imparato, figlio di un cane?!”, Mosè sorrise e strinse il naso del prigioniero:” Si chiama ghiaccio. Un piccolo trucchetto gentilmente insegnatomi da Cerberus(3) e lui stesso mi ha chiesto di mandarvi cortesemente a fanculo.”. Schioccò le dite e il blocco di ghiacciò volò dritto verso la base della Per akh più vicina.

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Mosè si trovava sulla cima della sfinge, mentre osservava impietoso un mago appena uscito dall'apprendistato che tentava di restare aggrappato al naso, incapace di volare o teletrasportarsi per colpa di un geroglifico bianco posto sul suo petto. “ Vi prego, mio signore, mi ci hanno trascinato in questa storia. Non fatemi del male.”. L'esorcista però non mostrò la minima pietà, pestò il piede del mago facendogli perdere la presa. Il poveraccio urlò, sapendo di non poter fare niente per salvarsi e mormorando un'ultima preghiera a Osiride, sperando che accogliesse la sua anima nei campi soleggiati. Solo che però quando toccò la sabbia cominciò a rimbalzare, per qualche motivo la sabbia era diventata super elastica. Mosè cominciò a ridere come un pazzo, era da quando aveva cominciato a imparare la magia che voleva usare quel trucco, si era esercitato bloccando le ali di Malphas o qualche altro malcapitato facendolo cadere per poi trasformare il suolo in gelatina all'ultimo. Comunque basta con gli scherzi, questo era l'ultimo mago rimasto prima di dover affrontare Intef e Taita e nessuno di loro sarebbe crollato per ridicolaggini simili, fece per andarsene, ma senti il rumore di una roccia che si spacca e voltandosi vide con orrore che il naso della sfinge era caduto. Scappò a velocità massima, sperando che gli archeologi non dessero mai la colpa a lui.

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Taita si guardò intorno, conosceva benissimo quel posto, era una piccola oasi vicino alla capitale dove Mosè e Ramses da piccoli andavano a pescare o allenarsi per sfuggire alle sue lezioni e dove lui puntualmente andava a riprenderli per riportarli a casa. E prevedibilmente era lì che il suo ex allievo aveva eretto una barriera bianca per proteggersi mentre riposava e ripristinava il sekhem. Guardò il cielo preoccupato, sapendo che tra poco sarebbe iniziate l'eclissi e poi sparò una palla di fuoco color oro contro la barriera riducendola in frantumi, ma dietro di essa non c'era nessuno. Fortunatamente aveva già fiutato la trappola e riuscì a parare in tempo un potentissimo colpo di bastone proveniente da dietro:” Sei diventato furbo, ragazzo mio, ma avresti fatto meglio a finirmi prima che potessi accorgermi di te.”. Mosè ridacchiò:” E sconfiggere con un trucco da vigliacchi uno degli uomini che rispetto di più al mondo? No, grazie, ho tutta l'intenzione di godermi questa lotta. E di sicuro anche tu”. I due contendenti si squadrarono e cominciarono a girare in tondo fino a quando Mosè non riprese l'iniziativa spa rando delle fiamme bianche, che vennero prontamente deviate da Taita con una raffica di vento.

Ma prima di disperdersi le fiamme si riformarono sotto forma di catene appuntite, che il vecchio mago evitò volando e poi spense definitivamente utilizzando l'acqua dell'oasi. Mosè tornò all'attacco con un metodo più diretto, volò dritto su Taita e cominciò a tempestarlo di pugni ricoperti di sabbia vorticante, che vennero respinti a suon di telecinesi, e dopo alcuni minuti venne spedito a terra da un geroglifico esplosivo. Fortunatamente aveva fatto in tempo a ripararsi con una barriera, peccato che ritrovò intrappolato in una tempesta di sabbia rossa, che esplose in un polverone immenso. Taita si posò a terra e dissolse la sabbia, da cui uscì Mosè con i vestiti strappati e diversi graffi sul corpo. Sorrise e rivolse uno sguardo di sfida all'avversario:” Le fiamme dorate di Ra e la sabbia rossa di Seth. In migliaia di anni di storia tu sei stato il primo in assoluto a possedere contemporaneamente queste due benedizioni, tra le più potenti abilità in assoluto e praticamente agli antipodi.”, Taita sorrise leggermente:” Ah, Mosè, ti dirò quello che dico a tutti da quasi sessant'anni. Ra è il signore dell'ordine, grazie al suo infinito viaggio impedisce al mondo di finire in pezzi. Seth sarà anche il dio del male, ma è anche stato il più fedele luogotenente di Ra e un guerriero onorevole, con il suo potere protegge ogni notte il suo signore. Sono due facce della stessa medaglia a modo loro, sia l'ordine che il chaos sono necessari.”.

Non finì neanche di parlare, che dovette creare una cupola di fuoco per proteggersi da una raffica di raggi di luce, il tempo di parole era finito. Continuarono a bombardarsi per quasi un'ora, Mosè aveva dalla sua una potenza di fuoco e fisica di molto superiore e aveva appreso molti schemi di battaglia dai generali del paradiso e dell'inferno, ma non poteva competere con l'esperienza decennale del VERO capo della Per akh. Alla fine comunque riuscì a scaraventarlo con un colpo di bastone contro una duna e in pochi minuti lo raggiunse, ma oltre a Taita c'era qualcun altro. Intef stava osservando con scarso interesse Taita, che si rialzò a fatica, e teneva in mano una scatola nera piena di lucchetti che tremava. “Ciao, Mosè, scusa se sono venuto in anticipo, ma mi sembra che ormai il mio caro vice sia quasi al limite, quindi ho deciso di prenuminrmi.”. Mosè strinse i denti, aveva usato il massimo rispetto con Taita e con diversi dei maghi che aveva affrontato negli ultimi giorni, molti dei quali lo avevano accompagnato in guerra, ma con quel bastardo non avrebbe avuto la minima pietà, l'avrebbe riempito di pugni e basta. Intef comunque non era dello stesso avviso e lo colpì con un'esplosione di oscurità, da cui l'avversario si difese prontamente e poi lo bloccò con mani di sabbia originate dal terreno, poi si rivolse a Taita.

“ Mi dispiace, mio caro, ma ormai non mi servi più.”, detto questo lo spedì a metri di distanza con un impulso telecinetico, poi cominciò ad aprire i lucchetti della scatola. Mosè, inorridito da quanto aveva visto, cercò di liberarsi, ma quelle mani erano molto più dure di quanto sembrassero e non potè impedire a Intef di prendere dal bauletto un piccolo uovo rosso e nero e cominciare a cantilenare, mentre nel frattempo il sole diventò nero, con una luce appena visibile. Appena pronunciò le prime sillabe un'ondata di energia oscura travolse l'intera zona e l'onda d'urto fu tale da scaraventare l'esorcista ebreo a metri di distanza, proprio dov'era finito prima Taita. Quest'ultimo aveva appena ripreso conoscenza e guardò inorridito ciò che stava facendo Intef:” Mosè, che diavolo è quella cosa?”, l'interpellato non rispose subito, troppo spaventato per osare:” Temo di saperlo, ma vogliano gli dei che mi sbagli. Dobbiamo fermarlo in ogni caso.”. A fatica i due si rialzarono e volarono verso Intef, che utilizzando le tenebre provenienti dall'uovo si era creato una barriera che non lasciava vedere niente. I due maghi la bersagliarono con tutto il loro arsenale di incantesimi, ma nulla sembrava riuscire a penetrare quell'oscurità fitta come la notte stessa, fino a quando Taita non unì le mani:” Speravo di non dover più ricorrere a questo, ma non ho scelta. Darò a quel verme la fine che meritano i traditori.”.

Nelle sua mani cominciarono a confluire le fiamme dorate e la sabbia rossa, che si mescolarono in un'enorme sfera, che si compresse fino ad assumere le dimensioni di un sassolino e a cui poi Mosè aggiunse il suo potere della luce. I due uomini scagliarono la sfera contro Intef, ma proprio in quel momento il mago concluse la sua formula malefica”..e così io ti vincolo a me. Conosco il tuo vero nome e lo pronuncio: Signore del chaos, Serpende del buio, Terrore delle dodici case, Colui che è odiato.”. L'uovo volò nel cielo e schiudendosi generò un'esplosione ancora più forte della precedente, scaraventando Mosè e Taita a quasi dieci Kilometri di distanza. Quando Mosè riaprì gli occhi e vide quello che era uscito dall'uovo provò un incontrollabile desiderio di scavarsi una fossa, rintanarvisi a pregare e uscirne dopo cinquemila anni per vedere se qualcosa fosse rimasto in piedi. Di fronte ai suoi occhi in alto nel cielo si stagliava un immenso cobra dalle squame rosse e nere, il corpo ricoperto di aculei enormi e occhi dello stesso colore del veleno più mortale e l'aria stessa aveva cominciato sia a tremare violentemente. “ Apophis.”.

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Michael era rimasto a bocca aperta, e parecchi pop corn caddero dalla sua bocca. Quasi tutti i suoi colleghi e i generali infernali ebbero la stessa reazione. Era da anni che si preparavano a quell'eventualità, ma nessuno pensava realmente che quel mostro sarebbe stato evocato per davvero, ormai davano per scontato che Mosè avrebbe bloccato chiunque ci fosse dietro prima che mettesse in atto i suoi piani. Ma non era tempo per i piagnistei, e lui fu il primo ad alzarsi:” Fratelli, dobbiamo andare. Un grande male è stato evocato e per quanto valorosi, gli umani non riusciranno a fermarli. Dobbiamo correre in loro soccorso, che non si dica che l'inferno e il paradiso restano inattivi quando l'equilibrio è minacciato.”. Asmodeus si alzò saltò fino alla sfera da cui osservavano la lotta:” Che io sia dannato per averlo detto, ma Michael ha ragione. Porca miseria, andiamo a prendere a calci in culo quella biscia sproporzionata e chiunque l'abbia evocata. Ci sono volontari?”. In pochi secondi altri sette demoni, tra cui Gremory e Leraje, atterrarono accanto a lui e lo stesso fecero Michael e sette dei suoi. Era ora di tenere fede al patto che avevano stretto col loro allievo.

(1) diversi dei maghi che avevano un debito con Mosè hanno deciso di non partecipare alla sfida.

(2) Altro elemento che ho ripreso dal genere xianxia. In queste storie diversi degli animali più forti e intelligenti riescono a parlare e ad assumere aspetto umano.

(3)sì,devil may cry 3,è colpa tua.

Ok, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che questi combattimenti, per quanto ridicoli, vi siano piaciuti. Ormai la storia si avvia verso la sua conclusione e mancano giusto due capitoli, più un extra per ringraziare e far ridere i lettori. Un abbraccio a chiunque sia riuscito a leggere fino in fondo questo schifo, in particolare Slender e Hikari.




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