Se vuoi una cosa fatta bene,fattela da solo(no scambi)

di fenris
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                                                                                                             Uniti contro il male

La terra tremò violentemente e tutte le pareti del palazzo reale si ricoprirono di crepe. Ramses cadde dal trono, ma riuscì a rialzarsi e guardò la sfera al centro della sala del trono inorridito. Al suo interno apophis volava nel cielo lanciando fiamme e raggi d'energia ovunque, mentre tentava di colpire due piccole figure luminose che lo bersagliavano di fiamme e fulmini, sicuramente Mosè e Taita. Doveva raggiungerli subito, ma prima doveva raggruppare i maghi ancora in piedi e radunare l'esercito, quindi si rivolse a uno dei maghi che si stava rialzando:” Manda un messaggio a tutte le basi della Per akh e dì ai tuoi compagni di radunarsi. Poi ...”,”ALLE VOSTRE SPALLE, MIO RE!”. Il mago avvisò il suo re temendo di non fare in tempo, ma fortunatamente Ramses era tutt'altro che lento e riuscì a parare un colpo a tradimento ricoprendo la schiena di sekhem e voltandosi vide Rasfer che aveva avvolto la sua spada di fiamme verdi:” Mio signore, vi ringrazio per quanto avete fatto per me in questi anni, ma ora fatemi il benedettissimo piacere di crepare.”. Ramses rivolse al boia uno sguardo completamente vuoto, poi il sekhem sulla schiena prese la forma di due ali piumate e una di esse tagliò in due la spada, poi il loro creatore prese il polso di Rasfer e lo spezzò con un colpo secco, quindi si rivolse nuovamente al mago:” Fà come ti ho detto e rinchiudi questo deficiente nel buco più scuro che abbiamo. E metti qualcuno a difendere la mia famiglia”. Detto questo la sua aura si ingigantì fino a rinchiuderlo in un'armatura d'energia a forma di falco umanoide alto cinque metri, quindi volò verso il cielo bucando il soffitto.

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Taita sparò l'ennesimo vortice di sabbia rossa contro il Serpente, riuscendo a scalfire leggermente le sue squame, mentre Mosè cercava di far cadere Intef, che si era attaccato alla testa di Apophis con delle catene nere create dalla sua stessa aura. Dopo il suo rituale blasfemo, Mosè e Taita avevano cercato di colpirlo in ogni modo, ma anche i loro incantesimi più devastanti avevano un effetto minimo sulle scaglie di quell'essere, quindi avevano deciso di dividersi e usare la strategia più vecchia del mondo quando si combatte contro mostri evocati: uno distrae la creature e l'altro colpisce l'evocatore. Ciononostante, Intef riusciva ad attingere all'immenso potere di Apophis e con quello riusciva a parare e contrattaccare gli attacchi dell'esorcista. “ Figlio di uno sciacallo, ho saputo da sempre che aspiravi al trono, ma non mi sarei mai aspettato che saresti arrivato a servire l'essere che i nostri antenati combattono da sempre!”, urlò Mosè, mentre sparava una raffica di acqua santa ad altissima pressione, che però venne trasformata dall'avversario in fanghiglia. “ Oh, no, ti sbagli. In realtà è lui a servire me. Taita si crede l'unico astrologo decente d'Egitto, ma anch'io so fare qualcosina- sparò una raffica di fiamme nere- quando scoprimmo entrambi che quest'anno ci sarebbe stata un'eclissi in contemporanea all'equinozio d'Autunno non sarei potuto essere più felice-parò un raggio di energia con una barriera-ho iniziato tentando questa bestiaccia con anime provenienti da massacri che ho provocato più o meno personalmente, e quando si è reso conto di cosa volevo fare era ormai troppo tardi, a quel punto l'avevo già vincolato con tutti i sigilli e gli incantesimi necessari!”.

L'ex principe capì tutto, capì perchè la bilancia del tribunale dei morti era quasi a pezzi, ovvio se le anime vengono sottratte dal ciclo della vita e della morte e capì cosa voleva dire il serpente che sognò la notte in cui combattè il golem...e soprattutto capì chi era il vero responsabile del massacro di ventisette anni fa.” TU....MALEDETTO, I MIEI INCUBI SONO TUTTA COLPA TUA!”, si ricoprì interamente di roccia, bastone compreso e tempestò la barriera di colpi riempiendola di crepe e alla fine la ruppe con una violentissima testata che riuscì persino a scaraventare Intef lontano dalla testa, ma era ancora collegato al serpente dalle sue catene. Mosè atterrò sulla testa e provò a romperle, ma erano terribilmente dura e un movimento improvviso del serpente lo fece cadere e quando riprese quota era proprio davanti alla bocca di Apophis pronto a inghiottirlo e non sarebbe stato sufficientemente veloce da scansarsi...se qualcuno non ci avesse pensato al posto suo. Una figura umanoide infatti riuscì a spingerlo appena in tempo per salvare entrambi da un viaggetto di sola andata nello stomaco di Apophis. Quando Mosè vide il suo salvatore restò a bocca aperta, di fronte a lui c'era Ramses rinchiuso in un avatar da combattimento volante:” Quando diavolo hai ottenuto quell'affare? E soprattutto come cavolo fai a farlo volare?!”, Ramses fece un ghigno bastardo, a quando pare il suo fratellino semi invincibile era ancora capace di stupirsi:” Piccolo regalino di Horus fattomi il giorno dell'incoronazione...ma ne riparleremo dopo che avremmo rispedito quest'essere immondo nel fiume della notte e rinchiuso Intef nel buco più puzzolente e dimenticato di tutto il mio regno.”.

I due accesero la propria aura creando un'immensa trivella di sabbia, che si gettò contro il fianco di Apophis, riuscendo a causargli una ferita estesa, ma superficiale e si rimarginò subito. Intef nel frattempo era tornato sulla testa e vedendo quello che i suoi avversari avevano fatto imprecò, poi ordinò alla “sua” creatura di invertire la direzione e colpirli con una pioggia di fuoco nero. Mosè e Ramses riuscirono a evitare i colpi e quest'ultimo cercò di sparargli delle lame di vento:” Maledetto, non solo tradisci chi aveva fiducia in te, ma non ti fai neanche il minimo problema a distruggere ciò che vuoi governare.”. Il magò intercettò le lame con una sfera di fuoco e preparò il contrattacco:” Sai che me ne frega, i tuoi tanto amati sudditi non mi servono, solo i forti mi serviranno nel mio nuovo regno. Un regno che durerà ben più di questa nazione stagnante e corrotta, che entro un millennio al massimo finirà nella polvere.”, una pioggia di veleno si abbattè sull'avatar di Ramses, provocando dei piccoli buchi che andavano allargandosi, ma ormai il faraone era atterrato sul cobra e stava per raggiungerlo:” Niente dura per sempre, bastardo. Tutto quello che gli uomini costruiscono prima o poi finirà nella polvere, l'importante è sostituirlo con qualcosa di migliore!”. Concentrò la propria energia spirituale e sparò una raffica di falchi di fuoco contro l'ormai ex gran visir, che grazie alla sua barriera non subì danni, ma non potè evitare la distruzione di due delle sue catene. Intef guardò infuriato Ramses:” Le solite frasi di circostanza, roba che gli uomini ripetono dall'alba della civiltà, ma che non significa niente. Un giorno anche i nostri discendenti saranno conquistati e dovranno abbandonare le loro tradizioni e continuerà a succedere per l'eternità all'infinito. Questo a meno che IO non cambi le cose.”, bersagliò il re con un misto di fulmini e fiamme che lo scaraventarono giù da Apophis. Il mago rise pregustando la vittoria, ma proprio in quel momento altre due catene vennero distrutte e voltandosi vide Mosè, livido di rabbia e circondato da decine di sfere di luce:” Preparati, maledetto, non avrò la minima pietà e se necessario romperò il mio voto.”.

Mentre Mosè e Intef ricominciarono il loro scontro e Taita continuava a distrarre Apophis, Ramses cercava disperatamente di frenare la sua caduta. Era riuscito a fatica a riottenere la concentrazione per riformare l'avatar, ma non bastava per frenare una caduta di seimila metri, quindi cercò di creare esplosioni di fuoco e vento nelle mani e dopo vari minuti riuscì finalmente a spararne a raffica per frenare popo a poco l'atterraggio, che comunque fu violentissimo. Quando si rialzò però venne afferrato per la testa da qualcosa, o meglio qualcuno:” La prossima volta ammazzami direttamente, coglione, oppure fammi sorvegliare da qualcuno di capace.”. Rasfer stava pressando la testa di Ramses, troppo intontito dalla caduta per difendersi e per divertirsi ulteriormente incendiò il corpo della sua vittima con le proprie fiamme verdi e l'avrebbe sicuramente ucciso se qualcuno non l'avesse fermato. Un pugno improvviso allo stomaco lo scaraventò a diversi metri di distanza e lo mise ko, poi il suo autore ricoprì il corpo di Ramses di luce bianca e in pochi minuti fu di nuovo in forze. Rialzandosi Ramses si ritrovò di fronte Sefora, che osservava lo scontro in atto nei cieli:” Grazie per avermi aiutato, come posso ripagare?”. Per rispondere la ragazza fece apparire con uno schiocco di dita il flagello e il pastorale e glieli porse:” Primo, prendete questi, secondo, venite con me ad aiutare quel coglione di mio marito.”.

I due si alzarono in volo e raggiunsero di nuovo Apophis, che aveva cominciato a sparare raggi d'energia a caso, evidentemente per quanto ci provasse neanche Intef poteva controllarlo perfettamente. Sefora corse in aiuto di Taita, che stava per essere colpito dalla coda, mentre Ramses corse nuovamente in aiuto di Mosè, che stava colpendo ripetutamente Intef con lame di sabbia. L'esorcista guardò sgomento il fratello adottivo per un attimo prima di riprendere l'attacco:” Come diavolo hai fatto a salvarti, altro regalino di Horus?”, Ramses utilizzò lo stesso attacco di Mosè, rinchiudendo Intef in una vera tempesta di spade:” No, di tua moglie, ma ne riparliamo dopo, prima di finire l'energia, visto che neanche a te ne sarà rimasta molta.”. Non c'era neanche bisogno di dirlo, ne avevano nella migliore delle ipotesi poco più della metà, se la lotta fosse continuata a quei ritmi sarebbero crollati tutti al suolo nel giro di qualche ora e i rinforzi non accennavano ad arrivare...fino ad ora.

Nel cielo si aprirono sedici portali, otto neri e otto bianchi, da cui uscirono altrettante creature e nello stesso istante giunsero anche i rinforzi della Per akh e dell'esercito. Mosè esultò vedendo i propri maestri, mentre Ramses rischiò un infarto:” Chi diavolo sono quelli?!” “ I nostri maestri”, ruggì Sefora esultante tutti ricominciarono a combattere con rinnovato vigore. Intef, seccato da quell'ennesima seccatura mandò Apophis contro Asmodeus e Michael, che non fecero una piega e si misero in posizione:” Ehi, razza di biscione milanista- ruggì Asmodeus-NOI SIAMO JUVENTINI!!”, i due comandanti colpirono il muso del mostro con un pugno sincronizzato, l'urto fu tale da far perdere l'equilibrio a Intef, che si trovò a penzolare e Gremory ne approfittò per rompere un'altra catena, ormai ne rimanevano solo tre. Ma il perfido mago era tutt'altro che sconfitto e stava per dimostrarlo, sincronizzò la sua aura con quella del serpente e provocò un'immensa esplosione di fiamme e lampi neri, e da cui inoltre partirono diversi detriti fiammeggianti che volarono per kilometri prima di schiantarsi.

Taita era riuscito a ricoprirsi con una barriera di fiamme e sabbia, ma diversi dei suoi sottoposti non avevano la stessa protezione o non erano riusciti ad allontanarsi in tempo, fortunatamente tutti i combattenti principali ne erano usciti più o meno indenni, in ogni caso doveva sbrigarsi o sarebbe rimasto ben poco per cui combattere. Tornò a combattere, ma questa volta mirò alla testa, mentre gli altri bersagliavano Apophis con qualsiasi cosa avessero a disposizione e quando arrivò sulla testa Intef si mise a deriderlo:” Oh, Taita, guarda un po' chi si rivede, forse persino questo povero schiavo vuole provare a fermarmi? Ma non farmi ridere.”. Sì, era vero, anche Taita era stato schiavo. Era nato nella polvere e il suo primo ricordo era il momento in cui veniva venduto all'asta, per alcuni anni aveva semplicemente lavorato come inserviente, ma poi il suo padrone lo aveva destinato ad altri servizi(1). Ma dopo pochi mesi non ne potè più, rubò un coltello e uccise il suo padrone, poi fuggì quasi sperando di morire nel deserto e rinascere in un posto migliore, ma il fato ebbe altri piani. Venne trovato da una sacerdotessa di Hapi, che lo allevò come un figlio e lo addestrò nell'arte della magia, poi lui ottenne le benedizioni di Ra e Seth e grazie a esse e alle sue conoscenze in ogni campo scalò i ranghi dei maghi sperando di migliorare il paese e che fosse dannato se avesse permesso a quel megalomane di distruggere tutto ciò per cui aveva lottato in quegli anni.

Mischiò nuovamente la sabbia e il fuoco e sparò a raffica una serie di trivelle contro Intef e Apophis, questa volta provocandogli varie ferite e distruggendo infine le ultime catene, ora non c'era niente che trattenesse Apophis ancorato sul piano mortale. Mosè, Ramses e Sefora ne approfittarono e unirono le loro energie in una sfera di sabbia luminosa, che colpito il bersaglio, lo trapassò e il serpente sparì si dissolse sibilando contro il cielo, mentre Intef cadde al suolo. Sembrava un momento di vittoria assoluta, ma al posto del sibilo Mosè e tutti gli altri udirono una profezia orribile nelle loro teste:” Grazie per avermi liberato, ma ricordatevi, io resterò lontano solo finchè l'ordine dovrà essere mantenuto. Quando questo pianeta sarà stanco di vivere io e i miei fratelli ci risveglieremo e i figli dei vostri figli e i vostri tanto preziosi dei non riusciranno a fermarci!”.

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Intef bestemmiò, aveva copiato l'incantesimo che Mosè aveva utilizzato alla sfinge ed era riuscito a non rompersi l'osso del collo, ma dubitava che sarebbe rimasto sano molto a lungo se non si fosse sbrigato. Comunque fu troppo lento e un'esplosione proveniente da dietro lo scaraventò in aria e quando ritornò a terra si ritrovò di fronte Mosè. Definirlo livido di rabbia non sarebbe stato sufficiente, sembrava l'incarnazione stessa della furia e l'avrebbe sfogata tutta su di lui, ricoprì i pugni di sabbia e si preparò a triturarlo, ma un falco di fuoco lanciato da Ramses lo distrasse. “Ramses, vuoi lasciar vivere quest'essere immondo?! Migliaia di persone sono morte a causa sua.”, urlò infuriato, ma il fratello gli fece cenno di calmarsi:” Proprio per questo lo lascio vivere, una morte rapida è troppo poco per lui, non rompere il tuo voto per marciume del genere. Stà tranquillo, morirà, ma solo dopo aver sofferto.”. Dietro di loro Taita sospirò, era sopravvissuto appena a questa battaglia e per di più sarebbe svenuto a terra se Asmodeus non lo reggesse e dubitava sul serio che sarebbe sopravvissuto se quei due avrebbero ricominciato a combattere, fortunatamente c'era Sefora.

La donna colpì entrambi i contendenti con un pugno a testa e poi imprigionò Intef in una sfera di luce:” Smettetela subito, razza di coglioni, avete combattuto insieme per impedire a questo verme di dominare il mondo e ora volete ammazzarvi a vicenda?! Non credo proprio, l'unica cosa che farete ora, anzi, che faremo tutti....SARà FESTEGGIARE!”. Tutti i maghi e i guerrieri ancora in forza esultarono e lo stesso fecero Mosè e Ramses, quindi si incamminarono verso casa, comunque Taita aveva dentro di sé una domanda che negli anni successi lo avrebbe tenuto sveglio diverse notti:” Sommo Asmodeus, quando Apophis prima di sparire ha detto “io e i miei fratelli ci risveglieremo”...si riferiva a ciò che penso io?”, Admodeus si prese lunghi secondi prima di rispondere, poi si voltò verso il sole appena ricomparso e parlò:” Sì, Taita, Apophis non è che una delle tante bestie dell'apocalisse. Tiamat, Tifone, Virtra, Fenris, Yamata no Orochi e tanti altri di cui non conosco nemmeno il nome...o che non oso pronunciare. Loro sono gli animali supremi che hanno combattuto contro gli dei o che sono destinati a farlo, ora stanno dormendo, ma come hai ascoltato pochi minuti fa quando questo pianeta sarà stanco di vivere loro si risveglieranno insieme ai loro rivali e la loro lotta ritrasformerà il pianeta in una palla di magma ribollente che da cui comincierà una nuova era. Non è qualcosa che possiamo impedire, è il prezzo che questo mondo ha pagato per esistere.... un giorno forse i tuoi eredi e i miei combatteranno fianco a fianco per sopravvivere. Ma ora basta pensieri tristi, andiamo a sbronzarci!”.

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Quando finalmente arrivarono al palazzo non c'era nessuno che festeggiasse, tutt'altro, la maggior parte dei servitori e dei maghi rimasti aveva un'aria mesta e trita. Nella sala del trono un mago si inginocchiò a Ramses:” Mio signore, merito tutta la vostra ira, purtroppo non sono riuscito ad assolvere il mio compito. Io e i miei compagni abbiamo potuto fare ben poco con gli attachi del serpente che sono giunti fin qui”. Ramses non capì cosa intendesse l'incantatore, poi vide sua moglie che entrava piangendo e la abbracciò:” Amore mio, cos'è successo?”, per tutta risposta Nefertari pianse ancora più copiosamente di prima e si strinse al petto del marito. Il mago di prima fece segno al faraone di seguirlo e Mosè e Sefora lo accompagnarono, e arrivarono in una stanza decorata a lutto, con un piccolissimo corpo martoriato su un letto. Quando Ramses capì chi si trovava sul letto divenne bianco e cadde in ginocchio:” NO, NO, NO!!”,a quel punto Mosè guardò il corpo e cominciò anche lui a piangere, sapendo che quello che stava vedendo era il cadavere di suo nipote.

(1)immagino non ci sia bisogno di specificare di cosa si trattasse.

Ah, ce l'ho fatta, siamo alle battute finali, solo altri due capitoli e ho finito e nella migliore delle ipotesi ve li sparerò tutti entro lunedì. Spero che questa battaglia campale vi sia piaciuta e che non sia stata risolta in modo troppo frettoloso. Spero che leggerete in molti il prossimo capitolo, visto che si tornerà all'inizio della storia. Come sempre un abbraccio a tutti i lettori, Hikari in particolare.




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