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James sostava
immobile
davanti alla porta, gli occhi spenti cerchiati di nero e la
divisa del Soldato d’inverno addosso. Rheinoldt invece, era
comodamente a braccia conserte dietro lo spesso vetro che lo separava
dal resto della sala. Emelie, per come era tornato
nella sua vita mandando in
fumo anni di attesa e la gioia appena ritrovata, lo odiò
più profondamente di
quanto mai avesse fatto.
-
Cosa vuoi da me? Cosa vuoi ancora da noi? – lo
aggredì la ragazza.
-
Cosa
voglio da lui,
l’ho già ottenuto – replicò
Rheinoldt con una scrollata di spalle – ed è stato
anche
piuttosto semplice ottenerlo; è bastato operare un
po’
più in profondità e un po’
più a lungo
– aggiunse con un sorriso soddisfatto rivolto al soldato
silente.
-
Il tuo
lavaggio del cervello è stato rimosso una volta e lo
sarà di nuovo – ribattè Emelie
avvicinandosi al
vetro.
-
Qui
inizia la parte divertente, per me ovviamente, dove inizio a demolire
una per una le tue certezze - replicò lo scienziato
appoggiandosi al vetro con l'avambraccio.
- Non credere di poterm... -
- Quanto tempo ti è occorso la prima
volta a fargli
tornare la memoria? - la interruppe l'uomo - Con l’ausilio
dei
fascicoli che ho trovato in casa
tua e del tuo diario, posso presumere che si sia trattato di qualche
mese – disse fingendosi pensieroso – e la sua
memoria era
stata manipolata solo per un breve lasso di
tempo e ad intervalli; ma questa volta non ho usato esattamente lo
stesso approccio.. - spiegò mellifluo - Quanti giorni sono
passati da quando
siamo venuti al tuo villaggio? Temo di non ricordare bene –
domandò
con un ghigno.
Emelie
spalancò gli
occhi. Stava dicendo che da quando lo avevano riportato al laboratorio,
era stato sotto trattamento senza interruzioni…?
La ragazza si
voltò verso James che non pareva aver udito nulla di
ciò
che era stato detto. Sulla sua tempia, un cerchio rosso
fuoco e dai contorni nero carbone, faceva capolino tra i capelli
castani.
-
Temo che
per far riemergere il nostro caro Sergente Barnes, questa volta ci
vorranno ben più di un paio di mesi –
sentenziò con
assoluta tranquillità l’uomo – Invece di
preoccuparti e cercare una soluzione per salvare lui, dovresti
concentrarti
su te stessa sorellina, sei tu
la protagonista – aggiunse scimiottando un inchino.
-
Qualsiasi
cosa tu voglia da me, non la otterrai – replicò
gelidamente Emelie voltandosi a fronteggiare nuovamente il fratello.
-
Ah no!
Non
spontaneamente, ne sono perfettamente conscio.. ma penso che tu abbia
notato il tuo vecchio corpo in quella teca – rispose
Rheinoldt
con un cenno del capo in direzione dell'oggetto in questione.
-
Se come
dici, hai seguito e studiato ogni mio movimento per anni, dovresti
anche
sapere che non posso occupare un corpo già morto –
replicò la ragazza, gettando con la coda
dell’occhio un
rapido sguardo a sé stessa.
-
E' un problema che sono riuscito a risolvere –
disse tranquillamente l’uomo.
-
Stai mentendo! – esclamò Emelie
sconcertata.
-
Vedi,
quello lì - proseguì Rheinoldt indicando con il
pollice
- non è esattamente il corpo crivellato di colpi che ti sei
lasciata dietro nel '45, direi più che è una
rielaborazione del medesimo – disse – Ho
mantenuto
solo la struttura ossea, il reticolo venereo e il cervello originari e
da lì
sono riuscito a ricreare
organi, muscoli e tessuti. Tutto questo è stato possibile
anche
grazie agli studi della dottoressa Cho, per quanto inconsapevole lei
sia di questo utilizzo della sua tecnologia rigenerativa -
spiegò - Probabilmente si ricorderà del suo
più
giovane tirocinante - aggiunse sfoderando un sorriso da bravo ragazzo.
Più
lo ascoltava,
più Emelie era sicura di essere precipitata in un incubo.
Quale
mente malata poteva spingersi a fare tutto ciò?
Forse aveva da sempre sottovalutato suo fratello e quello di cui poteva
essere capace... e la cosa che
più la spaventava, era che tutto quello era stato fatto
per lei.
-
Quel corpo, in realtà, non è ancora mai
morto – disse quasi con un sussurro Rheinoldt.
-
E dovrei
ringraziarti per questo? – chiese sprezzante Emelie
– Pensi
anche solo lontanamente che funzionerà? Non hai letto
Frankestein? Non è andata a finire affatto bene per il suo
creatore – aggiunse con un sorriso feroce.
-
Per mia
fortuna sono anche riuscito ad ovviare al problema della "ribellione",
prendendomi la libertà di
installare un dispositivo di controllo che vada a lavorare su quella
caparbia testolina che ti ritrovi – spiegò
l’uomo
– Una volta che ti
sarai trasferita, avrò finalmente il completo controllo su
di te
– disse trionfalmente – Ma ora ti starai chiedendo:
“come farà ad obbligarmi a farlo?” -
proseguì, senza lasciar tregua alla ragazza che aveva
assunto
un'espressione allarmata - Avrai certamente notato che
l’intera
piattaforma è
disabitata e che siamo a decine di miglia dalla costa più
vicina, e quindi dal più vicino centro abitato… -
-
Non… - Emelie si sentiva la testa scoppiare,
mentre il
piano di suo fratello assumeva concretezza nella sua mente.
-
Questa
camera è stata chiusa ermeticamente. E' stata progettata
perché non passi neppure il più sottile refolo
d'aria. Ciò che
è qui dentro resta qui dentro. Quando il sergente Barnes ti
ucciderà, avrai solo due possibili scelte: occupare il suo
corpo e
cancellare così la sua esistenza, o tornare ad essere Emelie
Schmidt – sentenziò, con il naso a sfiorare il
vetro mentre
osservava sua sorella paralizzata dall'orrore oltre di esso –
Mi hai chiesto cosa voglio
da te, sorellina? – proseguì mormorando
– Io voglio
tutto! Il corpo, la mente, la tua intera vita –
scandì
come un predatore che sta per pregustare della carne succulenta.
-
Non
andrà come vuoi! – gridò Emelie,
battendo un pugno
sulla superficie trasparente e sentendo montare il panico per
l’ineluttabilità della situazione – Non
andrà
com… -
La ragazza
troncò la
frase a metà, abbassandosi giusto in tempo per evitare il
pugno che si
schiantò contro il vetro dove prima c’era la sua
testa.
Rotolò di lato riportandosi prontamente in piedi e James si voltò
lentamente verso di lei.
-
Stupiscimi sorellina! L’unico modo che hai per
impedirlo
è ucciderlo – rise Rheinoldt mentre il ragazzo
avanzava
verso Emelie.
-
James ti prego! – lo supplicò lei.
Le sue
però, furono parole gettate
al vento. Il Soldato d'inverno diede inizio ad un attacco serrato fatto
di mosse di
Kravmaga, visto che era sprovvisto di armi. A Emelie, non rimase altro
che schivare i colpi del ragazzo cercando di
distanziarsi il più possibile. Per parare i pugni
metallici che altrimenti le
avrebbero spezzato sicuramente un braccio, usava la spada
rigorosamente nel fodero.
Dalla sua postazione,
Rheinoldt seguiva il combattimento, e non sembrava avere
particolarmente
fretta che esso giungesse al termine. Dopotutto, che problemi
c’erano a gustarsi la scena in tutta calma? L’esito
dello scontro era già
segnato: vittoria su tutti i fronti. Sarebbe tornato a casa con sua
sorella finalmente sottomessa e con il suo invincibile soldato.
Emelie, nel
frattempo,
pensava febbrilmente ad un modo per terminare il combattimento senza
fare del male a James. Non avrebbe potuto continuare
all’infinito
a parare i suoi colpi, la sua resistenza aveva un limite che il Soldato
d'inverno non conosceva.
In quei
momenti avrebbe dato qualsiasi cosa per avere un altro tipo di
"superpotere",
anche solo un’armatura a propulsione le sarebbe andata bene. Di far
ritornare il ragazzo in
sé non c’era la minima speranza e per
quanto fosse
doloroso ammetterlo, era proprio così.
“Devo
fargli perdere i sensi… non c'è altro
modo”
pensò Emelie, sottraendosi con un colpo di reni ad un calcio
diretto al suo sterno. Fece qualche passo indietro per mettere un
po’ di distanza tra di loro ed estrasse la Katana dal fodero.
-
Ti sei decisa a fare sul serio finalmente? –
esclamò Rheinoldt con soddisfazione.
James, per nulla
intimorito da quel cambio di atteggiamento, le si
fece di nuovo contro. Cercò di colpirle il fianco e quando
lei
lo schivò, mirando al viso, si apprestò a tirarle
un pugno con il braccio
sinistro.
Emelie
deviò il colpo
usando la lama della spada e dall'incontro dei due metalli si
sprigionarono una miriade di scintille. La ragazza ruotò su
sè stessa e James, preso in contropiede non la
seguì nel
movimento, superandola. Quando Emelie gli fu alle spalle, lo
colpì con un calcio sull’interno del ginocchio
facendoglielo cedere, dopodiche, appoggiandogli una mano sulla spalla
per avere più
presa, lo
colpì appena sopra la tempia con l’elsa
della spada. James
crollò di lato
emettendo un grugnito. Emelie sapeva di aver giocato sporco, mirando ad
un punto già sensibile per i trattamenti ricevuti, ma non
avrebbe avuto altre occasioni come quella.
La giovane senza
perdere tempo si voltò. Se fosse riuscita ad
assestargli un calcio esercitando la giusta forza, lo avrebbe messo al
tappeto.
Ma il piano di
Emelie
sfumò quando, con uno scatto, James le afferrò la
caviglia
con la mano sinistra gettandola a terra come una bambola di pezza. Un
acuto dolore le si
inerpicò lungo la colonna vertebrale mozzandole il respiro.
La
ragazza fece appena in tempo a voltare la testa di lato, che il pugno
del
soldato si conficcò nel pavimento di cemento ad un
centimetro da
lei. Con entrambi i piedi Emelie scalciò, allontanandolo da
lei per poi rimettersi in piedi. James scosse la testa
per
ritrovare un po’ di lucidità e scartò
senza troppe
difficoltà la sequenza di mosse marziali che la ragazza gli
rivolse.
“E’
troppo
forte…” realizzò Emelie un attimo prima
di essere
afferrata per la gola e scaraventata lontano.
La giovane,
andò a
sbattere contro il muro sul fondo della stanza e ricadde dietro la teca
che conteneva il suo vecchio corpo. Tossendo e sputando un grumo di
sangue si mise carponi. Una mano la afferrò di nuovo. Emelie
si
sentì sollevare e sbattere sopra al coperchio della cassa.
James, a carponi su di lei, le immobilizzò le braccia con le
gambe e le chiuse la
mascella nella presa ferrea della sua mano sinistra.
Con lentezza il soldato iniziò ad aumentare la pressione
esercitata, fissando la sua vittima con occhi vitrei.
Per l’impotenza e il dolore, gli occhi
di Emelie si riempirono di lacrime mentre ascoltava suo fratello
esultare come un tifoso ad una partita di calcio. James invece, sembrava
non accorgersi neppure di quello che stava accadendo.
"Mi dispiace
tanto
James… mi dispiace tanto…." pensò la
ragazza.
All’improvviso,
con un
boato, una delle pareti della stanza esplose. L’aria si
riempì di fumo e polvere, mentre James veniva scaraventato
via ed Emelie rotolava a terra. La testa prese a
rimbombarle e le
orecchie a fischiarle. Stesa su di un fianco, cercò di
alzarsi leggermente in mezzo ai calcinacci e di mettere a fuoco la
situazione. La
polvere che turbinava ancora nella camera le impediva di vedere
alcunché, ma a venirle in soccorso fu una voce.
-
Questa è la seconda volta che devo salvarti
perché tu decidi di fare tutto da sola –
Emelie sorrise,
distrutta ma felice, ad un accigliato Steve Rogers.
La cavalleria
era arrivata.
Chief's
room:
Miei cari lettori
scusate!
So di essere in
terribile ritardo, ma sono stata malata gran parte della settimana e
ciò non mi ha permesso di mettermi a pc per scrivere il
capitolo. Ho trovato solo oggi il tempo di finirlo e postarlo.
Com'era prevedibile
James è tornato ad essere un burattino nelle mani di HYDRA o
meglio, di Rheinoldt.
Spero che la mia
spiegazione del suo piano sia stata abbastanza chiara, se qualcosa non
lo fosse sarò felice di rispondere ad eventuali quesiti ^^
Mi auguro anche che
le scene di combattimento siano comprensibili ^^" parte del mio ritardo
nel postare è anche dovuto al fatto che ho riscritto
più volte lo scontro tra Emelie e il Soldato d'inverno. A
sorpresa è arrivato anche Steve che forse
riuscirà a ribaltare le sorti di questa tragedia.
Se qualcuno ha letto
Frankestein sa perchè ho voluto citarlo all'interno della
discussione con Rheinoldt, per chi non lo avesse fatto un breve
riassunto può essere che il Dott. Frankestein dopo aver dato
vita alla sua creatura ne perde il controllo e la vicenda finisce in
tragedia.
Lo consiglio
vivamente come romanzo perchè è davvero toccante.
Vi consiglio anche, se volete, una serie di documentari prodotti dalla
BBC Earth andati in onda recentemente su Rai5 sul Giappone. Qui di
seguito vi lascio il link: Wild Japan
Vi dico solo che a
vedere questi paesaggi mi commuovo sempre.
Grazie mille a tutti
per la pazienza e per essere arrivati fino a qui! Grazie ai miei Lettori, alle
recensiste le Howling
commandos e a coloro che mi hanno inserita tra le fic
seguite (Sara_saya e
Fireslight), ricordate e preferite.
Buon
ponte per chi lo fa e un abbraccio a tutti!
Marta
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