Se vuoi una cosa fatta bene,fattela da solo(no scambi)

di fenris
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                                                                                                                  La fine dell'inizio

Ramses fissava il vuoto dinnanzi a sé senza pensare a niente, al centro della sala sua moglie piangeva ininterrottamente davanti alla mummia che un tempo era stato Khepshef, il suo erede. Non era stato l'unico a morire, molti altri erano morti quando Apophis aveva scatenato la sua furia sull'Egitto e molti delle vittime erano bambini, e il cuore del faraone piangeva anche per loro. Nella stanza entrò Mosè, che insieme al fratello aveva assistito alla mummificazione di Khepshef senza dire una parola, e si rivolse a Ramses:” Scusa la mia indelicatezza in questo momento, Ramses, ma devo chiederti di ufficializzare la nostra partenza. Di recente ho visto messaggi minacciosi praticamente dappertutto e temo che se non ci sbrighiamo a partire si arriverà al sangue.”. Il faraone per tutta risposta prese una pergamena accanto al trono e la lanciò a Mosè, poi i due si allontanarono senza dire una parola, ma quando l'esorcista fu a distanza di sicurezza sferrò un pugno a un muro. Tremava dalla rabbia, coi suoi ultimi gesti quel verme di Intef aveva scavato un solco senza fondo tra lui e Ramses, loro due non riuscivano neanche a parlare, pur condividendo lo stesso dolore, perchè Mosè sapeva che se certe cose fossero andate diversamente il ragazzino che ora attendeva il suo funerale lo avrebbe chiamato “zio”.

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Intef ricevette l'ennesimo schiaffo dalla guardia, che pur avendo ricevuto l'ordine di non toccarlo più del necessario approfittava del ruolo assegnatoli ogni volta che erano soli, quindi di notte aveva tutto il tempo che voleva. Al processo Ramses aveva stabilito che in qualità di peggiore traditore della storia egiziana, Intef sarebbe rimasto incatenato su un'impalcatura nella più grande piazza del paese per due settimane e per tutto il pomeriggio chiunque avrebbe avuto la libertà di salire per schiaffeggiarlo, e in molti avevano perso dei cari per la sua bravata. Al termine del tempo concessogli per raccomandare l'anima sarebbe stato gettato ai coccodrilli, come se lui avesse intenzioni di arrendersi così facilmente, si sarebbe vendicato, anche da morto avrebbe trovato un modo per distruggere qualsiasi cosa Ramses, Mosè e i loro eredi avrebbero costruito nei secoli a venire, ma prima doveva scappare. La guardia si avvicinò di nuovo:” Dunque, te ne ho dato uno per mio padre, uno per mia madre, un'altro ancora per mia moglie, uno per mio fratello, direi che restano quelli per i miei figli e i miei amici.”. Alzò la mano e fece per colpirlo, ma una lama di colore grigio spento gli trapassò il cuore, facendolo crollare sul pavimento e sulla sua schiena apparve una sorta di esserino grigio, privo di una forma vera e propria. Nel punto dove si sarebbe dovuta essere la testa si aprì una cavità e da lì uscì una voce dal suono simile a un risucchio:” Guarda un po' qua, il grande mago Intef, capo della Per akh ridotto in catene come molte delle vittime che hanno incrociato la sua strada in un modo o nell'altra. Per caso...c'è qualcosa che io potrei fare per te?”.

L'ex visir aveva capito chi aveva davanti e fino a qualche settimana fa l'avrebbe ammazzato senza fiatare sapendo quello che avrebbe potuto fare se lasciato libero ma ora non gliene fregava più niente voleva solo vendicarsi. L'essere intuì i suoi pensieri e parlò di nuovo:” Vuoi far soffrire chi ti ha ridotto così, vero. Beh, per me non è un problema, d'altronde io faccio parte di un potere immensamente più grande, lo stesso che costrinse angeli e demoni a fuggire dalla loro antica casa tra le stelle. Con il mio aiuto potrai evocare Apophis un'altra volta e con molte meno anime, ma ricorda che sarà molto più debole rispetto a com'era quando l'hai evocato giorni fa e non sopravviverai. Sei disposto comunque?”. Intef annuì, la creatura si trasformò in uno sbuffo di fumo ed entrò nella sua bocca, poi le catene che lo tenevano imprigionato si ruppero e lui tornò libero.

La mattina dopo Ramses e Taita, ora decorato con un mantello di leopardo, simbolo del suo nuovo ruolo come gran visir, si diressero alla piazza con uno squadrone di soldati e salirono sulla pedana quasi rotta. Ramses guardò dubbioso la ferita della guardia, che cosa avrebbe potuto provocare una ferita così precisa? “ Qualche idea, Taita?”, il mago aveva ricoperto il cadavere con una sorta di barriera azzura, che sparì lasciando alcuni geroglifici:” Temo di sapere cos'ha ucciso questo poveraccio, ed è qualcosa che avrei sperato di non dover vedere più. E se Intef ha fatto qualche patto con loro abbiamo tutti di che temere.”. A quel punto arrivò una guardia dallo sguardo ansioso che sussurrò qualcosa all'orecchio del faraone, che sbiancò:” Merda, anche senza le averle quel bastardo ha ripreso il giochetto.”, Taita sentendolo si voltò:” Mio signore, intendete forse che..?!”, “ Sì, sta distruggendo qualsiasi cosa si trovi sulla sua strada, e indovina quale ha preso?”. Taita digrignò i denti capendo che cosa intendeva il re, quindi riprese il bastone e andò a spedire un messaggio a tutti i suoi sottoposti:” Andiamo, che non si dica che la Per akh lascia da solo il principe nel momento del bisogno.”.

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Mosè e Sefora fissarono le coste del mar rosso, avevano deciso quella strada perchè volevano andare a prendere la famiglia di lei e gli schiavi che avevano mandato da loro il prima possibile e difficilmente sarebbero sopravvissuti in molti se avessero provato ad avventurarsi in tanti nella Duat, poi entrambi facevano schifo nel teletrasporto su larga scala, quindi l'unica alternativa era stata chiedere aiuto di nuovo ai suoi maestri per farsi una strada attraverso il mare....anche se il prezzo sarebbe stato custodire un altro di quei cosi, gliel'avrebbero consegnato direttamente sul Sinai. Mentre pensava si aprirono dodici varchi da cui uscirono Gremory, Asmodeus, Leraje, Michael, Raphael, Azrael, altri tre demoni e altrettanti angeli. La succube si rivolse al figlioccio:” Sei, anzi, siete tutti pronti?”, l'esorcista sorrise e cominciò a salmodiare e a fondere la sua energia con quella della moglie e poi con tutti i nuovi arrivati, che si disposero in cerchio sopra l'acqua, collegandosi l'un l'altro con nastri di energia. Dopo diversi minuti di faticoso lavoro l'energia dai dodici scese verso il mare creando un'enorme bolla che probabilmente avrebbe potuto contenere tutti i presenti.

I due maghi, soddisfatti del risultato fecero segno a tutti di entrare nella cupola, ma prima che loro stessi potessero entrare una voce li fermò:” BRUTTO BASTARDO, SONO VENUTO A PRENDERMI LA TUA VITA!”. Mosè si voltò e vide l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento. Intef era nel deserto, vestito di quattro stracci e con un'espressione delirante sul volto, a cui Mosè provò quasi pietà...prima di ricordarsi quante persone erano morte a causa sua. Questa volta non avrebbe avuto la minima pietà per lui, lo avrebbe gettato al branco di sciacalli più affamato del mondo, ma mentre si dirigeva vero di lui si aprirono diverse crepe spaziali da cui uscirono Rasfer e gli altri complici di Intef imprigionati, ognuno di loro era in catene e soprattutto non sembravano minimamente contente di essere lì. Intef venne ricoperto da un'aura grigia,che si estese anche alle sue vittime e cominciò a salmodiare e Mosè sentì il sangue congelare quando riconobbe la formula:” Tu, lurido cane...pensi di poter rievocare Apophis utilizzando quei cretini? Ci hai messo anni a raccogliere tutte le anime necessarie, e non è passata nenche una settimana dall'ultima volta.".

Intef rise sguaiatamente:” Dici il vero, ma il discorso cambio se offro la mia stessa vita e inoltre, eheheheh, ho ricevuto aiuto da una forza così terribile al cui in confronto i tuoi amichetti sembrano dei bambini.”. Capendo il significato di quelle parole l'esorcista si diresse a tutta velocità su quel folle, ma era troppo tardi. Intef pronunciò il nome segreto del serpente e un'espolosione scaraventò Mosè contro la cupola, Asmodeus si mosse per aiutarlo, ma Sefora gli disse di non muoversi, se uno dei dodici si fosse spostato dalla propria posizione nel peggiore dei casi la protezione che avevano creato sarebbe esplosa e tutte le persone all'interno sarebbero morte. Lei andò verso il marito:” Alzati, dobbiamo batterlo subito. Ora come ora è molto più debole dell'ultima volta, uniti possiamo batterlo.”, per tutta risposta Mosè lanciò la moglie con la telecinesi dentro la barriera:” Mi dispiace, amore mio, ma in ogni caso uno di noi non ce la farebbe, e devo essere io. VOI-si rivolse ai generali-portate tutti loro al sicuro e tornate solo dopo che avrete finito.” Gremory e tutti i suoi compagni avrebbero voluto rimanere, ma sapevano che se l'avrebbero fatto avrebbero messo a rischio tutti coloro che erano sotto la loro protezione, quindi non poterono fare altro che inabissarsi e andare dall'altra parte del mare con i profughi, sperando di tornare in tempo.

Apophis nel frattempo era tornato nuovamente nel piano mortale, ancora una volta imprigionato dalla follia umana. Mosè creò una raffica di lance di luce e gliele sparò contro, ma ottenne un effetto irrisorio e in breve dovette schivare o parare volando una lunga serie di palle di fuoco, veleno, fulmini neri e altro ancora. Dopo pochi minuti, pur essendo riuscito a difendersi dalla maggior parte degli attacchi, era rimasto comunque ferito e non vedendo in lontananza il suo avversario, né avvertendone l'aura fece l'errore di fermarsi per curare le ferite e riprendere fiato, ma un colpo di coda di improvviso lo scaraventò dritto al suolo e la polvere dell'impatto oscurò la luce del sole. Ripresosi vomitò sangue e utilizzò un incantesimo di cura sulle sue ossa, era riuscito a malapena a tenerle insieme perchè le aveva ricoperte di roccia. Dopo pochi secondi il serpente riapparve e gli sputò contro una sfera di fuoco nero che riuscì appena a evitare. Sperando di potergli fare almeno un po' di danno raccolse l'acqua del mare in una schiera di lance che ebbero però lo stesso effetto di una puntura di zanzara e in breve ricevette un'altra codata devastante e questa volta le ossa erano decisamente a pezzi e difficilmente sarebbe riuscito a rimetterle in sesto per tempo. Intanto il suo nemico era arrivato a pochi metri da lui e stava per innaffiarlo con una cascata di acido viola e Mosè sapendo di non poter fare altro, provò a sputargli sul muso e poi decise di raccomandare l'anima a Osiride o chi per lui.

Ma ci sarebbero voluti ancora molti anni prima che Osiride potesse accogliere l'anima di Mosè perchè proprio in quell'istante una fiammata color oro colpì la testa di Apophis e una raffica di vento disperse l'acido. Mosè si voltò verso la direzione dei colpi e non potè credere ai suoi occhi quando vide Taita e Ramses sul carro da guerra seguiti da quasi metà dell'esercito egiziano e tutti i maghi sopravvissuti agli ultimi giorni. Il suo vecchio maestro creò delle trivelle di fuoco e sabbia come quelle che avevano distrutto le ultime catene di Intef due settimane prima e con esse colpì Apophis dritto nell'occhio e costringendolo a volare sopra le nuvole e Mosè ne approfittò per riassestare le sue ossa, anche se ci sarebbe voluto qualche minuto e nel frattempo Ramses gli si avvicinò per difenderlo da qualsiasi possibile attaco:” Scusa il ritardo, fratellino, ma organizzare una spedizione e arrivare fin qui non è qualcosa che si fa in quattro e quattr'otto.”. Mosè sorrise, contento di risentire quel nomignolo:” Scuse accettate, più che altro abbiamo qualcosa che possa rispedirlo sul fiume della notte senza rimetterci le penne?”, Taita arrivò per fargli vedere cinque statuette: una raffigurava una gatta, un'altra una leonessa, la terza uno sciacallo con la coda biforcuta, la quarta un nano e l'ultima un falco:” Questa volta abbiamo avuto più tempo per prepararci e ho potuto prendere queste. Usandone potremmo distruggere il corpo fisico di Apophis, ma mi serve qualche minuto per preparare tutto.”. Ramses e Mosè fecero un ghigno bastardo e il faraone chiamò a raccolta tutti i guerrieri e i maghi:” A quello pensiamo noi, tu comincia.”.

Apophis approfittò di quel momento per riattaccare e Ramses, con l'avatar da combattimento attivato e Mosè(che si era risistemato lo scheletro) si alzarono in volo e insieme a tutti i maghi cominciarono la loro controffensiva aerea, mentre i guerrieri rimasti a terra attaccavano con i loro migliori attacchi a distanza e Taita salmodiava, facendo levitare le statuette, che si disposero a forma di piramide, con quella a forma di falco come punta. Mosè nel frattempo era riuscito ad atterrare sulla testa di Apophis, ricoperto da esplosioni e colpi di ogni genere, e incanalando buona parte dell'energia che gli era rimasta evocò una pioggia di fulmini sacri che colpì tutto il dorso della creatura, mentre Ramses a furia di colpire le squame riuscì infine ad aprirsi un varco nella carne dell'immenso rettile e trasformatosi in una trivella di sabbia si fece strada al suo interno fino all'altro lato. Il serpente, nel tentativo di liberarsi almeno di tutti gli attacchi minori che lo stavano a poco a poco indebolendo tentò di colpire chi era rimasto al suolo con un misto di fuoco e fulmini, ma ormai la piramide di Taita aveva preso consistenza ed era diventata sempre più grande, fino a poter parare tranquillamente l'attacco, dopodichè salì nel cielo arrivando all'avversario del suo creatore e lo inglobò. A quel punto le statuette presero vita e si ingrandirono fino a diventare alte almeno tre metri e assumendo colore, il nano era color terra, la gatta e lo sciacallo erano neri(e quest'ultimo era circondato da sabbia rossa), la leonessa e il falco erano ricoperti da fiamme dorate, che avvilupparono il cobra, che ruggì per il dolore dopo pochi minuti esplose, facendo tremare la terra e il mare per kilometri.

Atterrati, Mosè, Ramses e praticamente tutti i presenti caddero a terra dalla fatica, anche se questa volta non c'erano stati morti era comunque molto più di quanto un comune mortale potesse sopportare. Mosè si avvicinò al fratello per parlargli:” Ramses, so che non te l'ho ancora detto, quindi...perdonami, non avrei mai dovuto andarmene, se non l'avessi fatto forse non avremmo dovuto sopportare tutto questo.”, ma anche Ramses aveva qualcosa da dire:” E anch'io ho qualcosa da dirti. Inizialmente ho cercato di capire le tue ragioni, ma avevo rinunciato quando i nostri genitori erano morti e....beh, sono felice che tu sia tornato anche solo per poco.”. Taita sorrise pensando a quanto erano strani gli uomini, dieci anni fa uno di quei due idioti era sparito nel nulla e l'altro l'aveva odiato per anni, ma poi era bastata una cosa da nulla come una lotta per il destino del mondo per riappacificarli. Ore dopo, quando si era ripreso abbastanza per raggiungere i suoi Mosè si congedò dal fratello:” Addio, fratello mio, sono orgoglioso di averti conosciuto. Ricorda sempre chi sei e sono certo che sarai un grande re, forse il migliore di tutti.”, Ramses gli posè una mano sulla spalla:” Anch'io sono orgoglioso di averti conosciuto e di essere cresciuto con te. Stà attento, sono certo che sarai un grande capo, ma temo che le peripezie del tuo popolo dureranno ancora per molti secoli. Fà in modo di renderlo il più forte e resistente possibile.”. Dopo quest'addio Mosè si diresse in volo verso sua moglie e verso la sua nuova famiglia, Ramses aveva ragione, benchè non potesse vedere il futuro egli stesso sapeva che per gli ebrei la via sarebbe stata tutt'altro che facile e avrebbero dovuti essere forti per sopravvivere e non sempre avrebbero potuto chiedere aiuto all'inferno o al paradiso. Avrebbero dovuto imparare da soli o da altri uomini, ed egli stesso avrebbe insegnato a Giosuè e a tutti gli altri, d'altronde era questo ciò che desiderava e sorridendo mormorò:” Se vuoi che una cosa sia fatta bene fattela da solo.”.

                                                                                                                            FINE

Ebbene ce l'ho fatta, ho finito questa storia e spero di aver potuto offrire a tutti i lettori una storia scorrevole e coerente nei suoi valori, come la voglia di migliorare e mettersi alla prova e soprattutto a non coltivare l'odio e mettere da parte certe divergenze per un bene più grande. Comunque in realtà non ho proprio finito, perchè domani posterò un piccolo epilogo a sfondo comico che spero vi piacerà. Come sempre, un abbraccio a Hikari e Slenderguy.




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