Remember Me
Remember me
“Si ricorda di me?”
“Sì,
di Lei mi ricordo molto bene, è di me stesso che non mi
ricordo”.
(Carlo Gragnani)
Sam vide una strana
figura, vestita in un modo terribilmente antiquato, che stonava con
tutto l'ambiente dell'ostello. Era troppo raffinato, per appartenere a
quel luogo. Il
bizzarro personaggio stava spolverando distrattamente una mensola, ma,
si vedeva benissimo, che in realtà stava letteralmente
divorando con gli occhi i libri nel ripiano più in basso.
"Chi è?"
domandò il cacciatore alla figlia dei proprietari. La
ragazzo bionda, un po' in carne sorrise sbarazzina, mostrando i canini.
"Si chiama Zira,
è...un po' il nostro tuttofare, anche se ormai è
un più parte della famiglia, in verità non
è granché come lavoratore" ridacchiò
abbassando la voce e avvicinandosi circospetta a Sam.
Lui e Dean erano
arrivati in quella piccola cittadina del Missouri per caso, dovevano
andare molto più a Ovest per indagare su uno strano caso di
-probabili- licantropi, ma avevano deciso di fermarsi e passare la
notte in quel modesto Ostello, che a dispetto delle apparenze rozze si
stava rivelando più accogliente del previsto.
"Zira? Strano nome."
commentò il gigante con un'alzata di spalle, si
voltò per vedere se suo fratello aveva finito di controllare
la sua baby e fosse rientrato, ma non vide nessuno.
"Oh, beh, in
realtà non sappiamo, se sia il suo vero nome" rispose la
ragazza, Beth si chiamava, e non doveva avere più di
ventisei anni. "Lo abbiamo trovato letteralmente,
intendo. Sono stata io, veramente. Ero a giocare con i miei amici e
l'ho trovato sul ciglio della strada che vagava disorientato, ma
continuava a borbottare che doveva tornare alla sua libreria."
"Davvero?" chiese Sam
stupido. Improvvisamente, quella storia si faceva interessante. I libri
erano la sua debolezza.
Beth sorrise
nuovamente, la spruzzata di lentiggini attorno al suo naso la facevano
apparire più giovane ed amava parlare. "Sì, l'ho
portato qui. Mamma e Papà hanno chiesto alla polizia, ma
nessuno sapeva chi fosse. Però, aveva un foglio strappato
nelle sue tasche, era una lettera, si leggeva solo "Zira" come
destinatario, ma il nome del mittente era dalla parte perduta!"
spiegò concitatamente. Probabilmente si accorse di essersi
fatta prendere la mano e si rizzò nuovamente in una
posizione distaccata, nei suoi occhi passò un'espressione
colpevole, che però duro solo un attimo. "Zira non
ricorda nulla, ma è veramente una persona meravigliosa,
anche se un po' strana e noi ormai gli vogliamo bene come parte della
famiglia."
Dean
rientrò in quel momento e sorrise complice al fratello, con
una strizzatina d'occhio che poteva avere messaggi solamente a sfondo
sessuale. Ciò convinse entrambi a troncare di colpo la
conversazione e salutarsi frettolosamente imbarazzati. Sam diede una
gomitata al fratello, quando fu sicuro che la ragazza non lo vedesse.
*
Sam
sospirò strofinandosi la faccia stancamente. Erano ritornati
dalla loro missione,
un vero successo a dire la verità, ma lo aveva lasciato
fisicamente e mentalmente esausto.
Zira era davanti a lui
e con passo leggero portava il borsone di Dean in spalla. Stranamente
non sembrava che il peso fosse un problema, ma Sam era troppo stanco
per pensarci. L'uomo lo aveva visto dalla cima delle scale con tutti i
bagagli a carico -visto che Dean era a curare per l'ennesima volta la
sua piccolina-
e se ne era sceso subito con un "Giusto Cielo, lasciate che vi aiuti!"
e un accento britannico da lasciare i brividi. L'unica cosa che Sam
notò erano i suo capelli dorati che sembravano risplendere
di luce propria, e se non ne avesse -letteralmente- toccato con mano
uno vero, avrebbe detto che quella erano proprio la classica
capigliatura da angelo.
Improvvisamente,
all'ultimo gradino il cacciatore incespicò e diede una
leggera spinta all'uomo avanti a lui. Un oggetto, che nel
momento non riuscì ad identificare, scivolò fuori
dal suo borsone e rotolò per il corridoio, fortunatamente
non cadde giù dalle scale.
Era una lama angelica.
Sam succhiò
l'aria in bocca, cercando una scusa plausibile per portare un simile
oggetto con loro. Aveva appena finito per optare per la classica,
ovvero: "Scusi, siamo antiquariati", ma Zira si bloccò
fissando il pugnale con sguardo vacuo.
"Sì, sono
cosciente che è difficile da spiegare, ma vede noi
rivendiamo armi antiche e quella è..."
"Molto antica" lo
interruppe il biondo chinandosi e prendendo con dita tremanti il
pugnale. "Molto antica" ripeté passando un dito sul filo
della lama, con sguardo ancora perso nel vuoto.
"Sì"
annuì confuso Sam, ma notando che le dita dell'altro si
stringevano pericolosamente sulla lama. "Se me lo può
ridare, sa è...prezioso" E pericoloso, aggiunse nella sua
testa.
"Come le spade?"
"Prego?"
Il biondo scosse la
testa e i suoi riccioli andarono in ogni direzione, incorniciando il
viso tondo e improvvisamente pallido. I suoi occhi tornarono a puntarsi
sul cacciatore e chiese sorpreso: "Mi scusi, di cosa stavamo parlando?
Devo essermi un attimo perso e...oh, Giusto Cielo!" esclamò
mollando immediatamente l'arma. "Che cosa stavo facendo con
quell'affare?" strillò ed immediatamente il suo tono di vole
si alzò di parecchie ottave e mutò come quello di
una ragazzina spaventata.
Il suono dell'arma che
colpiva terra risuonò in tutto il corridoio.
Sam si
affrettò a raccoglierlo e istintivamente nasconderlo nella
giacca, ma non ebbe il tempo di spiegare il suo gesto,
perché quando rialzò lo sguardo Zira era
nuovamente in uno stato catatonico.
"Ehm, signore? Signor
Zira?" provò il cacciatore muovendosi lentamente e
guardingo, ormai il suo sesto senso suonava in allarme. "Zira?"
Zira?
Zira?
Tutto a posto?
Zira,
parla con me!
Aziraphale!
Il biondo
improvvisamente lasciò scivolare il borsone a terra, si
portò una mano sulla fronte massaggiandola lentamente e
scuotendo nuovamente la testa.
"Mi scusi?"
borbottò strizzando gli occhi, come se fosse nel dolore.
"Stavamo dicendo?"
"Stavamo andando in
camera" disse Sam, continuando a tenere la mano sotto la giacca, vicino
alla lama. Per quanto lo riguardava in quel momento o poteva benissimo
esserci in corso una possessione demoniaca, o quello strano individuo
era qualcosa di più di un semplice uomo amnesico.
"Sì, mi
scusi, io..."
Zira!
"...io ho un po' di
mal di testa" sospirò il biondo tentando di far passare
quella strana sensazione lacerante
che avvertiva all'altezza del petto. Si sfiorò
distrattamente una guancia.
Sam studiò
i suoi movimenti con attenzione.
Zira si chinò per riprendere il bagaglio, ma proprio in quel
momento piccole gocce di sangue precipitarono a terra. "Oh, cielo!"
esclamò con un po' di sorpresa. Si toccò il naso
e tentò di tamponarlo, ma non appena si rialzò
per chiedere gentilmente un fazzoletto la sua visione si fece sfocata e
infine si inclinò pericolosamente, fino a diventare
completamente nera.
Perse i sensi.
Sam lo
afferrò al volo prima che potesse sbattere sul pavimento.
*
"Sam, è un
fottutissimo angelo! Un altro!" esclamò Dean scandalizzato.
Continuava a far avanti e indietro per la stanza, probabilmente
macinando chilometri. Avevano chiamato Castiel, ma lo avevano trovato
come al solito occupato nella sua ricerca di Satana. Per i pochi
secondi in cui lo avevano visto, aveva confermato loro che era un
angelo, ma non sapeva chi fosse. La sua grazia era danneggiata e aveva
i segni di
Hannah
-La puttana,
a dire di Dean, alla quale ancora non era andato giù il
controllo che aveva avuto su Castiel-, ma era un controllo mentale ad uno stadio molto avanzato,
quindi sarebbe stato pericoloso tentare di fare qualcosa, bisognava che
Zira -o chiunque egli fosse- combattesse da solo quella battaglia. Poi,
era sparito, lasciando i due fratelli senza la più pallida
idea di cosa fare e un angelo inconscio.
Alla fine Sam aveva
convinto Dean a farsi un giro, perché la sua soluzione era:
dargli una botta in testa, perché -a sua difesa- "Nei film
funziona" . Il minore non voleva rischiare di scoprire se fosse serio o
meno, quindi lo cacciò fuori.
Zirla ci mise un altro
paio d'ore per riprendersi e dare i primi segni di vita.
"Giusto Cielo, dove
sono?" domandò alzandosi lentamente dal letto e
strofinandosi la testa confuso. Strinse gli occhi alla luce e per il
mal di testa. Accorgendosi della presenza di Sam nella stanza,
improvvisamente il suo viso divenne rosso. "Oddio, mi scusi, non mi
dica che mi sono addormentato nella stanza sbagliata di nuovo?!"
Sam chiuse il libro
che stava leggendo con una strana simpatia per quell'individuo
così particolare. Non aveva nulla degli angeli che conosceva
lui, sembrava più la versione canonica che tutti
gli umani conoscevano. Improvvisamente, ebbe nostalgia di
quando ancora credeva che avessero le aureole e le arpe.
"No, vede...le posso
dare del "tu"?"
"Prego"
"Zira...ehm, sei
svenuto." spiegò il cacciatore procrastinando la
verità.
"Oh, ma, allora grazie
dell'aiuto" sorrise il biondo. Le sue guance sembravano essere fatte
solo per quell'azione, era incredibile come si gonfiassero e formassero
due perfette fossette, nonostante in quel momento fossero sporche di
sangue. L'uomo, infatti, mentre era svenuto aveva pianto sangue, un
altro indizio che confermava la colpevolezza di Hannah. Zira, ignaro di
tutto ciò, si iniziò ad alzare districandosi
dalle coperte.
"No, no, aspetta." si
affrettò ad aggiungere Sam. "C'è una cosa che
dovresti sapere, io...cioè, noi -io e mio fratello-, forse,
abbiamo scoperto chi sei."
"Oh"
mormorò solamente. Non sembrava troppo felice della
faccenda.
Improvvisamente il suo
volto acquisì molti più anni di quello che
solitamente dimostrava.
"Non...non sono sicuro
di volerlo sapere" mormorò lentamente, abbassando lo
sguardo. "Non è per vivere alle spalle di questa buonissima
famiglia, ma giovanotto, a volte quando mi sveglio, prego di non
scoprire mai ciò che ho sognato, perché gli
incubi mi lasciano addosso un senso di terrore che non se ne va per
tutto il giorno"
Sam rimase in
silenzio.
"A volte credo di
sentire il clangore di armi e...e, so che sembrerò pazzo, ma
mi sembra di aver vissuto per secoli! Ora, invece sono tranquillo, per
questo non voglio scoprire chi ero. Ho la sensazione che mi porterebbe
solo dolore." concluse, sollevando finalmente lo sguardo. I suoi occhi
azzurri, nonostante fossero cerchiati e con pesanti borse scure,
sembrarono risplendere di luce propria.
Zira! Dai,
Zira, rispondimi!
Zira,
vieni qui!
Aziraphale!
Il biondo si
sfiorò la fronte con una smorfia. "Però, se tu
sapessi chi è questa persona, che continuo a sentire nella
mia testa, mi saresti molto utile. Sai, credo che sia l'unica cosa che
mi piacerebbe ricordare!"
Sam alzò un
sopracciglio, ma decise di non commentare.
"Magari è
un altro angelo..." provò. Aveva capito,infatti, che il
blocco mentale di Hannah funzionava fino una certa parte, in qualche
momento lo lasciava fin troppo lucido ed allora era lo stesso Zira a
non voler ricordare. L'angelo aveva paura di farlo. Sam si chiese cosa
potesse essergli successo.
"Angelo?"
domandò sorpreso, il suo volto si rischiarò come
se gli si fosse accesa una lampadina nel cervello. "Qualcuno mi
chiamava così! Eravamo...a Londra! Davamo da mangiare alle
anatre insieme!" spiegò, ma improvvisamente tutta la sua
gioia si spezzò, come se si fosse ricordato un particolare.
"Però...però, credo che sia morto."
"Zira"
"Aziraphale, questo
è il mio nome."
"Aziraphale, io non so
chi fosse il tuo amico" iniziò Sam scuotendo la testa. "Ma
se davvero eravate così vicini, non credi gli farebbe
piacere venire ricordato?"
Il biondo
sollevò lo sguardo, come se improvvisamente colpito da
quella frase. I suoi occhi si fecero lucidi e tirò su col
naso piano, come se temesse di essere sentito.
"Lui amava la tecnologia." borbottò piano l'angelo,
probabilmente più per se stesso, come se fosse
improvvisamente terrorizzato da dimenticarsi di qualcosa d'importante.
Si tirò le ginocchi al petto e si rannicchiò. "E
aveva le piante più belle di Londra,"
continuò, il suo sguardo si perse nel vuoto. Poi,
aggiunse con un piccolo risolino: "E le più terrorizzate!"
La sua ilarità si trasformò in piccoli sussulti
addolorati.
In pochi secondi divenne un pasticcio di singhiozzi, anche se fra una
scossa e l'altra riuscì a chiedere: "Sam, potresti...
lasciarmi un po' da solo?"
Il cacciatore
rispettò le sue volontà, ma rimase stupito
dall'umanità delle sue azioni e da quel dolore,
così semplice e sincero.
*
Quando
finalmente Aziraphale uscì dalla stanza, le tracce di sangue
erano state lavate via dalle lacrime. Sembrava invecchiato, ma il suo
volto manteneva uno strano candore, una purezza che ricordava quella di
un bambino. Prima che il cacciatore potesse dire nulla,
annunciò:
"Sam, credo...credo tu
abbia ragione, per questo... ho deciso di partire! Tornerò a
Londra e lì, quando mi sentirò pronto,
accetterò la verità!" Sospirò piano e
lo guardò dritto negli occhi. "Sappi, però, che
il nostro incontro e tutto quello che ci accade nella vita fa parte del
Grande Piano Ineffabile, ne sono ancora fermamente convinto."
Sam rimase colpito, perché improvvisamente vide qualcosa di
più di un semplice essere addolorato o senza memoria, vide
un soldato, pronto ancora a credere nonostante tutte le ingiustizie che
aveva subito. Sentì uno strano potere, caldo che pizzicava
la pelle. Forse, quell'angelo non era poi così miserabile
come appariva e se non avesse saputo che era impossibile, avrebbe
giurato di essere al cospetto di un Arcangelo.
"Sei
sicuro?" domandò ignorando quelle sensazioni.
"Mi sono ricordato
l'indirizzo di una libreria, della quale da troppi anni il proprietario
è assente" spiegò con un lieve sorriso. "Sam, non
so come ringraziarti. Grazie a te e tuo fratello! Senza di voi non
sarei mai riuscito ad affrontare il mio passato, io sapevo di poter
ricordare, ma non volevo. Perché?" chiese retorico, si
interruppe un secondo come per pensarci, ma poi riprese sicuro:
"Perché avevo paura, paura del dolore, della perdita, ma
adesso ho capito: non fa meno male, se mi dimentico di tutto,
perché il mio dolore è parte di me, mi rammenda
ciò che sono, ciò che è giusto. La mia
amnesia era solo una sicurezza effimera, passeggera e il mio amico
merita un ricordo."
Sam non sapeva cosa
dire, perché la complessità delle sue emozioni
era incredibile, così umano.
"Spero tu troverai
ciò che cerchi" rispose semplicemente. Dean non ci avrebbe
mai creduto.
"Lo spero anch'io"
sorrise Aziraphale.
Il giorno stesso partì, spiegò frettolosamente ai
proprietari dell'ostello l'improvviso ritorno di alcuni dei suoi
ricordi ed il bisogno di cercare il resto. Si mise praticamente in
ginocchio per ringraziarli. Beth piangeva apertamente, Zira in poco
tempo la seguì abbracciandola e promettendole di tornare.
Non appena
uscì dall'ostello, l'angelo inspirò l'aria della
sera.
Zira!
Vieni,
angelo!
Andiamo,
Ritz!
Fece il primo passo
con il cuore un po' più leggero, e un sibilo famigliare
nelle orecchie.
*
Sam
si concesse un attimo per sorseggiare il suo caffè in attesa
del ritorno di Dean. Sorrise, ma improvvisamente si chiese chi diamine
fosse la persona che tanto mancava ad Aziraphale. Si alzò di
scatto e si portò alla finestra, l'aprì e vide la
figura dell'angelo passeggiare lentamente nella sera sempre
più crescente.
Gridò per
farsi sentire.
"Chi cerchi?"
L'angelo comprese, ma
non riuscì a farsi capire nella sua risposta, quindi
mimò le lettere con le mani.
'Crowley'
Sam sputò
il caffè, ma in una frazione di secondo Aziraphael era
sparito nella notte.
E’ proibito piangere
senza imparare,
svegliarti la mattina
senza sapere che fare
avere paura dei tuoi
ricordi.
(Pablo Neruda)
___________
Angolino Autrice:
Beeene, buongiorno a
tutti! Innanzi tutto, grazie mille per aver letto ed essere arrivati
fino in fondo!
Sinceramente, ero
molto indecisa su dove pubblicare la storia sezione: Supernatural o
Good Omens? Mi sono sbloccata dicendomi: nell'universo dove l'ambiento,
lì la pubblico ed eccoci qui!
Adoro alla follia GO e
credo si sposi con SPN a meraviglia! Quest'idea in effetti, mi era
venuta in mente parecchio tempo fa, ma...eh, la pigrizia! Comunque sia,
credo che la diatriba più grande che io abbia mai avuto
è: due o un Crowley, ovvero due Crowley o uno unico?
Non mi sono ancora decisa, quindi la storia è
molto sibillina a riguardo. Fatemi sapere voi cosa ne pensate, apprezzo
molto fare quattro chiacchiere e sentire nuove teorie!
P.S. L'avvertimento "Spoiler!" era perchè ho vagamente
citato il contesto della dodicesima stagione, ma è
decisamente marginale.
Grazie ancora mille,
per aver letto!
Alla prossima,
Tilia =|=
Tutti i diritti
appartengono agli autori delle opere trattatate,
nulla è a scopo di lucro.
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