LA
GELOSIA SOTTOLINEA LA DEMENZA
-Si, ne ho sentito parlare.-
Lo sguardo di Edward sembrò
brillare improvvisamente e, contemporaneamente con Al, si avvicinò di più alla
giovane Maestra.
-Sul serio? E cosa sai?-
Maka non mutò il suo sguardo e rimase a guardarli con
espressione cupa ed estremamente seria, molto diversa da prima.
-Cosa volete farci?-
Il giovane alchimista rimase
colpito dal cambio d'umore drastico della sua amica ma decise ugualmente di
proseguire con le domande; scambiò uno sguardo fugace con il fratello e
ricominciò a parlare, questo volta serio anch'egli.
-L'idea di far tornare in vita
la mamma è stata chiusa tempo fa.-
-Si merita di vivere in pace.- intervenne Al poggiando i gomiti metallici nelle sue
ginocchia.
-Esatto. Tuttavia, non posso
assolutamente permettere che Alphonse rimanga in
queste condizioni: io posso continuare a vivere con queste protesi.- mentre
spiegava, Edward mostrava con ripudio i suoi arti metallici evidenziando il
disgusto che aveva per se stesso, per quello che aveva fatto.
-Lui non può vivere in questo
modo. A Central City sono diventato Alchimista di
Stato per poter avere accesso ad informazioni top-secret che i cittadini comuni
non possono accedere. Purtroppo abbiamo scoperto che lo stesso Stato è
immischiato in qualcosa di più grosso di quanto si possa immaginare. - Edward
sospirò, riprese fiato e continuò assottigliando gli occhi dorati. - Tentammo
con l'idea di utilizzare la pietra filosofale ma ..-
-Ma?- intervenne Maka vedendolo titubante e in difficoltà nel continuare il
discorso.
-Beh.- proseguì Al guardando la ragazza, in aiuto del
fratello. -Abbiamo scoperto che la pietra filosofale stessa è un prodotto
dell'alchimia avanzata, i cui ingredienti principali sono ...persone.-
-Questo è stato un nostro..no,
un mio errore. Non devono rimetterci altre persone innocenti per rimediare ai miei
danni.- Edward si coprì gli occhi con il dorso della mano sana. -Tempo fa avevo
preso in prestito alcuni libri interessanti in una biblioteca privata, che per
una serie di eventi avevo accantonato..-
-Il dottore Shou
Tucker.-
A quel nome, Edward strinse a
sangue entrambi i pugni. -Già. Li ho ritrovati alcuni giorni fa e iniziai a
leggerli: erano pieni di elementi, componenti e tecniche completamente diverse
da quelle che conosco, una realtà totalmente sconosciuta che i libri sembravano
narrare come leggende, fantasia. Se c'è una cosa che ho imparato è che nulla è
impossibile; armi magiche, maestri di queste armi e creature chiamate Shinigami...tutto questo sembrava impossibile, irrazionale!
Abbiamo letto la città e siamo partiti con il primo treno. Il sangue nero,
qualcosa capace di amplificare le capacità fisiche alla massima potenza; un
potere del genere, unito alla mia conoscenza alchemica potrebbe far riavere il
colpo ad Alphonse!-
Maka aveva ascoltato tutto con attenzione, rimanendo
immobile ad ogni parola narrata. Rimase sul suo posto, inquieta, senza alzare
lo sguardo su di loro.
Soul, dietro la porta, aveva
sentito tutto e ne era rimasto spiazzato.
-Io...sono stata a diretto
contatto con il sangue nero.-
Edward la guardò con attenzione
senza nemmeno sbattere le palpebre e Al si mise sull'attenti.
-Il sangue nero è qualcosa di
astratto, una componente quasi viva; è vero, ha proprietà strabilianti e ti
rende capace di grandi cose.-
-E tu sai dove si..?-
-No Edward. Non hai idea di cosa
sia. Non si può spiegare, il sangue nero è pura follia. Ti rende pazzo,
irrazionale, privo di qualsiasi freno...è pericoloso. Ti inghiotte e finiresti
per perderti. Non è questione di essere più o meno forti, ognuno di noi ha una
componente pazza dentro di sè e il sangue non fa altro che amplificarla, rendendola
dominante. Potresti avere qualsiasi potere tu voglia, ma sei disposto a pagare
il prezzo?-
Edward sgranò gli occhi e si
alzò in piedi di scatto, il viso indecifrabile.
-Si tratta sempre e solo di
questo: il prezzo! Avrei dovuto saperlo, Edward non impari mai, vero?!- urlò il
biondo dando un violento pugno al muro dietro di lui.
-Avrei dovuto
aspettarmelo...niente si ottiene con il niente, qualunque cosa ha un prezzo. E'
la legge dell'alchimia, la legge della natura; ogni azione ha una conseguenza,
la vita non regala nulla.-
-Fratellone..- Al si era alzato
e aveva poggiato la sua grande mano metallica sulla spalla del ragazzo.
-Al..-
-Troveremo un altro modo
fratellone, non preoccuparti.-
-Mi dispiace.- disse Maka dietro di loro, guardandoli con tristezza. -E' meglio
vivere lontano dalla follia, ve lo garantisco.-
-Grazie Maka,
sei stata di grande aiuto. Avremmo potuto fare davvero uno sbaglio enorme.-
disse l'armatura con voce pacata.
-Edward..-
-Scusami.- sospirò Ed prendendo
un respiro profondo ad occhi chiusi. -Mi sento così patetico.-
In risposta, la ragazza lo
abbracciò di scatto da dietro poggiando la guancia sulla sua schiena e
guardando con occhi grandi Al.
-Andrà tutto bene, lo so.-
Edward sgranò gli occhi, poi
sospirò nuovamente, questa volta più rilassato, e rimase così, tra le braccia
di Maka mentre Al cinghiava entrambi con i grandi arti.
Soul, avendo assistito alla
scena sbirciando dal buco della serratura, se ne andò subito senza voler vedere
oltre; se ne tornò in camera non prima di aver calpestando con inaudita
violenza un carrello delle pulizie poggiato lì da una delle cameriere.
***
L'albino era steso sul letto a
pancia in su, incapace di prendere sonno.
Non riusciva a non pensare a
quello che aveva ascoltato: quei due
erano così disperati da rifugiarsi nel sangue nero? Possibile che non sapessero
di cosa si trattasse?
-Tsk, che due stolti. rifugiarsi nella follia non
porta da nessuna parte.-
E lui lo sapeva bene.
Si girò su un fianco e cercò la
posizione migliore per riuscire a prendere un po' di sonno.
Meglio dormirci sopra..
Leggermente rilassato, Soul
cominciò ad assopirsi lentamente coccolato dal tepore estivo.
-SOUL.-
Addio tepore estivo.
-Ma che cos..?-
-SOUL.-
-Sono qui Black
Star, non sono sordo.-
-Aprimi.-
L'albino guardò l'amico
appoggiato contro il vetro della finestra chiusa.
-Ehm, non potevi entrare dalla
porta?-
-Non sarebbe stato abbastanza
d'impatto la mia entrata, non credi?-
Soul si girò sull'altro fianco e
gli diede le spalle -...resta fuori.-
-SOUL!-
-Mh.-
-SOOOUL.-
-Ok ti apro ma smettila! Mi
sembri un gatto in calore.- di malavoglia il ragazzo si alzò e sbloccò la
finestra.
-Grazie amico, ti meriti una
pacca sulla spalla da me medesimo.-
-Che ti serve Black Star?- sospirò Soul ansioso di riprendere da dove si
era interrotto.
-Si si, con calma!- il ragazzo
dai capelli celesti sorrise radioso e si mise le mani sui fianchi. -Ho
incontrato Maka qualche minuto fa!-
-Mh, ok.-
-Mi ha detto di dirti di
raggiungerla nella palestra!-
L'albino alzò un sopracciglio
senza cambiare espressione. -E perchè mai?-
-Non lo so ma ha detto di non
fare domande!-
Quella senza-tette comanda come al solito.
Accigliato, Soul seguì il suo
euforico amico.
-Dormire con Tsubaki
non ti fa bene.-
***
Se c'era una cosa che a Soul
piaceva, era mostrare le sue capacità a chiunque avesse dubitato di lui; non
era un'esibizionista come Black Star, ma sapeva
certamente il fatto suo quando si trattava di mostrarsi.
Questa occasione era perfetta per dimostrare a
quel presuntuoso chi fosse realmente il più forte.
Erano tutti riuniti nella grande
palestra dell'albergo, a loro uso personale esclusivo grazie a Kid che aveva chiesto di chiuderla al pubblico per qualche
ora. Edward e Alphonse erano a poca distanza dal
gruppo della Shibusen, intenti a qualche colpo di
riscaldamento; Soul, il più distante da loro, li guardava torvo con le braccia
conserte.
-Io trovo che l'idea sia
fantastica!- esclamò Black Star euforico, stiracchiandosi
le braccia verso l'alto.
-Non vedo l'ora di dimostrare
loro quanto vale l'illustre me!-
-Rilassati Black
Star.- intervenne Maka
sorridendo divertita. -Saremo io e Soul ad affrontare Ed. Tu ti batterai con Alphonse.-
Il ragazzo dai capelli celesti
guardò dietro di lui l'armatura, inizialmente deluso, per poi sfoggiare il suo
solito sorriso sfrontato. -Con vero piacere, sarà un giochetto!-
Maka non volle precisare che Al fosse davvero forte,
ma preferì lasciargli scoprire la dolce
sorpresa da solo. Rivolse lo sguardo verso Soul, più distaccata ma non più
arrabbiata.
-Ce la fai a sincronizzare la
tua anima con la mia o devo prenderti a colpi in testa?-
L'albino la guardò con
improvvisa sorpresa per poi sorridere strafottente. -Fare brutte figure non è
nel mio stile.-
La ragazza sorrise e si avviò
verso i due fratelli.
-Tsubaki, sei pronta?-
-Certo Black
Star.- sorrise la ragazza corvina al suo fianco.
-Grande.- il ragazzo la guardò
con la coda nell'occhio e le sorrise malizioso. -Vinco qualcosa se lo batto?-
-Mh..un'audizione?-
Il ragazzo aveva pensato a ben
altro ma ascoltando la sua idea, accantonò il piano originale. Da bravo demente.
-Evvai!!!-
***
-Un gioco pulito ragazzi.- disse
Kid mettendosi tra il più grande dei fratelli e la
coppia della Shibusen. -Hai capito Soul?-
Il ragazzo in questione si
limitò ad alzare gli occhi al cielo. -Se.-
Edward si raccolse i lunghi
capelli biondi in una coda alta, sgranchendosi successivamente le spalle e la
schiena. -Bene allora, fatti sotto Maka. Ti avverto,
non sarà più come quando eravamo piccoli, potresti farti male!-
In risposta Maka
scambiò una fugace e intensa occhiata con il suo partner il quale
immediatamente si tramutò nella sua tipica e maestosa forma di falce nera e
rossa. La maestra d'armi la fece piroettare un paio di volte in alta per poi
riprenderla con sguardo deciso.
-Stavo per dirti la stessa cosa.-
-Ma è davvero fantastico
fratellone!-esclamò Al entusiasta dal mutamento di forma. -E' come se il corpo
di Soul si fosse plasmato in quell'arma!-
-Io credo che sia tutt'altro, Al.- disse Ed con grandissimo interesse. -E' questione di
anime.-
-Esatto.- disse Kid dietro di lui, le sorelle Thompson al suo fianco, con
un sorriso gentile in viso. -Tra arma e maestro esiste un legame profondo, una
sincronia di anime che permette all'uno di interagire con l'altro come fossero
un corpo solo. Più il legame è forte, più il loro potere cresce.-
-Interessante..-
-Del tutto irrazionale. - Edward
battè le mani l'una contro l'altra. -Mi piace.- con
velocità premette i palmi a terra evocando da essa una lancia di due metri in
acciaio e ferro.
Davanti allo sguardo incredulo
dei ragazzi, Al intervenne. -Quello che il mio fratellone ha fatto, è stato
quello di convertire la materia che formava parte del pavimento in un'arma. Questo
processo è detto trasmutazione. Un
procedimento indispensabile per noi alchimisti.-
-Affascinante.- convenne Maka, sinceramente ammirata. -Ma può la tua arma battere la
mia?-
-Fatti sotto e scopriamolo!-
Entrambi sorrisero e iniziò
quello che fu uno scontro memorabile: Maka e Soul
sincronizzavano le loro anime come non facevano da tempo, combinando e
amplificando le loro capacità in quella che sembrava una vera e propria musica.
-Di certo non sei più una
ragazzina!- disse Edward schivando abilmente i suoi colpi senza mai smettere di
sorridere. -E' evidente che ora combatti come una donna.-
-Cosa?! Rimangiatelo!- disse la
ragazza inviperita mentre continuava a sferrargli colpi.
-Assolutamente no!- Ed si parò
con la lancia che venne frantumata dall'impeto di rabbia isterica dell'amica.
-Che permalosa!- l'alchimista
colpì il muro adiacente con le mani evocando una serie di frecce che puntarono Maka ad alta velocità. La maestra riuscì a schivarli
continuando così per interi minuti.
Che cosa sta facendo? Non si sta nemmeno
impegnando seriamente!
Dentro la falce, Soul era
inquieto; osservava lo scontro e partecipava animatamente ma sembrava che Maka volesse continuamente modulare la sua forza.
Come posso farmi valere se non riesce a essere
lucida?!
A quei pensieri, Soul diventò
ingestibile.
Maka si fermò di colpo e tenne la falce stretta a se,
come se essa avesse cominciato a pesare molto di più del dovuto.
-Soul, che ti prende?!-
L'arma non rispose, faceva
resistenza.
-Che cosa stai facendo?- urlò
l'anima di Maka nella testa di Soul.
-Cosa credi? Se tu non combatti
seriamente io mi rifiuto di continuare. Sono un professionista io.-
-Non fare il cretino, qui si
combatte per divertirsi, Edward non è un kishin!-
No, è molto peggio.
Quel bell'imbusto potrà aver avuto un'infanzia
disastrosa e la sua strada era sicuramente difficile davanti a lui.
Ma anche la sua vita non era stata rosa e fiori!
No, Edward non meritava compassione o simpatia.
-Ah, ho capito. Sei geloso.-
-CHE COSA?!-
Soul tornò in forma umana, dando
le spalle alla sua maestra.
-Sei un deficiente!- esclamò con
una smorfia di dolore la ragazza tenendosi i palmi delle mani contro il petto.
-Il problema sei tu, da quando
ci sono questi due non ti riconosco.-
-Che cosa c'entrano Ed e Al?!
Loro sono miei amici come lo siete voi!-
-Ma forse non è proprio così,
vero?-
-Non posso crederci, tu stai
davvero insinuando quello che penso?!-
-Beh, che ci sarebbe di
sbagliato?-
-Soul, io...io..- Maka lo guardava con disprezzo mentre le sue iridi verdi si
riempivano di lacrime amare.
-Che cosa succede? Ti sei fatta
male Maka?- chiese Edward avvicinandosi assieme a Kid.
-No.- rispose secca la bionda. E pensare che la sua
arrabbiatura le era anche passata. Soul era un demente, in tutto questo tempo
non aveva mai capito nulla.
-Ti sei scottata, vieni ti porto
in infermeria.- disse Kid osservando i palmi
arrossati della ragazza.
-Non c'è bisogno.- esclamò
fredda la ragazza continuando a fissare il suo partner.
Soul si voltò appena, sentendosi
osservato, e non riuscì a reggere il loro sguardo di..accuse?
-Che avete da guardare?! -
-Soul, che cosa ti succede?-
chiese Kid con sguardo preoccupato, non sapendo come
intervenire per aiutare il suo amico visibilmente scosso.
L'albino non rispose e girò
nuovamente lo sguardo.
Passarono momenti di
interminabile silenzio, senza fare nulla.
Edward rimase lì a guardare la
scena senza capire e cercò di rompere il ghiaccio.
-Dai..- fece un passo verso
l'amica e il partner. -Non c'è bisogno di scaldarsi.-
Ecco.
-E tu perchè
ti metti in mezzo?! Ti sei imbucato nella nostra vita e pretendi di fare il
samaritano?!-
-Ma, in realta
io non..-
- Perchè
invece di stare qui non te ne vai a piangere sulla tomba di tua madre?!-
Il suono sordo che seguì subito
dopo riempì l'intera stanza, interrompendo ogni suono presente.
Soul aveva il viso arrossato
girato di lato a causa dello schiaffo appena ricevuto da una Maka furiosa, arrabbiata..ferita.
-Come ti permetti a dirgli certe
cose?- sibilò la ragazza con voce rotta.
-Cosa ne sai tu di quello che è
successo?-
Edward era dietro Maka, lo sguardo fermo su quello di Soul. Kid e le sorelle guardavano la scena con sgomento.
-Se non sai di cosa parli,
allora non aprire quella cazzo di bocca.-
Senza aggiungere altro Maka se ne andò di corsa verso camera sua sbattendo
violentemente la porta.
Al posò una mano sulla spalla
del fratello e Edward sollevò lo sguardo verso di lui annuendo.
Soul rimase con il volto girato
dalla parte colpita, lo sguardo basso e il corpo rigido.
Kid si avvicinò verso l'armatura. -E' meglio
lasciarli soli. Ti spiace portare Black Star via da
qui?-
-Ma certo.-
Il grande Black
Star se ne stava in un angolo della stanza, legato come un salame da corde di
acciaio privo di sensi, accudito da un'amorevole Tsubaki.
A detta di Al lui è un bravo combattente
ma facile da distrarre e da sopraffare. Lo scontro era durato pochi minuti.
Se lo caricò in spalla e uscì insieme al resto del gruppo.
Edward sospirò appena e fece un
passo verso Soul.
-Sei ingiusto con Maka.-
L'albino non si mosse ma ringhiò
impercettibilmente di rabbia. -Che ne sai di com'è il nostro rapporto? Non mi
conosci.-
-E' vero, non ti conosco.-
sentenziò Ed avvicinandosi e mettendosi davanti a lui; constatò a malincuore
che il ragazzo era di un centimetro più alto di lui.
-Ma conosco il tuo
atteggiamento. Fare il duro e creare un muro attorno al resto delle persone a
cui tieni non migliorerà la situazioni. Io ho cercato per molto tempo di tenere
lontana la gente perchè le credevo incapace di
capirmi.-
-Tu non sai nulla di me. -ripetè l'albino, guardandolo con i suoi occhi rossi,
gelidi.
-So quanto basta. Ed a quanto ho
capito tu sai cose di me.-
Soul non rispose, si limitò a
fissarlo.
-Ti risparmierò i dettagli
penosi e patetici di un bambino che per disperazione ha cominciato a cercare un
rimedio ai suoi errori.- ridacchiò triste il ragazzo biondo accompagnando le
parole con un gesto non curante con la mano. -Ma è stato un bene aver visto Maka, grazie a lei ho capito che il sangue nero non è la
soluzione che stavo cercando.-
-No, non lo è affatto.-
Edward gli sorrise in silenzio,
poi lentamente sollevò l'automail e la posò sulla
spalla dell'albino, il quale fu percorso da un brivido gelido sentendo il
contatto metallico con la sua pelle.
-Sei sempre così scorbutico con
le persone che non conosci?-
Soul si allontanò di scatto con
lo sguardo indecifrabile.
-Cosa? Io non sono scorbutico!!-
L'alchimista fece una risata e
iniziò a dirigersi verso l'uscita.
-Comunque stai tranquillo, non
ho alcun interessa per Maka in quel senso. Quindi
puoi anche finirla di essere geloso.-
E sollevando una mano in cenno
di saluto, uscì dalla palestra lasciando l'albino completamente spiazzato.
Geloso di quel tipo?!
Era caduto davvero in basso.
-Angolo Autore-
Ehm, si. un anno e mezzo. Sono pessima lo so, e in più questo capitolo è di
gran lunga più seri di quelli precedenti! Spero di non avervi deluso, mancano
due capitoli alla fine e li finirò presto (spero ;-;) perdonate la mia
inattività, spero che il capitolo vi piaccia! Grazie a chi mi ha recensito che
mi ha spinto a continuarla :3.
Un bacio a tutti <3
Trisha_Elric