At the mercy of fate

di ValeriaLupin
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Lei è la sua guerra
 
Petyr tese l'esile corda d'argento, incoccò la vibrante fialetta cobalto e scoccò; le parole saettarono attraverso le labbra, una goccia gli lambì il polpastrello dissetante come acqua, letale come i deserti di Dorne.
Assaporò un antico ricordo: il crimine d'aver rubato il primo bacio alla sua Cat valeva la morte e Lysa era pronta a esaudire ogni sua richiesta.
Così aveva imparato a giostrare, anni dopo avrebbe colto l'importanza di vincere la guerra piuttosto che la battaglia.
Catelyn era la sua interminabile guerra; sarebbe stato più saggio morire che perderla.
«Intende Sansa» lo corresse confuso Dontos.
Petyr cercò invano quel nome nelle stelle, inconsapevole ch'erano pallida mappa del suo passato.
 
 
Note dell'autrice: Grazie mille per aver letto! Spero vi sia piaciuto leggere del momento precedente alle nozze di Margery, dove morira il nostro amato Joffrey :) Ho cercato di descrivere un Déjà-vu di Petyr: ricorda di averlo già fatto... al posto di Sansa proprio sua madre, Cat.
In fondo, Sansa non è che un mezzo per raggiungere quel futuro che Ditocorto ha sempre immaginato accanto a Cat. Petyr cerca nel cielo notturno il nome di Sansa, senza però riuscire a trovarlo, e l'ultima frase allude alla storia che si ripete: la perderà come ha perso la madre.




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