L'angelo

di psichepazza
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Lo senti questo profumo?
L'odore della rugiada appena posata, l'odore di una mattina d'inverno.
Una folata di vento gelido ti scuote le ossa, il sole sta per sorgere proprio davanti a quella piccola finestrella.
Eccoli, i primi bagliori di un sole stranamente freddo si riflettono sulle goccioline posate sul grande giardino della casa.
Ma da dove sono venute quelle gocce? sono cadute nella notte e tu non le hai sentite.
Si sono posate delicatamente sulle foglie dei rami, sull'erba verde, sugli steli e sui petali di quei timidi fiori sbocciati in un clima tanto rigido.
Hanno fatto in modo di non svegliarti.
 Ti hanno aspettato tutta la notte, per poi accoglierti all'alba e rgalarti questo piccolo spettacolo di riflessi.
Sono cadute da molto in alto, si sono congelate a metā del cielo per poi sciogliersi subito prima di toccate questa terra.
Sono cadute da un cielo pių alto del nostro, da un paradiso dove gli angeli piangono.
Non hai sentito, appena aperto la finestra, un debole singhiozzo soffocato?
Era un angelo disperato e chissā perchč poi?
Questo panorama di luci, ombre e riflessi č davvero troppo bello, chissā come mai in quel momento quell'angelo piangeva.
Infine il sole freddo illumina un piccolo angolo di mondo che fino a quel momento non avevi notato.
 Lui č li...
Lui č venuto direttamente da quel cielo alto, sotto forma di una statua di un angelo.
Il suo volto č coperto dalle mani e la sua posizione č ingobbita, piange.
Il sole č alto e freddo ora e il vento soffia forte.
L'angelo che piange č ancora nel tuo giardino.
 
 
"Non voltarti e non sbattere gli occhi, non smettere di guardarli neanche un secondo. Sono pių veloci di quanto tu possa pensare"




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