Carlos
Duncan aveva ponderato molto
quella decisione.
La scelta
più semplice sarebbe stata
abbandonare Eulalia, sostenere che era stata lei a sedurlo e che lui
non voleva
avere niente con tutto quello. I suoi superiori avrebbero compreso, il
vescovo
sarebbe stata comprensivo e la Chiesa si sarebbe occupata della bambina
e lui
non en avrebbe più saputo niente, altrimenti avrebbe potuto
affidare il bambino
alla sua famiglia, suo padre avrebbe compreso che era stato un errore e
sua
madre avrebbe adorato il bambino.
Ma la sua
coscienza gli imponeva di
fare altro e l’amore lo indirizzava decisamente verso un
altro percorso. Aveva
sempre considerato deboli gli uomini che si facevano guidare dal
sentimento
eppure in quel momento ebbe coscienza che non poteva abbandonare
Eulalia, non
colei di cui si era innamorato come un giovanotto, da cui era riamato e
che
sarebbe stata la madre di suo figlio, un figlio nato dal più
puro amore e non
dalla violenza come spesso aveva udito nel confessionale, sia che si
trattasse
di servette costrette a subire violenza dai padroni sia uomini che si
vantavano
di come avessero abusato in un eccesso di acquavite di serve o donne
libere.
Aveva
riletto il biglietto e la sera
stessa si era recato da Eulalia, aveva atteso e poi aveva visto la
finestra
aprirsi, solitamente quando arrivava era già aperta e quello
l’aveva
preoccupato, suor Maria Luisa doveva aver dettato delle regole ferree
contro
Eulalia, se la notizia si fosse diffusa lo scandalo sarebbe stato
immenso e
avrebbe distrutto la reputazione del convento e della stessa badessa.
Rimase in
silenzio e poi sentì un rumore, tempo cinque secondi e vide
Eulalia scendere
dalla scala, attese e poi la prese tra le braccia, il ventre sporgeva
appena si
rese conto osservando la ragazza in camicia da notte, mai come allora
Eulalia
gli era sembrata una creatura angelica.
<<
Hai avuto il mio biglietto
>> sussurrò lei prima di sfiorargli il volto
con le dita, i capelli corti
rendevano i suoi occhi stranamente grandi e luminosi, sembrava una fata
pensò
Carlos prima di cercare le sue labbra in un bacio pieno
d’amore e di speranza,
non avrebbe permesso che la donna che amava venisse punita.
<<
Dovevo venire mi amor, e vedo
che hai già preso una decisione >> disse lui
osservando il fagotto che
giaceva a terra, fino al ritorno della badessa avrebbe potuto
nasconderla in
chiesa, nella sua stanza personale ma poi sarebbero dovuti fuggire. Non
l’avrebbe abbandonata, erano colpevoli entrambi anche se il
diritto canonico
per lui avrebbe fatto un’eccezione il suo cuore gli imponeva
di rimanere con
Eulalia. Si trovava ad un bivio, doveva scegliere tra la sua carriera,
l’unico
stimolo che aveva avuto per gran parte della sua vita, e
l’amore della sua
vita. Il buonsenso gli suggeriva di liquidare suor Maria de la
Mercedes, di
provvedere al bambino e di abbandonarla per poi proseguire la sua
ascesa e una
volta divenuto importante occuparsi di entrambi.
Avrebbe
potuto tenerla come amante,
aveva visto religiosi convivere con delle donne e avere da loro figli
che
adoravano e che molti destinavano alla Chiesa, avrebbe potuto tenersi
Eulalia
per sé, tenerla nascosta al mondo, nota solo a sé
stesso e crescere il loro
bambino come se fosse un orfano, un orfano che in un impeto di
pietà aveva
raccolto e della cui educazione si occupava, era sicuro che Eulalia lo
avrebbe
comunque amato ma lui dopo qualche anno si sarebbe odiato e avrebbe
detestato
lei.
No, aveva
di fronte a sé un’unica
strada: la dannazione eterna della loro anima ma la salvezza terrena.
Dovevano
fuggire ma non in Spagna, ancora comandata dall’Inquisizione,
ma in Francia,
quello che si diceva della Francia aveva in sé qualcosa di
blasfemo ma era
quello di cui entrambi avevano bisogno in quella situazione.
<<
Io … volevo venire da te, Pilar
sta dormendo ma la badessa tornerà tra due giorni e non
voglio … so di meritare
la mia punizione per aver infranto i mie voti ma non riesco ad
immaginare la
mia vita senza di te, e se questo vuol dire che dovremmo fuggire
così sia
perché non permetterò a nessuna forza sulla terra
di dividerci >>
annunciò Eulalia, coraggiosa, angelica fanciulla
pensò Carlos, era pronta d una
vita infernale pur di stare con lui, non era degno di
quell’amore, non lui che
aveva trascorso tutta la vita obbedendo al disegno già
tracciato per lui.
<<
Dovremmo fuggire, non potrai
più tornare a questa vita perché
l’Inquisizione ci condannerà e il re
dovrà ordinare
la nostra morte. Davanti a noi, se deciderai di venire con me
c’è una strada
fatta di sofferenza, esilio e vergogna, se sei pronta a scegliere mi
amor
allora sappi che solo la morte mi porterà lontano da te
>> dichiarò
Carlos, quello era come un matrimonio, era il loro matrimonio.
<<
Non ho paura di niente, solo
di essere separata da te. Non ho mai rivelato il tuo nome, suor Maria
Luisa
voleva sapere chi fosse ma io non ho detto nulla >> gli
confidò Eulalia
prima di stringere la sua mano, avevano tanto di cui occuparsi
pensò Carlos
mentre l’aiutava a lasciare il convento.
La mattina
successiva la fuga di
Eulalia, poco prima di mezzogiorno Carlos ricevette la visita di suor
Maria
Luisa, la badessa aveva lasciato per la seconda volta il convento per
poter
conferire con lui. Come aveva temuto la donna era venuta a lamentarsi di Eulalia, di come
avrebbe portato il suo
nobile luogo di preghiera verso la vergogna e se lui avesse delle idee,
la
fanciulla si confessava presso di voi padre, vi avrà
più detto qualcosa, vi
avrà rivelato il nome del padre del suo bastardo, ho ragione
di credere che sia
fuggita con lui e ho necessità di un nome lo
interrogò. Carlos sapeva che era
quello il momento di ammettere le proprie colpe, di autoaccusarsi di
essere il
padre del bambino ma non lo fece, se anche suor Maria Luisa avesse
creduto alle
sue parole non avrebbe pensato a nessuna punizione per lui, e Carlos
sapeva
bene di meritarla come e più di Eulalia.
<<
Suor Maria de la Mercedes non
mi ha mai parlato di un amante, o di essere stata sedotta, purtroppo
reverenda
madre io non so niente. Riconosco che il momento è grave e
il peccato mortale
ma bisognerebbe parlare con il vescovo e interrogare i familiari delle
suore e
delle ospiti, i giovanotti di oggi sono sfrontati e libertini, come
dicono in
Francia, Nazione dove l’eresia e la scostumatezza regnano
sovrane >>
aveva risposto e la badessa era stata d’accordo, lo aveva
salutato
ringraziandolo infinitamente, senza di voi padre saremmo perse aveva
detto
prima di lasciare la chiesa.
Eulalia
aveva udito tutto, era rimasta
nella sacrestia e aveva scritto una lettera ad Alexia, la sua unica
amica
meritava di sapere cosa le fosse accaduto, era sicura che avrebbe
fortemente
disapprovato e condannato le sue scelte ma meritava di essere messa al
corrente; nella stanza di Carlos aveva trovato una mappa della Francia
e
l’aveva studiata, era l’unico luogo dove potevano
andare, l’unico che li
avrebbe sicuramente accolti.
Non fu facile fuggire, Eulalia
sembrava ancora di più una bambina negli abiti che avevano
trovato ed era
impossibile evitare gli sguardi curiosi di coloro che viaggiavano
assieme a
loro sulle varie diligenze, era una fortuna che li scambiassero per
marito e
moglie e che nessuno facesse domande più la frontiera con la
Francia si
avvicinava, nessuno notava i capelli corti di Eulalia grazie al velo
nero che
la giovane indossava, sono in lutto a causa della morte del mio signor
padre
aveva spiegato ad una donna che le aveva chiesto spiegazioni, in quanto
a lui
era la prima volta in tanti anni in cui non indossava la sua tonaca da
prete e
si sentiva a disagio con quegli abiti borghesi.
Enrique Duncan nacque a Tarascon,
pochi giorni dopo il loro arrivo in Francia. Carlos non aveva smesso di
guardarsi le spalle attento ad ogni indizio che potesse cogliere su di
loro,
sembrava che in quel Paese non importasse a nessuno della loro
identità ma
restava comunque guardingo. Quando la levatrice gli mise tra le braccia
suo
figlio rimase senza parole mentre sentiva il cuore scoppiargli dalla
felicità,
non aveva mai osato sperare che una simile gioia potesse riguardare
anche lui.
Eulalia
aveva avuto timore di morire
ma non per sé, la sua anima era destinata
all’inferno dal primo momento in cui
aveva incontrato Carlos, ma per lui e per il bambino, il solo pensiero
di
lasciare solo l’uomo che amava, che per lei aveva abbandonato
una luminosa
carriera, era devastante, saperlo crescere da solo il bambino era un
pensiero a
cui non voleva dedicare nemmeno un istante, fu lo stesso Carlos a
battezzare il
bambino, poteva ancora farlo essendo ancora un prete inoltre temeva che
se si
fosse rivolto al curato locale prima o poi tutta la loro vicenda
sarebbe
divenuta nota.
Deciso di
chiamarlo Enrique, il primo
nome su cui entrambi si trovarono concordi, avevano deciso di rimanere
il più
allungo possibile in quella città di cui ogni singolo sasso
evocava il suo
glorioso passato di roccaforte dell’antica contea di Provenza
che rese quella
terra bagnata dal sole e dal mare la prediletta dai poeti e dai
trovatori e che
mai i francesi del nord riuscirono a comprendere pienamente limitandosi
a
conquistarla.
Purtroppo fu proprio lì che ebbero la
notizia, Carlos la udì quasi per caso, secondo
l’oste della locanda dove
alloggiava con Eulalia era scoppiato uno scandalo in Spagna, si diceva
di un
prete che aveva sedotto una suora, o era il contrario e che vistosi
scoperti i
due fossero fuggiti, dove non era importante perché
l’Inquisizione spagnola,
flagello degli ebrei e degli eretici, aveva deciso la scomunica solenne
di lui
dopo aver impiccato il prete in effige e lanciato la danantio memoriae
per la
suora, si mormorava che la badessa del convento avesse maledetto
più volte i
due giurando che se mai fossero tornati avrebbe ucciso personalmente
quella
suora che aveva dissacrato così l’abito sacro che
indossava e strozzato con le
sue mani il piccolo bastardo, perché sembrava che i due
avessero avuto almeno
un figlio.
Restare a
Tarascon non era prudente,
erano troppo vicini alla frontiera si dissero entrambi prima di
preparare i
pochi bagagli che avevano, conoscevano entrambi suor Maria Luisa e la
sua
furia, dovevano andare lontano da lei, per fortuna i capelli di Eulalia
stavano
ricrescendo, ora le arrivavano alle spalle e Carlos adorava passarvi le
mani,
dannati ma insieme anche nella punizione.
Quando
furono a Bayonne, la città
bagnata dalle acque del golfo di Biscaglia dove oltre cento anni fa il
potente
Luigi XIV aveva sposato la timida e sfortunata Infanta di Spagna,
Carlos decise
di chiederle se voleva sposarlo: sebbene il loro amore fosse
sopravvissuto ad
una prova che avrebbe schiacciato cuori più debole sentiva
il bisogno di voler
regolarizzare la loro unione davanti agli uomini, di fronte a Dio aveva
sposato
Eulalia in occasione del loro primo bacio, e soprattutto di garantire
un futuro
sereno a Enrique, quel bambino che dormiva placido tra le braccia di
lei e che
adorava giocare con i capelli ora ricresciuti di Eulalia.
Il prete non sollevò alcuna obiezione,
semplicemente li osservò sospettoso per tutta la durata
della cerimonia mentre
Enrique era il loro unico testimone, erano coscienti che non sarebbero
più
potuti tornare in Spagna e che la vita da lì in poi sarebbe
dovuta rimanere
segreta ma sapevano che l’altro non l’avrebbe
abbandonato, quei voti nuziali erano
molto più sacri e inviolabili dei sacri voti che avevano
pronunciato in un
tempo che appariva lontano e vuoto.
<< Rovinata, condannata,
dannata, non mi interessa finché tu sarai al mio fianco, io
ti amo dal nostro
primo incontro, prima ancora di sapere cosa fosse l’amore io
amavo te, Carlos
Duncan, non credo nell’amore senza di te, non credo nella
vita sen non con te
al mio fianco, senza di te io oggi sarei una donna monacata senza una
vera
vocazione perché prima di conoscerti io non avevo idea che
ci fosse così tanto
nel mondo >> dichiarò Eulalia quella sera
nell’intimità della stanza
della locanda di Bayonne dove alloggiavano, i capelli biondi sciolti
sulle
spalle e la camicia bianca la faceva assomigliare ad una vergine.
<<
Tu hai cambiato la mia vita, mi
hai mostrato che anch’io potevo scegliere e io ho scelto te,
ho scelto una vita
accanto a te e a nostro figlio, ho deciso di mandare all’aria
quello che gli
altri avrebbero voluto per me perché un istante assieme a te
è ai miei occhi
più importante dell’eternità, senza di
te sarei ancora un’ombra che si agita
nel mondo, un debole succube delle decisioni altrui. Tu mi hai reso un
uomo, tu
mi rendi felice ogni giorno e non passa giorno senza che io benedica il
giorno
in cui accettai l’incarico di confessore perché
è così che le nostre strade si
sono incontrato. Io ti amo Eulalia Valdes e ti amerò
finché avrò vita >>
replicò Carlos prima di stringerla a sé, avevano
già avuto una loro prima notte
di nozze eppure si sentiva nervoso come allora, quando quella sera
d’estate
Eulalia per la prima volta gli aveva offerto sé stessa.
Rimasero a
Bayonne un’altra settimana,
poi deciso di trasferirsi più a nord e cominciare a provare
a condurre una vita
normale. Eulalia parlava solamente poche parole di francese preferendo
spagnolo
e catalano, motivo per cui le prime parole di Enrique furono un misto
di
entrambe le lingue, mentre suo marito riusciva a farsi capire in quella
lingua
così simile e così differente dalla sua. Furono
fortunati a Brouage era
disponibile il posto di bibliotecario e quando scesero dalla diligenza
a
Eulalia sembrò di aver trovato un angolo di paradiso,
lì nessuno li avrebbe
trovati pensò mentre stringeva a sé suo figlio,
nessuno avrebbe mai potuto
sospettare la verità su di loro.
Si impose
di uscire il meno possibile,
mentre anche suo marito conduceva una vita ritirata, nemmeno il suo
stesso
figlio doveva sapere la verità su come si fossero conosciuti
e amati, in
Francia la loro storia avrebbe suscitato appena delle risate e qualche
sguardo
di disapprovazione ma in Spagna … in Spagna li attendeva il
cappio o peggio
ancora la garrotta, per questo quando cominciarono ad arrivare quelle
notizie
da Parigi sia lei che Carlos ne furono segretamente felici.
Enrique a
sette anni era un bel
bambino dai capelli castani e dallo sguardo curioso che aveva imparato
quando
non fare domande pertanto quando Carlos li avvisò che
avrebbero dovuto
alloggiare uno dei dragoni che si trovavano nella regione occupati
contro gli
chouans rimase in silenzio, a lei non piaceva quello che stava
accadendo nelle
ultime settimane e Carlos lo trovava addirittura blasfemo ma sapeva che
non
bisognava parlarne, la loro presenza era tollerata ma erano ben
coscienti che
gran parte dei cittadini si faceva domande su di loro, da dove
venissero e cosa
li avesse portati lì.
Le lettere
di Alexia erano scarse, due
o tre all’anno, ma le erano utili, colei che un tempo era
stata la sua migliore
amica era riuscita a capire le sue azioni ma non ad accettarle ed
Eulalia la
comprendeva, Alexia era sposata nonostante avesse ardentemente
desiderato
prendere i voti mentre lei era stata una suora ma aveva dissacrato e
calpestato
i suoi voti per amore di Carlos e non riusciva a pentirsene, non quando
stringeva a sé suo figlio o quando la notte lei e Carlos si
amavano, suo marito
sapeva farla sentire protetta, amata desiderata e lei non chiedeva
altro.
Quando
udirono bussare alla porta si
sistemò meglio l’abito, sebbene approvasse
l’arrivo dei dragoni avrebbe
preferito non ospitare nessuno ma il sindaco era stato categorico o
così o si
poteva essere accusati di essere partigiani degli chouans e
dell’esercito
realista, sebbene fosse profondamente credente Eulalia non credeva in
quei
sistemi e Carlos cercava di non pensarci, non dopo aver lanciato la
tonaca alle
ortiche e aver contratto matrimonio.
<<
Cittadino Duncan, cittadina,
vi presento il maggiore Jean Antoine Ducatel, cittadino Ducatel, vi
presento i
coniugi Duncan dove alloggerete >> si limitò a
dire il sindaco prima di
uscire, non solo dovevano ospitare un soldato pensò Carlos
ma era un moro, il
discendente di qualche schiavo delle colonie che aveva fatto carriera
grazie
alle diserzioni del generali, il mondo si stava capovolgendo ma almeno
lui ed
Eulalia erano ancora insieme e così sarebbe stato per sempre.
Ringrazio alessandroago_94 ed Herm93 per averla messa tra le
seguite, Arya Ard per averla messa tra le preferite e ringrazio
doppiamente alessandroago_94 per aver recensito, entro gennaio dovrei
cominciare la seconda parte della storia originale ossia Il Giglio Nero
- L'avvento dell'Aquila.
Come sempre mi trovate sulla mia pagina facebook Diana924(EFP)
e sul mio profilo ask diana9241
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