Promesse
[Prompt:
Schiaccianoci]
Yuri
se ne stava disteso a pancia in giù sul suo letto, gli occhi
sollevati e posati
sul televisore, mentre nella sua stanza cominciava a suonare la Suite
no. 5
dello Schiaccianoci.
Gli
occhi del ragazzo seguirono i movimenti
aggraziati della ballerina, una ragazzina più piccola di
lui, ma che ballava
divinamente; niente a che vedere con la prima ballerina che avrebbe
danzato a
partire dalla seconda scena del primo atto, certo, ma molto brava per
la sua
giovane età.
Clara
ballava
stretta al suo schiaccianoci di legno, ignorando ch’egli
fosse un principe.
Yuri
era fermamente convinto che la sua
passione verso il balletto fosse nata ancora prima di quella per il
pattinaggio, e tutto grazie a suo nonno che, fregandosene altamente
dell’opinione dei suoi genitori, l’aveva portato a
vedere “Lo Schiaccianoci”
del maestro russo Tchaikovsky.
Le
trombe cominciarono a suonare quel
loro ritmo incalzante, e Clara venne colta di sorpresa dal fratello, il
quale
la rincorse fino a che entrambi non uscirono di scena, per lasciare il
posto
agli adulti.
La
scena del ballo tra gli adulti non
era entusiasmante, e Yuri preferiva concentrarsi sulla musica in quel
frangente, così afferrò il proprio telefono dal
pavimento e ne accese lo
schermo.
Come
al solito, le notifiche dei suoi
social ricoprivano per intero la schermata di blocco, ma quella volta
indicavano anche dei messaggi sul suo numero personale. Aprì
l’icona
corrispondente, scoprendo dei messaggi da Yuuko (foto delle gemelle che
sfoggiavano
tre felpe con un leone, una tigre ed un leopardo), uno dei soliti meme
di Mila
ed infine un messaggio da Otabek.
Yuri
alzò un angolo della bocca, in un
mezzo sorriso; era ancora strano parlare con qualcuno che non fosse un
suo
prossimo familiare o quasi, abituato com’era a frequentare
sempre le stesse
persone. Era una sensazione nuova, ma non per questo spiacevole.
Avevano
parlato già qualche giorno prima, e Yuri si era stupito di
quanto gli venisse facile parlare
con Otabek, gli argomenti
non erano forzati, le parole fluivano come mai gli era accaduto prima e
Otabek
riusciva sempre a metterlo di buon umore, anche attraverso uno schermo.
Una
volta gli aveva perfino chiesto un consiglio su una sequenza di passi
che
non riusciva ad eseguire bene, la nota vocale tradiva
l’iniziale imbarazzo del
maggiore, ma a Yuri era piaciuto sentire di nuovo la sua voce.
Aprì
la chat; la didascalia in grigio diceva “Foto” e
Yuri si scoprì particolarmente
curioso di sapere cosa gli avesse mandato Otabek.
Le
prime note della Suite no. 6 riempivano l’aria e davanti ai
suoi occhi si aprì
l’immagine di un paio di guanti neri, foderati da quello che
sembrava pelo
leopardato, Otabek li teneva con una mano.
Ho trovato il
tuo
regalo di Natale. Diceva
la didascalia.
Yuri
fissò la foto per qualche secondo,
sorpreso, prima di accorgersi della frase che ci stava scritta sotto.
Strinse
le labbra, per impedirsi di sorridere di più e rispose
velocemente al
messaggio.
Noi
non lo festeggiamo il Natale.
Inviò, e non ci volle
molto prima che Otabek rispondesse.
Allora
li tengo per me.
Se
Yuri non l’avesse conosciuto meglio,
si sarebbe arrabbiato a quella risposta, ma ormai aveva capito che
Otabek non
era il tipo di persona da rimangiarsi un regalo, e
interpretò quel messaggio
come una semplice battuta.
No,
li voglio, mi piacciono. Rispose,
e gli piacevano davvero;
sebbene non sapesse bene che farsene, poiché sembravano
quasi gemelli di quelli
da motociclista che portava l’altro, l’idea che
Otabek avesse speso del tempo
(e del denaro) per comprare qualcosa a lui
non era fastidiosa come avrebbe pensato fino a qualche settimana prima.
Te
li mando per posta. Gli
aveva risposto Otabek, mentre Yuri,
sentendo un cambiamento nella melodia della canzone alzò gli
occhi in tempo per
vedere l’arrivo dei topi. Non appena ritornò con
lo sguardo sul telefono non
riuscì più a contenere il sorriso che gli si
aprì sul volto.
Non
passarono che pochi secondi, però,
che venne colpito dalla consapevolezza di non aver nulla per ricambiare
il
regalo di Otabek. Certo, era giustificato, perché non era
usanza in Russia fare
doni per Natale, e soprattutto perché non si sarebbe mai
immaginato che Otabek
avrebbe pensato di regalargli qualcosa, ma non risolveva il suo
problema.
Il
suo cellulare vibrò una seconda
volta, mostrando l’icona di una nota vocale. Yuri aveva
cominciato a capire che
Otabek non amava i messaggi, infatti capitava spesso che gli
rispondesse a
voce.
Avviò
la nota e si mise in ascolto, il
telefono avvicinato all’orecchio, in modo che
l’audio non venisse inghiottito
dalle ultime note della Suite no. 6.
Prima
che Otabek iniziasse a parlare,
Yuri riconobbe il rumore del traffico, e si chiese cosa
diavolo avesse in testa quel pazzo, se davvero stava guidando
con il telefono in mano.
«Umh…
comunque non sei costretto a regalarmi qualcosa anche tu. E il rumore
viene
dalla finestra, non sto guidando.»
Come
in tutte le altre note vocali che
gli aveva mandato, Otabek parlava piano, come se fosse a disagio, ma
stavolta
Yuri non riuscì a concentrarsi su quello, perché
Otabek era riuscito a placare
qualunque suo dubbio, in meno di dieci secondi. Ancora una volta aveva
capito
cosa gli passasse per la testa, e la cosa era così assurda
da sembrare quasi
spaventosa.
Yuri
tenne premuto il pulsante per
registrare. «Per me puoi anche guidare e parlare al telefono,
basta che non ti
rompi qualche arto, devi ancora battermi.» lasciò
andare, mandando la nota
vocale, poi aggiunse per messaggio. Se
trovo qualcosa che potrebbe piacerti te la mando anche io per posta.
Sapeva
che Otabek gli aveva appena detto
che non era necessario, ma ormai Yuri aveva deciso.
Mmh.
Fu
l’eloquente risposta dell’altro, anche se Yuri non
ebbe neanche il tempo di
replicare, perché il telefono gli vibrò di nuovo
tra le mani.
È
Lo Schiaccianoci, di sottofondo? Chiedeva
Otabek. Yuri
non si aspettava un messaggio del genere, non si aspettava che
l’altro notasse
qualcosa del genere, considerato che la nota vocale non durava
più di quattro
secondi.
Alzò
un sopracciglio, digitando un
semplice Sì, Suite no. 7.
Non
mi dice niente, non l’ho mai visto tutto. Mi irrita.
La risposta non si fece aspettare.
Inizialmente,
Yuri credette di aver
capito male: non era possibile che Otabek non avesse mai
visto l’intero spettacolo. Rilesse il messaggio, ma
le parole
erano lì, chiare e limpide. L’irritazione venne
dopo.
Ti
irrita?
Scrisse, con tutta l’intenzione di far tornare un
po’ di sale in zucca ad Altin, che a quanto pareva
l’aveva lasciato tutto nel
casco.
Non
amo molto il balletto. Replicò
il maggiore.
Ma
se hai preso lezioni con me al campo di Yakov. Gli
ricordò Yuri, sempre più confuso. Come faceva
Otabek a non apprezzare Lo
Schiaccianoci? O il balletto? Da pattinatore avrebbe dovuto conoscere
almeno i
passi di base, per non parlare di tutto l’allenamento per
ammorbidire i
legamenti.
Notò
una nuova nota vocale, stavolta più
lunga del solito. «Dopo il campo
estivo
non mai più ballato. Non ne sono mai stato capace e ho
preferito concentrarmi
sul pattinaggio. Non fa per me.»
L’imbarazzo
era percepibile nella voce
di Otabek, più bassa del normale, come se si vergognasse ad
ammetterlo, come se
si sentisse in difetto. E forse era proprio così,
pensò Yuri, perché Otabek gli
aveva confessato di averlo preso a modello, per tutto il tempo che
avevano
passato al campo. Tutto il risentimento scivolò in secondo
piano, a quella
realizzazione, ma non la determinazione, quella no. Aveva deciso che
avrebbe
fatto rinsavire Otabek, e ci sarebbe riuscito.
«Non
piangerti addosso e vedi di
riprendere a ballare o non te la caverai facilmente quando ci
rivedremo,
Altin.» Inviò.
Non
aveva riflettuto molto sulle
promesse nascoste in quella risposta e nemmeno gli interessavano,
perché quando
Otabek gli rispose con una risata smorzata, Yuri riuscì solo
a pensare di aver
raggiunto il suo scopo.
[1304
parole]
Note della pseudo autrice:
Salve
di nuovo gente!
Come
sempre, grazie per aver letto fino a
qui, innanzitutto :)
Adesso
mi lascerò andare in una serie di sproloqui
su questa seconda one-shot (aka vi spiego un po’ a cosa
pensavo mentre
scrivevo, anche se probabilmente non interessa a nessuno lol):
Prima
cosa importante: sono
preoccupatissima per la caratterizzazione dei personaggi, non tanto
Yuri (ma
ovviamente se vi sembra OOC fatemelo notare), quando per Otabek. Voglio
tanto
bene anche a lui e mi ci rivedo molto, però non sono sicura
di essere riuscita
a renderlo bene come avrei voluto, quindi vi prego, se vi sembrano cose
campate
in aria, ditemelo senza troppi giri di parole.
Seconda
cosa (un po’ meno importante, ma
la preciso perché non si sa mai): in questa storia il
rapporto tra Yuri e Otabek
sarà di semplice amicizia, non per motivi particolari (ad
esempio tutto il
dibattito sulla pedofilia che non voglio nemmeno star qui ad esaminare,
perché mi
sembra profondamente offensivo verso le relazioni tra persone reali,
inoltre sono
la prima che shippa Otayuri con l’intera anima), ma
perché mi piace l’idea di
questi due che prima di vedersi come potenziali “interessi
amorosi” si vedano
come “amici”.
Teerzo:
Ho detto che in Russia non si
festeggia il Natale, e la cosa è in parte vera; i russi
(come i kazaki)
festeggiano il Natale secondo il calendario ortodosso, quindi il 7
gennaio,
anche se in generale la festività più sentita
è il Capodanno, i doni vengono
infatti scambiati durante Capodanno e non a Natale.
Quarto
(e giuro che la smetto): lo
Schiaccianoci perché sì; perché io amo
profondamente Tchaikovsky e lo Schiaccianoci, e
perché volevo inserire il
mio headcanon secondo il quale Beka, nonstante abbia rinunciato al
balletto
ormai da anni, decide di riprendere qualche lezione per poter ballare
con Yuri
*la sedano e la portano via*
Finalmente
ho finito queste note che sono
magari più lunghe della storia stessa :’)
Ringrazio
di nuovo chiunque abbia letto e
spero mi lascerete un commento (ribadisco, anche critico!), ne sarei
felicissima!
Buon
proseguimento!
LysL
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