Bene, siamo giunti all'ultimo capitolo! Io non so davvero come ringraziarvi per i commenti e per la compagnia che mi avete dato durante tutto questo tempo! ^_^ Sono molto felice che le mie storie vi piacciano! ^^
Nell'ultimo capitolo vi ho detto che vi avrei dovuto svelare un piccolo segreto, ed eccolo qui: voi tutte adorate le frasi che Edward dice in tantissime mie ficci, se non in tutte. Quelle frasi così particolari, sono di un ragazzo Inglese che esiste davvero e che abita qui in Italia. Quelle parole, sono quelle che lui confessa e dice sempre alla sua fidanzata. Non vi dico dove si possa trovare, perché vorrei evitare che organizzaste pulman di ricerche... ehehe^^ Ebbene, abbiamo in Italia un gentleman che è caratterialmente la copia spudorata di Edward Cullen. Io ammetto di non averlo mai visto, ma da quello che la sua ragazza mi racconta... bé... credo proprio che mi ci vorrebbe un secchio per la bava se un giorno lo incontrassi!^^ E non parlo solo della pelle pallida come la neve che ha in comune con il nostro vampiro adorato!
Detto questo, ora vi lascio leggere l'ultimo capitolo in santa pace ^^ e per chi mi ha chiesto se ho già pronta un altra storia, la risposta è si. Ne ho 4 in cantiere; 3 Bella Edward e una Jasper Alice. Le stò scrivendo in contemporanea, quindi, credo di riuscire a postare la prima di queste per la settimana prossima. Quindi, credo che per lunedì avrete il primo capitolo della nuova storia. ^_^
Ora davvero vi lascio leggere in pace! Un bacione e ancora Grazie di cuore per il vostro affetto. Ciao Goten^^
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Capitolo
18
Rientrammo
che era quasi l'alba, dopo lo strep tease, alla fine ci eravamo
concessi anche una serata solo fra di noi, a caccia nella foresta.
Sapevo che probabilmente Alice aveva visto tutto, perciò mi
aspettavo in qualunque momento un suo ricatto!
Scivolai
in casa, seguendo la scia del profumo di Bella, ogni secondo che
avevo passato lontano da lei, era stato veramente doloroso.
Aprii
la porta della mia stanza e non potei evitare di sorridere. Era li,
tutta infagottata nel grande copriletto dorato. Sembrava un piccolo
pulcino. Il mio piccolo pulcino.
Ancora
un paio di giorni e Bella sarebbe stata mia moglie!
Edward.
Mi voltai verso il corridoio, Alice mi stava guardando. Intanto
che dorme, vieni che ti finisco l'abito.
Annuii,
anche se avrei voluto passare del tempo con lei.
Passai
almeno venti minuti buoni con Alice, ma non potevo lamentarmi, il suo
stile e la sua bravura nel cucire abiti erano incredibili.
<<
Fatto! Ora sei libero. >> Mise via il metro, chiudendolo nel
cassetto. In quel momento ebbe una visione, Bella che si svegliava
dal suo sonno. Si sveglierà a momenti... E questo mi fece
venire in mente un ottimo modo per augurarle il buon giorno. <<
Si, le piacerà. >> Esclamò Alice, battendomi una pacca sulla
spalla.
Senza
pensarci due volte, scesi dalle scale, notando a mala pena i miei
fratelli, seduti sul divano con in mano un metro. Non mi
interessavano le loro discussioni sulle misure, adesso, volevo solo
augurare un buon giorno al mio amore.
Presi
a far scorrere con calma le mie dita sui tasti in avorio, la melodia
di Claire de Lune si sparse per la casa, chiusi gli occhi,
lasciandomi trasportare dalle note dolci e malinconiche.
Concentrai
i miei sensi sul battito calmo e regolare del suo cuore, mi sarebbe
mancato in futuro... ah, il futuro. Quante vole mi ero soffermato
nell'immaginare me e Bella assieme in questi giorni?! Tantissime
volte! Eppure, non ero mai sazio di quelle visioni.
Sentii
il rumore di stoffa scivolare, la mia piccolina si era svegliata e si
stava alzando.
Continuai
a suonare, mentre le voci dei miei fratelli attirarono la mia
attenzione quando pronunciarono il nome di Bella.
<<
Per me è così! >> Disse serio Emmett, sempre con quel metro
in mano.
<<
Ma no, è impossibile. >> Sospirò Jasper, anche lui serio. Che
diavolo stavano facendo?
Lo
vidi prendere in mano l'attrezzo e allungarlo ancora di un paio di
centimetri. << Ecco, io credo che sia così! >>
Emmett
sghignazzò. << Io scommetto di no. >>
<<
Cosa vuoi scommettere? >> Oddio, se scommettevano era una cosa
seria...
<<
Comunque, dobbiamo poi chiedere conferma a Bella. >> Sentenziò
Emmett, seguito da un cenno di assenso di Jasper.
Cosa
dovevano chiedere a Bella?
<<
Lo chiedo io o lo fai tu? >> Domandò Jasper, mettendo il fermo
al metro sulla misura di trenta centimetri.
<<
Lo faccio io. >> Esclamò Emmett, felice come una pasqua.
Alzarono
lo sguardo quando udirono i passi leggeri di Bella scendere le scale,
Emmett si alzò per andarle incontro, in quel momento gelai...
Bellina scusa, ma quanto è lungo quello di Eddy? Questa era
la domanda seria che dovevano porre al mio angelo?!
Ruggii
incontrollato! << Non ci provare! >> Alzai la voce di
parecchio, facendo sobbalzare dallo spavento il mio piccolo pulcino.
<<
Edward... ? Che succede? >> La sua voce, così impregnata di
ansia, mi riportò alla realtà. Mi avvicinai sibilando contro i miei
due fratelli, sfidandoli con gli occhi a provare anche solo a muovere
un muscolo.
Presi
la mano di Bella e l'aiutai a scendere gli ultimi gradini. <<
Edward, che sta succedendo?! >>
Posai
un braccio attorno alle sue spalle, dandole un bacino sulla tempia.
<< Niente, i due idioti volevano farti una domanda molto
stupida! >>
<<
Oh. >> Rispose solo, aggiungendo poi. << Jasper,
Emmett... non lo so e anche se lo sapessi, non ve lo direi. >>
Si strinse contro me, lasciandomi colpito.
<<
Ma tu... cosa... >> Balbettai confuso.
<<
Alice mi ha detto... >> Arrossì sulle guance. << ...
cosa mi avrebbero chiesto. >> Finì ancora più rossa.
Quella
forte scarica che avvertii dentro di me, aveva solo un nome:
imbarazzo!
Lo
sbuffo di Emmett attirò nuovamente la nostra attenzione. <<
Proprio non vuoi condividere con noi questo segreto? Abbiamo una
tabella da compilare sai... noi maschi Cullen, dobbiamo essere
all'altezza di certe aspettative e... >>
Presi
Bella in braccio e schizzai fuori di casa, prima che Emmett potesse
finire il suo assurdo discorso e prima di far rimanere vedova mia
sorella Rosalie.
Mi
fermai in giardino, la risata contenuta di Bella non poté evitare di
farmi sorridere. << Sono due idioti, scusali. >>
Mi
regalò un delizioso bacio leggero sulla guancia. << No, sono
simpatici. >> Scese dalle mie braccia e camminammo tranquilli
per il giardino. << Allora, domani è il grande giorno. >>
La sua voce era insicura.
<<
Certo. >> Ribattei io con sicurezza. << Non avrai
cambiato idea? >> Scherzai, ma vedendo il suo mutismo, il gelo
si impossessò di me. << Bella? >> Deglutii il veleno. <<
Non hai cambiato idea, vero? >> La fermai mettendole le mani
sulle spalle.
Lei
sospirò. << Edward, io... non sono sicura che sia giusto, per
te. Insomma, tu hai davvero intenzione di prenderti cura di me per
sempre? Non è giusto nei tuoi confronti... io. >>
<<
Quello che dici è assurdo e stupido! >> Sbottai leggermente
arrabbiato. << Io ti amo, Bella! E voglio che tu sia mia
moglie! Per sempre! >> L'abbracciai stretta a me, le sue
braccia mi circondarono gentilmente. << Allora, vuoi ancora
essere mia moglie? >> La speranza impregnava la mia voce.
<<
Si, per sempre. >> Questa volta, sentivo sicurezza nella sua
voce e questo mi rese finalmente più tranquillo. Sciolsi l'abbraccio
continuando a tenerle la mano. << Non mi hai ancora raccontato
cosa avete fatto per l'addio al celibato! Dove siete andati tu e i
ragazzi? >>
In
quel momento divenni seriamente ancora più pallido. << Oh...
non abbiamo fatto niente di interessante... >> Divagai,
sperando di trovare alla svelta qualcosa per distrarla.
<<
Edward basta! Seriamente! Mancano solo poche ore alla cerimonia! Stai
tranquillo! Alice e Rosalie sono da lei, sua madre e il suo nuovo
marito sono arrivati, sta andando tutto bene! La vuoi smettere di
essere così agitato?! >> Esclamò stanco Jasper.
Carlisle
mi stava sistemando il colletto della camicia. << Ecco, adesso
sei a posto. >>
Lo
guardai di sottecchi. << Hai eseguito alla lettera gli ordini
di Alice? >>
<<
Ovvio, non voglio che mi scateni una guerra in casa. >> Rispose
come se fosse una cosa normale.
Lo
guardai male e sospirai frustrato per l'ennesima volta. Esme stava
finendo di sistemare il giardino e Emmett le stava dando una mano.
Tutto era perfetto, aspettavamo solo la sposa.
Rimasi
immobile nella sala, osservando distrattamente tutto quello che mi
avveniva attorno, la mia mente era ferma su un solo particolare;
Bella stava arrivando, presto sarebbe stata mia moglie!
Sobbalzai
quando la mano di Jasper mi afferrò una spalla. << Edward,
calmati. >> Gli ringhiai contro. << Rilassati, è il
momento... andiamo. >>
Cosa?!
Era già il momento?! Oddio! Lo seguii meccanicamente fuori
posizionandomi agitato sotto l'arco di rose, pochi attimi dopo,
sentii l'auto che portava la sposa fermarsi e il fruscio del vestito
di Bella strisciare sull'erba. Basta! Non resistetti più, sbirciai
nella mente di Alice. Bella era semplicemente divina. L'abito bianco
la fasciava e rendeva veramente eterea, i soffici capelli raccolti in
una morbida acconciatura con qualche boccolo cascante.
Era
mia! Tutta mia! Sorrisi come un imbecille! Ma gelai invece quando
vidi Tanya andarle vicino. No! Non adesso! No! No! Perché Alice non
faceva nulla per fermarla?! Anzi, la guardava sorridente!
<<
Bella. >> La chiamò la vampira
<<
Tanya. >> Rispose senza scomporsi.
La
vidi tramite la mente di mia sorella avvicinarsi e abbracciare la mia
futura moglie. << Tu e Edward siete legati, non posso farci
nulla... >>
Tranquillo
Edward, l'avevo previsto. Tirai
un sospiro di sollievo. L'agitazione tornò dentro di me quando vidi
Bella avanzare abbastanza sicura, accompagnata da suo padre verso di
me.
La
cerimonia, così come il pranzo e il resto si svolse senza alcun
intoppo. I licantropi festeggiavano assieme ai vampiri, una cosa che
sarebbe rimasta nelle leggende, sicuramente!
Bella
venne presentata a tutti come la nuova signora Cullen, era delizioso
vederla sorridere e ballare assieme a suo padre.
<<
Ricordatevi che fra poco dovrete andare... >> Mi sussurrò
Alice. Annuii, senza mai togliere lo sguardo dalla mia bellissima
moglie.
Con
una certa trepidazione mi alzai e la raggiunsi. << Scusami,
Charlie. >> Il mio ormai suocero, mi fece posto, lasciandomi la
mano di Bella. << E' tempo per noi di andare. >>
Il
padre di Bella rise. << Giusto! La luna di miele! Non mi avete
detto ancora dove andrete! >> Mise una mano sulla mia spalla.
<<
Oh, è una sorpresa, ha organizzato tutto Alice. >> Lanciai uno
sguardo complice a mia sorella, che rispose con un cenno della mano.
<<
Capisco, bé ragazzi, che dire... buon viaggio... >> La sua
voce si stava spezzando. << La mia bambina... >> Cercò
di darsi un contegno, ma quasi fallì quando Bella ricambiò il suo
abbraccio.
<<
Ti voglio bene papà. >>
Sapevamo
benissimo che non ci sarebbe stato alcun viaggio di nozze. Esme aveva
sistemato per noi una casetta nascosta nel bosco, l'ideale per la
trasformazione di Bella.
Quella
notte, quando la raggiungemmo, pensai a tutto quello che da quel
momento in poi avremmo affrontato. C'era una cosa che non avevo mai
accennato a nessuno. La vaga speranza che il mio veleno, potesse in
qualche modo donare nuovamente la vista alla mia piccola umana.
<<
Ti aiuto, aspetta... >> Le sussurrai, sciogliendole i lacci del
suo abito. << Sei bellissima. >> Mormorai guardandola
mentre la stoffa cadeva giù e il corpo di Bella si rivelava a me.
Sembrava
davvero una bambola di porcellana. Il tenue rossore sulle sue guance
la rendeva ancora più perfetta.
Le
sue mani raggiunsero il mio trace, scivolarono su, verso il mio viso
e quando lo trovarono, mi attirò a se, donandomi un bacio carico di
passione.
La
mia giacca e la camicia, caddero sul pavimento, così come le mie
scarpe, le mie calze ed i pantaloni.
Le
mie mani si allacciarono dietro la sua schiena, facendola avanzare
verso di me. Il suo corpo era premuto contro il mio. Non riuscii ad
impedire ad un sibilo di piacere di uscire dalle mie labbra. <<
Ti voglio. >> Le sussurrai sulla spalla, facendole scorrere le
labbra sulla sua pelle calda, bollente.
<<
Prendimi. >> Sussurrò con voce spezzata. E a me non bastò
sentire altro.
I
laccetti del suo intimo vennero strappati dalle mie lunghe dita,
Bella era li, davanti a me... nuda solo per me.
Quella
notte ci unimmo per la prima volta e quando arrivammo all'apice del
piacere, fu questione di un secondo, i miei canini trovarono il loro
posto sul suo collo, affondando nella sua pallida carne. Il sapore
del suo sangue mi scivolò giù nella gola, gustoso, invitante,
dolce. Leccai a ferita che gli avevo inferto, chiudendola e lasciando
che il veleno dei miei denti entrasse in circolo. << Ti amo,
Bella. >> Le sussurrai con gli occhi neri come la pece, mentre
con il poco autocontrollo che mi era rimasto, trovai la forza per
adagiarla sul letto. << Starò con te, fino alla fine. >>
Le baciai la mano pallida, attendendo al suo fianco il suo risveglio.
Tre
giorni e tre notti passai seduto accanto a lei, vederla dimenarsi dal
dolore, mi faceva credere che forse non era stato giusto nei suoi
confronti quello a cui l'avevo dannata. Sospirai pieno di ansia e
angoscia, il suo cuore aveva preso a battere talmente forte da essere
quasi assordante. << Forza Bella, sono qui... >> Le
sussurrai ancora, mentre la mia mano teneva stretta la sua.
La
mattina del quarto giorno, finalmente il silenzio. Il suo cuore aveva
smesso di battere. Trattenni il respiro. E adesso? Cosa sarebbe
successo?
<<
Bella?... Bella, amore... sono Edward... >> Presi un altro
piccolo sorso di aria. << Bella... apri gli occhi. >>
Appena
finii di pronunciare quelle parole, vidi le sue palpebre sollevarsi.
Quegli occhi tanto profondi e calmi erano spariti, sostituiti da due
occhi rossi.
<<
Bella, mi vedi? >> Sapevo di dover essere forte, ma l'angoscia
non voleva abbandonarmi.
Il
suo viso si voltò verso di me, le sue mani, ci misero meno di mezzo
secondo per depositarsi sul mio volto. Le lasciai vagare, aspettando,
fremendo... << Edward...? >>
Sorrisi.
Mi aveva riconosciuto! << Ciao amore mio. >>
Eravamo
a settembre, io avevo tecnicamente perso l'anno precedente, troppe
assenze. Ma questo mi diede modo di rincominciare la scuola assieme
alla mia dolce moglie.
Quando
arrivammo il primo giorno a bordo della mia Volvo, sentii tutti i
pensieri rivolti prima a me, poi a lei. Dovetti trattenere un ringhio
di rabbia e possesso.
Bella,
non sapeva nulla di quello che pensavano, i suoi occhi osservavano
solo me. I suoi bellissimi occhi dorati mi guardavano e mi lanciavano
promesse misteriose. Ogni giorno che passava, sentivo il mio amore
per lei crescere sempre di più.
<<
Andiamo? >> Le dissi sorridendole.
Annuì
un po agitata. << Vorrei avere a portata di mano il potere di
Jasper. >> Ammise, entrando nell'edificio.
Ci
recammo alla nostra prima lezione; biologia. Prese un piccolo respiro
prima di entrare, io le sorrisi incoraggiante. << Sarai
bravissima! >>
Entrammo
sotto lo sguardo attento di tutti, in pochi sapevano che delle nostre
nozze, ma confidavo che fra poco, tutta la scuola ne sarebbe venuta a
conoscenza.
<<
Professore, siamo Edward e Isabella Cullen. >> Dissi,
consegnandoli un foglietto.
<<
Ah si... sedetevi li. >> Indicò due banchi vuoti.
Sapevo
perfettamente che tutti i maschietti non vedevano l'ora di
avvicinarsi a lei, ma ci avrei pensato io a tenerli lontani.
Durante
le varie ore, prima del pranzo, vagai nelle loro menti, in tantissimi
credevano che fossimo fratelli, quanto si sbagliavano... gli avrei
dato motivo di girare al largo da MIA moglie! Dovevo solo creare il
momento buono... e bingo! Eccola li! Jessica Stanley!
<<
Bella, vieni, andiamo a pranzo. >> Le dissi, prendendole la
mano.
In
mensa, parecchi occhi si voltarono su di noi, Jessica si era seduta
ad un tavolo abbastanza gremito di gente; ottimo. Tirai con
gentilezza la mia metà verso quel tavolo.
<<
Scusate, possiamo sederci con voi? >> Domandai suadente.
Lo
sguardo adorante che ci rivolsero tutti, bastò per evitare che
uccidessi immediatamente i maschi che sostavano li. Certe cose la mia
Bella le faceva solo con me!
<<
Oh ma certo. Ciao, io sono Jessica. >> Ci salutò
immediatamente, felice di aver sotto mano i due nuovi arrivati.
<<
Io sono Edward. >> Le risposi amichevole.
<<
Bella, molto piacere. >> Sorrise impacciata.
Presi
la mano del mio amore, baciandogliela davanti a tutti.
Sono
un po troppo intimi per essere fratelli. Questo
era il pensieri di quel ragazzino seduto accanto al mio tesoro; Mike
Newton.
<<
Mike Newton, molto piacere, loro sono Tyler, Eric e Angela. >>
Prese la parola il biondino.
Salutammo
tutti cercando di essere il più umani possibile.
<<
Allora, come vi sembra il vostro primo giorno? >> Domandò
Angela. Le lessi la mente e fra tutte era quella più meritevole fra
loro. Senza contare che sapeva la verità, lei sapeva del matrimonio
mio e di Bella, suo padre ci aveva sposato; il sig. Weber.
<<
Bene, io e Bella ci stiamo ambientando. >> Sorrisi al mio amore
che prontamente mi diede un bacio sulle labbra, facendo inorridire i
nostri compagni.
<<
Allora è vero. >> Esclamò felice, Angela. << Hai
riacquistato la vista! Sono molto felice per te Bella. Tuo padre
l'aveva detto al mio. >> Era seriamente felice per lei.
<<
Grazie a Edward. >> Mi guardò dolcemente. << E' merito
suo se ho riacquistato la vista. >>
Jessica
si schiarì la voce. << Scusate, potete spiegare anche noi? >>
Il suo sguardo era confuso, così come i suoi pensieri. Lasciai che
fosse Angela a spiegarle, mentre io mi perdevo nuovamente negli occhi
della mia dolce compagna.
<<
Bella. >> E la indicò. << E' la figlia dell'ispettore
Swan. >>
Jessica
la interruppe. << E allora perché si chiama Isabella Cullen?!
>> Diede voce ai pensieri di tutti.
<<
Perché in primavera, io e Bella ci siamo sposati. Ora lei è la
signora Isabella Cullen, mia moglie. >> Finii io, alzandomi dal
tavolo con Bella e lasciando che Jessica spargesse la voce per tutta
la scuola.
Quando
arrivammo a casa, trovammo come sempre tutta la famiglia ad
attenderci.
<<
Avrai fatto bene a dire a tutti di noi? >> Domandò dubbiosa
Bella.
La
presi fra le mie braccia baciandola passionalmente. << Fidati,
è stata un ottima idea... signora Cullen. >>
E
tornai a dedicarle tutta la mia attenzione e tutto il mio tempo, per
l'eternità.
FINE