Titolo: Morning has Broken
Fandom: One Piece
Autrice:
Alexiel Mihawk
Pairing: Zoro
x Nami
Note: Il
titolo della fic è il titolo di una canzone di Cat Stevens.
Questa fic si è
classificata 4°su 11 al contest della maternità
indetto dal CoS.
MORNING
HAS BROKEN
- Che razza di nome sarebbe Hitomi? – borbottò
Nami rossa
in viso.
In quel periodo il sangue le affluiva al volto facilmente
e le gote le si imporporavano di un color pomodoro acceso che si
intonava
perfettamente con i suoi capelli.
Si portò una mano sul fianco, sbilanciandosi leggermente
a causa del pancione.
- Scusa se Hitomi è un nome normale! –
ringhiò Zoro,
infischiandosene beatamente del fatto che si dovrebbe essere gentili
con una
donna incinta.
- E secondo te Lakisha non è normale come nome? Sai
quante Lakisha conosco io?! –
Lo spadaccino spalancò gli occhi.
- Conosci qualcuno che si chiama così? Oddio. In ogni
caso non farò andare in giro mia figlia con un nome del
genere, si suiciderebbe
a tre anni! Perché non chiamarla Ciglione II a questo punto?
–
- Ehi! Guarda che quel nome era originale ed era perfetto
per quel cammello! –
Erano venti minuti che continuavano in questo modo e
oramai Usopp stava raccogliendo le scommesse per vedere in quanto tempo
Nami
avrebbe steso lo spadaccino con un cazzotto e se tutto si fosse risolto
in
dieci minuti ci avrebbe guadagnato un bel gruzzolo.
Fu Rufy che, senza malizia alcuna, disse la frase che
fece sfumare qualsiasi possibilità di vincita da parte di
chiunque.
- E se fosse un maschio? –
I due litiganti alzarono le spalle contemporaneamente,
poi sempre in sincrono dissero:
- Ray –
E inaspettatamente la conversazione si concluse lì.
Erano da poco passate le due e la nave avanzava
tranquilla nella notte scura.
Le onde cullavano dolcemente la chiglia della Thousand
Sunny e facevano da sottofondo al riposo dei naviganti.
La porta della cucina si aprì leggermente e Nami, con
passo furtivo, si avvicinò al frigorifero.
Mancava solo un mese alla nascita del bambino e le
capitava sempre più spesso di svegliarsi nel cuore della
notte con delle voglie
strane e in quel caso chi ne risultava danneggiato era il povero Sanji.
Vista la sua mania di chiudere il frigo con il lucchetto,
la navigatrice doveva ogni volta scassinarlo, cosa che non le risultava
troppo
difficile vista la sua abilità di ladra, tuttavia quello era
già il sedicesimo
lucchetto che dovevano ricomprare e nonostante questo nessuno aveva
pensato che
fare una copia della chiave e darla alla rossa sarebbe stato
incredibilmente
più semplice.
Ma come diceva sempre Franky nessuno usava il cervello su
quella nave.
- Se continui così a quel povero cuoco verrà un
infarto –
Nami sobbalzò. Non l’aveva visto.
- Tanto alla fine pago io, no? – borbottò
avanzando
faticosamente tra le sedie rovesciate per arrivare fino al frigo.
Zoro le si avvicinò e con gentilezza le prese la mano
evitandole di andare a sbattere da qualche parte.
- Grazie – sussurrò dolcemente la rossa.
Il cielo era terso, limpido come poche volte lo avevano
visto, e Nami era stata spesso alzata la notte a controllare la rotta,
ma mai
aveva visto così tante stelle.
- Non dovresti alzarti di notte, camminare troppo non ti
fa bene –
Nami sorrise.
A volte Zoro si preoccupava per delle sciocchezze.
Era come un bambino che aveva paura di tutto, ma non per
sé stesso, temeva solo che le persone a cui teneva di
più si facessero del
male. Non era mai stato così iperprotettivo, forse solo
all’inizio della
gravidanza, quando lei aveva scoperto di essere incinta.
Lì sì che erano state le comiche.
Aveva iniziato a rubarle la birra, poi il vino e quindi
il Sakè, le aveva impedito di avvicinarsi agli alcolici e
anche al cuoco, con
la scusa che il fumo delle sue sigarette era dannoso per il bambino,
aveva
anche cercato di non farla camminare, di no farla alzare la notte per
controllare la rotta e di farla dormire il più possibile, ma
aveva rinunciato dopo
che si erano persi due volte.
- Sto bene, davvero, stai tranquillo –
Disse appoggiando il volto alla sua spalla.
Erano seduti contro il parapetto della nave e stavano
osservando il cielo, Nami mangiucchiava delle fragole e Zoro le
accarezzava con
tenerezza i capelli.
- Bellmer –
- Cosa?! – esclamò la rossa scostandosi di scatto.
- Se sarà una femmina la chiameremo Bellmer –
continuò lo
spadaccino.
Nami sentì le lacrime solleticarle gli occhi.
- Ne sarebbe stata così orgogliosa –
sussurrò piano.
Zoro sorrise e l’attirò a sé.
- Sarà una bambina molto amata – le disse
posandole un
bacio tra i capelli – Come sua madre -
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