Just
Let Me Know
Trovava davvero quella situazione così divertente?
Mamori sentiva le gambe cederle, non si sarebbe seduta, quello no, mai.
Non sarebbe nemmeno scoppiata a piangere.
Era una delle regole che si era imposta.
Mai piangere davanti a un uomo, che poi era
diventata
Mai piangere davanti a Hiruma.
Non poteva e non voleva dargli questa soddisfazione.
Sarebbe stato troppo umiliante.
Però le sue parole riecheggiavano ancora nella sua mente e
come lame affilate le trapassavano il cuore, ancora e ancora.
Non mi importa.
Non mi interessa niente. Puoi dire quello che vuoi, non
me ne frega niente.
E Mamori non poteva fare a meno di pensare che forse, forse
non gliene era mai fregato niente.
Se non gli importava che soffrisse, se non gli importava di
trattarla male, di farla piangere, allora forse quelle due parole che
aveva
sentito sussurrate quella sera, quelle due parole che le ripeteva solo
quando
erano da soli, forse non erano reali.
E si diceva che avrebbe dovuto pensarci prima, che un
demonio come Hiruma non poteva essere capace di amare.
Ma per qualche motivo, subito dopo veniva assalita da un
senso di colpa tanto forte quanto inappropriato. Sapeva che Hiruma la
amava, lo
sapeva bene, ma non capiva come potesse divertirsi nel trattarla a quel
modo.
Non ci arrivava proprio.
Non smise di camminare fino a che non arrivò a casa.
Fu solo allora, chiusa in camera sua, che si concesse il
lusso di piangere.
E si diede della stupida, perché ci stava male tutte le
volte, ogni volta le veniva da piangere e la cosa brutta era che lui
faceva
apposta a farla stare male.
Avrebbe voluto urlargli di crescere, avrebbe voluto dirgli
che era rimasta delusa, che ci era rimasta di merda, ma se ne era
andata in
silenzio.
D’altronde che cosa puoi rispondere a qualcuno che ti dice
che di te non gli importa niente?
Nulla.
Basta saperlo.
Aveva risposto lei.
Basta saperlo.
Così magari la smetterò di piangere per te ogni
volta che mi
tratti così.
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