Contest natalizio
Troppo
sakè
[Prompt:
Qualcuno ha
bevuto troppo e ora va in giro con addosso la testa di una renna
impagliata e
un cappellino di Natale a nascondere le vergogne]
Tutto
sommato avrebbe dovuto aspettarselo, si disse Yuri. Perché
certe cose non
succedono nelle famiglie normali, perché Yuuri i suoi geni
doveva averli presi
da qualcuno, perché una persona non si sveglia la mattina
con l’intento di fare
una pole dance quasi nudo e innaffiando tutti di champagne. Avrebbe
dovuto
capirlo non appena viste le bottiglie di sakè in tavola.
Quindi,
Yuri avrebbe dovuto aspettarselo, ma ciò non gli
impedì di rimanere del tutto
scioccato quando, nella tarda serata (e per fortuna le gemelle se
n’erano
andate prima con Takeshi), il signor Katsuki aveva ben deciso di
staccare la
testa della renna che adornava il giardino della casa e piazzarsela
addosso,
indossando solo la propria camicia. Era uno spettacolo disgustoso, per
parafrasare, e Yuri stava cercando di dimenticare il momento in cui
quel tipo,
le guance rosse e la voce tanto strascicata da non sembrare
più nemmeno una
umana, aveva rubato il cappello rosso che Victor indossava
all’aeroporto e se
l’era legato sui fianchi con un laccio, così che
gli coprisse le vergogne;
sembrava uno strano lottatore di sumo, pensò Yuri, tra un
insulto mentale e
l’altro.
E
dire che la serata era iniziata bene! Qualche ora dopo pranzo e una
quantità
esagerata di smancerie più tardi, Victor e Yuuri avevano
finalmente lasciato la
casa per dedicarsi alla loro serata di coppia, e tutti i rimanenti si
erano
spostati in salotto, a parlare, guardare la tv e, nel caso delle
gemelle,
giocare a qualche gioco di società. E poi la signora Katsuki
aveva deciso che
era davvero il caso di finire il sakè rimasto dal pranzo.
Yuri
si ricordava di aver cercato lo sguardo di Yuuko, ma l’aveva
trovata distesa
sul pavimento insieme alle figlie ad urlare su chissà cosa
al telefono, poi
Takeshi aveva esordito con un “E’ il caso di
tornare!”, probabilmente
consapevole di cosa sarebbe successo di lì a qualche minuto,
ma Yuuko non ne
aveva voluto sapere, perché voleva aspettare Yuuri e Victor,
insistendo che
sarebbe tornata a casa a piedi, più tardi. Anche le gemelle
avevano protestato,
ma non c’era stato verso di convincere Takeshi a rivedere la
sua decisione.
Dopo quella discussione, Yuri non aveva potuto far altro che promettere
a
Takeshi che avrebbe accompagnato lui Yuuko, motivo per cui sedeva
scomposto su
di una sedia, il mento poggiato sul pugno, mentre cercava di non
scappare via
da quella stanza e chiudersi in bagno a vomitare.
A
niente erano serviti i sorrisi della signora Katsuki, né il
tono più duro di
Mari, né i metodi di persuasione di Yuuko, che con dolcezza
(probabilmente
anche per esperienza), aveva aiutato le padrone di casa a portare
l’uomo in
camera da letto, con il solo risultato di farlo finire seduto per terra
nel
corridoio a raccontare barzellette dalla dubbia comicità.
«Sapete
come si vestono i pattinatori che si esibiscono in casa?»
chiese d’un tratto,
parlando un inglese che avrebbe dovuto essere dichiarato illegale.
Yuri
si passò una mano sulla faccia, sconfitto, mentre Yuuko
sorrideva al signor
Katsuki, che tra un singhiozzo e l’altro rispose in tono
strascicato. «In
vestaglia!» poi scoppiò in una risata fragorosa.
Mari
rivolse uno sguardo imbarazzato a Yuri, piegando il capo e congiungendo
le
mani, nel modo strano che avevano i giapponesi di chiedere scusa, e lui
fece le
spallucce, consapevole che in quella situazione i colpevoli erano solo
i geni
maschili della famiglia Katsuki.
Era
arrivato così tanto a limite della sopportazione che il
suono di persone
nell’ingresso, nella fattispecie risatine e il rumore di
qualcuno che
inciampava, fu come un balsamo per le sue povere orecchie. Solo fino a
quando
Yuuri Katsuki fece la sua apparizione nel salotto, con un Victor molto
poco
sobrio che gli stava attaccato alle spalle, riempiendogli il collo di
baci.
Non
appena si accorse della scena che gli si parava di fronte, gli occhi
scuri di Yuuri
si spalancarono e si staccò di dosso il suo fidanzato senza
troppe cerimonie.
«Cosa è successo?» chiese, incredulo,
lanciando occhiate preoccupate
tutt’intorno.
Sia
Mari che Yuri aprirono la bocca per rispondergli, visto che la signora
Katsuki
e Yuuko erano ancora inginocchiate accanto all’altro uomo, ma
vennero
preceduti.
«Oh,
figliolo!» Esclamò il signor Katsuki, un dito
alzato ad indicare Yuuri.
«Sai
qual è il colmo per due gatti?»
Yuuri
gemette. «Papà…»
«Guardarsi
in cagnesco!» rise di nuovo. Yuri credeva che dopo quella
serata ne avrebbe
avuto abbastanza di quella famiglia infernale per almeno un altro anno.
Sbuffò
rumorosamente, prima di fare un passo avanti e squadrare con fastidio
gli
ultimi arrivati. «Mi sembra ovvio! Tuo padre è
ubriaco fradicio e noi non
riusciamo a portarlo in camera!» gli spiegò,
cercando di calmare il bollore che
gli attanagliava lo stomaco. Dopotutto, si disse, per una volta il
cotoletto
non era un diretto responsabile
delle
sue disgrazie. «Potresti anche aiutarci, invece di startene
lì impalato, che
dici!?» disse a voce più alta, visto che
l’altro sembrava essersi bloccato; non
era stato detto con cattiveria, quanto più con semplice
esasperazione per
essere stato lasciato solo con tre donne e un uomo ubriaco. Quello
riuscì a far
riprendere Yuuri, che si precipitò al suo fianco e, tra
scuse borbottate, fece
per abbassarsi e passare una braccio sotto quello del padre, in modo da
sorreggerlo.
L’uomo
però non ne voleva sapere, e si fece ancora più
pesante e molle nella presa dei
due Yuri.
«Victor!»
Chiamò, e il diretto interessato si voltò. Yuri
trattenne la bestemmia che gli
era salita alle labbra, con uno sforzo sovrumano, impegnandosi il
doppio per
tirar su quel peso morto. Fu sul punto di scattare quando, con il tono
genuinamente
sorpreso di chi non si è accorto di nulla, il signor Katsuki
si voltò verso di
lui e disse. «Yurio, ma ci sei anche tu? Oh! Allora devi
assolutamente sentire
questa battuta!»
Victor,
che intanto si era avvicinato, posò un braccio sulle spalle
di Yuuri,
rendendogli molto più difficile il compito di sollevare il
padre.
«Sapete
qual è la città preferita dai ragni?»
un sorriso sornione gli adornava il
volto, e se non fosse che era completamente nudo con solo un cappellino
di
Natale a coprirgli l’inguine e lui doveva trasportarlo fino
in camera da letto,
Yuri l’avrebbe anche trovato esilarante.
Ovviamente,
Victor, anche lui annebbiato dai fumi dell’alcool (anche se
Yuri era sicuro che
la reazione sarebbe stata la stessa anche da sobrio) scosse la testa,
interessato.
Il
signor Katsuki allargò il proprio sorriso, prima di
dichiarare, con l’orgoglio
che solo un uomo ubriaco può avere.
«Mosca!»
A
Yuri veniva da piangere. E ancor di più quando il signor
Katsuki prese a dargli
leggere gomitate nello stomaco, ripetendogli il nome della
città, la sua città.
Il
coro di risate (si era unito anche Victor) che seguì lo
lasciarono di stucco,
con la sola voglia di tornare a casa con Yuuko il più presto
possibile e
infilarsi sotto le coperte per dimenticare tutto quello che era
successo quella
sera; per sfortuna, la condizione necessaria per poter raggiungere il
suo
obiettivo era che Toshiya Katsuki collaborasse e si andasse a coricare,
una
volta per tutte.
«Su,
papà!» Lo esortò Yuuri, con lievi
pacche sulla schiena, scrollandosi il braccio
di Victor dalle spalle e alzando gli occhi al cielo quando quello
produsse un
suono offeso.
Con
l’aiuto combinato di Yuuri e Mari, finalmente riuscirono a
chiudere l’uomo in
camera con la moglie, che gli stava parlando in quel suo tono dolce.
Solo dopo,
Yuuri riuscì a togliersi finalmente il cappello umido di
neve che gli copriva
ancora la teste e i guanti altrettanto umidi.
Yuri
sospirò di sollievo, lanciando un’occhiata a Yuuko
che significava un chiaro “ti prego,
andiamo via.”, ma prima che
potesse davvero fare qualche passo verso la donna, una mano gli si
posò sulla
spalla.
Non
avrebbe avuto bisogno di girarsi per sapere che era il cotoletto, ma lo
fece
comunque con uno sguardo profondamente scocciato. Il sorriso di Yuuri
lo colse di
sorpresa, sebbene fosse ormai abituato a quel viso tondo e a
quell’espressione
felice, visto che Yuuri sembrava non ricordarsi come si esprimessero le
altre
emozioni (anche perché, la vita aveva preso una svolta in
suo favore, quindi,
rifletté Yuri, perché non
avrebbe dovuto
essere felice?).
Il
maggiore gli diede due pacche sul braccio. «Grazie per
esserti occupato di mio
padre mentre non c’ero.» disse.
Yuri
distolse lo sguardo, e perché diamine
sentiva
le guance andare a fuoco? Incrociò le braccia e
puntò il naso verso l’alto.
«Tsk. Come ti pare.» bofonchiò. Yuuri
ridacchiò, ma ormai lui era scattato via
al fianco di Yuuko, e quando quest’ultima si disse fiera di
lui per il modo in
cui era riuscito a gestire la situazione, nemmeno la notturna aria
fredda riuscì
a placare il suo furioso rossore.
[1448 parole]
Note della pseudo
autrice:
Salve!
Sono finalmente riuscita a trovare del tempo per continuare a scrivere
le fic
del contest, la cui scadenza è stata fortunatamente
prorogata *ringrazia l’Universo*
E
sì, mi rendo conto anch’io che la cosa che avete
appena letto (e a proposito,
grazie per averlo fatto) è mooolto demenziale, ma questo
succede quando ti
ritrovi con libri d’alta letteratura, quali la raccolta di
barzellette di
Geronimo Stilton, tra le mani dopo averli ripescati da uno scaffale che
non
sapevi neanche esistesse in casa tua.
So
bene che Toshiya parla in inglese tutto il tempo e queste freddure non
esistono
in inglese, essendo giochi di parole validi solo per
l’italiano, ma fatemele
passare, vi prego! Volevo mettere le traduzioni di freddure in inglese,
ma
ovviamente non rendono, quindi ho preferito utilizzare quelle che avevo
a
disposizione e sperare nella clemenza di chi le leggesse.
Anche
nell’idiozia generale, ho cercato di mostrare una certa
maturazione da parte di
Yuri, che stavolta si offre di fare il gentiluomo con Yuuko, aiuta la
madre e
la sorella di Yuuri e infine Yuuri stesso senza menare nessuno e senza
avere
veri e propri scatti d’ira.
Mi
scuso ancora profondamente per il livello di demenza raggiunto in
questa shot,
ma mi sono divertita a scriverla, e spero vi abbia strappato un
sorriso, anche
di pena nei miei confronti, va bene lo stesso :’)
Spero
lascerete un commento (anche un insulto, stavolta me li merito) e come
sempre
un grazie speciale a chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite.
E
un grazie ancora più speciale a _Lady
di inchiostro_ che non solo ha recensito
tutti i capitoli, ma mi sprona sempre a far meglio :3
Un
saluto a tutti e alla prossima!
LysL
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