Piccola
spiegazione dei perché, per quando e per come:
In
realtà,
essendo nel mondo canonico non
c’è
molto da dire, ma ci tenevo ugualmente a fare qualche precisazione
visto che
parte in media res e magari certe
cose potrebbero lasciarci confuse.
Allora,
c’è
un Clan che odia profondamente gli Uchiha, i Chinoike
(spudoratamente copiati dalla serie animata del romanzo
Sasuke Shiden) che pretendono Sasuke morto. Konoha
si oppone e quindi ci
sta una mezza guerra, dove Naruto si lascia catturare al posto di
Sasuke. Da lì
lui e Sakura e gli altri cercano di recuperarlo e la storia
parte da qui. (tranne il flashback iniziale)
Dopo,
punto
fondamentale: la storia mi è stata ispirata da Hunger Games. Stavo studiando e
mi è tornato in mente il
depistaggio di Peeta ed ero tipo: wow,
perché non fare una cosa del genere versione Sasunaru?
Ed eccola qui xD
La
storia
voglio dedicarla in modo particolare ad Ahyrin
che è stata così entusiasta di questa idea da
“costringermi” a
scriverla subito xD
Non
durerà
a lungo, penso tre capitoli ma nel
caso dovessi diventare logorroica saranno quattro. Ma non di
più. Devo
studiare. Ho altre storie da scrivere lol.
Spero
l’idea vi piaccia!
Hatta
La palla
infuocata del sole incendiava il cielo mentre
spariva oltre la cinta di mura che circondava Konoha. Poche nuvole
sfumate
puntellavano il cielo, come se un pittore dopo averle dipinte si fosse
pentito
cercando di cancellarle malamente. Le strada dorate riflettevano la
luce e i
pochi passanti sembravano risplendere di una patina dorata. Non
c’era un filo
d’aria.
“Neh,
Sas’ke” lo chiamò Naruto fermandosi in
mezzo
alla strada. Aveva il naso rivolto verso l’alto. Si
fermò e il biondo lo
interpretò come un invito a continuare.
“Mi
piace questo colore. È il mio preferito!”
blaterò
indicando con l’indice la volta del cielo completamente
arancione.
Sasuke
fissò con bonaria esasperazione l’amico.
“Non
si era capito, guarda” aggiunse alludendo agli sgargianti
abiti che indossava.
Quello
al
commento derisorio si grattò una guancia imbarazzato.
“Ma
no, io dico proprio l’arancione del tramonto.
Credo sia tutto un insieme, ecco, però è proprio
vivido e brillante e come può
essere una cosa così vivida e brillante se il sole sta
morendo? Cioè, sembra un
miracolo!”
Spesso Naruto
era davvero sconclusionato nel parlare.
“Il
cielo diventa di questo colore per via
dell’angolazione con cui i raggi solari si riflettono
nell’atmosfera” iniziò a
spiegare meccanicamente, ma Uzumaki lo bloccò ancor prima
che potesse
continuare in maniera più specifica, mettendogli una mano
davanti alla bocca.
“Perché
devi rovinare sempre tutto con la
razionalità?” sbottò. “Non
è bello e basta il cielo di questo colore?”
Sasuke
alzò gli occhi. Sì, era molto bello.
È
STATO
C O M P R O M E
S S O
ODIO
Apre gli
occhi di scatto, lo sharingan attivo negli occhi spalancati.
“Sono
solo
io” risponde la voce calma di Sakura, leggermente spenta e
distaccata. Sasuke
fa tornare l’iride color pece, mentre si alza dal sacco a
pelo e scaccia gli
ultimi rimasugli di sonno. Indossa già la divisa ANBU dal
giorno prima.
Sakura
è
seduta per terra con una gamba raccolta al petto e l’altra
piegata, ha gli
occhi verdi cerchiati da profonde occhiaie, la pelle chiara come carta
trasparente e le mani sono percorse da tanti piccoli taglietti a causa
del
continuo uso del chakra.
Non le
risponde, si alza del tutto e prende il proprio sacco a pelo, lo piega
e lo
mette via ordinatamente insieme agli altri.
“Novità?”
domanda alla fine dandole le spalle. Non si aspetta una vera risposta,
in
realtà.
Dopo la
Quarta Guerra Ninja, ristabilire l’equilibrio era stato
difficile, soprattutto
nei paesi minori dove, una dietro l’altra, erano scoppiate
tante piccole
rivolte per rovesciare il potere governativo. I paesi del Fuoco, della
Terra,
del’Acqua, del Vento e del Fulmine si erano proposti come
ambasciatori neutrali
per sopire le rivoluzioni senza l’uso delle armi.
Il vero
problema lo aveva causato lui, Sasuke Uchiha. Nel Paese delle Terme
avevano
preso il potere i Chinoike, un antico clan da
un’abilità innata oculare molto
potente, originario del Paese del Fulmine. Per i loro occhi color del
sangue
erano sempre stati temuti e considerati pericolosi, così in
passato era stato
richiesto l’intervento di Konohagakure affinché
sistemasse la faccenda senza
rischiare lotte interne. Konoha aveva affidato il compito di eliminare
il Clan
Chinoike agli Uchiha.
(Sasuke vorrebbe ridere al discutibile senso
dell’umorismo del Destino, ironico che quella strage fosse
stata compiuta
proprio da quel clan che, anni più avanti, per lo stesso
motivo sarebbe stato
sterminato.)
Gli
Uchiha
non riuscirono a completare la missione per la grande
abilità del clan, alcuni
sopravvissuti riuscirono a scappare nel Paese delle Terme dove avevano
fatto
perdere le loro tracce.
Fino a
quel
momento.
Al
termine
della Grande Guerra Ninja, i Chinoike avevano preso il controllo del
Paese che
li ospitava e, successivamente, avevano mandato un ambasciatore a
Konoha per
pretendere la testa dell’Ultimo Uchiha. Dopo tutti i suoi
crimini da ex-nukenin
avevano pensato che la Foglia avrebbe assecondato la loro vendetta, ma
non
avevano fatto i conti con Uzumaki Naruto. L’Eroe della Guerra
si era fermamente
opposto e così gli ambasciatori avevano riportato una
risposta negativa.
Da
allora è
guerra.
È
iniziata
senza che se ne rendessero conto, con delle bombe di chakra lanciate su
Konoha,
e ora continua con l’avanguardia direttamente ai confini con
il Paese delle
Terme. A tutti è stato fin da subito ovvio che
l’obiettivo era lui, l’Uchiha.
Aveva proposto di sbrigare la faccenda da solo, ormai era abbastanza
potente da
permetterselo, ma ovviamente l’idea non era stata presa
minimamente in
considerazione.
“Sei
un ninja di Konoha!”
Per
quello Naruto
è stato catturato, finendo in una trappola destinata a lui,
ed ora è in mano
nemica. Nessuno riesce a localizzare la base dove lui, insieme agli
altri ninja
di Konoha, tra cui anche Ino e Choji, è imprigionato. Sasuke
lo sa che i
Chinoike non lo hanno ancora ucciso, lo sa che lo stanno trattenendo
per ferire
lui, per colpirlo nel suo unico punto debole. Se lo avessero ucciso si sarebbe messo il cuore in
pace, relativamente in pace, e non
sarebbe
impazzito nel tentativo di ritrovarlo come sta succedendo adesso. Gli
sembra di
star cercando di afferrare una lucciola che vola troppo in alto.
Naruto.
Per
questo
non crede che ci siano novità.
“Sì”
risponde Sakura.
Sasuke
si
volta di scatto verso di lei, attirato da quel monosillabo affermativo,
ha gli
occhi sbarrati e i muscoli pronti a scattare.
“Li
abbiamo
trovati” trema Sakura. “Lo
abbiamo
trovato. L’Hokage ci aspetta”.
Basta
questo a Sasuke, fa un cenno imperioso con il mento.
“Andiamo” ordina secco.
L’accampamento
di Konoha è distribuito in una radura su un altopiano, dal
quale è possibile
abbracciare l’intera pianura sottostante del Paese delle
Terme. È un punto
strategico, poiché il paese nemico, a differenza del verde
Paese del Fuoco, è
composto da enormi scivolate di campi di grano ed esistono pochissimi
punti
dove potersi nascondere. I Chinoike sono stati bravi a non farsi
trovare per
tutto questo tempo, ma che Konoha venisse a conoscenza del loro
nascondiglio
alla fine era inevitabile.
Il
quartiere generale è l’unica struttura in legno
dell’accampamento, da fuori
sembrerebbe una spartana baracca di un qualche cacciatore, ma sotto il
pavimento si sviluppa in una tecnologica base militare, dove i Ninja
Sensitivi
di Konoha regolano le avanzate e controllano il chakra nella zona.
Kakashi
è
lì con il mantello da Hokage sulle spalle, ma senza
copricapo cosicché i
capelli argentei gli coprono il volto proteso sulla mappa del campo di
battaglia.
Accanto a lui ci sono Tsunade, il Capitan Yamato e Shikamaru.
È quest’ultimo a
notare la loro entrata e con un sorrisetto spazientito dice:
“Alla buon ora”.
“Dov’è
lui?”
taglia corto Sasuke bruscamente. È già pronto
all’azione, gli servono solo le
coordinate e poi attiverà il rinnegan. Quei bastardi non si
accorgeranno
nemmeno di che cosa li ha colpiti.
Tsunade
aggrotta le sopracciglia chiare, infastidita da quel modo brusco e
maleducato,
sta già per richiamarlo, ma è Kakashi a prendere
la parola per primo.
“Non
ho
intenzione di dirtelo” ribatte senza alzare lo sguardo.
“Non finché la missione
di salvataggio non sarà completata”.
“Se
non me
lo dice lei lo scoprirò da solo, lo sa” mette in
chiaro senza cedere terreno.
Sakura al suo fianco agisce in maniera più diplomatica.
“Se
non possiamo
conoscere le coordinate che senso ha chiamarci qui?” domanda
dura.
Shikamaru
fa loro cenno di avvicinarsi al tavolo, mentre Kakashi spiega:
“Voi ci servite
come diversivo”.
“I
Chinoike
non sanno che abbiamo individuato la loro base” inizia ad
illustrare Nara “Per
questo potremo agire di sorpresa. Tu, Sasuke, sei il loro bersaglio,
perciò
controlleranno ogni tua mossa; se anche solo sospettassero che
conosciamo la
loro posizione, si sposterebbero da un’altra parte prima
ancora che si possa
fare qualcosa. Capisci?” Non gli lascia il tempo di ribattere
e prosegue: “Per
questo tu, Sakura e un altro gruppo verrete mandati qui”.
Indica un punto nella
cartina. “È un posto dove ci sono alcuni mercenari
e potrete fare abbastanza
casino da catturare la loro attenzione. Con la tua presenza
lì, inevitabilmente
si focalizzeranno in quel punto, tralasciando le difese interne. A quel
punto
un team composto da Sai, Rock Lee e il Capitan Yamato si
infiltrerà prendendo
possesso della base nemica”
“Solo
loro
tre? Non è un po’ azzardato?” domanda
Sakura crucciata.
“No”
risponde la sua maestra. “Oltre a dover mantenere un livello
di chakra molto
basso, loro non si aspetteranno mai un offensiva con così
pochi shinobi nella
propria base –
quando credono di essere
ancora intracciabili, tra l’altro – e
perciò si concentreranno per forza su di
voi. Saranno distratti”.
“Ho
un
piano migliore” ribatte Sasuke. “Faccio un kage
bushin, lo mandiamo a distrarli
e intanto il vero me irrompe nella base”.
Kakashi
fa
una faccia scocciata. “Non puoi occupartene da
solo”.
“Forse
no”
ammette con lo sguardo affilato. “Ma io
lo tirerò fuori da quel buco, è un mio
dovere”.
“No,
il tuo
dovere è seguire le istruzioni
dell’Hokage” lo contraddice con durezza
Shikamaru. Certo, anche lui vorrebbe mollare tutto e correre a salvare
Ino e
Choji, ma sa che non può fare di testa propria. Sasuke
è proprio come Naruto,
quando si tratta dell’altro non ragionano più e
diventano una totale seccatura.
“Saremo
in
collegamento grazie a un membro del Clan Yamanaka” spiega
pazientemente Kakashi.
“Appena la situazione sarà risolta ti daremo le
coordinate e tu potrai
raggiungere la squadra Yamato, va bene?”
Certo che no! Vorrebbe
rispondere, ma Sakura gli
mette una mano sulla spalla come monito e annuisce per entrambi.
“Osu” afferma determinata.
“Perfetto”
un lungo sospiro lascia le labbra dell’Hokage mentre incrocia
le braccia. “E
quando questa storia sarà finita, noi due ci
sposeremo”.
Le
parole
galleggiano nell’aria prima che la diretta interessata possa
comprenderle fino
in fondo, a quel punto Sakura molla la presa sulla spalla
dell’Uchiha e per
qualche minuto abbandona lo sguardo determinato tornando ad essere la
ragazzina
di un tempo.
“Cosa?
Di già?”
blatera arrossendo di botto e
indicandosi la faccia con un dito “Ma... ma! Non puoi dire
certe cose così...
ci vuole la preparazione e... insomma, è ingiusto... Ti
sembra il momento?!”
“Muoviti,
Haruno” la richiama malamente voltando le spalle ai presenti
e dirigendosi
fuori dalla base per prepararsi alla missione.
Sakura
chiude la bocca di scatto, smettendo di borbottare, e si affretta a
seguirlo
ancora rossa in volto, mentre l’Hokage scoppia in una breve
risata.
Sasuke
si
chiede come sia possibile che per un mese i Chinoike abbiano tenuto in
scacco
gli shinobi di Konoha. È vero che in quel lasso di tempo non
lo hanno mai
mandato nelle operazioni perché dannoso
per la sua incolumità (leggesi con molto
sarcasmo), eppure è bastato
mostrasse il rinnegan e un chidori a quei mercenari perché
abbandonassero le
posizioni. Il pugno di Sakura che ha quasi distrutto l’intera
zona li ha
definitivamente spinti ad arrendersi.
“Questa
poi” dice Kiba in groppa ad Akamaru, fa un sorriso ferino.
“Ad averlo saputo
subito vi avremmo sguinzagliati immediatamente”.
“Non
era
possibile” risponde lugubre Shino accanto a lui.
“Questo perché è Uchiha il
bersaglio di questa guerra, mandarlo al fronte sarebbe stato
assolutamente
pericoloso...”
“Sì,
pericoloso per loro. Di certo non
per
lui” lo interrompe imbronciandosi Inuzuka.
Sasuke
li
ignora platealmente, mentre Sakura grida ordini per raccogliere i
nemici
catturati, chiude gli occhi per comunicare con lo Yamanaka alla
quartier
generale.
“Qui
è
tutto apposto. Lì?”
--Sai ha appena
preso controllo della base e Yamato
con Rock Lee stanno catturando i Chinoike. Raggiungili con il team 8
per
aiutarli.
Sasuke
annuisce internamente, deciso a scontrarsi faccia a faccia con En
Oyashiro e
poter esprimere con lui tutto il potenziale del suo Rinnegan. Subito le
coordinate si imprimono nella sua mente, fa un cenno con la mano agli
altri
shinobi, poi si materializza con il Rinnegan. Che lo raggiungano pure
più
tardi.
Appena
arriva infilza con Kusanagi un Chinoike intento a dare del filo da
torcere a un
ANBU, evidentemente nel frattempo Kakashi ha mandato la squadra segreta
per dar
man forte.
Estrae
la
spada dal corpo morto del nemico e poi fa crepitare
l’elettricità sulla
lama, il grido di
mille falchi distorce
l’aria e lo shinobi che ha aiutato è costretto a
tapparsi le orecchie. Senza
perdere altro tempo scatta verso l’interno di quel fortino,
abbattendo la
debole difesa dei suoi occupanti, si nota che il momento duro del
combattimento
è già passato e i pochi che si oppongono ancora
all’inevitabile caduta sono
disperati o poco convinti.
Sasuke
sa
che i Chinoike sono abilissimi quanto gli Uchiha nei genjutsu per
questo non si
sofferma mai a guardarli negli occhi, sguscia ai loro attacchi con
elegante
velocità e li uccide senza batter ciglio. Hanno voluto
giocare con il fuoco,
che si lascino ustionare allora.
Non si
ferma nemmeno quando i nemici alzano le mani in segno di resa, li
trafigge con
il chidori senza pietà, con uno sguardo glaciale nel volto.
Li
massacrerà tutti.
Ad
arrestare la sua avanzata è il Capitan Yamato poco prima che
trapassi con la
lama l’ennesima vittima; Il legno si avvolge sul suo busto
costringendolo a
fermarsi mentre lo shinobi urla.
“Basta,
Uchiha-kun, si sono arresi” la sua voce imperiosa risuona
oltre la maschera
“Non continuare oltre”.
Suo
malgrado Sasuke blocca l’afflusso di chakra sulla spada e
l’aria torna
silenziosa, guarda la sua vittima mancata con disprezzo, mentre con un
paio di
sigilli della mani Yamato la immobilizza circondando la sua faccia con
un casco
di legno per rendere gli occhi inoffensivi.
“Dov’è
En
Oyashiro?” pretende di sapere.
“Lo
abbiamo
già catturato. Rock Lee-kun lo sta portando
dall’Hokage”
Fa una
leggere smorfia con le labbra, è arrivato tardi. Non
importa, avrà altre
occasioni per vendicarsi di quel bastardo.
Il muro
al
loro fianco trema brevemente prima di crollare in macerie, come esploso
in un
urlo – “Shannaro!” – e tra i detriti
compare una Sakura accaldata e scompigliata per la lunga corsa e il
pugno teso
ancora davanti a sé.
Sasuke l’osserva,
un piccolo sorriso stronzo.
“Sei
in
ritardo, qui abbiamo già finito”.
Sakura
lo
guarda sbigottita, poi un’espressione offesa fa capolino
negli occhi e rabbiosa
gli punta un dito contro.
“Potevi evitare di
piantarci lì, se è per
questo! Sas’ke-baka!”
Da
quando
ha smesso di balbettargli dietro Sas’ke-kun
quello è diventato l’epiteto più
gentile, stare troppo a contatto con l’idiozia
di Naruto deve averla contagiata, ma deve ammettere che apprezza molto
di più
questa versione di Sakura alla controparte infantile. È
sempre un colpo in
mezzo al petto notare come in quegli anni siano cambiati
così tanto tutti, solo
lui a volte ha la sensazione di essere lo stesso ragazzino in cerca di
vendetta.
Capitan
Yamato si porta due dita alla fronte, poi annuisce fra sé e
sé. “Andiamo, ci
stanno aspettando giù”.
A quelle
parole gli occhi di Sakura brillano e anche Sasuke fatica a frenare
l’impazienza
di andare immediatamente da Naruto. Finalmente lo hanno ritrovato,
finalmente
potrà tornare a casa.
E questa
volta sarebbe andato tutto bene sul serio, nient’altro si
sarebbe messo in
mezzo a loro.
A passi
concitati seguono Capitan Yamato all’interno di quel fortino,
fino ad arrivare
all’interno di una grande stanza bianca con un muro crollato.
C’è già l’unità
medica al lavoro per curare i feriti e altri ANBU gridano ordini per
stabilizzare la situazione.
“L’Hokage
sta arrivando” sente vociare, non sa bene da chi.
Con
l’angolo dell’occhio riesce anche vedere Sai
correre incontro ad abbracciare
una ragazza senza capelli, magra e dagli occhi chiari –Ino— ma non si sofferma su
nessuno. Tutta la sua attenzione dal
momento esatto in cui ha messo piede in quella stanza è
stata catturata da
un’unica persona, l’unico perno intorno al quale
ruotano sfuocati e privi di
importanza tutti gli altri colori.
Sakura
trattiene il fiato. Sasuke si sente stordito
da una sensazione di vertigine, come se si stesse buttando
da una rupe
senza nessuna cintura di sicurezza. Sente una sensazione di
inadeguatezza,
quando Naruto cercava di riportarlo indietro aveva sempre la parola
giusta, il
sorriso azzeccato, sapeva sempre come prenderlo. Lui non sa cosa dire.
Oh, ma
cosa
importa. Sono Naruto e Sasuke, loro non hanno davvero bisogno di parole
per
capirsi; qualsiasi cosa farà sarà abbastanza,
sarà anche troppo e Naruto l’adorerà.
Sicuramente lo bacerà e anche se c’è
tutta quella gente in giro va bene lo
stesso, perché gli è mancato davvero. Si
sente come se si fosse focalizzato sul punto calmo del tornado da dove
puoi
vedere il cielo blu, mentre attorno a te il vento divampa distruttivo e
furioso.
Naruto si gira cacciando
malamente una
kunoichi che sta cercando di fasciargli una ferita. Naruto si volta
verso di
lui come se fosse stato richiamato dalla stessa inspiegabile attrazione
magnetica; Naruto
ha il volto tumefatto,
pieno di lividi e graffi, è magro da far paura con gli
zigomi sporgenti e la
pelle sporca di sudore e sangue, dove spiccano dolorosamente vividi
quegli
occhi blu – il cielo in mezzo al tornado — e passa
un lampo di incredulità alla
vista di Sasuke. Ma c’è anche una sfumatura
violenta che non ha mai visto in
quelle iridi. Desiderio? Disperazione? Forse tutti e due
perché spinge
immediatamente di lato i ninja attorno a lui e corre verso di loro.
Verso
Sasuke.
Sasuke
è
così sollevato di vederlo vivo dopo quel mese orribile che
tende anche lui
l’unico braccio verso l’amico, anche Naruto ha le
mani protese verso il suo
viso. Accidenti, gli toccherà sopportare uno di quegli
abbracci soffocanti da
dobe.
Le
labbra
di Sasuke si sono appena schiuse per pronunciare il suo nome, ma non
arriva
fiato alla bocca.
Le mani
di
Naruto si sono strette attorno alla sua gola e finalmente riconosce
quello
sguardo.
Odio.
**
Il
soffitto
bianco e l’odore di anestetizzante sono le uniche cose che
vuole percepire, ma
non riesce a ignorare il fastidioso ticchettio dei macchinari accanto a
lui,
così come non può evitare di sentire il prurito
causato dal collarino cervicale
attorno al collo. È sempre meglio di prima, quando aveva
un’intere équipe
medica attorno a controllare le sue funzioni vitali come se fosse sul
punto di
morire. Alla fine è venuta la stessa Tsunade a visitarlo e
dare il verdetto:
l’Ultimo Uchiha, Eroe della Guerra, non rischia la morte,
resterà solo per un
breve periodo senza voce.
Quante
premure per un traditore.
Naruto
ha
stretto così forte le dita sul suo collo da rovinargli le
corde vocali, dice, ma
si sistemerà tutto, aggiunge.
Sasuke
non
si è mai sentito così fragile, è stato
come se quelle mani potessero davvero
spezzarlo in due. Nemmeno allo scontro nella Valle
dell’Epilogo, lì almeno era
preparato allo scontro che aveva iniziato lui stesso. Qui no, era
totalmente
indifeso e impreparato.
È
stato il
Capitan Yamato a stendere Naruto con un pugno prima che potesse
causargli danni
irreversibili; Sakura sarebbe intervenuta subito se non fosse stata
shoccata
quanto lui. È davvero raro prenderli entrambi impreparati,
ma erano così
divorati dall’idea di salvare Naruto – per una
volta erano loro a farlo— che
non avevano nemmeno preso in causa l’ipotesi che potesse
essere impazzito.
No, non impazzito, si ricorda. Compromesso.
Non sa
cosa
voglia dire, ma quella parola è l’unica
spiegazione che Tsunade gli ha dato.
“È
stato compromesso”
Qualsiasi
cosa significhi, non suona affatto bene.
Sakura
ha
assistito la maestra nel controllo e ora gli è ancora
accanto, non ha detto
nessuna parola se non: “Credo che il collarino te lo
toglieranno presto”.
Sta
tremando senza rendersene conto. Quando è turbata Sakura
diventa silenziosa.
Come da
istruzione Sasuke resta disteso sul letto dell’infermeria e
non può parlare,
anche se vorrebbe fare irruzione nel quartier generale per pretendere
spiegazioni. Invece è il quartier generale a fare irruzione
in infermeria.
Kakashi ordina ai medici di uscire e lasciarli soli.
“Dunque,
Sasuke,” inizia massaggiandosi la radice del naso,
“Naruto è stato uno shock
per tutti noi. Immaginavamo già che fosse stato sottoposto a
torture da parte
dei Chinoike ed eravamo pronti al peggio. Ora crediamo che invece non
si siano
limitati a quello, che lo abbiano sottoposto a un genjutsu piuttosto
forte”.
“Purtroppo
non conosciamo tutti i particolari” si inserisce Tsunade.
“Gli occhi dei
Chinoike non sono mai stati studiati e hanno molti segreti, ma sappiamo
che
sono abili nel condizionare le menti con i propri genjutsu. Si tratta
di un
condizionamento basato sulla paura, sulla disperazione e
sull’odio. Tu e
Kakashi siete stati vittima del genjutsu del Mangekyo di Itachi e
conoscete
bene quella sensazione, la loro tecnica agisce più o meno
allo stesso modo”.
Terrore.
Allucinazioni. Visioni da incubo dove credi di perdere le persone che
ami. Lo
stesso incubo ripetuto alla follia. Sasuke se li ricorda bene, il
genjutsu mira
alla parte del cervello che controlla la paura.
“Ricorderai
anche tu la sensazione di non riuscire a distinguere cosa fosse vero e
falso,
immagino” riprende a parlare Kakashi con voce stanca.
“Ecco.
Ora
immaginate un’esperienza del genere più potente e
mirata, ripetuta per un mese,
il cui scopo è proprio quello di farti dubitare della
realtà” continua con fare
tecnico Tsunade. “Immaginate di essere sottoposti a questa
tortura più volte in
un giorno. Dopo un’esperienza del genere, ricordare in modo
lucido diventa impossibile.
In questo modo i nostri ricordi possono essere compromessi. Vengono
sottratti, alterati
e salvati un’altra volta nella loro nuova versione distorta.
Immagina che tu
venga costretto a ricordare un determinato momento e nel mentre ti
venga
somministrato una dose di dolore tale da scatenare paura; ora quando
ricorderai
quel momento il tuo cervello lo assocerà al dolore, come se
quelle sensazioni
tu le abbia provate davvero in quel momento passato”.
A Sasuke
comincia a salire la nausea, restano in silenzio finché non
è Sakura a trovare
il coraggio a porre quella domanda.
“È
questo
quello che è successo? Hanno preso i ricordi di Naruto su
Sasuke e li hanno
resi terrificanti?”
Non hanno dovuto
lavorare tanto, pensa.
Shikamaru
annuisce. “Sì, li hanno resi così
terrificanti che lui lo vede come una
minaccia alla sua incolumità e lo odia, potrebbe esserne
così spaventato da
tentare di ucciderlo. Questa è la nostra teoria”.
Si tira
la
coperta fin sopra la testa perché tutto quello non
può star succedendo per
davvero, deve essere finito lui stesso dentro un genjutsu terribile.
Non è
possibile che qualcuno abbia fatto dimenticare a Naruto il loro
legame...
nessuno riuscirebbe mai a dividerli. Non ci è riuscito
nemmeno lui, figurarsi
degli sconosciuti psicopatici.
Naruto
lo
odia.
I
Chinoike
hanno trovato il modo migliore per distruggerlo, complimenti.
“Ma
voi
proverete a invertire il processo, giusto?” chiede Sakura con
ansia nella voce.
“Ehm...
i
dati in nostro possesso sono davvero pochi” replica Tsunade.
“Inesistenti, in
realtà. Queste sono solo supposizioni”.
“Ma
ci
proverete, vero?” incalza. “Non avrete mica
intenzione di chiuderlo in una stanza
e lasciarlo lì, no?”
“Certo
che
ci proveremo, mocciosa” vocia Tsunade. “Solo, non
sappiamo se possiamo avere
successo. Il cervello umano è una cosa molto complessa, sono
i propri ricordi a
stabilire il nostro carattere, giocarci con essi è
pericoloso. Non sappiamo se
Naruto riuscirà a uscire integro da questa
esperienza”.
“Per
non
parlare che potrebbero essere stati compromessi altri ricordi oltre
quelli di
Sasuke” continua Shikamaru. “Magari hanno attuato
una vendetta contro Konoha e
Naruto odia il villaggio. Dobbiamo preparare un piano prima di agire.
Nessun
ninja è in grado di contrastare Naruto, se ci attaccasse si
scatenerebbe il
disastro”.
“Ma
davvero?” commenta sarcastica. “E tu cosa ne pensi,
Kakashi?”
Sasuke
scosta un pochino la coperta per vedere il volto del suo ex-sensei,
l’unica
persona in quella stanza oltre Sakura per la quale nutre rispetto e una
sorta
di bizzarro affetto.
Kakashi
è
esausto e scoraggiato mentre confessa. “Io penso che Naruto
potrebbe anche
migliorare un po’, ma non tornerà mai
più lo stesso”.
Torna a
coprirsi con la coperta di scatto chiudendoli fuori, non meritano di
entrare
nel suo inferno personale, quelle parole hanno il tono di una condanna
a morte.
La sua.
“Almeno
è
vivo” prova a dire Tsunade con tono consolatorio.
“Sono sopravvissuti solo lui
e Ino, gli altri shinobi sono stati tutti giustiziati. Naruto ha subito
dei
danni, certo, ma è qui con noi e finché
avrà respiro le cose potranno
migliorare. Non dimentichiamocelo, okay?”
La
notizia
di quegli shinobi morti, compreso Choji, non lo rassicura affatto, anzi
lo fa
sentire solo più vuoto. Non perché li conoscesse,
questo no, nemmeno Choji gli
era tanto familiare, ma sono morti per colpa sua. È come se
li avesse uccisi
lui.
Ha lo
sguardo pieno d’odio di Naruto impresso a fuoco nella mente,
un solo pensiero
coerente.
En Oyashiro, ti
ucciderò.
**
Sakura
viene a intervalli regolari a sistemargli il collarino o a costringerlo
a
mangiare. Gli infermieri non riescono a convincerlo.
Lo aggiornano assiduamente su Naruto e i suoi
miglioramenti, ha cominciato a espellere il veleno al quale hanno
sottoposto al
suo organismo e sembra stabile, ma questo perché
è tenuto sotto osservazione da
shinobi medici di altri paesi, dei perfetti sconosciuti che non possono
far
scattare nessun ricordo pericoloso in lui. Un èquipe di
ninja esperti sta
cercando di creare un sigillo che possa aiutarlo.
Viene
dimesso dopo giorni, quando ormai anche tutte le questioni burocratiche
e
diplomatiche sono state risolte. Con la cattura di En Oyashiro e gli
altri
Chinoike la guerra ha potuto dirsi conclusa e ora non resta che
assicurare al
Paese delle Terme un governo stabile. I prigionieri resteranno
lì, il processo
avverrà più avanti quando tutto sarà
risolto.
Quando
torna a casa gli viene permesso di togliersi il collarino cervicale. Ha
il
collo arrossato e pieno di lividi. Come carta macchiata di viola.
Appena riesce
a parlare con una voce sussurrate e gracchiante dice:
“Voglio
vederlo”.
“No”
è la
risposta impassibile di Tsunade. “È ancora
instabile e la tua vista potrebbe
comprometterlo ancora di più. Sii paziente”.
“Allora
voglio uccidere En Oyashiro” replica con la voce
già più ferma.
Sakura
accanto a lui sospira. “Immagino che per te non esista ancora
un regolamento
che stabilisca ciò che è inammissibile fare o non
fare a un altro essere umano”.
“Certo
che
esiste. È lo stesso che hanno seguito loro per compromettere
Naruto”.
Crudele,
ma
colpisce il segno e Sakura serra le labbra non potendo più
ribattere.
“Benissimo,
allora” dice dura. “Corri ancora una volta a
vendicarti”.
Gira i tacchi ed esce dalla
sala d’ospedale,
proprio mentre ci entra Kakashi. Non risparmia nemmeno lui da
un’occhiataccia.
Quando la porta sbatte l’Hokage sospira stanco.
“Smettila
di farla arrabbiare. È qui che si preoccupa per
te”.
Sasuke
lo
ignora. “Voglio vedere Naruto” riprova.
Con
sorpresa
sia sua che di Tsunade, Hatake annuisce. “Sì,
penso sia un bene. Fra
qualche minuto effettueranno un test su
Naruto”.
“Non
credo
sia il caso...” inizia nervosamente Tsunade.
“Che
test?”
la interrompe Sasuke con sempre più controllo nella propria
voce.
“Lo
faremo
entrare in contatto con un ninja di Konoha. Qualcuno che conosce e di
cui si
fida, ma che non abbia nessun collegamento con te. Stanno valutando
adesso le
varie persone”.
Non
pensa
sia difficile visto che anche dopo la Quarta Guerra Sasuke non ha avuto
modo né
volontà di stare molto a contatto con gli altri shinobi.
“Noi
osserveremo la sua reazione nascosti da un vetro-specchio.
Sarà il primo
tentativo di metterlo a contatto con qualcuno di Konoha”.
Annuisce.
“Vengo”. Si chiede chi sia stato scelto.
Quando
raggiungono la zona di ospedale dove è stato isolato Naruto
e dove lavora
l’équipe specializzato, la vede in piedi con le
mani raccolte in grembo e i
lunghi capelli corvini dritti sulla schiena: Hinata Hyuuga.
“Sas’ke-kun”
gli sorride timidamente, ma con trasporto quasi faccia pensare che
siano amici
di vecchia data.
Fa un
cenno
di saluto con il capo. Fin da piccolo non ha mai avuto molti contatti
con gli
Hyuuga perché contrapposti al suo clan, in più a
scuola la ragazza era così
silenziosa da risultare invisibile ai suoi occhi e l’aveva
ignorata anche per
il resto del tempo che aveva passato da genin. Sa che aveva una cotta
per
Naruto e che lo ha anche difeso in momento critici. Lei è
perfetta, sicuramente
Naruto si fida e non può collegarla a lui.
“Hanno
scelto te per far visita al dobe?” chiede comunque.
“Immagino
di sì” afferma con voce dolce. “Povero
Naruto-kun. Povero te. Non capirò mai il
rancore”.
“Meglio
non
capirlo” ribatte con una strana sensazione nelle viscere.
“Cosa
ne
pensi?” gli domanda Kakashi. “Naruto la conosce da
molto tempo, ma non ha
niente che possa scatenare qualche ricordo su di te”.
“Eravamo
nella stessa classe all’Accademia, ma non ci siamo mai
parlati”.
Hinata
arrossisce. “Eri sempre così bravo in tutto e
così composto e serioso da
mettermi in soggezione” rivela oltre l’imbarazzo.
“Ti ammiravamo tutti”.
Quella
confessione ha il poter di far sentire ancora peggio Sasuke, ma
l’impaccio di
rispondere gli viene tolto da Tsunade che, dopo aver parlato con i
medici, fa
loro un cenno.
“Facciamo
un tentativo”.
Va con
loro
nella stanza di osservazione attaccata a quella in cui è
rinchiuso Naruto, ci
sono anche dieci membri dell’équipe armati di
fogli e penna pronti ad annotare
ogni cosa; il vetro a specchio e il sistema audio permette di
partecipare senza
essere visti.
È
sdraiato
su un lettino, ha le braccia bloccate con cinghie su cui sono impressi
sigilli
per contenere il chakra; non lotta per liberarsi, ma le sue mani si
muovono in
continuazione. Indossa un camice azzurro chiaro ed è stato
pulito dal sangue,
le ferite sono tutte state disinfettate e grazie al chakra del Kyuubi
sono già
in via di guarigione, però è ancora troppo magro
e ha uno sguardo che non gli
appartiene.
Appena
la
porta si apre per far entrare Hinata, fa uno scatto e i suoi occhi si
ingrandiscono, allarmati, poi torna vago.
“Naruto-kun?”
domanda la Hyuuga con voce incerta.
Qualche
nube dagli occhi blu sembra dissolversi.
“Hinata-chan?” domanda “Hinata. Sei
tu!”
“Sì”
conferma lei con evidente sollievo nella voce. “Come ti
senti?”
“Malissimo”
la sincerità con cui lo dice fa quasi sperare Sasuke che
Naruto sia davvero
sepolto lì, da qualche parte. “Dove siamo?
Cos’è successo?”
“Ci
siamo”
dice Kakashi fra i denti accanto a
lui.
“Ha avuto ordine di non fare nessun riferimento su di te o
della guerra contro
i Chinoike”.
“Siamo
al sicuro”
lo sta intanto rassicurando Hinata. “A
Konoha”.
“Lo
dice
anche quella gente” forse intende i medici. “Ma
perché sono qui e non a casa?”
Hinata
si
morde un labbro. “Non stai molte bene” ammette.
“Sono tutti preoccupati.
Sakura-chan dice che è colpa del ramen, che mangi troppo. E
Iruka-sensei ha
detto che ti porterà da Ichiraku quando starai meglio, ma
questa fa arrabbiare
ancor di più Sakura-chan”.
“Il
ramen
non c’entra niente” sentirglielo dire accende
davvero una speranza in Sasuke.
“Che cos’ho? La febbre? No mi ricordo
niente!”
Hinata
lo
guarda titubante, poi continua piano. “Non lo
sappiamo” ammette. “Ma troveremo
una soluzione presto. Qui sono tutti gentili e poi tu sei fortissimo,
niente
può abbatterti”.
“Perché
Sakura e Iruka-sensei non sono venuti a trovarmi?” domanda
sperduto.
“Non
possono”.
“Sono
pericoloso?” domanda sconfortato.
“No!”
si
affretta a dire, sembra sul punto di mettersi a piangere. “Tu
sei troppo buono
per esserlo”.
“Ma
non sto
molto bene” ripete come intrappolato da quelle parole.
“Sì”
bisbiglia Hinata quasi inudibile.
“Mi
hanno
torturato”dice improvvisamente, i suoi occhi sembrano
sfuocarsi lontani. “È
stato lui... è stato Sasuke”.
Comincia
ad
agitarsi e tirare le cinghia.
“No,
non è
stata colpa sua. Lui è gentile” lo contraddice.
Hinata
è
davvero una stupida, Sasuke avrebbe usato qualsiasi epiteto tranne gentile per descriversi.
“Non
mi
sembrava gentile mentre cercava di uccidermi” sibila Naruto.
Non gli
ha
mai visto quello sguardo, è terribile. Cerca di liberarsi,
richiama il chakra,
ma i sigilli sulle manette si illuminano.
“Fatela
uscire!” ordina Kakashi e una porta di apre subito alle
spalle di Hinata.
“Sasuke
ti
vuole bene” cerca di difenderlo la ragazza mentre
indietreggia.
“Non
è
vero! È un bugiardo!” urla. “Non fidarti
di lui, niente di quello che dice è
vero! Lui ci distruggerà tutti, è una minaccia e
va ucciso. È pericoloso!”
Un
medico
afferra Hinata che sembra intenzionata a restare lì per
calmarlo, ma non può, e
la trascina fuori mentre delle lacrime le rotolano dagli occhi. La
porta si chiude
bruscamente, ma Naruto continua a gridare come se lo stessero
torturando.
“È
un
bugiardo, è un bugiardo!” grida fino a consumarsi
le corde vocali, lotta per
ribellarsi e inizia a piangere perché resta bloccato
lì, trema vistosamente.
Per
Sasuke
questo è peggio che essere strangolato, non riesce a fare
nulla se non fissare
Naruto che si dimena e singhiozza quelle parole disperate. È
come se gli
bloccassero davvero l’aria. Naruto lo odia.
Kakashi
lo
afferra per la spalla trascinandolo via, non si muove e non ci riesce,
è
paralizzato e gli sembra che il mondo sia improvvisamente impazzito.
Naruto lo
odia.
Il
corridoio è silenzioso ma continua a sentire le grida di
Naruto nella propria
testa. Vuole vomitare. Sakura si sbagliava, ormai è
irrecuperabile.
Naruto
lo
odia.
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