Le cronache di Aveiron: La guerra continua

di Emmastory
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Capitolo V

Momenti di fortuna

Il tempo continuava a scorrere, ed eravamo ancora fermi in quello che consideravamo il nostro rifugio. La dimora di Lady Fatima, che ora come ora, ci sta offrendo il ricovero, la protezione e l’aiuto di cui abbiamo bisogno. Come sempre, Stefan mi è accanto, e dopo un tempo che nessuno di noi riesce a definire, un viso amico è tornato fra noi. Suo fratello Drake. Non lo vedevamo da molto, e finalmente, proprio questa mattina, ha deciso di ripercorrere i propri passi e tornare indietro. Stefan e lui si erano divisi nel giorno in cui aveva provato a chiedere la mia mano, dopo una lite e la mia fuga da questo così sontuoso luogo, e poi riavvicinati dopo la nascita di Terra, nostra prima figlia e sua dolce nipote. Una sorta di figliol prodigo, nuovamente tornato sui suoi passi e deciso ad aiutarci al meglio delle sue possibilità dopo quanto ci era accaduto. Aveva saputo della nascita di Rose e dell’incidente di Terra, e ricordo che all’apprendere quella notizia, era quasi sbiancato. Non poteva crederci, ed era felice che fosse ancora viva. Inoltre, affermava di sentirsi incredibilmente orgoglioso di lei, tanto da voler fare qualcosa per una nipote così speciale. Sapeva bene che Rachel, l’amata compagna di Lady Fatima, le aveva regalato uno scudo e una spada in legno, e dopo il suo terribile incidente, nel quale era rimasta coinvolta al solo scopo di salvarmi, aveva preso una decisione. Armandosi di pazienza, le avrebbe insegnato ad usarle al meglio e difendersi. Felice di passare del tempo con lo zio, aveva accettato, e ora, invece che con il suo orsetto Ned, giocava con le sue affatto offensive armi, pur sempre conservando l’amore per le bambole e i peluche. “Sono una guerriera.” Diceva, ridendo e sfidando lo zio ad un giocoso scontro all’ultimo sangue. Assecondandola, Drake si lasciava colpire, fingendo di ferirsi e arrendendosi quasi subito. La lasciava vincere, ma solo per evitare un dispiacere. “Sei un codardo.” Gli diceva, beffandosi di lui e vantandosi di essere più forte. “Ho vinto! Ho vinto!” iniziò poi a ripetere più volte, felice di aver sconfitto lo zio e vinto quella sorta di scontro. “Sei fortissima.” Le rispose il padre, prendendola in braccio e lasciandola andare solo dopo averla baciata in fronte. A quella vista, sorrisi. Lo faceva solo in poche occasioni, e a quanto sembrava, non era riuscito a trattenersi. Sin dal giorno in cui ci eravamo sposati, Stefan ed io parlavamo in ogni occasione, specialmente poco prima di andare a dormire. In moltissime occasioni, mi aveva confessato di volere un bambino. Un maschietto, un erede che portasse avanti il cognome di famiglia. Una volta innamoratici, avevamo provato ad avere dei figli, e dalla nostra unione erano nate Rose e Terra. Ricordo ancora i giorni in cui sono nate, e la gioia che gli aveva allora pervaso il cuore e fatto brillare gli occhi nel momento in cui gli avevo confessato di essere incinta. Ora come ora, sono vicina alla soglia dei trent’anni, perciò ancora giovane, e spero vivamente che nonostante il sangue e le lacrime che scorrono per queste quasi deserte strade, piagate da una guerra che non sembra voler finire, la nostra vita tornerà un giorno ad essere quella che era, molto più rosea e tranquilla. A detta di molti, il nostro amore è paragonabile ad un fiore o ad una tenera piantina, che a dispetto di ogni difficoltà, continua a vivere sfidando il freddo, la neve e le crepe nel cemento cittadino. Così, il tempo sta passando, e concentrandomi su tutto ciò che di bello ci è successo, dal nostro primo bacio, alla nascita di entrambe le nostre principesse, comprendo di dover mantenere la mia innata positività, non scordando, intanto, di ringraziare il cielo per questi bellissimi momenti, costellati d’amore, amicizia e gran fortuna.




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