Under the Same Sky ~ Death City

di whitemushroom
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Offerta

Spirit corre attraverso il cortile, incurante di tutti, travolgendo studenti e studentesse e voltandosi a malapena per chiedere scusa mentre impreca al cellulare alla ricerca di un taxi, una macchina, anche una bicicletta arrugginita che possa portarlo all’aeroporto.
Maka non risponde al telefono. E nemmeno allo specchio magico.
Sì, certo, Maka non gli ha mai risposto durante le missioni – anche quando non è in missione, ad onor del vero- ma Spirit non ha intenzione di mollare e ascolta il trillare a vuoto del cellulare che gli annuncia la settantacinquesima chiamata senza risposta.
“Andiamo di corsa?”
Spirit senza pensarci prova a girare intorno a quell’idiota dal pessimo tempismo che ha deciso di attaccare bottone proprio mentre la sua bambina si trova in pericolo dall’altro capo del mondo, ma la figura gli scivola davanti ed inchioda proprio davanti al suo naso.
Sono passati tredici anni dall’ultima volta che ha visto Franken Stein. La prima cosa che lo colpisce è il fatto che sia assolutamente identico a prima, a parte il fatto che adesso puzza anche di alcool e non solo di nicotina. E, è pronto a metterci la mano sul fuoco, il camice che ha indosso è lo stesso di tredici anni addietro.
Peccato che Spirit non abbia alcuna intenzione di iniziare una qualsivoglia conversazione con quello scienziato pazzo. “Levati dalle palle, Stein. Vado di corsa”.
“Sì, so tutto. Hanno avvistato la Spada Demoniaca a Firenze”.
“Già. E Maka è in missione proprio lì! Quindi, se vuoi scusarmi …” sbraita, maledicendo il momento in cui Lord Shinigami ha deciso di invitare quel problema deambulante in camice alla Shibusen proprio quando la vita della sua bambina era appesa ad un filo. L’impietosa voce dall’altro capo del cellulare gli ricorda che il suo credito è appena esaurito e la chiamata ai taxi viene crudelmente interrotta.
“Non mi dire che stai andando solo soletto a caccia della Spada Demoniaca senza un partner! Come mai la tua dolce e adorabile Meister non è qui con te per andare a salvare la vostra preziosa principessa?”
Il primo istinto di Spirit è quello di piantargli una lama su per il didietro, fosse anche solo per fargli sparire quel sorrisetto gongolante di chi chiaramente sa già la risposta ma aspetta solo di sentirla dalle labbra della vittima. Ma l’amara verità è che la cosa più orribile, in quel momento, è il fatto che Tanya gli abbia attaccato il telefono in faccia senza nemmeno starlo a sentire. “Abbiamo divorziato, va bene?” ringhia tra i denti. Quel pazzo psicolabile si prendesse pure tutte le soddisfazioni del mondo, non ha tempo per i suoi giochetti. “Adesso, se permetti …”
Aveva dimenticato la forza sovrumana di Stein.
Con una mano gli afferra il polso e prima che possa anche solo opporre resistenza si sente spinto di lato ed atterra su qualcosa di morbido mentre la portiera di un’automobile gli si chiude alle spalle. Cerca di riprendere fiato e si ritrova tutto storto contro un sedile; accanto a lui Stein si accomoda al posto del guidatore senza nemmeno spegnere la sigaretta.
“Tranquillo, se la mia Weapon è nei guai è mio dovere dargli una mano. O uno strappo!”
“In caso te ne fossi dimenticato non sono più la tua We …”
“Se vuoi affrontare la Spada Demoniaca ti consiglio di trovarti un partner nel tempo di arrivare all’aeroporto” risponde infilando le chiavi nella toppa. “Certo, potresti beneficiare del più grande Meister della Shibusen, ma immagino che tu sia così pieno di alternative che non ti abbasseresti mai a chiederglielo. L’offerta rimane comunque valida, a te la scelta!”
Spirit stringe i denti mentre i motori si accendono. Sa benissimo che in quei tredici anni l’altro non ha mai più avuto contatti con alcuna Weapon, e a giudicare dall’odore anche la relazione con il sapone non è andata gran che bene; ha quasi il sospetto che il grandissimo bastardo abbia sapientemente atteso fino a quel momento –ne sarebbe capace- ma in quel momento accetterebbe persino l’aiuto del Kishin. Guarda di nuovo il telefono nella speranza che Tanya si sia decisa a rispondere, ma lo schermo è crudelmente vuoto. “Non credo di avere molta scelta …”
“Oh, infatti non ne hai!” gongola Stein. “Bentornato a bordo, partner!”
L’auto parte con un rombo secco; quando le ruote salgono su un marciapiede e la vettura supera strombazzando le altre macchine in fila trascinando con sé anche un paio di cestini della spazzatura Spirit si ricorda con orrore che Stein si è sempre rifiutato di prendere la patente ed affonda le dita nel sedile quando il suo compagno mette la quinta e per un pelo evita di farli finire entrambi spiaccicati sotto le ruote di un camion. Lo stomaco gli risale in gola quando in meno di un minuto Stein raggiunge la superstrada e la imbocca sfrecciando in curva, e per un istante sente la vecchia adrenalina, la forza e tutta la Follia che aveva tenuto sopite per anni ruggire insieme al motore.
Non ha il coraggio di ammettere di averne sentito la mancanza. Non ad alta voce, almeno.
Tranquilla, Maka, il tuo papà sta arrivando … forse …

 



Spirit Albarn e Franken Stein
SOUL RESONANCE

 

THE END





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