cap. 2 Volterra
Ok
intanto grazie a tutti di vero cuore. A chi legge, a chi recensisce e
soprattutto a chi ha avuto il coraggio di aggiungermi ai seguiti.
Ora risposte veloci, poi capitolo:
Goten: ho sistemato, perdonami ma è tutto nuovo per me spero non succeda più, tu vigila e grazie!!!!
CullenVale: No Carlisle non legge
il pensiero, conosce solo bene sua figlia, visto che convivono da
parecchio. Spero ti piaccia lo stesso. Edward ha il suo potere è
quello di Bella che è un po' diverso. Vedrai. Grazie!!!
E ora il capitolo, spero sia di vostro gradimento. Bacioni Lisa
Capitolo. 2 – Volterra
Atterrammo in perfetto orario, le
sei di sera, il sole stava tramontando, non avremmo avuto problemi ad uscire
dal aeroporto, ritirammo i bagagli e ci avviammo verso l’uscita, stavo per
chiedere a papà come avremmo raggiunto Volterra, quando un ragazzone bruno,
chiaramente un vampiro, ci venne incontro allungando la mano a papà < Dott.
Cullen è un piacere rivederla>
< Grazie Felix, anche per
me> poi girandosi verso di me e facendomi segno di avvicinarmi aggiunse <
questa è mia figlia Bella, Bella ti presento Felix, ci accompagnerà lui alla
nostra meta > strinsi la mano a quel energumeno, ma il sorrisetto
compiaciuto che mi rivolse non mi piacque per nulla. Ero abbastanza carina,
questo lo sapevo anch’io, e sia i ragazzi umani della scuola, sia i nomadi che
ogni tanto incontravamo, mi riservavano quel tipo di attenzioni, ma essendo
molto timida ed insicura, non le avevo mai molto gradite. Soprattutto quei
sorrisetti alla “potremmo divertici” mi davano piuttosto da fare. Abbassai
veloce lo sguardo e strinsi il braccio di mio padre, che mi guardò comprensivo.
Arrivammo velocemente al palazzo nel centro della città, quel Felix guidava
come un pazzo, esattamente come i miei fratelli. Io ero anomala da quel punto di
vista, non mi piaceva correre in macchina, preferivo le mie gambe.
Il palazzo era riccamente
arredato, anche troppo per i miei gusti, troppo pomposo, niente a che fare con
il gusto impeccabile e minimalista della mia adorata mamma. La cosa che mi
sconvolse di più fu trovare all’interno personale umano, ma come? I Volturi non
erano vegetariani come noi, come facevano quelle persone a lavorare per loro?
Guardai mio padre con stupore, mi fece segno di no, non mi avrebbe spiegato
nulla finché Felix era con noi. Cercai di controllare la mia curiosità e seguii
tranquilla la nostra guida. Non mi piaceva stare qui, mi sentivo a disagio, non
mi piacevano i Volturi, certo loro amministravano la giustizia tra i vampiri,
erano la nostra famiglia reale, ma a me facevano paura, non approvavano il
nostro stile di vita e non si davano pena di nasconderlo, in più erano
affascinati dal mio potere e da quello di Alice. Papà aveva già cortesemente
respinto a nome nostro, l’invito fattoci, più e più volte, di unirci a loro da parte
di Aro, quello che a conti fatti era il capo della famiglia dei Volturi, ma nel loro caso
sarebbe più giusto chiamarli Clan, si perché se a tenere insieme la nostra
famiglia era l’amore reciproco, non era altrettanto per loro come non lo era per la
maggior parte dei nostri simili, i clan infatti erano tenuti insieme dalla
brama di potere e territori di caccia. Papà sosteneva che, nel nostro caso, la continua privazione di sangue umano
aveva reso possibile il legame profondo che ci univa, noi eravamo una vera famiglia.
Questa era un’altra delle ragioni
per cui dubitavo che LUI, avrebbe accettato la nostra proposta, infondo cosa
avevamo da offrirgli se non privazioni, be' forse anche amore, almeno da parte
di mamma e papà, ma cosa se ne sarebbe fatto uno che per un secolo aveva
assecondato ogni desiderio o istinto ed era vissuto a stretto contatto con la
fonte suprema del potere nel nostro mondo. No ci avrebbe riso in faccia e
questo avrebbe annientato papà.
Nel frattempo eravamo arrivati in
una stanza circolare, illuminata solo dall’alto, dove ad attenderci c’era un
vampiro, sicuramente Aro, e due vampire, una era praticamente insignificante,
non si distingueva dall’ambiente se non per la bianca mano appoggiata sulla
spalla dell’uomo, l’altra era piccola e bellissima, sembrava un angelo di quelli dei quadri del seicento, ma lo sguardo
era maligno, doveva essere Jane, dalla descrizione che ne aveva fatto mio
padre.
< Carlisle, sei arrivato, che
bello vederti, e che bello fare finalmente la tua conoscenza Bella > disse
l’uomo con tono mellifluo, mio padre si avvicino deciso, dando gli la mano,
< Aro è sempre un piacere, Renata, Jane > disse chinando il capo verso le
due donne, Renata, lo scudo di Aro, ecco chi era. Lei al contrario di me era
uno scudo fisico, riusciva a deviare i colpi in arrivo, o almeno così mi aveva
spiegato Eleazar, l’ultima volta che eravamo stati a Denali, quando mio padre
gli aveva esposto il suo piano per portare a casa LUI. Gli occhi di Aro nel
frattempo erano puntati su di me, mi avvicinai chinando il capo in segno di
rispetto, ed allungai la mano verso la sua, lui senza lasciare quella di mio
padre, la prese. < Fantastico, devi essere uno scudo molto potente. E dimmi
fino a che distanza riesci a proiettarlo? Lo puoi abbassare per me cara?>
Non se ne parlava minimamente, anche se avessi avuto idea di come fare, e
ancora non l’avevo, non lo avrei mai fatto. Guardai mio padre un po’ intimidita
e lui mi fece cenno di rispondere < Salve Aro è un piacere fare la sua
conoscenza, non so fino a che distanza riesco di preciso a proiettare lo scudo,
per adesso il massimo cui sono arrivata sono 15 metri, e non posso
abbassare lo scudo, non ci sono mai riuscita.> Era dispiaciuto e affascinato
al tempo stesso, mi sentivo un pesce raro dentro un acquario, e soprattutto ero
intimorita, non avevo espresso i miei dubbi alla mia famiglia, ma temevo che
una volta arrivata a Volterra non mi avrebbero più lasciato andare, e questa
idea si rafforzò sotto lo sguardo luccicante di Aro, non ci voleva un leggi
pensiero per sapere che mi voleva al suo servizio, la sua espressione era
eloquente. < Vedrai che con il tempo e con la pratica ci riuscirai, è solo
questione di sviluppare il tuo potenziale > e no grazie, ma non ci tenevo
proprio a svilupparlo, mi bastava che fosse utile alla mia famiglia. <
Grazie > risposi educatamente, non potevo mandarlo al diavolo, non sarebbe
stata una buona idea. In quel momento sentii una pressione sul mio scudo, alzai
gli occhi ed incrociai quelli concentrati di Jane, < mi spiace ma sono
immune dal tuo potere > gli dissi con un sorriso che voleva sembrare
amichevole, ma non lo era affatto. Mio padre la guardò sconvolto e Aro si
affetto a rimproverarla < Jane ! ti sembra il modo per accogliere i nostri
ospiti?>
< Volevo solo controllare >
si giustifico lei con tono mellifluo. A quel punto la rabbia si impossesso di
me, ci stavano attirando in una trappola, ma invece di farmi guidare
dall’istinto preferii usare il cervello, Jasper sarebbe stato fiero di me. < Aro, perdonatemi, ma vorrei il
Vostro permesso per tenere costantemente sotto il mio scudo mio padre, so che
non era nei vostri intenti attaccarci, ma vorrei evitare che mio padre
soffrisse per gli esperimenti degli uomini della vostra guardia > chiesi con
estrema gentilezza. Lo avevo messo alle strette, non poteva dirmi di no dopo
quello che era successo, avrebbe sottinteso che era d’accordo con la nana psicopatica,
infatti si affretto a rispondermi < Certo mia cara ti comprendo, ma vorrei
assicurarti che non succederà più>. < Grazie Aro per la comprensione, mi
fido delle tue parole, ma un po’ meno degli istinti della tua giovane amica
> Aro chinò il capo in segno di accettazione delle mie motivazioni e fulminò
Jane con la più cattiva delle occhiate. Bene avevo ottenuto quello che volevo,
ero stata autorizzata a proteggere Carlisle 24 ore su 24, sarebbe stata dura,
se ci aggiungiamo il fatto che avrei dovuto tentare di schermare LUI, cosa che
ancora non sapevo se avrebbe funzionato, ma infondo se andava tutto bene non ci
saremmo trattenuti a lungo in questo lugubre posto. Mio padre durante
quello scambio era rimasto impietrito, da una parte non voleva che mancassi di
rispetto al suo vecchio amico, ma dall’altra si sentiva sicuramente più a suo
agio sotto il mio scudo, così non si era intromesso nella discussione, a quel
punto si riscosse e si rivolse all’amico < Aro, possiamo vederlo adesso? Mi
hai detto che peggiora ancora> Aro sembrava dispiaciuto, anche se sospettavo
che lo fosse più per aver perso un arma unica, che per vero interesse verso di
LUI. < Si Carlisle, peggiora a vista d’occhio, non sappiamo più che fare,
non si nutre, non ci lascia nemmeno avvicinare. Felix vi condurrà nella sua
stanza, ma vi prego, fate attenzione è completamente fuori controllo. Spero che
voi riusciate a riportarlo alla
ragione.> Il dolore era evidente sulla faccia di mio padre, possibile
che riuscisse solo a farlo soffrire, quanto lo odiavo, ed ora avrei dovuto
aiutarlo, rischiando magari di farmi pure male. Mio padre scrollò la testa e
riprese a parlare < Faremo del nostro meglio, poi decideremo tutti insieme
il da farsi, sei sempre disponibile a lasciarlo venire con noi se lui
accettasse?> era una domanda d’obbligo, andava fatta, anche se io avrei
aspetta che fosse presente anche LUI, per capire le vere intenzioni di Aro, ma
mio padre si fidava e voleva subito quella risposta. < Certo, se è quello
che desidera> rispose mellifluo lui. Ecco, come temevo, anche lui era
convinto che non avrebbe mai rinunciato alla vita che aveva qui.
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