Capitolo 29
Luis
Amare
oltre le Apparenze
Capitolo
TRENTESIMO
POV
BELLA
La
Sera dopo la partita siamo
riusciti a salutare la squadra per brevi istanti, prima del loro
rientro a
Forks con il pulmino della scuola. Edward e io ci siamo lanciati solo
qualche
sguardo e parola di
circostanza eppure
l’elettricità tra noi era cambiata: esistevamo
solo noi. Il capitano si è
raccomandato con Alice, perché mi scortassero senza problemi
a casa, non si
fidava del mio macinino.
Storco
ancora il naso, il mio
fedele pick up non mi ha mai abbandonato finora.
“Ehi,
bella addormentata” mi
canzona una sorridente Rosalie. Sbatto le palpebre e ritorno alla
realtà. Siamo
in palestra e stiamo cercando di mettere insieme il nostro pezzo. Siamo
partite
dalla coreografia, secondo Alice, dato che Love me like you do
è una canzone
molto popolare e ben conosciuta almeno da noi quattro, avremmo dovuto
concentrarci sulla coreografia: un conto è ballare da soli,
un altro in gruppo,
avremmo dovuto essere meglio coordinate tra noi. Alice si sta rivelando
un vero
mastino.
“No
Rose” urla durante l’ennesima
esecuzione “sei in anticipo, e tu Angela più
morbida sembri un
pezzo di legno” le uniche a non
essere state richiamate siamo io e Leah che sogghigniamo, nei giorni
scorsi
abbiamo già ricevuto la nostra dose di richiami.
Sono
giorni che proviamo senza
sosta, la festa è tra tre giorni e noi siamo ancora in alto
mare. I passi li
abbiamo memorizzati, abbiamo anche concordato i punti
della canzone che avremmo cantato;
ancora, però, non siamo riuscite a trovare la giusta
armonia. Il sogghigno dal
mio viso scompare e tutto mi sembra così lontano da
realizzare. A Phoenix
abbiamo impiegato un mese intero per raggiungere un grado decente di
presentazione e noi quattro eravamo già abituate a
coordinarci dagli
allenamenti con le cheers.
“Alice
ora stai esagerando!” sbotta
Rose visibilmente irritata e Angela non è da meno.
“Alice”
richiamo la sua
attenzione con una mano sulla spalla “Non ho idea di che ore
siano, sono sicura
che sono più di due ore che siamo qui” rivolgo il
volto verso le vetrate della
palestra al cui esterno il buio la fa da padrone. “Direi che
per oggi possiamo
fermarci qui, domani magari più riposate potremo riprendere
con maggiore
enfasi, eh?” non può che annuire. Rose e Angela
sono molto tese e l’ennesima
interruzione di Alice le ha particolarmente inquietate, non sarebbero
riuscite
neppur volendo a fare qualche progresso.
Raccogliamo
le nostre cose e
usciamo da lì. La scuola è deserta e il
parcheggio fa quasi paura. Mi blocco davanti
la porta della scuola.
“Bella
vuoi che ti accompagniamo
noi?” chiede Angela che scruta il mio viso dal mio fianco.
“Salve
ragazze” ci viene incontro
un sorridente Jacob con la sacca degli allenamenti in bella mostra.
Dietro
di lui si avvicinano altre
figure, che riconosco una volta illuminati dall’unico
lampione dell’area.
Jasper, Ben, Edward e con mia sorpresa anche Emmet e Steven cosa ci
fanno tutti
qui? Gli allenamenti devono essere finiti già da un
po’ considerando anche i
loro capelli leggermente umidi per la rinfrescante doccia. Un sospiro
lascia le
mia labbra al pensiero di una calda e tonificante doccia. Percepisco i
miei
muscoli indolenziti.
“Merda!”
esclama Alice alle mie
spalle quando si rende conto di chi stia arrivando. Mi volto nella sua
direzione
e ammetto di essere perplessa nel notare il cipiglio sul suo viso e lo
sguardo
fisso in direzione del fratello, quello di mezzo ovviamente, il mio
demonio
dagli occhi verdi. Anche Edward sembra fissare la sorella. Alzo gli
occhi al
cielo: i fratelli Cullen e le loro conversazioni telepatiche!!!
“Salve
ragazzi” esordisce alla
fine. Salutiamo anche io e le ragazze e facciamo finta di niente.
“Ciao
bellezze” esordisce Jacob
mentre schiocca un sonoro bacio sulla mia guancia e quella di Leah
lasciandoci
completamente basite.
Alzo
gli occhi al cielo e quando
ritorno al presente noto Edward poco distante che mi fissa, non ha
proferito
neanche una parola, mi squadra da capo a piedi con sguardo
indecifrabile. Alza
un sopracciglio e rivolge lo sguardo alla sorella in una muta domanda.
Sono
sicura che ha notato il rossore delle mie guance il riverbero delle
goccioline
di sudore appiccicate al mio volto, benché sia coperta fino
al collo a causa
delle temperature basse della piovosa cittadina il volto è
l’unica parte che
non ho coperto. La sacca con il cambio stretta in pugno.
“Merda!” non voglio
che scopra cosa stiamo combinando, voglio che sia una sorpresa, una
piacevole
sorpresa mi auguro.
“Bene,
è stato un piacere
ragazzi. Ci vediamo” saluto le mie amiche e corro verso il
pick up incurante di
ciò che lascio alle spalle. Se fossi rimasta sono sicura
avrebbero capito
tutto. Lascio indietro ogni cosa, come le domande che vorticano a ritmo
folle
nella mente e cerco di concentrarmi sulla guida.
Una
volta giunta a casa il trillo
del telefono mi fa sobbalzare, mi precipito a rispondere. Con il cuore
in gola
mi accingo a rispondere. Mio padre non è ancora tornato e
uno strano peso sullo
stomaco mi blocca quasi il respiro.
“Casa
Swan”
“Ciao
Bella, disturbo?” mia
piccola amica sempre discreta
“No,
a dire il vero avevo voglia
di parlare con te, mi manchi” la mia voce si addolcisce
“Tutto
bene?” chiede Cheryl
dall’altra parte della comunicazione.
“Sì
tranquilla è che sono
sorpresa da questa tua chiamata” rispondo
La
risata cristallina della mia
amica stira le mie labbra in un sorriso carico di calore. È
bello sentirla
ridere.
“Come
mai avevi il desiderio di
parlarmi?” chiede.
“Ecco
volevo chiedere il tuo
permesso”
“Per
cosa?” chiede curiosa
“Ecco,
vedi… “ cerco bene le
parole, poi sbotto tutto d’un fiato
“Stiamo
preparando uno spettacolo
qui a scuola e avevo pensato di partecipare con delle amiche e ho preso
in
prestito la tua coreografia” percepisco chiaramente il fiato
trattenuto. Attimi
di silenzio seguono e mi rendono inquieta. Passo la mano tra i capelli
e attendo.
Non riesco a percepire alcun suono.
“Cheryl
ci sei ancora?”
“Sì”
risponde flebile
“Sei
arrabbiata?”
“No”
esala “no” riprende più
decisa “mi hai spiazzato, ecco. Certo che puoi usare la mia
coreografia, fai
riprendere qualcuno voglio vederla, sono curiosa di vedere
l’effetto su un
palco” gli occhi mi si inumidiscono.
“Potresti
venire e vederla di
persona se vuoi” butto lì.
Il
pianto di neonato spezza il
silenzio
“Mi
piacerebbe, davvero, ma non
posso”
“E’
per Thomas? come sta il
piccolo?”
“Oh
bene, mangia, dorme, ogni
tanto si lamenta per le colichette, ma è davvero un caro
bambino, il mio
piccolo angelo” dice con un tono di voce che non so
decifrare, un misto tra
commozione, calore, malinconia.
“Puoi
portare anche lui”
continuo.
“Bella”
tentenna.
“Davvero
non posso” continua. Non
riesco a comprendere cosa la freni, forse..
“E’
Brian che non vuole?” chiedo
un po’ irritata. Da quello che
mi ha
raccontato Cheryl lui le è stato praticamente addosso per
tutto il tempo della
gravidanza, l’ha seguita, l’ha confortata si
è comportato come un fidanzato.
Ricordo di averle chiesto, dopo le rivelazioni in ospedale, se loro si
fossero
messi insieme ma lei ha negato. “Non potrà mai
esserci nulla tra noi” mi aveva
detto con voce modulata e un dolore straziante negli occhi.
“No”
risponde di getto, con la
stessa enfasi che mette ogni volta che si tratta di difenderlo.
Massaggio le
tempie, quando il flash della festa torna prepotente a bussare nella
testa.
Quel ricordo pulsa più degli altri.
“Non
posso parlare ora, devo
andare da Thomas. Appena posso ti chiamo
e ti spiego” sospira “forse … a
presto” chiude la chiamata senza permettermi di
replicare. Sbatto le ciglia e fisso incredula il mio telefono. Stringo
le
labbra per il disappunto. Non riesco a capire cosa stia succedendo.
Cheryl si
comporta in modo strano. Perché mi ha chiamata? Scrollo il
capo come a voler
scacciare via tutto il peso che lo opprime e corro al piano di sopra e
mi
fiondo nella doccia. Ne ho davvero bisogno.
Il
giorno seguente riesco a
scoprire da Rosalie e Angela che i ragazzi si sono dileguati in palestra in modo
frettoloso, probabilmente
dovevano provare il loro numero. Splendido! Avevo avuto la conferma
definitiva
ai miei sospetti. Ho cercato di fare qualche domanda, ma loro non
avevano
alcuna idea di cosa stessero combinando le hanno tagliate fuori.
“Sta
tranquilla, Bella, non sanno
nulla di quello che stiamo facendo, anche se forse dopo il nostro
incontro
potrebbero sospettare qualcosa” mi tranquillizza Angela.
Non
avevo pensato affatto che
quelle due avrebbero potuto spifferare qualcosa ai loro fidanzati.
Alice non lo
avrebbe fatto, sapeva che volevo fosse un segreto, anche per questo ha
organizzato le nostre prove alla fine dei turni di tutti. Ci ha anche
iscritto
con un nome di gruppo. “Nessun sospetterà mai di
voi” mi aveva assicurato. Tutto
il resto lo avremmo saputo alla fine. Apro la bocca per parlare, ma
Rosalie mi
blocca
“Davvero,
Bella, non avrai
pensato che avremmo detto qualcosa a quegli scellerati? Loro ci hanno
tenuto
fuori e noi abbiamo fatto lo stesso. Ma al contrario di loro noi
sappiamo della
loro partecipazione, loro no” ghigna con una luce dispettosa
negli occhi. Mi
apro in un enorme sorriso. Che si spegne non appena Kate, Tanya,
Jessica,
Lauren e un’altra cheers attirano l’attenzione al
loro tavolo in mensa con
delle risatine. Dei ragazzi nessuna traccia come sempre
nell’ultimo periodo.
Fisso Tanya e mi chiedo se sappia che la bionda al suo fianco e che
tratta come
un’amica di vecchia data vuole mettere le proprie unghie
laccate sul suo ex
ragazzo cui ancora non ha rinunciato, stando alle voci di corridoi.
Stupidi
pettegolezzi! Le
osservo bene e devo
dire che sono davvero belle entrambe, come posso mai competere con un
simile
grado di grazia e bellezza? Io non possiedo la stessa grazia nelle
movenze, non
possiedo la loro angelica bellezza, non possiedo la perfezione dei loro
corpi.
Un sospiro frustrato esce dalle mie labbra. La mia mano viene avvolta
da una
piccola e calda, mi volto e fisso i miei occhi in quelli scuri di
Angela.
“Non
fare pensieri stupidi,
Bella” mi rimprovera Rosalie. Mi volto a guardarla, le guardo
entrambe e mi
fissano serie.
“Tu
sei cento volte meglio di
loro” continua la mia amica bionda. Alzo gli occhi al cielo.
Detto da lei, poi,
che è la quinta essenza della perfezione assoluta.
“E non fare quella faccia. È
la verità. Tu sei bella: qui e soprattutto qui”
indica il cuore “E a tu sai chi
queste doti non sono indifferenti, credimi” sogghigna.
Entrambe mi sorridono
furbe. Sbarro gli occhi: sono nei guai! Il calore invade le mie guance
lo
percepisco prepotente.
“Pensavi
davvero che non avessimo
capito nulla? Pensavi davvero che non avessimo capito il tuo tentativo
di
attrarre il nostro bel capitano con questa idea dello
spettacolo?” chiede
retorica Angela. Resto a bocca aperta a fissarle.
“Per
favore Bella, la canzone che
hai scelto parla da sola” ammicca Rosalie nella mia
direzione. No nella
direzione alle mie spalle. Mi volto e inorridita vedo Edward, Ben e
Jasper
sopraggiungere. Il cuore batte a mille. Jacob alle mie spalle sogghigna
e
ammicca. Spero che sia l’unico ad aver ascoltato la
conversazione, perché dal
sorriso che ha stampato in faccia, ha ascoltato eccome.
“Salve,
ragazze” ci salutano in
coro i quattro ragazzi che si siedono al nostro tavolo. Jake al mio
fianco,
Edward di fronte, Ben di fianco Angela e Jasper accanto a Edward.
Quest’ultimo
mi fissa attento e inarca un sopracciglio. Si apre in un sorriso
sghembo e
sento la sua bellissima voce dopo un tempo che sembra infinito.
“Abbiamo
interrotto qualcosa?”
“A
dire il vero sì” esordisce
Rosalie. La fisso inorridita “ stavamo prendendo in giro
Bella” continua
imperturbabile. Io la uccido! Le mie guance si infiammano ancora di
più
“Ah
sì?” chiede curioso Edward.
“Lei e il suo precario equilibrio” ridacchia e con
lei tutti i presenti,
compreso il mio migliore amico al mio fianco. Il cuore batte come un
pazzo.
Edward mi guarda divertito i suoi occhi sono illuminati e sereni e
questo mi fa
sciogliere ancora di più. Le risatine fastidiose delle
cheers rompono questo
idillio. Rivolgo lo sguardo alle spalle del capitano e le osservo
sogghignare e
guardare nella nostra direzione. Mi rabbuio. Di chi staranno sparlando?
Di
cosa? Mi paralizzo quando Kate rivolge uno sguardo languido in
direzione di Edward,
che incuriosito dal mio si è voltato nella loro direzione.
Le sue spalle si
irrigidiscono, si volta il suo volto è divenuto una pietra,
immobile e freddo.
Le sue mani accarezzano la mia stretta a pugno, ottenendo la mia
completa
attenzione. Forse spinto dal mio non ritrarmi la circonda con la sua
calda e
grande. Osservo la sua mano che avvolge la mia. Rabbrividisco. Quanto
mi è
mancato il suo tocco! È l’unico pensiero che
aleggia nella mente in questo
momento. Alzo lo sguardo e incrocio il suo di nuovo sereno.
“Non dar peso a
quelle” sussurra appena. Porta la mia mano vicino la sua
bocca, pericolosamente
vicino e la sfiora con un bacio. Il battito del cuore si ferma, non
sono sicura
se le mie orecchie hanno percepito sospiri esterni, la mia attenzione
è tutta
per quegli occhi talmente intensi che l’unico desiderio
è annegare nel suo
mare.
“Ragazze,
eccomi!” la voce
squillante di Alice rompe la bolla in cui sono immersa, la mano di
Edward
lascia la mia, il freddo torna ad avvolgermi. La nana siede con la sua
esuberanza sulle ginocchia del suo ragazzo, gli schiocca un plateale
bacio
sulle labbra. Passo una mano sulla faccia. “Voi” fa
cenno a noi tre ragazze
“Stasera, casa di Bella, dopo tutto quello che avete da fare
oggi” continua
elusiva. Faccio per replicare “Non azzardarti ad aprir bocca
mia cara” mi
rivolge il suo bellissimo indice affusolato perfettamente laccato di
rosso
contro. Chino il capo rassegnata. Il suono della campanella mette fine
allo
strano teatrino. Poco prima di varcare la soglia della mensa, Edward mi
affianca e mi sussurra “Che lezione hai?” sbatto le
palpebre incredula e
inchiodo all’istante. Mi volto a guardarlo. Non mi rivolgeva
la parola da una
vita se non per lo stretto necessario, come mai ho la sensazione che
stia
cercando di riportare le cose al loro posto?
“Non
c’è nulla che desideri che rimettere le cose al
giusto posto, non ora. Non oggi. Non capisci che sono ancora su di
giri? Potrei
rovinare tutto e non voglio”
Lo stralcio di una conversazione che
pensavo di aver sognato si fa strada nei meandri della memoria.
“Storia” rispondo “
Storia e poi
ginnastica” mugugno l’ultima frase. Ginnastica il
mio incubo. Lui mi sorride
sghembo
“Buona fortuna, allora”
sogghigna e mi
lascia un bacio sulla guancia. Gesto inaspettato che mi lascia
paralizzata
incurante degli studenti che mi scansano in malo modo per uscire da
quel luogo.
“Bella, muoviti” Alice, tornata
indietro, mi strattona verso la nostra lezione. “Ho preparato
tutto per
stasera, sono finalmente arrivati i vostri costumi” dice
esuberante. Sorrido e
prima di varcare definitivamente la soglia noto Kate e Tanya fissarci
con un
cipiglio scuro in volto. Troppo stravolta per le emozioni provate per
il bacio
di Edward le ignoro decisamente.
Il cuore batte a mille, l’adrenalina
scorre impetuosa nelle vene. Traggo un respiro profondo e lo rilascio
lentamente. Ho bisogno di calmarmi. Finalmente la tanto attesa serata
è
arrivata. Avvolta dal telo da bagno i capelli ancora umidi della doccia
fisso
il costume di scena diligentemente sistemato sul mio letto. Storco
leggermente
il labbro al solo pensiero di indossare quella tuta striminzita e
attillata
come una seconda pelle. “Nessuno vi riconoscerà
con questo abbigliamento” aveva
ripetuto Alice più volte per convincerci ad indossare
ciò che aveva scelto,
almeno la maschera da gatta nasconderà le nostre
identità. Una volta indossato
mi osservo allo specchio e devo dire che il risultato non è
niente male, infilo
la maschera, un’ultima occhiata allo specchio quasi a trarre
coraggio da quell’immagine
e mi accingo ad uscire.
“Tranquilla Bella, andrà tutto
bene”
cerca di rassicurarmi Rosalie per l’ennesima volta. Le
esibizioni sono già
iniziate, i partecipanti sono stati relegati tutti sul retro e mano
mano che
arriva il proprio turno sono chiamati. Occhi indiscreti e curiosi non
lasciano
le nostre figure troppo curiosi nel capire chi si cela dietro le nostre
maschere. Più di tutti sono gli occhi di Edward che
continuano a fissarmi. Bellissimo
nella sua tenuta da vampiro: anfibi neri, maglietta bianca, pantaloni
stile
militare, sempre neri, e una blaser lungo, poggiato spalle ad uno dei
pilastri
e braccia conserte, non smette un attimo di fissarmi. Il cuore batte
all’impazzata.
Faccio forza su me stessa per evitare di guardarlo a mia volta, non
voglio che
mi riconosca. Sono una codarda sì, ma ho così
tanta paura di essere ridicola ai
suoi occhi che davvero in questo momento vorrei essere da
tutt’altra parte.
Siamo quasi alla fine delle
esibizioni, restiamo in quattro. Ora è il turno delle cheers
che percorrono il
corridoio come fossero ad una sfilata di moda. Dalla nostra angolazione
c’è la
possibilità di vedere lo spettacolo e devo dire che sono
davvero bravissime,
sensuali, ammiccanti e con mio sconcerto anche brave a cantare. Un
gemito
strozzato esce dalle mie labbra. La presa consolatrice di Angela e il
suo
sguardo implorante mi chiede di non mollare. Loro sono qui per me, sono
qui perché
vogliono appoggiarmi in questa follia. Le batto una mano sulla sua e le
sorrido
per tranquillizzarla. Un boato si alza dalla platea, allunghiamo lo
sguardo e i
Vampire’s Knights lanciano il la alla loro esibizione. Devo
dire che hanno
saputo scegliere anche il nome della band è
d’effetto.
Meravigliosa, stupenda, ricca
di
armonizzazioni musicali, colori, luci e anche un supporto coreografico
penso di
qualche compagno di squadra o altre cheers. Emmet strepitoso alla
batteria, Ben
e Jasper alle chitarre e Edward alle tastiere. Meravigliosi
ritmici
coinvolgenti. Porto una mano davanti la bocca per cercare di contenere
l’emozione
forte che sembra voglia uscirmi dall’anima e strapparla in
due. Non ho idea se
sia stata la mia immaginazione ho avuto la sensazione di avere gli
occhi color
ambra del Vampiro puntati contro.
“Bella,
ehi Bella” sussurra Leah al mio orecchio “ tocca a noi”. Mi
ridesto dal mio sogno ad occhi
aperti. Saliamo sul palco e prendiamo ognuna le proprie postazioni.
Cerco di
concentrarmi per trovare il coraggio di iniziare e alla fine lo trovo
negli
occhi verde ambra del mio vampiro che nei pressi del palco mi scruta
con
sguardo indecifrabile. La musica
parte e le mie corde vocali partono da sole
come pilotate da vita propria. Mano mano che una di noi si aggiunge
alla parte
cantata questa viene illuminata dalla luce. Alice ha pensato davvero a
tutto.
Al
termine dell’esibizione ho il cuore praticamente in gola. Il
pubblico applaude,
ma non vedo più il mio vampiro. Scendiamo dal palco e ci
abbracciamo felici che
sia andato tutto bene, Alice fa segno di ok dalla sua postazione. Mi
sento
completamente su di giri, mi allontano un attimo ed esco dalla palestra
in
cerca di un po’ d’aria fresca. Ne ho bisogno per
quanto mi senta frastornata. Non
riesco neanche a trarre un respiro e qualcosa di massiccio si scaglia
contro il
mio corpo e mi schiaccia alla parete. Eccolo il mio vampiro, continua a fissarmi senza proferire
neanche una parola
e poi accade: le sue labbra si scontrano con le mie in un bacio che sa
di
passione, brama, dolcezza. Perdo completamente il nume della ragione e
rispondo
al bacio. Il mio primo bacio. La frenesia ci assale, i corpi si
scontrano uno
contro l’altro e le mani vagano dappertutto. Ad un tratto
avverto una presa
salda e calda stringersi intorno un seno. Non ho idea di come abbia
fatto ad
infilarsi lì sotto e il fuoco tra le mie gambe divampa
impetuoso. Qualcosa di
duro preme contro le mie parti intime, dato che non so né
quando e né come le
mia gambe sono avvinghiate ai fianchi di lui. La sua bocca si stacca
dalla mia
per prendere ossigeno e comincia la sua discesa lungo il mio collo,
morde il
lobo dell’orecchio e il suo alito caldo sussurra:
“Mi hai fatto impazzire dal
primo momento che ti ho vista”. E l’incantesimo si
rompe. Non mi ha
riconosciuta. Mi crede un’estranea, una che gli è
piaciuta e che pensa di
prenderla per una sera, una qualsiasi. Mi divincolo dalla sua presa e
quando
lui mi permette di allontanarmi cerco di raggiungere la porta con il
cuore in
frantumi. Tutto quello che ho fatto non è servito a niente!
“Non ti
permetterò di fuggire ancora” ringhia mentre mi
afferra per un polso “Non
fuggire ancora da me, Bella, non farlo” la sua preghiera
quasi una supplica mi
bloccano. Mi ha chiamata Bella. Mi volto sconvolta. E scorgo il suo
sorriso
sghembo.
“Davvero
credevi non ti avrei riconosciuta?” un passo, un altro e io
immobile a
fissarlo. Ci separano pochi centimetri ormai. “Ti ho
riconosciuta non appena
hai varcato la soglia della palestra” afferra una ciocca dei
miei capelli e li
porta al naso. “Non voglio più che scappi via,
voglio te e ti voglio ora,
adesso” non mi lascia il tempo di rispondere, le sue labbra
sono di nuovo sulle
mie. Il bacio consapevole, dolce, morbido, sensuale tutto labbra.
“Non voglio
più andare via” sussurro la frazione di secondo
libera per prendere aria. No non
andrò più via ora che ho trovato finalmente la
strada verso casa.
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Note Autore:
Un
ringraziamento di cuore a tutti voi lettori vecchi e nuovi e tutti voi
che avete inserito la storia nei preferiti, ricordate,
seguite. Grazie per il vs sostegno!!!
P.S.:
le frasi sottolineate ed evidenziate in rosso segnalano il collegamento
al video dell'esibizione, se siete curiosi basta un semplice click!!!
Vi chiedo perdono per la lunga assenza, ma sono stata senza
telefono e internet per più di quattro mesi, questo per aver
effettuato il cambio operatore telefonico!!!!
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