La Burina Commedia

di ToscaSam
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 V
 
 
Finiti i pianti e i lacrimoni,
Virgilio fece a Dante un gran sorriso:
« Ebbene, fai vedere quei gironi,
 
(quelli nuovi, per inciso)?
Chi son queste creature?
Fammele vedere un poco in viso»
 
Si volse quindi alle future
esploratrici del mondo infernale.
Vibraron le sue mani e gli occhi pure:
 
« Oh qual giovane Vestale
fu più graziosa di voi due bambine?
Il vostro occhio è ancor gioviale,
 
al bene e al bello ancora incline.
Vedete un po' chi vi salvò dal bosco
e da una prematura, brutta fine?»
 
così dicendo indicò quel tosco
che alle due da maestro faceva,
anche se adesso sembrava molto losco.
 
« Di certo sono sua allieva»
disse Samantha guardinga
« Ma non c'è cosa più longeva
 
dell'affetto che voi due stringa».
Dante era adesso men geloso,
e anzi gongolò della lusinga.
 
Virgilio fece un gesto maestoso
e indicò la fiammante moto,
dicendo: « ma che è quel coso?»
 
Le amiche con accento devoto
spiegarono all'antico romano
cosa fosse quell'oggetto ignoto:
 
« Vedete, maestro lontano,
con quella arrivammo veloci.
Dante l'ha presa per darci una mano».
 
Il sommo poeta a queste voci,
tornò ad impietrirsi indignato.
Guardò dall'alto in basso i suoi soci:
 
« Quindi è questo che vi ho insegnato?
Che la moto serve solo a velocizzare
la discesa nell'inferno modificato?»
 
Alice non si fece rimproverare.
Alzò le spalle, tranquilla,
e annuì per confermare.
 
Dante lanciò una scintilla
con lo sguardo più che furente.
« A Da' fatte na camomilla!
 
Nun te si regge veramente!»
Se ne uscì Virgilio in latino,
lingua antica ormai morente.
 
Ripreso dal maestro birichino,
Dante fece un ultimo sospiro
e disse di riprendere il cammino.
 
« Aspetta, mo' famme fa un giro!»
Virgilio prese la moto dirimpetto,
« è la prima volta che l'ammiro!».
 
Così mentre il poeta, un poco inetto,
rombava fracassando per il prato,
Dante spiegò ciò che non aveva detto:
 
« La moto ci servirà da un lato
per traversare il vallone,
come già ve ne ho parlato.
 
Ma ha anche un'altra mansione:
col fanale accecheremo
un grandissimo scimmione.
 
Adesso infatti ce ne andremo
alla volta dei giappo-malati.
C'è lì un guardian supremo
 
che fa la posta ai loro peccati.
Ed è scimmione grosso e forte,
ma se i fari gli teniam puntati
 
cadrà come si cade alla morte.
Perciò aspettiamo di riavere il mezzo …
e che quel coglione non vada tanto forte!».




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