When Capitol meets 12

di Jamin_a
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Ciaooooo a tutti! 
si, come vi dicevo ho già dei capitoli pronti quindi rispunterò ancora per un po' (:
il vistro parere è sempre gradito, fatemi sapere cosa ne pensate
Questo è solo un piccolo capitoletto di passaggio, spero comunque sia di vostro gradimento :-*
in settimana posterò il prossimo, a presto! 
buona lettura 
 
Effie guardava distrattamente fuori dal finestrino quando due mani forti le presero le spalle e una raffica di bacini sgraziati le piovve sulla guancia “La tua barba punge!” Urlò lei in risposta, voltandosi verso l’uomo “Buongiorno anche a te zucchero!” Disse lui sorridendo, rubandole un veloce bacio a stampo prima di andare a sedersi al tavolo della colazione. “Non sei ancora vestito?” lo riprese lei, notando con disappunto che indossava una vestaglia blu “Tra poco arriveremo a Capitol city e allora ...” Hayimitch alzò gli occhi al cielo “Mi sono appena svegliato dai!” la interruppe con un tono esasperato, quasi sembrasse una supplica. Effie si volto irritata “Mi avevi promesso che ti saresti comportato bene!” Lui alzò una mano in segno di fermarla “Alt! Io ti ho promesso che avrei fatto del mio meglio, non che mi sarei comportato bene!”  L’accompagnatrice sbuffò un “Sei una causa persa” tornando a guardare fuori dal finestrino, quando incrociò il suo riflesso nel vetro “Haymitch Abernathy mi hai sbavato il trucco!” disse con voce stridula, aprendo velocemente la borsetta, cercando pennellino e specchietto per sistemarsi. Lui stava per ribattere quando Peeta entrò nel vagone ristorante.
“Buongiorno caro!” Gli disse Effie sorridendo, “Buongiorno” rispose lui educatamente. Haymitch gli fece un cenno con la testa e lo invitò a sedersi, indicando il posto di fronte a lui. Il tributo si avvicino timoroso, aveva un sacco di cose da chiedere al suo mentore, ma francamente temeva in parte la sua reazione.
“Avanti, cosa vuoi sapere” Lo incitò lui. A quel punto il ragazzo si sciolse e iniziò a chiedergli qualche indicazione. Effie sorrise nel vedere che Haymitch provava a dare qualche consiglio su come sopravvivere al ragazzo.
D’un tratto una voce femminile interruppe la loro conversazione “Quale è un buon modo per farsi ammazzare?” Katniss era entrata nella stanza “Oh che gioia!” Haymitch la salutò sarcastico “Perché non provi a unirti a noi?” La ragazza si avvicinò al tavolo mentre lui la informò sull’argomento della conversazione “Stavo giusto dando qualche consiglio salvavita”
Mentre Peeta era stato più educato e timoroso lei affrontò Haymitch con aria di sfida. Effie scosse la testa tra sé e sé, pensando che quei due si sarebbero punzecchiati fino all’inizio dei giochi. D’altronde quando Haymitch si impegnava riusciva davvero a essere insopportabile, e la ragazza sembrava essere altrettanto testarda; l’accompagnatrice sorrise ripensando che forse aveva visto lungo, forse erano solo troppo simili per andare d’accordo.
Il mentore chiese per l’ennesima volta la marmellata alla ragazza quando lei infilzò un coltello nel tavolo a mezzo centimetro dalla sua mano
Effie sussultò “Quello lì è mogano!” Poi lanciò un’occhiataccia al mentore prima di tornare a sistemarsi il trucco
Haymitch, che non sembrava minimamente sconvolto dal fatto di essere quasi stato infilzato, sorrise compiaciuto e accusò Katniss dell’assassinio di una tovaglietta.
“Veramente vuoi sapere davvero come rimanere viva?” Disse sorprendendola “Trova il modo di piacere alla gente”
Mentre Haymitch spiegava ai ragazzi la questione degli sponsor Effie, che conosceva il mentore, sentì nelle sue parole un tono di preoccupazione.
La ragazza sembrava sveglia, e aveva anche ottimi riflessi a giudicare dallo spettacolino col coltello, ma come loro ben sapevano gli Hunger Games erano un show, uno spettacolo televisivo. E il caratteraccio della ragazza forse poteva far colpo su Haymitch, anche se lui non lo avrebbe ammesso, ma non sugli abitanti di Capitol City.
 
Arrivati alla capitale Peeta si alzò sorpreso dalla sfarzosità di quest’ultima, salutò i capitolini dal finestrino e invitò Katniss a unirsi a lui
La ragazza rimase immobile accanto al mentore, come pietrificata dalla situazione
“È meglio tenere il coltello” suggerì Haymitch serio “Lui sa il fatto suo” le disse, indicando Peeta.
Effie chiuse gli occhi per un secondo e fece un profondo respiro. “Si comincia” sussurrò a bassa voce a se stessa. Si alzò in piedi, e cercò lo sguardo del mentore come a trovare conforto. Quando gli occhi di Haymitch incrociarono i suoi si sentì come sollevata, consapevole che non sarebbe stata da sola ad affrontare tutto quello che sarebbe accaduto da quel momento in poi. Sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi “Katniss, Peeta, benvenuti a Capitol City!”
Mancava qualche giorno all’entrata dell’arena, ma loro lo sapevano bene che già dal momento in cui avrebbero messo piede sul suolo capitolino i giochi sarebbero iniziati.
 

 




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