When Capitol meets 12

di Jamin_a
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Hola
spero davvero tanto questo capitolo vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate! a brevissimo il prossimo!!
Buona lettura!

La sfilata della presentazione si era appena conclusa e Katniss e Peeta avevano chiaramente ottenuto un grande successo.
Haymitch raggiunse Effie e Cinna all’uscita degli spalti, dove lo aspettavano per tornare a raggiungere i tributi.
Effie era su di giri per lo spettacolo e continuava a congratularsi con Cinna “Stupendo, stupendo!”
A suo malgrado anche il mentore doveva ammettere di essere rimasto stupito dal lavoro che era stato fatto, l’idea era stata geniale e sicuramente i ragazzi erano stati notati.
Haymitch fece un cenno d’approvazione allo stilista, aveva capito subito che quell’uomo non era uno stupido, Cinna mormorò un “grazie” come risposta.
“Orsù, andiamo! I ragazzi ci aspettano!” Disse l’accompagnatrice avviandosi a passo svelto verso l’arrivo dei tributi
“È stato straordinario!” esordì Cinna, una volta raggiunti i ragazzi “A questo punto non si parlerà d’altro che di noi!” aggiunse Effie entusiasta.
“Ma che bravi” Il mentore si unì al coro col suo solito tono di sarcastico, anche se sapeva benissimo che lo scopo era stato pienamente raggiunto,non voleva in alcun modo fingersi impressionato dalla cosa
Katniss lo guardò con tono di sfida “Sicuro che puoi stare vicino a una fiamma?”
“Fiamma finta” Sorrise lui. “E tu sicura che ...” Effie pregò che Haymitch si ricordasse di essere lui l’adulto in quella situazione, ma lui si bloccò di colpo
Aveva visto che il tributo del primo distretto puntava a Katniss e Effie notò il suo sguardo preoccupato.
Quello sguardo era chiaro, punta ai ragazzi, come a volerli avvisare che quello spettacolo non era bastato, loro sarebbero stati i primi sulla sua lista.
Haymitch suggerì di salire e l’accompagnatrice si costrinse a dimenticare quello la preoccupazione che aveva visto sul volto del mentore e recuperò il suo sorriso per presentare l’attico ai suoi tributi.
“Bene, le vostre stanze sono di qua!” Disse facendo strada “Perché non vi rinfrescate un pochino prima della cena?” suggerì in fine indicando la direzione a Katniss e Peeta che accettarono l’invito molto volentieri.
Rimasti soli Effie si voltò verso il mentore “Wow, hanno fatto colpo” esclamò felice lei.
“Fin troppo” asserì Haymitch facendosi serio “Saranno le prede più ambite” disse poi con tono preoccupato, si avvicinò al tavolo, tirò fuori la fiaschetta dal gilet e versò il liquido ambrato con in un bicchiere “Saranno solo i primi che verranno fatti fuori”
L’entusiasmo della ragazza si spense tutto d’un colpo “No, ti impedisco categoricamente di comportarti come al solito” disse secca, mentre lui buttava giù tutto d’un colpo il contenuto del bicchiere. Haymitch la guardò contrariato “Io…” continuò lei, sottolineando il soggetto “non ti permetterò di arrenderti subito come al solito”
Il mentore sembrava sorpreso dalla reazione della ragazza “Cosa intendi dire scusa?” chiese immediatamente con tono irritato.
“Intendo dire che mi hai fatto una promessa” rispose Effie.
Odiava vederlo in quel modo, abbattuto, pessimista. Le aveva promesso che ci avrebbe provato sul serio quella volta e per lei questo significava sperare, almeno un po’, di riportare a casa almeno uno dei ragazzi.
Sapeva che questo gli avrebbe fatto bene, desiderava che quella speranza lo avrebbe alleviato almeno un po’ dal dolore che si portava dentro.
Haymitch le scoppio a ridere in faccia, una risata sarcastica e arrabbiata “Davvero Effie?” disse poggiando il bicchiere al tavolo. “Davvero hai intenzione di addossare la colpa a me?” sbottò lui, visibilmente arrabbiato.
“Non è quello che sto dicendo!” Effie cercò di mantenere la calma
“Ah si?” Haymitch sembrava furioso “Perché sembra che tu stia dicendo che tutti gli altri sono morti per colpa mia!”
Effie rimase come pietrificata, non lo aveva mai visto così arrabbiato, ma la cosa che peggiore si scoprì ferita dalle sue parole. Non riusciva a capacitarsi che Haymitch credesse che lei potesse addossargli qualche colpa. Aveva completamente stravolto il senso delle sue parole. Come poteva credere che lei pensasse una cosa del genere? “Io ...” sussurrò, mentre le lacrime minacciavano di uscire da un momento all’altro
“Tu pensi davvero che io non ci abbia provato?” Urlò “Tu pensi che i volti di tutti quei ragazzi non mi tengano sveglio la notte senza che tu venga a dirmi quanto debba sentirmi in colpa?” Strinse i pugni “Tu pensi davvero dipenda da me?”
Effie decise di farsi forza e rispondere a tono, mandò giù il magone e rispose “Io penso solo che tu sia infinitamente migliore di quello che fingi di essere…”
Haymitch si ammutolì. “E sai benissimo quello che intendevo, sai benissimo che non ti ho mai incolpato di nulla” continuò lei “Tu mi fai fatto una promessa, la promessa di provarci sul serio, e ora mi stai dicendo che non credi già più in quei ragazzi” Effie scosse la testa “Tu hai sempre cercato tutti gli sponsor possibili, ma le altre volte avevamo perso in partenza, era chiaro! Questa volta…” Fece un respiro per calmarsi “… io dico solo che se non ci crediamo noi per primi non ce la faranno mai, e non voglio vederti pessimista, perché credo che questa volta possiamo farcela, questa volta i nostri sforzi potrebbero non essere vani! Questo intendevo, semplicemente questo.” Haymitch era ancora in silenzio davanti a lei “Ma tu preferisci far finta di essere un ubriacone buono a nulla, preferisci far finta di non capire, preferisci far finta che io non capisca!” Effie non riuscì più a trattenere le lacrime “Ma questo discorso lo abbiamo già fatto Haymitch, e credevo che ormai tu avessi compreso…”
Le lacrime scorrevano libere sulle guance della ragazza “…che tu, almeno ai mei occhi, sei meglio di così, di quello che vuoi far credere” si asciugò le lacrime con la mano “E non sai quanto odio vederti abbattuto, rassegnato, per vinto… perché tu sei molto più forte di così” Effie singhiozzò “E sai che ci tengo a salvarli, lo sai… ma tutto questo, che andasse bene, lo vorrei anche per te… perché non ti meriti tutto quel dolore”
Lui era ancora immobile davanti a lei, rimase immobile a guardarla finché non smise di piangere e immobile la guardò andare via.




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