For love. Only for love

di Lady Lara
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LVI Capitolo

Epilogo

Tu sei la mia casa
 
 
Una lettera di Jamie!
Quella fu la sorpresa che Killian trovò al suo ritorno. Emma lo aveva atteso per aprirla ed era estremamente curiosa di conoscerne il contenuto.

 
Glasgow
Anno del Signore 1727, XIV giorno del V mese.
 
Carissimo Killian,
Sicuramente, ad oggi, tu ed Emma avrete realizzato il vostro sogno d’amore, vi auguro ogni bene e felicità.
Ti scrivo per darti ottime notizie. Io ed August siamo riusciti ad avere udienza presso Sua Graziosa Maestà Anna Stuart.
Con gioia ti narro che ci ha ascoltato attentamente, poi ha voluto ascoltare in privato Lady Belle.
Cosa la cara Belle abbia detto alla Regina, non ho idea, ma quando si è riaperta la porta, Sua Maestà aveva le lacrime agli occhi! Mi ha detto di porgerti i suoi ringraziamenti ed ha scritto, davanti a noi, un decreto per cui tu sei stato scagionato da ogni accusa.
 Ti ha restituito il tuo titolo e le tue terre, ma in cambio ha voluto che tu le prestassi giuramento come suo Corsaro.
Sapendo del tuo sogno giovanile, di voler riaprire il cantiere navale di tuo padre, ne ho dato conoscenza alla Regina, che ha disposto che tu possa dedicarti alla costituzione di una flotta di navi corsare.
Mio carissimo Killian! L’atto aspetta solo la tua firma e il tuo giuramento di fedeltà alla Sovrana! La Regina vuole conoscerti di persona per parlare dei tuoi progetti e per rendere esecutivo a tutti gli effetti l’atto. Sa che stavi per sposarti con la Principessa Charming Pendràgon e ha detto che voleva rendere questo atto, una sorta di regalo di nozze per Voi.
Sei finalmente libero di tornare nella tua Irlanda quando vuoi! Bill è stato a Drogheda per riportare il tuo titolo di Conte sulla tua casa e le tue terre. L’anziana madre di Jefferson è ancora viva e arzilla, lo ha accolto con gioia, ha pianto per l’emozione quando Bill le ha raccontato che tu e Jefferson siete vivi, vegeti e avete messo su famiglia, vi aspetta, impaziente di riabbracciarvi.
Sperando di rivederti presto, ti abbraccio fraternamente, porgi i miei affettuosi ossequi alla tua Lady.
Tuo Jamie

 
Il Capitano lesse avidamente quelle parole del suo più grande amico e non gli bastò leggerle una sola volta per credere a quanto scritto! Emma, che gli aveva consegnato la lettera, inizialmente si preoccupò per il suo sguardo accigliato, ma quando vide che sul volto di suo marito si delineava un sorriso sempre più incredulo e felice, tirò un sospiro di sollievo.
 
– Emma … amore mio … potrò portarti a vedere la mia “verde isola”!
– Dio mio Killian … stai dicendo che …
- Jamie è riuscito a parlare con la Sovrana! Sono scagionato! Mi restituisce titolo e possedimenti, in cambio della mia fedeltà come corsaro e l’impegno di costituirle una flotta di navi!
– Killian sono così felice!
– Amore … ti rendi conto che potrò riaprire il cantiere navale di mio padre?!!
 
Emma vide sul volto di Killian la felicità di un bambino! Suo marito avrebbe potuto realizzare un altro dei suoi sogni e lei sarebbe stata al suo fianco per aiutarlo in quel desiderio.
 
– Killian dobbiamo prepararci per la partenza! Dobbiamo vedere come organizzarci, entro pochi giorni nascerà il nostro piccolino, dovrò essere pronta per il viaggio con lui!
– Tesoro mio! Pensiamo prima a te e a lui! Scriverò a Jamie che accetto la generosa offerta della Regina, ma non posso tornare prima dei prossimi otto mesi!
– Vedrai Caro … andrà tutto bene! Dobbiamo dare la notizia ai miei genitori e ad Henry!
 
 
Le notizie, portate dalla lettera dell’ Ammiraglio Framer, furono accolte con gioia dai genitori di Emma, ma l’idea che la loro figliola sarebbe partita per la lontana Irlanda, fece ammutolire il Principe James e inumidire gli occhi alla Principessa Margareth. Regina cercò di non far trasparire le proprie emozioni e incoraggiò i due sposi.
 
– In fin dei conti l’Irlanda non è poi così lontana! Avremo occasione di fare qualche viaggio, noi da voi e voi da noi! So che è un’isola incantevole e i vostri bambini vi cresceranno bene!
– A proposito … dobbiamo parlare con Henry, dove si è cacciato quel diavoletto?
– Ah Emma! Dove pensi possa essere? Sta giocando con il mio figlioccio Sidney e Peter li tiene d’occhio giocando con loro! Henry sta interpretando Re Artù, Sidney Lancillotto e Peter … Mago Merlino!
 
 
Henry fu entusiasta di partire per la terra di suo padre, aveva anche una certa curiosità a spronarlo.
 
– Papà! Pensi che ritroveremo anche il cavallo di legno che mi hai raccontato?
– Il cavallino che mi ha costruito Nicodemo dici?
– Si!
– Potrebbe essere possibile! La vecchia Olivia è ancora viva e magari lo ha conservato in soffitta … vedremo giovanotto … altrimenti ne faremo costruire un altro da Nico!
– Lui verrà con noi?!
– Deve venirci e come!! Sarà il capomastro del nuovo cantiere navale!
– Mamma verrà anche Edith?
– Certamente Henry! È sua moglie da due settimane ormai … non la lasceremo qui, abiteranno con noi, nella nostra dimora di Drogheda, Edith è un’ottima cuoca e aiuterà Olivia!
 
 
Nei giorni seguenti Killian parlò con gli uomini del suo equipaggio riguardo al viaggio che avrebbero intrapreso nei mesi seguenti e diede la bella notizia della riapertura del cantiere navale. Nicodemo ne fu felice, avrebbe rivisto presto la sua terra e avrebbe ripreso il lavoro che amava. Sua moglie condivise la sua gioia e la notizia che avrebbero abitato con la famiglia del Conte Flinth Jones.
 
***
 
Era notte fonda e una luna piena splendeva a rischiarare la volta celeste.
Emma era irrequieta. Lei e Killian erano nel loro letto. Lui la teneva abbracciata con la schiena poggiata al suo torace, le massaggiava il pancione. Si sentivano delle contrazioni.
 
– Emma … stai bene tesoro? Pensi sia il momento?
– Killian … aargh! Credo che mi si siano rotte le acque!
 
Killian era saltato in piedi agitatissimo, sembrava lui quello che doveva partorire!
 
– Dio Santo Emma! Che faccio?! Come ti posso aiutare?
– Aaah! Non stare lì impalato! Corri a chiamare Frate Benedictus e Reginaaaargh!
 
Mezzo nudo, giusto con i pantaloni infilati in fretta e furia e la camicia aperta, Killian aveva avvisato il Frate e poi Lady Regina. Tornato da sua moglie, aveva finito di vestirsi e poi attendendo l’arrivo dei due, aveva continuato a tenere Emma tra le braccia  massaggiandole il pancione.
 
Sette mesi dopo. Sulla “Stella del mattino”, in rotta per l’Irlanda.
 
Il sole era tramontato dietro di loro. Da giorni si erano lasciati alle spalle la costa americana. Il cielo era limpido e si vedeva già qualche stella lucente.
 
Gli occhi azzurri del Capitano Killian Jones guardavano l’orizzonte ad Est, quello che avevano davanti, quello oltre il quale lo attendeva la sua “Isola di Smeraldo”.
 
Ordinò il cambio al timone a Spugna, avrebbe fatto il turno notturno, e alla vedetta. Si assicurò che il sartiame fosse a posto.
L’abbrivio era ottimo, presto gli Alisei sarebbero stati sostituiti dai venti del nord Europa.
 
Il rancio serale era stato servito. Jambon era stato sostituito da Peter, il quale si era rivelato troppo delicato di costituzione per diventare timoniere, non aveva potuto nemmeno eseguire il duro allenamento suggerito da Killian a causa della grave ferita che Blackbeard gli aveva inferto. Pur se guarito non poteva sforzare i muscoli addominali più di tanto. Edith, mentre erano a bordo, collaborava in cambusa. Peter aveva l’esperienza accumulata nella bettola dove aveva lavorato ad Arran e insieme alla brava cuoca, riusciva a preparare dell’ottimo rancio!
 
Il Capitano scese sottocoperta e si avviò verso la cabina del Tenente di bordo. Non bussò, ma aprì la porta delicatamente. Si poggiò con le spalle allo stipite  dell’uscio e sorrise, incantato da quello che vide nella stanza.
 
Per la partenza la cabina, che era stata del giovane Tenente Jones, era stata arricchita con altri elementi. Un grande tappeto di foggia orientale, a sfondo rosso, una poltroncina con braccioli, in velluto, anche esso rosso e una culletta di legno.
 
Henry era sdraiato a pancia in sotto sul tappeto e disegnava sull’album che aveva trovato nel cassetto della scrivania, era piuttosto bravo nel disegno! Una delle caratteristiche che aveva ripreso dal ramo Flinth Jones della famiglia.
Il bambino era ai piedi di sua madre che, seduta sulla poltroncina di velluto, stava allattando, per la poppata della notte, un fagottino vestito con un lungo abitino in pizzo verde acqua.
 
Killian si sentiva sciogliere dentro per l’amore che provava per quelle tre meraviglie che i suoi occhi stavano guardando. Il dolcissimo volto di sua moglie era inclinato verso il visino roseo della loro bambina, un sorriso materno la illuminava. La piccina succhiava avidamente al suo seno, mentre lo teneva con una manina paffuta. Killian sentiva il suono di quel succhiare. La piccola aveva iniziato ad essere svezzata da Emma, ma la poppata prima della “ninna notturna” era un rituale al quale si era abituato anche suo padre, sapeva infatti che dopo sarebbe toccato a lui il compito di farla addormentare!
 
– Papà guarda cosa ho disegnato!
 
Henry aveva alzato il viso dal suo disegno sentendo l’arrivo di suo padre. Per Killian era sempre un’emozione sentirsi chiamare così dal bambino.
 
– Fammi vedere giovanotto! Mmmm … devo dire che sei veramente bravo figliolo! Credo proprio che diventerai un ottimo ingegnere navale … è una nave ben disegnata e le proporzioni sono buone! Bravissimo Henry!
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Il bambino gonfiò il petto orgoglioso e si avvicinò a sua madre per mostrarle il disegno. Killian a sua volta si avvicinò e accarezzò la testolina di capelli biondo scuro di sua figlia. Erano capelli morbidissimi, avevano riflessi rossicci, molto più scuri dei capelli di Emma, ma molto più chiari di quelli del padre.
 
– Come sta la nostra “anatroccola”?
– Amore … la tua mania di affibbiare nomignoli?
– Love … è la figlia di uno splendido cigno o sbaglio? Diventerà un incanto come sua madre e io sarò nei guai quando dovrò proteggerla dai suoi ammiratori!
– Killian caro! È ancora presto per preoccuparti di questo! Prendila tu ora e fai il tuo dovere di bravo padre quale sei!
 
Killian sorrise prendendo in braccio la bambina, Emma intanto si disinfettava il seno e si rimetteva la fascia contenitiva che lo custodiva tra una poppata e l’altra.
 
– Henry, mentre papà fa un giro sul ponte per far addormentare tua sorella, tu metti il pigiama … è ora di andare a letto!
– Mi leggi una favola dal libro di nonna Margareth?
– Certo amore mio! Quale vuoi?
– Quella di Mago Merlino!
 
Mentre Henry si apprestava ad andare a letto, accompagnato dalla favola letta da Emma, Killian uscì dalla stanza, dirigendosi sul ponte.
La bambina era ancora lontana dall’addormentarsi. L’alzò davanti al suo viso e la birichina iniziò a picchiettarlo sulle guance con le manine paffute, emettendo gridolini e risatine divertite, mentre suo padre le faceva boccacce. 
 
– Hai gli occhi di tua madre tesoro … temo proprio che morirò di gelosia quando sarai grande e corteggiata … ma tu resterai con il tuo papà vero?
– Pa paaa!
– Dio Santo tesoro hai detto papà?!!
 
Killian strinse a sé sua figlia e le tempestò le guancine di baci. Adorava quella creatura innocente. Parlandole e dicendole una serie di tenerezze, da padre innamorato quale era, si diresse verso prua. I suoi occhi brillavano di gioia, non ricordava di essere mai stato più felice!
Ruotò la bambina con la schiena volta al suo petto e le fece guardare il cielo.
 
– Mio Signore … benedici questa piccina, proteggi lei, Henry ed Emma e dammi la forza di essere presente per loro, finché ne avranno bisogno, sia fatta la tua volontà!
 
Guardando verso il cielo una stella colpì con il suo brillio gli occhi del Capitano. Era la stella che lui aveva dedicato a suo fratello Liam, Righel, posta nella cintura del cacciatore, nella costellazione di Orione.
 
– Liam … fratello mio! È passato poco più di un anno quando solcavo questo oceano in senso contrario e ti parlavo … Cercavo vendetta in quei giorni e dovevo trovare il bambino di Milah … ho trovato l’amore invece! Liam … Liam se tu potessi essere veramente qui! Mi hai dato del pazzo  dieci anni fa per l’amore provato per una Principessa nemmeno vista! L’ho ritrovata “la mia Principessa bionda”, per lei era successo lo stesso! Non avrei mai immaginato, né sperato, che un giorno sarebbe stata al mio fianco! Ora è la mia sposa Liam e il piccolo di Milah è mio figlio … nostro figlio! Guarda Liam … questa è la tua nipotina è il mio “Piccolo fiore”  non è bellissima?
 
La piccina iniziava a sbadigliare passandosi le manine davanti agli occhietti.
 
– Amore di papà! Somigli proprio a tua madre! Anche a lei viene sonno se le parlo di stelle!
 
Teneramente inclinò la piccola tra le braccia e iniziò a cantarle una canzone molto dolce, con il suo bel timbro di voce e lentamente la bambina si addormentò così cullata. Guardandola in viso, Killian sorrise, ricordando il momento in cui l’aveva avuta in braccio per la prima volta.
 
-o-
 
Frate Benedictus e Regina erano al capezzale di Emma. Regina gli aveva intimato di uscire dalla stanza. Era rimasto a camminare davanti alla porta della loro camera da letto, avanti e indietro. Aveva cercato di sbirciare, quando Edith era entrata con panni di lino e un catino in rame di acqua bollita, ma Regina gli aveva richiuso la porta in faccia. Erano arrivati anche i genitori di Emma. Margareth era stata fatta entrare e James era rimasto a camminare anche lui su e giù per il corridoio. Sembravano due belve in gabbia che ogni tanto, camminando in senso opposto, si incrociavano davanti a quella “maledetta” porta. Poi Emma aveva gridato forte e a lui si era stretto il cuore in petto! Aveva portato la mano al fianco, poi, mordendosi il labbro superiore si era passata la mano sugli occhi e la fronte. Emma gridava più di prima e lui aveva poggiato la fronte alla porta, con il pugno stretto poggiato vicino alla tempia. Avrebbe voluto buttarla giù quella porta!
Emma emise un altro grido strozzato … “ Che diavolo stavano facendo alla sua donna?!!”
 
– Basta! Io entro! Non ce la faccio più a sentirla soffrire e a non esserle affianco!
 
Aveva cercato di entrare e suo suocero l’aveva trattenuto.
 
– Calmati figliolo! È normale! Ha le doglie ed è primipara … non è facile per lei!
 
Killian agitato si era passato nuovamente la mano sul volto, poi sentì nuovamente Emma.
 
– Killiaaan!
 
Non ci vide più, corse verso la porta e la spinse con tanta forza che per poco la scardinava veramente! Le ante batterono al muro e rimbalzarono chiudendosi davanti a James.
 
– Amore! Amore … sono qui!
– Oooh Killian! Ho tanto dolore!
 
Emma era zuppa di sudore, le doglie erano impegnative!
 
– Frate Benny! Che succede?!
– Stai tranquillo Killian, sta andando tutto come deve! Emma ha contrazioni più forti perché il piccolo sta per uscire … vedo la testolina! Dai Emma un’altra spinta e prendiamo la tua creaturina!
 
Killian intanto si era posto dietro la schiena di sua moglie e tenendola tra le braccia le sussurrava dolci parole d’amore che la stavano tranquillizzando.
 
– Respira con calma tesoro, regola la respirazione … stiamo per avere nostro figlio!
 
Sentì attraverso il tessuto della camicia da notte di Emma, un’ultima contrazione del suo addome e poco dopo il grido di gioia di Margareth e Regina.  Vide Frate Benedictus con un esserino roseo tra le mani, striato di sangue.

– Allora! Mie brave nonne! Aiutatemi a pulire questa bellissima bambina! Complimenti Capitano! Questa diventerà una bella ragazza e tu avrai parecchi grattacapi in futuro!
 
Killian strinse tra le braccia Emma, sfinita dalla fatica, e la baciò tra i capelli sulla tempia. Anche lui era sudato, gli era venuto pure un crampo all’addome per l’empatia con sua moglie!
 
– Killian … lo sentivo che il nostro “piccolo fiore” sarebbe stata una bambina …
- Ne sono felice Emma! Spero ti somigli …
- Cari mamma e papà, vi presento vostra figlia! Come la chiamerete?
 
Frate Benny aveva dato la neonata in braccio a suo padre. Killian non credeva a quel miracolo di vita che aveva tra le braccia. La guardava dalla testa ai piedi. Era perfetta! Le manine, i piedini, ogni singolo ditino! Un groppo gli stava serrando la gola per l’emozione e gli occhi gli stavano bruciando per non piangere di felicità. Preferì voltarsi verso Emma che era stanca ma felice. Le porse la piccola e lei l’attaccò al seno. L’istinto della neonata la portò a succhiare immediatamente al capezzolo di sua madre.
 
– L’abbiamo sempre chiamata “Piccolo Fiore”, che ne dici Killian se continuiamo a chiamarla Fleur?
– Dico che è perfetto per lei Emma!
 
-o-
Si … Fleur era perfetto per la loro figlioletta!
In silenzio Killian riportò la bambina nella cabina che ormai era diventata la stanza dei suoi due figli. Henry si era addormentato ed  Emma era sicuramente nella stanza adiacente, la cabina del Capitano.
Depose con cautela sua figlia nella culla e la coprì con una copertina di lana leggera. Diede mentalmente la sua benedizione ai due bambini addormentati e si diresse alla scrivania per spegnere la candela. Il suo sguardo si posò su una scatola di legno con un bel coperchio intagliato. Sfiorò il coperchio e lo aprì. Era il regalo di Frate Benedictus per lui ed Emma. Sfiorò con la mano inanellata quella rugosa copertina in antica pelle ingrigita.
 
“Strano uomo Frate Benedictus! Chissà dove sarà finito!”
 
Dopo la nascita di Fleur aveva invitato il Frate a partire con loro per l’Irlanda e lui gli aveva risposto che forse quando arrivavano lo avrebbero già trovato lì.
Era stata una risposta assolutamente senza senso! Emma gli aveva dato un’occhiata facendogli segno di non farci caso, Fra’ Benny a volte era un po’ stravagante!  Fu in realtà l’ultima volta che lo videro. Il giorno dopo non era più al Governatorato. Le sue cose erano sparite dalla sua stanza e nessuno lo aveva visto uscire. Fosse veramente partito prima di loro per l’Irlanda?! L’unica cosa che era rimasta di lui era il libro proibito che Belle aveva cercato di tradurre. Lo aveva lasciato sullo scrittoio, con sopra un foglio di carta, vergato di suo pugno che diceva:
 
Miei carissimi Killian ed Emma.
Le profezie a volte si avverano! Questo libro è il vostro. Custoditelo come custodirete il vostro amore. Un amore vero riesce ad andare oltre il tempo ed oltre lo spazio, oltre la vita ed oltre la morte. Ci rincontreremo un giorno.
“L’albero rinascerà in nuovo terreno. Quando il Magister e la Cercatrice si troveranno e l’albero avrà dato il suo frutto, l’amore vero sboccerà di nuovo e il suo custode dovrà tornare.”
Non mancheranno i pericoli, i dispiaceri, le gioie. La vita è così. Vivetela fino in fondo.
Il Vostro devoto Frate Benedictus Dotto

 
-o-
 
La lettera del vecchio Frate era ancora inserita sotto la copertina del libro. Guardando quelle parole, solo in quel momento, Killian si rese conto che la calligrafia del Frate somigliava in modo impressionante a quella del druido che aveva scritto quell’antico volume. Un brivido passò per la schiena del Capitano. Chiuse il libro e il coperchio. Lui avrebbe potuto tradurre quel manoscritto, la sua conoscenza del gaelico e del latino lo avrebbe aiutato ma, come aveva detto a Belle, quel libro misterioso apriva le porte sul futuro e lui non voleva conoscerlo prima. Lo voleva costruire giorno per giorno con la sua donna e i suoi bambini. Era consapevole che la vita che lo attendeva non sarebbe stata solo di rose ma anche di spine … era normale no?
 
Soffiò sulla candela e la stanza rimase nella penombra, illuminata dal chiarore della luna e delle stelle. Emma era nella loro cabina, desiderava solo stare con lei ora. Chiuse la porta dei bambini e aprì quella del suo ufficio, adibito anche a stanza matrimoniale. Emma indossava la sua vestaglia di seta bianca, non si voltò a guardarlo. Era impegnata a spazzolarsi i capelli. Killian si tolse il pastrano in pelle e il panciotto. Sfilò la camicia e la cintura in cuoio, si voltò verso sua moglie, iniziando ad aprire i bottoni dei pantaloni. Emma aveva poggiato un piede sul materasso e stava iniziando a togliersi la giarrettiera per sfilare la calza di seta. I suoi gesti non avevano nessuna malizia, ma per lui la scena era molto sensuale. A piedi scalzi si accostò a sua moglie cingendole la vita con il braccio sinistro, facendo aderire la schiena di lei al suo petto nudo. Con la mano bloccò quella di Emma, ancora sulla giarrettiera di pizzo bianco. Le baciò la guancia dicendole sottovoce all’orecchio:
 
 - Aspetta … voglio essere io a spogliarti …
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Emma sorrise, ricevendo un altro bacio sulla guancia, mentre la mano di Killian le scorreva sulla spalla per farle scivolar via la vestaglia. La sentì che le accarezzava leggera la schiena e il fianco, tornando alla giarrettiera e risalendo lungo la linea del gluteo.
 
– Sei perfetta lo sai? In pochi mesi sei tornata in forma smagliante!
 
Mentre parlava continuava ad accarezzarla sensualmente, insistendo sul suo posteriore.
 
– Ti desidero Swan e ogni giorno che passa ti amo di più … non me lo spiego nemmeno io, di come sei in ogni mio pensiero.
– Ti amo anche io Killian!
– Mi amerai per sempre Swan?
– Credo proprio di si mio pirata!
– Anche quando sarò un vecchio pirata con la barba grigia e panzone?
– Dio mio Killian! Sembri tremendo così! Ti amerò comunque tu sarai, perché per quanto tu possa cambiare … i tuoi occhi saranno sempre il mio mare e non cambieranno mai! Dopotutto anche tu hai continuato ad amarmi quando avevo il pancione no?
 
Killian rise.
 
– Quello era un pancione meraviglioso che potrei anche rimpiangere!
– Vuoi già un alto figlio Killian?!
– Ah no! Per il momento sono al completo! Non ho intenzione di farti sciupare troppo mia bella Principessa Sassone. Sento la tua mancanza. Non ti dedichi troppo a me da quando abbiamo la piccolina!
– Esagerato! Sono tua quasi tutte le sere!
– Ecco, lo hai riconosciuto, vedi? Quasi tutte! Non tutte! Non posso coccolarti come prima, non finché allatterai nostra figlia! Non posso sfiorarti il seno ne baciarlo, è diventato proprietà esclusiva di quella piccola vorace anatroccola! Mi devo accontentare del resto!
 
Facendole il solletico sul fianco fece ridere Emma, che si voltò tra le sue braccia per prendergli il viso tra le mani e baciarlo con trasporto.
 
– Allora? Hai detto che avevi intenzione di spogliarmi tu se non ho capito male!
– Hai capito benissimo Swan!
 
La fece voltare nuovamente con la schiena al suo torace e con la mano le tirò via la giarrettiera dalla gamba destra, poi lentamente le sfilò la calza, accarezzandole la pelle della coscia centimetro per centimetro. Via la prima calza, Emma poggiò il piede sinistro sul letto e lui si inginocchio davanti a lei. Si avvicinò con le labbra al suo inguine e baciò il suo interno coscia, tra la culotte e la giarrettiera. Emma ebbe un brivido di piacere e sentì il fluire della sua eccitazione, il suo sguardo divenne languido e lui, che la guardava in volto studiando le sue reazioni, sorrise divertito, sapeva come eccitarla. Guardandola ancora negli occhi, afferrò con i denti la giarrettiera dalla parte interna della gamba e con un movimento sensuale, accompagnato dalla carezza che le stava facendo con la mano, fece scendere anche quell’ultima calza setosa. Sciolse la cinta della vestaglia e questa, già in parte scivolata lungo il braccio di Emma, cadde in terra. Lei era solo con la culotte di trine indosso e Killian era ancora inginocchiato davanti a lei.  La prese per i fianchi e affondò il viso all’altezza del suo pube.
 
– Sei la mia orchidea rara Emma, dolcissima e profumata, amo tutto di te, i tuoi petali, il tuo odore e il tuo sapore!
 
Le sfilò lentamente anche la culotte, esponendola completamente al suo sguardo. Emma gli accarezzò il viso e i capelli bruni e lui le diede un bacio sul pube nudo, facendola fremere di desiderio. Era una dolce tortura quella che le sapeva infliggere con baci e carezze, ma ciò che le faceva palpitare ancor di più il cuore erano le sue parole, sussurrate con la sua bellissima voce.
 
Alzandosi, Killian la prese in braccio e la posò sul giaciglio che avevano condiviso tante volte per il loro primo viaggio in missione per il Maine. I frutti di quella missione sarebbero maturati presto e avrebbero avuto bisogno di tutti i loro amici. Ma ora non ci pensavano, avevano altro per la mente!
 
– Ho intenzione di prendermi la mia orchidea, di baciarne e accarezzarne i petali e di suggerne il nettare come farebbe un’ape, mia Swan …
- Allora inizia subito mio "prode pirata"!
 
Il Pirata fece quanto promesso, prese la sua orchidea, con la passione e la gentilezza che sapeva usare, mentre Emma ebbe i suoi baci, le sue carezze e tutto di lui.
Seppe come portarla all’apice del loro piacere e lei, allora, gemette, sospirando tra le labbra schiuse il suo nome.
 
– Killian ti amo!
 
Ormai lei era Emma Jones, la sua Lady, la sua dolce metà. Avrebbe potuta chiamarla in tanti modi, nel passato come nel presente e anche nel futuro. Avrebbe potuto chiamarla Gwyneth, Emma, Jennifer, Giorgy, Miriam, Simone, Arya Kerri, Stella, Giordy, Erika, Luana, Desirè, Elisabeth,  Alexis
Scelse il nome che per lui l’aveva sempre rappresentata e, quando la seguì sulle vette del Paradiso, lo sospirò sulle sue labbra prima di baciarla ancora …
 
- Swan … ti amo!
 
Irlanda Autunno 1727
 
Stava tornando e non sarebbe stato da solo! La gioia permeava il cuore dell’anziana donna che, tenendosi lo scialle di lana che le copriva le spalle, stava scendendo in giardino a controllare se i boccioli dei fiori, che aveva piantato, si fossero schiusi. Le sue mani nodose, chiazzate di efelidi, sfiorarono una delle corolle rosate. Sorrise tra sé, il giardino sarebbe stato in fiore per l’arrivo del Conte e della sua sposa. Rialzò la schiena dolorante. Puntò le mani ai reni e si tirò indietro con la schiena. Fu in quel momento che lo vide …
 
“Mi venga un colpo! E quello da dove è saltato fuori? Possibile che sia cresciuto lentamente e io non ci abbia fatto caso? La mia vista ormai non è più la stessa, non c’è nulla da fare!”
 
Un albero sconosciuto si era sviluppato oltre il muro di cinta del giardino e, diversamente dagli alberi intorno, le sue foglie non accennavano ad ingiallire. Sembrava che per lui l’autunno non fosse mai giunto.
 
Olivia lo guardò, ancora incredula, poi si voltò verso la magione in cui dimorava da anni al servizio dei Conti Flinth Jones. Un brivido le corse per la schiena. Era particolarmente fresco quella mattina. Si risistemò l’ampio scialle di lana sulle spalle curve, si strinse in esso accarezzandone la morbidezza, ricordò con affetto l’uomo che glielo aveva regalato tanti anni prima, uno degli uomini migliori che avesse mai conosciuto, il Conte Colin Flinth Jones. Ora, finalmente, il figlio di quell’uomo stava tornando a riprendersi la sua casa!
 

The End

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New incipit 
Again for love. Only for love.
Searching for the forgotten symbol
 
 
 
Gran Bretagna, Primavera 2016
 
Iniziava ad imbrunire ormai. Nonostante il sole tramontasse più tardi in quegli inizi di Maggio, l’orario di lavoro doveva concludersi puntualmente.
Per Abel Sterling non era così! Le 17.30 erano passate da un paio di ore e lui stava facendo lo straordinario. A casa lo attendeva sua moglie Judy e il pargoletto di tre mesi che allietava la loro vita ma, contemporaneamente, aveva portato nuove esigenze e costi in più sul suo salario da precario.
 
– Abel! Basta così per oggi! Vattene a casa da tua moglie e tuo figlio!
 
Abel stava operando le ultime manovre di dragaggio in un punto particolarmente torbido del lago. Il puzzo di putridume del canneto selvatico era forte. Ne aveva le narici piene già dalla mattina, non bastava la mascherina che indossava a salvaguardarlo. Il bisogno di arrotondare lo stipendio era più forte della nausea che avrebbe dovuto provare.
 
– Ho quasi finito Daniel! Tiro su la pala meccanica con questo ultimo mucchio di marciume e stacco … ma … che accidenti c’è adesso?! Proprio ora ti dovevi inceppare?!
 
La pala meccanica era affondata in quella melmaglia e per quanto Abel sforzasse il motore, non sembrava voler uscire dallo stallo.
Il ruggito del motore sotto sforzo richiamò l’attenzione di Daniel.
 
– Allora? Che sta succedendo?
– Daniel non ho idea! Forse ho agganciato qualche radice robusta, che altro vuoi che sia! Il problema è che non possiamo lasciare la pala meccanica così! Sono costretto a sforzare il motore per tirarla su!
– Dacci dentro col pedale Abel, questo è un macchinario robusto, non si rompe per qualche vecchia radice coriacea!
 
Il giovane Abel eseguì quanto suggerito dal suo capomastro e dopo altri tentativi, improvvisamente, facendo saltar in aria un bel mucchio di canne, radici e fango, la pala meccanica tornò in superficie. Ai denti della pala era rimasto attaccato qualcosa e … non sembrava proprio una radice coriacea! I due uomini guardarono accigliati e sorpresi quella cosa informe che tra il fango e i residui vegetali che si era portata appresso, lanciava uno strano bagliore sotto gli ultimi raggi del sole morente.
 
 – E quello che accidenti sarebbe?!
 
***
La storia continua in una nuova AU targata CaptainSwan, non per niente si sono giurati amore per l’eternità!
Cosa avrà trovato il giovane Abel? Sarà l’inizio di una nuova missione, dove passato e presente si intrecceranno. Ricordate l’ultima profezia tradotta da Benedictus nel messaggio ad Emma e Killian …
Se l’incipit vi ha incuriosito, esprimete i vostri giudizi! Troverete il suo seguito probabilmente la prossima domenica.
 
 
 
 
Angolo dell’autrice
Carissimi amici di lettura e di penna che avete seguito fedelmente questa mia prima Fan Fiction, siamo arrivati al The end. Questa sera sarà il The End anche di Once upon a time? O ci attenderà una settima stagione? Non so, mi sono rifiutata di leggere spoiler questa settimana! Quando qualcosa finisce è sempre triste salutare con un addio e può piacere l’idea che la fine possa essere l’inizio di qualcosa di nuovo. Spero che gli autori di OUAT, la pensino come me. Io nel mio piccolo ho inserito l’incipit per un prosieguo moderno di For Love, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e se vi incuriosisce. So che tanti hanno letto la mia storia e altri si stanno aggiungendo, ho voluto omaggiare chi ha recensito, con la citazione dei loro nomi o nickname fattibili, loro sanno a chi mi riferisco. Per chi non ho citato, non potendo usare il nickname, un grazie comunque, siete tutti nel mio cuore, ho conosciuto delle belle persone e con alcune è nata una bella amicizia di penna. Questa storia è iniziata ovviamente con l’ispirazione data dalla coppia CaptainSwan e ha avuto una motivazione non solo nel mio piacere personale di scrivere e narrare, spesso ho detto che non sono una scrittrice ( perdonatemi le mie imprecisioni sintattiche, di punteggiatura e altro che sarà capitato) bensì una narratrice. Fin da piccola inventavo storie per i miei fratelli e per i bambini vicini di casa ed era una soddisfazione vederli ascoltare a bocca aperta e il naso in su, chiedendomi di continuare. Ho iniziato a scrivere da un anno fa, poiché ho usato questa storia per aiutare, nel mio lavoro di psicoterapeuta, una mia giovane paziente, che proprio in quel periodo ha subito un grave intervento e una conseguente radioterapia. È stato un esperimento, poiché ero convinta, ed ora lo sono maggiormente, che suscitare sentimenti positivi, di amore, rivalsa e speranza, possano aiutare a creare uno stato di benessere emotivo in chi legge o sente narrare. Se la persona è serena, anche le sue difese immunitarie migliorano. Per questo motivo vi ho assillato chiedendovi di esprimere i sentimenti provati leggendo. Dovevo fare qualcosa per quella ragazza che conosco da tanto e che purtroppo già era stata sfortunata nella vita. Ogni settimana, fin dall’inizio, è stata la mia prima lettrice e il fatto che i capitoli fossero lunghi, le dava modo di affrontare i giorni di terapia, aspettando il giorno seguente per sapere cosa altro stavano combinando Killian, Emma e i personaggi che ho inserito. Nonostante l’esperienza tragica, posso dire che ad un anno di distanza sta bene e ha voluto iniziare ad esperimentare lei stessa la scrittura creativa, ritrovando delle speranze e del buono per superare la sua situazione.
Spesso ho inserito temi sociali e di attualità, dal rapporto genitori-figli al rapporto di coppia, alla  violenza di genere, alla pedofilia, sono sia miei interessi professionali che un modo di sensibilizzare chi legge e far riflettere. Le nozioni di erboristeria descritte sono corrispondenti alla realtà, lo stesso le parti storiche riguardanti Guglielmo III e il rapporto con l’Irlanda di quel periodo. Le terminologie navali  e marinaresche sono anche esse reali. È anacronistica invece l’esistenza storica in quel periodo della Scuola per Ufficiali della Royal Navy, nata molto dopo. Per la descrizione dell’edificio, dei giardini e della locazione è invece tutto reale. Per la descrizione dell’isola di Neverland mi sono ispirata in parte ai paesaggi della nostra Capri. Il picco di Ala Grigia corrisponde al Salto di Tiberio e l’angolo di Paradiso dove si bagnano Killian ed Emma a Marina Piccola. Magari un giorno Colin e Jennifer, con i rispettivi partners la visiteranno …
Avevo promesso di dare delle spiegazioni e l’ho fatto, perdonatemi se qualcuno di voi si è rattristato, ma sia felice in realtà, perché significa che è un animo sensibile e sicuramente una bella persona.
Continuerò a scrivere quando capiterà, anche solo per piacere personale, intanto ho avviato sia questo incipit che l’altro già pubblicato. Spero di sentire i vostri commenti e i vostri suggerimenti.
Un augurio di felicità e amore a tutti e buona festa della mamma!
Dalla vostra Lady Lara




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