Titolo
storia: Oltre l’orizzonte
Autore (su forum e
EFP): LaSil88
Prompt:
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Fandom: Originale
Coppia: Fem!Slash
Genere: Triste
Rating: Giallo
Introduzione:
«Per sempre, uh?» mormorò fra
sé e sé, con il vento che copriva le sue parole,
mentre affrettava il passo per sincronizzarsi con quello della corvina
e camminare al suo fianco.
Note: Sono due
flashfic, pubblicate come una OS; la prima ha il titolo
“Oltre l’orizzonte”, la seconda
“Senza rimpianti”. Contesto vago, in una
realtà fittizia in cui gli umani ed i demoni sono in guerra.
1.Oltre
l’orizzonte
«Perché
continui a seguirmi?» domandò stizzita, sbuffano
attraverso il naso quando strinse le labbra in una linea di dritta.
«Perché
sei la più forte fra i cacciatori, Anastasia. Vuol dire che
sopravvivrò.» rispose semplicemente la ragazza. La
stava seguendo da ore ormai, praticamente da quando aveva lasciato il
Quartier Generale dei cacciatori dopo la decisione del Gran Consiglio
di bandirla. Tutti sapevano della sua natura per metà
demoniaca e ancora non credeva che qualcuno fosse tanto folle da
seguirla in quelle terre desolate.
«Sono
stata cacciata via, Artemisia. Non sono più una
cacciatrice.» rispose laconica, scuotendo piano il capo. Il
suo sguardo rimaneva puntato in avanti, oltre l’orizzone,
come se lì ci fosse una risposta alla sua natura.
«Ammazzi
ancora demoni?» Artemisia le fece quella domanda con
semplicit disarmante, obbligandola a fermarsi e a voltarsi per
guardarla.
«Sì...»
rispose perplessa, inclinando il capo di lato. La sua chioma rossa
ondeggiò alle sue spalle, libera da qualsiasi laccio che la
tenesse insieme e lontano dal viso. Artemisa sorrise vittoriosamente,
battendo anche le mani una volta per enfatizzare la sua
felicità. Per cosa, poi? «Allora sei una
cacciatrice.» esclamò ad alta voce, senza fare
troppo caso a dove si trovassero e al fatto che potevano attirare
l’attenzione di quegli esseri orrendi ed assetati di sangue.
Lo sguardo di Anastasia si fece un po’ scuro, mentre
abbassava lo sguardo a terra; Artemisia era troppo buona per quel
mondo, troppo innocente per trovarsi ad affrontare troppi pericoli, in
giro per il mondo insieme a lei.
«Non
ti interessa perché mi hanno...?»
iniziò a domandare, prima di essere interrotta senza alcuna
riserva.
«No.
Quello che sei non cancella quello che hai fatto fino ad
ora.» le rispose seriamente, le braccia incrociate al petto e
l’espressione risoluta di chi ha ormai preso la sua
decisione. Sarebbe diventata una reietta come Anastasia, guardata con
diffidenza da tutti gli umani e come un pericolo costante da tutti i
demoni. «Per questo ti starò appiccicata fino a
raggiungere l’orizzonte.»
Una
risata venne soffocata dalle labbra serrata di Anastasia.
«Scema, l’orizzonte è solo una linea
immaginaria.» le disse scuotendo la testa lentamente. Quella
ragazzina era davvero innocente.
«Appunto!»
arrivò la risposta di Artemisia, prima di sentirsi prendere
per mano e poi trascinare verso l’orizzonte. Anastasia ci
mise più tempo del previsto a capire quella risposta ed
arrivare alla conclusione. Mentre osservava i capelli neri, tenuti in
un caschetto, di Artemisia, un piccolo sorriso andò ad
adornare le sue labbra.
«Per
sempre, uh?» mormorò fra sé e
sé, con il vento che copriva le sue parole, mentre
affrettava il passo per sincronizzarsi con quello della corvina e
camminare al suo fianco.
2.Senza rimpianti
Il
sangue. La guerra. Le due fazioni che lottavano fra di loro. Le scelte
che avrebbe dovuto fare. Tutto stava passando in secondo piano, in quel
momento. Quello che importava davvero ad Anastasia era il corpo davanti
a lei, senza vita, dilaniato da un incantesimo scagliato da
chissà chi. Artemisia giaceva priva di vita, la mano ancora
stretta intorno alla spada e il viso rivolto verso l’altro,
l’espressione ancora sorpresa nonostante gli occhi ormai
vuoti. Artemisia era morta, lasciando dietro di sé un vuoto
incolmabile.
Il
campo di battaglia era stato abbandonato ormai da diverse ore; anche
chi cercava i corpi dei propri amici, si era arreso ancora prima di
iniziare. Troppi corpi, troppo sangue. Non ne valeva la pena, per loro;
per lei, invece, valeva molto di più che proseguire fino
all’orizzonte ed oltre, pur di ritrovare quella ragazzina.
Erano sopravvissute per un anno, in quella landa desolata, grazie alla
sua forza smisurata e alla capacità di uccidere qualsiasi
demone senza troppe difficoltà; l’aveva protetta
ogni giorno, insegnandole allo stesso tempo un modo per difendersi da
sola. Ma, evidentemente, non era ancora pronta ad affrontare quelle
difficoltà causate da una guerra ormai millenaria.
«Hai
fatto la tua scelta?»
Nel
silenzio del campo di battaglia, quella voce profonda e non umana
sembrava rimbombare nello spazio intorno a loro. Erano mesi che gli
veniva posta quella domanda; da una parte e dall’altra, umani
e demoni, le chiedevano cosa avrebbe scelto. Era l’ago della
bilancia che avrebbe deciso le sorti di quella guerra, qualcuno diceva,
e per questo presto avrebbe dovuto decidere da che parte stare. Scosse
la testa, in silenzio, osservando ancora la sua Artemisia,
così innocente ed ingenua, ormai perduta
nell’oscurità della Morte.
«Se
ti dicessi che so chi l’ha uccisa?»
domandò ancora il demone, avvicinandosi fino a coprire
Anastasia con la sua ombra. La ragazza si girò verso di lui,
di colpo, osservando il demone del Vuoto con gli occhi lampeggianti di
furia.
«Chi?
Chi ha osato farle questo?» esplose con rabbia, stringendo
l’elsa della spada che aveva abbandonato qualche istante
prima.
«Vieni
con me. Diventa nostra alleata e avrai tutte le risposte che
cerchi.» fu la risposta del demone, l’espressione
impassibile mentre osservava la ragazza annuire senza alcun
ripensamento. Avrebbe fatto di tutto, pur di sapere la
verità.
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