Ed al risveglio, sento d'istinto, ancora il suono della tua voce.
Abbiamo danzato insieme tanto di quel tempo che non ricordo più se riesco a tenere il ritmo senza il tuo dondolarmi davanti.
Ogni cosa che avevamo, l'abbiamo costruita con la fatica, col sudore.
Ogni cosa contro di noi, e nessuno ti capiva.
Hai trovato in me terreno fertile e una mente fresca, ho trovato in te sementi e vivifica forza.
E nessuno voleva che fossimo insieme. Perdere interesse è una prerogativa dei deboli, e loro lo erano. Io no.
Mi hai chiesto Tempo; te ne ho dato talmente tanto. La metà della mia vita ad ora. Tu mi restituivi qualche sorriso, e qualche schiaffo.
Ma per me non è mai stato un problema, adoro il tuo modo d'amare. Quella sensazione di essere Rifiuto, eppure tu che mi tieni stretta, forte. Fino a soffocarmi.
Mi nutrivi appena, ed a me questo bastava. Usavi il tuo tempo per centellinarmi le risorse, ed ero felice.
Eravamo come Dio, in un solo giorno un regno d'amore. E dal secondo, che eravamo state troppo brave, abbiamo pensato che forse un po' di conoscenza avrebbe fatto bene a tutti.
Qualcuno potrebbe imparare da noi.
Non a tutti è piaciuto, altri ci hanno osannate.
Dopo qualche giorno, tu eri annoiata.
"Ma che cos'è, una festa? Tutta questa gioia mi ha nauseata, non si può più dormire.
Mi inietterò il potere, e farò un gran casino.
Tutti si rintaneranno nelle chiese, e mi ringrazieranno."
Hai detto.
Come sempre, una promessa dalle tue non più così tumide labbra non solo era certezza, ma era legge.
Ricordo con dolcezza i tuoi ultimi gesti di cieca violenza sul mio cuore inerme, e sulla mia mente non più così bagnata di rugiada.
E in quel momento ho compreso, tu volevi volare.
Ed io non lo so proprio fare - però precipito bene.
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