Brother Mine

di allonsy_sk
(/viewuser.php?uid=4570)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


12 -  Epilogo

 

Mycroft si è superato. L'angel cake non è  un dolce facile da fare, questo Sherlock lo capisce facilmente anche senza essere un esperto di cucina. D'altra parte la cucina, soprattutto ad alti livelli, è chimica e precisione - con un tocco di creatività che non avrebbe immaginato nel fratello maggiore.

È anche vero che la sua percezione e i suoi sentimenti nei confronti di Mycroft hanno subito grossi cambiamenti fin dall'inizio di tutta questa storia.

Certo, ha sempre saputo di avere un legame con quel fratello più grande e così imperioso, autoritario e spesso in grado di metterlo in soggezione. Per quanto gli sia piaciuto essere bastian contrario per svariati decenni, deve ammettere di essere arrivato al punto di dover deporre le armi. Almeno per le cose importanti.

John ha cucinato quella cosa con i piselli che Sherlock adora, Mrs. Hudson ha mandato su uno dei suoi eccellenti pasticci, e Sherlock è andato a comprare il vino.

Sono ancora seduti al tavolo da pranzo, adornato da una tovaglia a fiori immacolata - sempre Mrs. Hudson - e si godono il dolce e il vino in piacevole silenzio.

Rosie è in braccio a Mycroft, estremamente concentrata sul suo pezzetto di torta e sul riempire il suo zio preferito di briciole che lasceranno macchioline unte.

Sherlock sorride e solleva un sopracciglio, bevendo un po' di vino dolce mentre stringe la mano di John appena sotto la tovaglia.

"Dovrai mandare quell'abito in tintoria, e non è detto che si pulisca."

Mycroft passa una mano cauta sui riccioli biondi della bambina e non commenta la frecciata di Sherlock.

"Ne vale la pena," ammette, tra un boccone di torta e l'altro.

"Farti distruggere i vestiti dalla mia bimba?" domanda John, un po' brillo e tutto rosso in viso. Sherlock ha un'idea o due sulla prosecuzione della serata, quando Mycroft si ritirerà e Rosie piomberà addormentata.  Per il momento, si gode il brivido caldo dell'aspettativa.

Mycroft si schiarisce la gola e sfila con delicatezza il coltello dalle dita minuscole di Rosie prima che la bimba possa ferirsi.

"Essere come zio Rudy per lei."

Sherlock non sa come rispondere in maniera sarcastica e - cosa ancora più strana - sente di non volerlo fare. Resta in silenzio a contemplare quelle parole così delicate e così enormi mentre Rosie devasta la torta e borbotta tra sé, finché John non solleva il bicchiere con un po' troppa enfasi e propone un brindisi.

"A noi, a Baker Street, e alla famiglia. Che sia quella in cui nasci o quella che scegli."

Mycroft sorride, Sherlock deve sinceramente ammettere di sentirsi la gola stretta e un certo calore all'altezza del cuore, e Rosie batte le mani, strillando contenta.

Non c'è altro da aggiungere.

---





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3678051