Mia carissima Madre

di Federica20000824
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Roma, 20 Dicembre, Anno Domini 1301 

Mia carissima Madre,
so che vi sono giunte notizie discordanti riguardo la mia situazione qui a palazzo, e intendo rassicurarVi, data la preoccupazione che traspariva chiaramente dalla Vostra lettera. Non credo proprio che Benedetto sarà deposto, tantomeno dal re francese. Se ciò dovesse avvenire, Vi prometto che verremo da Voi.
Ma ora abbandoniamoci ad argomenti più lieti.
Proprio oggi ho cavalcato, con Caterina e Maddalena, dove una volta sorgevano gli Horti Luculliani.
Adoro sostare in questi prati fra le rovine, e dominare Roma dall'alto. La vista infatti è magnifica da lì. Ho poi giocato con Caterina, che mi chiede sempre di Voi, poiché desidera ardentemente vedere la nonna Clarice, e indossare i Vostri gioielli. Maddalena, la sua ancella, dice che ogni giorno Vi assomiglia di più, e non posso che convenire con lei: ha i Vostri lunghi capelli ricci e biondi, gli occhi neri, e la Vostra pelle diafana. Vi prego di venire al suo ottavo compleanno, il mese prossimo: le sarebbe una sorpresa molto gradita.
Ma sto divagando... per tornare alle rovine, credo che la villa che vi sorgeva, grazie alla posizione, avesse una spettacolare fortuna. Sì, è abbastanza lontana dalla vita della città, ma posso davvero considerarlo un difetto? I miei sonetti più riusciti, secondo Benedetto, sono quelli composti in quei giardini. La mente vaga, non deve preoccuparsi delle bolle emanate e mai prese in considerazione da coloro ai quali erano indirizzate maggiormente, delle decime che non arrivano dalla Francia, e di Filippo che incombe su di noi come un'ombra.
Benedetto non viene nei miei appartamenti da mesi ormai, e la sua stanchezza diviene lentamente la mia.
Vi devo confessare che seppur sia convinta che non verrà deposto, temo per la sua salute, e per la serenità di nostra figlia.
Filippo è davvero un fine stratega, e perfino io fatico a prevederne le mosse. Per il momento mi è chiaro che la mia amica Giovanna, 

la regina francese, non può più tollerarlo, che lui è oltremodo violento e indifferente nei suoi riguardi, e che se non fosse per la bontà di cui ella è massima esponente sulla Terra, avrebbe già avvelenato suo marito da anni. Per questo motivo ho un'importante alleata proprio in una donna della quale lui mai sospetterebbe. 

Recentemente abbiamo tenuto una fitta corrispondenza, e ho saputo così che la bolla "Ausculta fili" è stata molto ridotta e modificata dai burocrati del re, per suscitare ostilità nei confronti di Benedetto, cosa che lentamente sta avvenendo. 

Sembra infatti, da questa falsa bolla, che il Papa sia un pazzo assetato di denaro quant'altri mai prima di lui, che convocherà il sinodo senza motivo, per mettere in ginocchio la Francia più di quanto già non abbia fatto il re, che in questo modo sembra l'unica salvezza. 

 

Madre, vorrei avvalermi della Vostra influenza per allearci con il duca d'Austria, a cui è stato usurpato già dieci anni fa il trono imperiale, per avere un appoggio politico contro la Francia. Adesso infatti Alberto è legato a Filippo, e io intendo fargli terra bruciata tutt'attorno. 

Non deve più avere alleati, deve essere inghiottito dalle sue stesse mire politiche. Perché se un semplice monarca pensa di poter essere sopra al Papa, non ha capito quanto sia fondamentale il potere spirituale nella detenzione e nell’esercizio di quello temporale. Filippo pensa di circondare lo Stato Pontificio, e la sua riforma interna al paese si sta allargando eccessivamente, per i miei gusti, all’esterno. 

Benedetto sta gestendo una situazione politica molto difficile, in subbuglio oserei dire,con grande e necessaria fermezza. Vorrei ricordarVi il Giubileo dell’anno scorso: pellegrini da ogni parte d’Europa sono giunti a Roma per vedere il Papa,per ottenere l’Indulgenza; non è mai accaduto per un sovrano qualunque, neanche per Filippo, per quanto lui si possa credere al di sotto di Dio solo. 

Madre adorata, Vi voglio augurare un sereno rientro a Roma, a breve, e Vi mando tutto il mio affetto, impaziente di rivederVi, e di ricevere da voi una lettera.
Vostra, 

Lucrezia





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