Ticket for Love
To look for her
whenever you want
Scese rapidamente a due a due i gradini dell'istituto
cercando di non far cadere i grossi tomi che teneva in braccio. Ormai
non riusciva più a contenere l'euforia che gli scorreva
nelle vene ed era sicuro che sarebbe presto scoppiato se non avesse
fatto qualcosa.
Esaltato, Sanji aumentò il passo
finché non atterrò pesantemente sul piazzale
della scuola, facendosi accecare dal primo sole caldo di luglio.
Fregandosene altamente delle pupille carbonizzate, alzò mani
e viso al cielo gettando noncurante dietro di sé i grossi
volumi e lanciò un urlo belluino di totale liberazione.
Poco più in là, un
paio di ragazzi sdraiati sul praticello che divideva la
facoltà di economia da quella di giurisprudenza, si
voltarono al suo gesto e ridacchiarono tra loro senza prestargli troppa
attenzione, perfettamente consci di cosa gli fosse preso,
fondamentalmente perché tutti sulla stessa barca.
Sanji sorrise da solo come un babbeo,
chiudendo gli occhi, sentendo la pelle bruciare sotto il sole del
mattino con il vento fresco che gli passava tra i capelli biondi. Una
sensazione fantastica!
Dopo due mesi e sette giorni, a voler essere
pignoli, finalmente la maledetta sessione era finita!
Con un largo sorriso, mandò al
diavolo definitivamente ogni pensiero controproducente e la calma,
molleggiando sulle gambe e lanciò un altro urlo spacca
timpani contro il cielo.
Altre persone che passeggiavano per i
giardini presero a guardarlo storto, ma lui li ignorò. Aveva
appena passato l'esame più tosto e difficile della sua vita
e aveva tutto il diritto di sfogare la tensione come gli pareva. Il
fumo amaro delle sue adorate sigarette non sarebbe bastato quella volta.
La vita non era mai stata più
bella! Non doveva più preoccuparsi di altri esami fino
all’autunno, non aveva nessun tormento particolare, le
vacanze estive erano iniziate, aveva amici simpatici con cui
trascorrere ore piacevoli in allegria e, soprattutto, vantava una
ragazza meravigliosa con la quale poter trascorrere tutti i giorni e le
notti senza riserva!
Aprì gli occhi di scatto
agguantando di corsa un fazzolettino di carta dalla tasca e poggiandolo
rapidamente sotto al naso, sentendo il solito rivoletto caldo di sangue
epistatico fuoriuscirne, come accadeva ogni santa volta in cui la sua
mente esagitata estrapolava immagini poco caste sulla sua bellissima
donna. Ma non poteva farci nulla, Pudding era favolosa!
Stavano insieme da sei mesi e da sei mesi
Sanji toccava il cielo con un dito. Era bella, intelligente, acuta,
spiritosa... e stava con lui! Aveva scelto lui come difensore delle sue
virtù, come custode del suo cuore, della sua anima, del suo
corpo...
Altro rivoletto di sangue sfuggito catturato
in tempo dal fazzoletto e dalla sua prontezza di riflessi. Sanji
mugugnò contrariato, aveva ragione Chopper, doveva farsi
controllare da uno bravo.
Scacciò dalla mente il ricordo
del corpo megagalattico della sua ragazza per evitarsi un'altra
epistassi, non era proprio il momento. Con un sospiro felice, riassunse
la sua abituale calma e raccolse i libri che aveva lanciato a terra
nella foga, valutando l'idea di andarsi a prendere un caffè
al bar del campus prima di tornare a casa, quando qualcosa di
pesantissimo e di non ben definito si arpionò alla sua
schiena all’improvviso, facendogli
perdere l’equilibrio e cadere a terra portandosi dietro il
coso, i libri e un discreto numero di santi che Sanji stesso provvide a
far piovere direttamente dal cielo quando capì cosa lo aveva
atterrato. Sdraiato a pancia in su, il sedere dolorante, una voglia
matta di strozzare qualcuno, cercò di togliersi di dosso la
piovra molesta che rideva a crepapelle non accennando minimamente a
staccarsi dal suo braccio. Lanciò qualche pugno ben mirato
sulla testa vuota di quello che aveva riconosciuto essere uno dei suoi
migliori amici e se lo levò di dosso con non poca fatica,
spingendolo lontano da lui.
Lo guardò irritato continuare a
ridere rotolandosi sull'erba, per nulla turbato dalla scarica di pugni
che lo aveva investito, anzi ne pareva fin troppo divertito e Sanji non
se ne stupì.
Da che lo conosceva, Monkey D. Rufy era
stato capace di incassare da chiunque centinaia di pugni, calci e botte
varie, senza quasi mostrare segni evidenti di dolore fisico, con la
sola eccezione di quelli presi dalla sorella, e la cosa aveva il potere
di mandare in bestia il biondo. Santo cielo, pareva fatto di gomma! Non
c'era alcun gusto nel picchiare (amichevolmente s'intende) qualcuno che
non sentiva nulla! Tanto più che Rufy ne prendeva parecchie
di botte, soprattutto da lui e da Nami, per lo più per il
suo vizio di non saper collegare la bocca al cervello, ma Sanji gli
invidiava a morte questo suo essere elastico ed incapace quasi di
provare sofferenza. Quando Rufy tirava un pugno a lui la pelle ci
impiegava giorni per cancellare il livido.
Piccato per le sue stesse considerazioni,
Sanji fu tentato di rifilargliene altri due o tre solo per
gusto personale, ma una voce canzonatoria alle sue spalle
bloccò la mano già caricata a pugno.
“Te lo dicevo che saremmo arrivati
in tempo, Rufy, torcigliolo è ancora qui! Ciao torcigliolo,
allora finito tutto?”
Ovviamente Rufy non era venuto da solo a
salutarlo dopo l'esame, doveva immaginarselo. Cosa aveva detto prima?
Di avere amici simpatici con cui trascorrere tante ore in allegria? Da
quel momento eliminava la parola 'simpatici' e 'allegria'.
Sorvolando sull'epiteto poco carino con cui
era stato apostrofato, Sanji lanciò un'occhiata di sbieco al
nuovo arrivato, che ora guardava alternativamente lui e il moro ancora
disteso a terra sfoderando la solita faccia da sberle irritante che
contraddistingueva Zoro Roronoa da sempre.
Sanji si alzò con calma dopo aver
tolto un po' di terra dai pantaloni, gli istinti omicidi ormai del
tutto sedati.
“Marimo.” lo
salutò di rimando con un sorrisetto, chiamandolo volutamente
con il soprannome che gli aveva dato a otto anni per i suoi curiosi
capelli verdi che ricordavano un'alga marina, e che sapeva
perfettamente, Zoro odiava. “Si, ho finito!”
esclamò, con una nota euforica nella voce, ritornando con
l'umore alle stelle. Chi se ne importava se aveva davanti l'amico
più stronzo dell'universo, quello che non perdeva mai
occasione per ridere delle sue disgrazie (a ben vedere la cosa era
comunque reciproca), o di offenderlo pur di avere una scusa per menare
le mani? Era felice da far schifo e sentiva di poter sopportare
qualsiasi cosa, anche il ghigno insolente del suo migliore amico e le
sue provocazioni.
Zoro non perse tempo e grugnì
infastidito per l'epiteto, ma decidendo di lasciar correre come aveva
fatto Sanji. Sapevano entrambi quanto in realtà fosse
divertente litigare e punzecchiarsi a vicenda, per poi tornare amici
come prima in una manciata di minuti come se nulla fosse successo.
Facevano così fin da piccoli e certamente le cose non
sarebbero cambiate.
Rufy si alzò elettrizzato da
terra prendendo entrambi per il collo, facendo cozzare malamente le tre
teste tra loro. “Se anche tu hai finito, sapete questo che
vuol dire??” esclamò ridendo come un matto
strattonandoli.
Sanji e Zoro non fiatarono, lanciandosi
un'occhiata divertita e saputa da sopra le sue spalle, entrambi lo
superavano in altezza di parecchio pur essendo coetanei, e rimasero in
attesa.
Rufy lasciò la presa dal collo
degli amici per alzare le braccia al cielo. “Vuol dire fine
della fatica!! D'ora in avanti solo festaaaaa!!!”
urlò saltellando sul posto come un bambino a Natale e
facendo voltare curiose le poche teste che c'erano ancora nei paraggi.
Zoro scosse il capo divertito, mentre Sanji
si accendeva la prima sigaretta della giornata ed aspirava avido una
boccata, annuendo convinto, un sorriso allegro stampato in faccia.
“Puoi giurarci, amico! Non vedevo
l'ora di un po' di relax!” mormorò il biondo,
sospirando.
Zoro lo guardò scettico.
“Come se 'mister primo della classe' avesse bisogno di
rilassarsi! Tu nemmeno fai fatica a studiare!”
borbottò risentito.
Sanji aspirò un'altra boccata,
tranquillo. “Se tu sei un caprone ignorante che ci mette una
vita per leggere un pagina, non significa che io non abbia bisogno di
un po' di vacanza. Probabilmente me la merito più di
tutti.” aggiunse con un sorrisetto di sfida.
Zoro lo fulminò con lo sguardo.
“Caprone a chi, idiota dal ciuffo ossigenato?!”
“Buoni, buoni, su. Non
litigate.” li divise Rufy allegro mettendosi fra loro,
mostrando un'anomala parvenza di buonsenso che bloccò la
risposta acida di Sanji, prima di far risuonare in tutto il piazzale le
sue urla e spaccare i timpani a chiunque nel raggio di un chilometro.
“Le vacanze estive sono iniziateeeee!!” Poi, senza
abbassare i toni, aggiunse rivolto solo a loro due. “Dobbiamo
festeggiare degnamente! Che possiamo fare? Che possiamo
fare??” chiese, tornando all'istante il solito bambinone
troppo cresciuto.
Zoro sghignazzò, abituato al
carattere esagitato del suo amico e sembrò rifletterci
seriamente. “Beh, stasera ci sarebbe la festa da
Hermeppo...” azzardò con un certo interesse,
leccandosi volutamente le labbra. Sanji lo guardò roteando
gli occhi sapendo bene a cosa stava pensando.
Per quanto tutti mal sopportassero
quell'odioso figlio di papà viziato ed arrogante del loro
compagno di corso, doveva ammettere che la sua mega villa unita ai suoi
soldi, erano un binomio perfetto quando si trattava di produrre feste
grandiose con folle oceaniche di ragazze disinibite e mezze nude oltre
che, soprattutto, bere gratis in quantità illimitata e per
uno come Zoro, abituato a ingerire abbondanti quantitativi d'alcool per
riuscire a raggiungere anche soltanto un leggero stato d'ebbrezza,
quelle feste erano il paradiso dei sensi, figurarsi se non avrebbe
fatto carte false per andarci.
Rufy accolse l'idea con entusiasmo, neanche
a pensarci, ma Sanji non era dello stesso avviso. Lo videro negare
sicuro con il capo e, alla domanda del moro che ne chiedeva il motivo,
rispose semplicemente “...perchè volevo passare la
serata con Pudding!”
Zoro alzò gli occhi al cielo e
Rufy si incupì. Sanji non si fece intenerire.
“Sono quasi due settimane che non passiamo un po' di tempo da
soli! Le mancherò senz'altro da morire!!”
sfoderò cuoricini rossi adoranti dagli occhi rievocando
l'immagine della ragazza nella sua mente. “Oh, Pudding-chan
non temere il tuo Mr. Prince è tornato! Lo studio non mi
porterà mai più via da te!!”
ululò ondeggiando sul posto e sprigionando cuori intorno a
sè.
Rufy mugugnò infastidito
guardando l'amico partire per la tangente dell'amore. Lui voleva che
stessero tutti insieme a festeggiare la fine degli esami!
Zoro gli poggiò una mano sulla
spalla con un sorrisetto, mimandogli con le labbra di lasciar perdere.
Sanji lo conoscevano ormai, se aveva una donna potevano star certi che
lei sarebbe sempre venuta prima di chiunque altro. Per quanto bene
potesse volere ai suoi amici, Sanji non avrebbe mai sacrificato tempo
prezioso da passare con lei, per una stupida festa. Solo non avevano
mai capito perché si rendesse ridicolo tutte le volte con
quelle scene sdolcinate!
Zoro si stufò quasi subito di
ascoltare le moine rivolte alla ragazza che il biondo vedeva nella sua
testa e si schiarì la voce seccato. “Ok,
torcigliolo. Direi che per oggi ne ho abbastanza del tuo fare svenevole
da tappetino! Vorrà dire che alla festa ci andremo solo noi
due.” convenne incrociando le braccia e guardando Rufy.
Sanji, la produzione di cuori interrotta di
colpo, lo incenerì. “A chi hai dato del tappetino,
tu??”
“Ma no!! Io voglio che andiamo
alla festa tutti insieme!!” mugugnò Rufy con una
faccia da cucciolo abbandonato guardando alternativamente l'uno e
l'altro.
Sanji scosse la testa serio. “Non
posso, davvero! È da troppo che non stiamo insieme da soli
per colpa di quegli stupidi esami! E piantala di guardarmi
così!” aggiunse in risposta all'espressione
affranta che aveva assunto il moro per farlo cedere. “Non
verrò, stasera! Fattene una ragione... Tra l'altro non ho
ancora finito di riempirti di botte per il sicuro ematoma che mi
uscirà grazie a te e alla tua mania di saltare addosso alla
gente all'improvviso!” esclamò massaggiandosi il
fondoschiena dolorante e mostrando il pugno pronto all'uso, ma Rufy
nemmeno lo ascoltava più. “Sanji ma quella
laggiù non è Pudding?” chiese curioso,
guardando qualche metro dietro le sue spalle dove una ragazza, con un
vestitino striminzito e i capelli castani raccolti in due morbidi
codini, guardava dritto verso di loro.
Con uno scatto fulmineo, il biondo si
girò inquadrando la sua ragazza in meno di due decimi di
secondo e gli ci volle anche meno per notare quanto fosse poco vestita.
“Pudding-channnn!!!!”
ululò entusiasta scattando rapido verso di lei che lo
attendeva tranquilla vicino alla facoltà di giurisprudenza.
Zoro fischiò ammirato.
“Ottima mossa, Rufy! Non ti facevo così
sveglio!”
Il moro si voltò a guardarlo
confuso. “Quale mossa?”
Zoro lo fissò a sua volta.
“Ma non l'hai fatto per evitare... d'accordo, lasciamo
stare!” concluse spiaccicandosi una mano in fronte. Colpa sua
che aveva pensato di aver intravisto un cervello sotto quei capelli
neri.
“Che gli starà dicendo,
secondo te?”
Zoro gettò un'occhiata
disinteressata a Sanji che aveva da poco raggiunto la ragazza con un
saltello acrobatico degno di un trapezista, emanando cuori tutto
attorno.
“E io che ne so?”
commentò tranquillo, lasciando vagare lo sguardo in giro e
contemplando l'idea di stendersi per un po' al sole sul praticello
invitante del campus, con quell'arietta fresca magari sarebbe riuscito
pure a fare un sonnellino.
“Sono troppo lontani, non si sente
niente!” considerò Rufy stizzito, prima di farsi
pensieroso. “Non ha una faccia felice,
però.”
Con uno sbuffo, Zoro tornò suo
malgrado a guardare la coppia in lontananza e si ritrovò ben
presto ad aggrottare le sopracciglia sorpreso quando notò il
biondo smettere all'improvviso di produrre cuori e bloccarsi, fissando
sconvolto Pudding continuare invece a parlare, agitando le braccia con
un'espressione dispiaciuta.
Si scambiò un'occhiata con Rufy,
come lui ignaro di cosa stesse succedendo a quei due, anche se una vaga
idea si stava già formando nella testa di Zoro e non ne
sarebbe stato sorpreso.
Vide Pudding fare una carezza leggera al
ragazzo e sorridergli serenamente, prima di salutarlo con la mano ed
avviarsi verso i cancelli, chiaramente decisa ad andarsene sola.
Riportò tutta la sua attenzione
sulla statua di sale che aveva preso le sembianze del suo amico,
prendendo atto di aver appena assistito in diretta all'ennesima rottura
sentimentale del biondo.
Zoro fece una smorfia, cercando di guardare
da un'altra parte, ripensando a quante ne aveva già subite
Sanji in 22 anni di vita... troppe per ricordarsele tutte ed ogni volta
il biondo buttava il suo amor proprio nel cestino cercando di
riconquistare con ogni mezzo la donna di turno che con lui non voleva
più avere a che fare. Poveraccio, quasi gli faceva pena...
quasi.
Rufy lo tirò per la manica della
maglia. “Io non ho capito niente! Dove è andata
Pudding? Pensavo volesse stare con lei, oggi! Che è
successo?” chiese con candore assoluto.
Zoro sospirò impassibile
grattandosi la nuca, senza distogliere lo sguardo dal biondo.
“Lascia stare. Mi sa che stasera Sanji non passerà
la serata con nessuno...”
Rufy corrugò le sopracciglia, per
nulla soddisfatto della risposta e pronto a chiedere spiegazioni
aggiuntive, quando l'ennesimo urlo belluino della giornata si
alzò al cielo, facendo voltare tutta l'università
verso un redivivo Sanji in ginocchio che piangeva disperato invocando
il nome dell'amata ormai lontana. “Pudding-channnn!! Non mi
lasciare, ti pregoooo!! Non mi importa se siamo diversiiiiiii!!! Io
cambieròòòòò!!!
Pudding-channnnnn!!!”
Zoro e Rufy guardarono la scena con una
punta di sincero dispiacere, accompagnato da un ben più
rilevante misto di disgusto e imbarazzo per la dignità di
Sanji che andava a far compagnia al suo amor proprio nel cassonetto.
“Quindi lo ha mollato?”
chiese cauto Rufy dopo un pò.
“Sembrerebbe di si...”
rispose pacato Zoro.
Il moro rifletté un istante.
“...Dici che allora alla festa ci viene?”
Il verde lo guardò male, non
degnandolo di una risposta, ma Rufy sorrise entusiasta battendo le
mani. Sanji nel frattempo aveva iniziato ad avere le convulsioni per il
troppo pianto ed un capannello di studenti e professori gli stava
prestando le prime cure del caso. Una scena già vista.
“Mi sa che la festa di stasera
sarà epica!” commentò il moro ghignando
felice, sotto lo sguardo esasperato di Zoro e gli uggiolii disperati di
Sanji in lontananza.
Non c'era male come inizio delle vacanze.
*
Il panorama che si palesò agli
occhi di Zoro quando entrò nella stanza non poteva essere
più deprimente. Se n'era già convinto mentre
saliva le scale, sentendo le note struggenti di una canzone
strappalacrime che si disperdevano per la casa.
La signora Vinsmoke gli aveva fatto un cenno
sconsolato indicandogli la stanza del suo quartogenito con un sospiro.
Sanji aveva saltato il pranzo e da che era rientrato quella mattina non
era più uscito dalla sua camera, lei aveva rinunciato a
chiedergli di mangiare qualcosa da ore e tutta la famiglia di comune
accordo aveva deciso di lasciarlo in pace. Era evidente volesse
soffrire in solitudine per la rottura con Pudding.
Ma Zoro non ci stava, aveva visto il suo
amico in quello stato decine di volte e si rifiutava di lasciarlo solo
a trincerarsi nel dolore nella teatralità della sua camera
da letto con canzoni d'amore di scarsa qualità! Un briciolo
di orgoglio maschile doveva ancora averlo da qualche parte, dannazione!
Zoro entrò a passo sicuro,
sorpreso di trovare la porta aperta. Sanji era talmente depresso da
dimenticarsi di chiuderla a chiave e forse sarebbe stato meglio farlo
perché si sarebbe risparmiato di vedersi piombare
lì la sua faccia allibita e schifata.
C'era un caos assurdo. Fotografie di Pudding
erano state stracciate e sparse per tutto il pavimento e il letto, il
portatile acceso dispensava a tutto volume quelle note struggenti da
voltastomaco che si sentivano fin dall'ingresso, parecchi libri erano
sparpagliati in giro, c'erano vestiti buttati a casaccio e pure un paio
di reggiseni che sventolavano lievi dal lampadario appeso al soffitto.
In tutto quel delirio il suo amico dava orribile mostra di
sé seduto sul letto, i capelli afflosciati a coprire il
viso, mentre stringeva a sé un cuscino a forma di cuore con
il viso sorridente di Pudding raffigurato sopra.
Zoro era certo che Sanji fosse un uomo con
tutti gli attributi al posto giusto, dopo tanti anni passati tra
palestra e campo di basket con lui, eppure quell'immagine lo fece
vacillare per un istante, non concependo del tutto di trovarsi davvero
nella seria e ordinata stanza del suo migliore amico, invece che nella
cameretta di una ragazzina adolescente in crisi ormonale.
Roteò gli occhi con una smorfia a quel pensiero, avanzando
deciso verso la scrivania per spegnere quella musica lagnosa che stava
fracassando i timpani a tutti da ore.
Sanji alzò appena la testa,
guardandolo con occhi spenti, prima di tornare subito a sprofondare il
viso nel cuscino senza emettere suono. Zoro sbuffò
infastidito. Se non si vergognava di mostrarsi così debole
davanti a lui allora l'aveva presa proprio male, peggio del solito, eh
si che erano state in molte a scaricarlo prima di Pudding, come minimo
doveva esserci abituato.
Si passò una mano tra i capelli
verdi, trascinando una sedia davanti al letto del biondo e sedendocisi
sopra a cavalcioni. Si schiarì la voce, preparandosi
mentalmente a dare una scossa alla larva umana davanti a lui. C'era
bisogno di un po' di testosterone in quella stanza.
“D'accordo, amico... Ammetto che
non sia un granché quando si viene mollati...”
iniziò pacato ma deciso “...capisco il nervoso, la
rabbia, la voglia di distruggere tutto, che tu ci creda o no arrivo
persino a comprendere il desiderio di ascoltare cantanti neo melodici a
palla... probabilmente vorresti solo essere lasciato in pace a morire
nello sconfinato mare della tua sofferenza...”
Sanji riemerse dal cuscino scuro in volto,
scostandosi i capelli dal viso. “Sei venuto per fare il
poeta?”
Zoro ghignò sghembo.
“Nah... solo per prenderti un po' per il culo...”
ammise tranquillo.
Il biondo lo guardò male ma
riprese un po' di contegno e data una rapida occhiata al cuscino a
cuore, lo lanciò ai piedi del letto, lontano da lui. Si
passò una mano sul viso stanco, asciugando gli occhi ancora
un po' lucidi e sospirò. “Lo so che è
patetico... è che... credevo davvero che sarebbe stata
quella giusta, stavolta.” confessò senza imbarazzo.
Si conoscevano da una vita ed anche se erano
sempre pronti a scannarsi per un nonnulla, entrambi sapevano di trovare
l'uno nell'altro la spalla cui appoggiarsi in caso di bisogno, fosse
stato per vendicare un torto subito o per piangere la fine di una
relazione.
Zoro non aveva mentito. Nonostante il tono
canzonatorio, capiva perfettamente che il suo amico stava male,
comprendeva in pieno che era il genere di cose che ti annientano, anche
se non lo sapeva per esperienza diretta ma per pura empatia. Tuttavia
non credeva nemmeno che piangersi addosso fosse il giusto modo per
affrontare il problema.
“...chiodo schiaccia
chiodo?” esalò Sanji quando Zoro gli espose la sua
teoria per esorcizzare il dolore. “Cioè dovrei
rimpiazzare Pudding, tutti gli ultimi mesi, la vita che mi stavo
immaginando insieme a lei, scopando con una a caso?” chiese
ironico.
Zoro finse di non aver colto il tono
sarcastico e annuì energico. “È un
fantastico rimedio, te l'assicuro!”
Sanji assottigliò gli occhi.
“E sentiamo tu come faresti ad esserne certo dal momento che
non ti ha mai mollato nessuno? E anche non lo farà mai
nessuno, visto che tu la donna fissa non la vuoi.”
Zoro scosse il capo. “Non serve
certo solo per quando si viene mollati! Il sesso risolve qualsiasi
problema! Un atto fisico puro e semplice senza complicazioni fa stare
subito meglio! Pensi che se mi si presenti l'occasione io non la colga?
Diavolo Sanji, ho visto dozzine di ragazze farti il filo negli anni,
palesemente interessate anche solo ad una botta e via, ma tu lasciarle
sempre perdere solo perché già impegnato o
perché il tuo manuale da gentleman ti impone di portare una
donna fuori a cena almeno tre volte prima di fartela! Non siamo
più nell'800! Se una mi si presenta davanti visibilmente
interessata ad accompagnarmi sul tetto, sarei un idiota a non
approfittare della cosa, ti pare?”
Sanji si appoggiò alla parete
sbuffando piano. “Già mi stupisco che tu riesca a
trovare la strada verso il letto di una ragazza con il senso
dell'orientamento che ti ritrovi... ma il sesso non risolve sempre
tutto!”
Zoro ghignò sadico. “Si
vede che non ne fai abbastanza...”
Il biondo lo squadrò scocciato
pronto a rispondere per le rime quando un bussare leggero alla porta li
zittì entrambi.
“Posso entrare, Sanji?”
mormorò una vocina cauta al di là della porta
chiusa.
L'interessato sorrise. “Come no,
Chopper. Entra pure.”
Un ragazzino biondo sui quattordici anni
entrò saltellando tutto felice, raggiungendo i due vicino al
letto e salutando educatamente Zoro. “Sono appena tornato dai
corsi estivi. La mamma ha detto che non stavi bene oggi e di non
disturbarti ma ero preoccupato per te, che succede?”
Sanji guardò il suo fratellino
con affetto. “Stavo un po' male è vero, ma adesso
mi è passato tutto, tranquillo!”
Chopper gli sorrise dolce rassicurato dalle
sue parole e Zoro considerò ancora per l'ennesima volta come
fosse possibile che in una famiglia composta da sei figli, fossero
usciti tre enormi stronzi e tre buoni come il pane, una via di mezzo
per tutti, no? Se poi doveva ammettere che considerava il suo amico uno
dei tre venuti bene, si capiva di gran lunga quanto fossero orribili
gli altri. Non appena li conoscevi indovinavi subito chi avesse
ereditato i geni di quel gradasso del padre e chi quelli dolcissimi
della madre. Grazie a Dio due dei fratelli di Sanji usciti male
abitavano già per conto proprio, come anche la sua
bellissima e gentilissima sorella maggiore, quindi da un paio d'anni
doveva sopportare solo Yonji quando veniva a trovare Sanji a casa. Al
contrario gli stava molto simpatico Chopper, come a tutti del resto,
probabilmente era l'unico che non aveva mai subito le angherie dei tre
stronzi. Sanji non aveva mai fatto mistero di detestare i suoi due
fratelli maggiori e il fratello minore Yonji, ma adorava il fratellino
più piccolo al pari di quanto amasse la sorella
più grande. Erano davvero una famiglia strana.
“Se è tutto a posto
allora vado, così non vi disturbo!” sorrise il
ragazzino.
Sanji e Zoro ridacchiarono. “Tu
non disturbi mai, piccolo!” confessò Zoro sincero.
Imbarazzato, Chopper sventolò una
mano davanti al viso. “Non dite così, per favore,
mi fate diventare rosso!!” ammise ridendo e ondeggiando un
po' sulle gambe prima di farsi serio d'un tratto. “Sanji il
tuo computer lampeggia!”
Zoro si voltò verso la scrivania
notando solo in quel momento una lucina gialla vicino alla web cam
comparire e scomparire ad intermittenza con moto continuo e
sentì Sanji alzarsi dal letto.
Chopper gli si accostò.
“Va bene, io vado, ci vediamo a cena. Mi hanno dato un sacco
di compiti per domani e non ho nessuna voglia di farli...”
aggiunse affranto ma ridendo quando il fratello gli
scompigliò i capelli con una mano guardandolo furbo.
“Bugiardo!”
ghignò il biondo universitario. “Vai pure, lo so
che non vedi l'ora di cominciare! E si, dì pure alla mamma
che ci vediamo per cena.”
Chopper ridacchiò prima di
scomparire fuori dalla porta. “A dopo! Ciao Zoro!”
Zoro lo salutò con un sorriso
sincero, era adorabile quel ragazzino. Studioso ma per nulla saccente,
col senso dell'umorismo che non sfociava mai nel grottesco, gentile e
collaborativo ma con una propria morale. Per certi versi molto simile a
Sanji. In quei momenti gli spiaceva davvero essere figlio unico, un
fratellino come Chopper lo avrebbe voluto anche lui.
Scosse la testa e tornò a
concentrarsi sul suo amico, che ormai era stato completamente assorbito
dallo schermo del computer.
“È la risposta alla
mail...” lo sentì mormorare sovrappensiero.
Zoro fissò dubbioso la sua
schiena. “Stai ancora alle mail?” gli chiese
corrugando le sopracciglia, ben deciso a rimanere seduto dov'era ma
girato verso di lui.
Sanji annuì in automatico senza
staccare gli occhi dallo schermo, mentre pigiava rapido sulla tastiera.
“Ti ricordi quel compito sull'amicizia tra sconosciuti che ci
aveva dato il professor Saul l'ultimo anno di liceo?” gli
chiese tranquillo senza guardarlo.
Zoro si grattò la nuca perplesso
e a Sanji non servì voltarsi per capire che in quel momento
era in atto una lotta spasmodica tra i suoi due neuroni per capire di
che diavolo parlasse. Zoro solitamente non si ricordava nemmeno quello
che aveva mangiato per colazione, figuriamoci di un compito assegnato
quando erano ancora degli adolescenti.
“Mi riferisco a quando ci ha
costretti tutti a scrivere delle mail ad uno sconosciuto, a suo dire
per sviluppare l'amicizia tra culture diverse...”
mormorò andandogli in aiuto “...e scelse per
ciascuno di noi uno studente straniero che avesse per madrelingua
quella che ognuno aveva sul suo programma di studi. Tu avevi inglese,
io spagnolo.”
Zoro batté gli occhi, interdetto.
“...Mi stai dicendo che dopo più di tre anni sei
ancora in contatto col tuo amico di penna spagnolo??”
esclamò a bocca aperta alzandosi dalla sedia.
Sanji si girò appena,
l'espressione neutra. “Si, è un tipo simpatico.
Alla fine ci scriviamo una decina di volte al mese e ci raccontiamo
come va la vita.” ammise tranquillamente tornando a battere
sulla tastiera.
Zoro sgranò gli occhi cercando di
metabolizzare quanto aveva appena sentito, mentre un brivido gli
percorse la colonna vertebrale al ricordo di come era finito per lui
quel compito.
“È una cosa
assurda!” sbottò dopo qualche attimo, al che Sanji
si voltò a guardarlo confuso.
“Mi ricordo di quel maledetto
compito!” esclamò indicando il computer con
malcelato astio nella voce. “A me il prof. Saul aveva
affibbiato un inglese maniaco che invece di scrivermi della sua
giornata mi mandava lunghe poesie d'amore accompagnate da sue
fotografie in perizoma!” rabbrividì al ricordo.
“Ho resistito tre giorni prima di chiudere completamente
l'account e andare dal prof. a spiegargli che mi era impossibile
portare a termine il suo esperimento per assenza di affinità
strutturali! Incredibilmente ha capito e non mi ha più
chiesto nulla.” concluse scuro in volto incrociando le
braccia.
Sanji stringeva i braccioli della sedia
cercando di non frantumarli e al contempo si mordeva furiosamente le
labbra. La sua faccia era indecisa se esprimere una sincera compassione
per il suo amico o puro totale e irrefrenabile scherno. Alla fine ebbe
la meglio il secondo.
Sanji scoppiò a ridere
sguaiatamente battendo ripetutamente le mani sulla scrivania, non
riuscendo a credere di avere finalmente qualcosa in mano per prendere
per il culo il sempre irreprensibile Zoro Roronoa!
Il verde, d'altro canto, lo guardava ridere
delle sue pene visibilmente alterato e rosso in volto. Sembrava
impossibile che quello fosse lo stesso ragazzo che neanche mezz'ora
prima era steso sul suo letto a piangere per una storia d'amore finita
male!
Intimamente era contento di vederlo ridere
di nuovo, ma c'era un limite! Digrignò i denti, stufo di
venir preso in giro in quella maniera da uno che non aveva ancora
smesso i panni del gentiluomo d'altri tempi e di sicuro nascondeva
qualche libro di Jean Austen dell'armadietto dove teneva i bigodini.
“Piantala, babbeo! Ecco
perché non ve l'ho mai detto, sapevo che avreste tutti
reagito così!”
Sanji si asciugò gli occhi lucidi
e gli lanciò un'occhiata in tralice, ancora con il sorriso
sulle labbra. “Mi dispiace per la tua esperienza,
davvero!” esclamò quando un'occhiataccia lo
raggiunse. “Ma è una cosa troppo divertente! Ti
è andata male... il mio è a posto, anzi
è pure parecchio simpatico! Pensa che abbiamo una valanga di
interessi in comune! Entrambi studiamo economia ma vogliamo diventare
cuochi, ci pensi? Quando si dice il destino!”
Zoro sbuffò appoggiandosi alla
parete con la schiena. “Il mio era un imbecille, ma non ci
metto la mano sul fuoco che il tuo sia uno stinco di santo!”
mormorò piccato. “Anche il tuo è un
maniaco, vedrai! Quando meno te lo aspetti ti chiederà di
incontrarvi per un ‘appuntamento’ e vedrai che ti
combina!”
“Sei prevenuto solo
perché ti è andata male!” Sanji lo
squadrò con un'occhiata di compatimento, prima di voltarsi
di nuovo verso il computer e soddisfatto premere invio.
Zoro scosse la testa mentre i cellulari di
entrambi trillavano all'unisono.
“Vedrai se non ho
ragione!” borbottò estraendo il telefono dalla
tasca e leggendo rapidamente il messaggio di Rufy dove informava
entrambi che sarebbe passato a prenderli alle dieci per portarli alla
festa di Hermeppo.
Il verde lanciò uno sguardo
all'amico che fissava lo schermo del telefonino con occhi spenti. Il
momento ilare era passato purtroppo. Sanji stava nuovamente tentando la
discesa verso la depressione post-rottura con Pudding, ma non aveva
ancora fatto i conti con lo spirito indomito che dimorava in ogni uomo indignato dalla poca virilità di un amico. Attraversò la stanza a passo di marcia e si
erse in tutta la sua statura di fronte al biondo con un dito puntato
davanti al suo naso e lo sguardo minaccioso che assicurava un brutto
quarto d'ora per la sua faccia se non avesse fatto tutto ciò
che chiedeva.
“Ora tu ti riprendi, fai una
doccia e vai a cena con la tua famiglia! Alle dieci io e Rufy saremo
qui puntuali a prenderti per portarti alla festa... e non voglio
sentire scuse sceme!” aggiunse veloce prima che Sanji
riuscisse a infilare una parola in quel discorso furente.
“Pretendo che venga anche tu e che ti diverta! Dovrai
ubriacarti così tanto che di quella donna non ricorderai
più nemmeno il nome, sono stato chiaro?”
stabilì, talmente serio e ostile che Sanji non
trovò nulla da ridire, se non annuire sgranando gli occhi,
suo malgrado un po' intimorito da quegli occhi furiosi.
Zoro ghignò, felice di aver
raggiunto il suo scopo.
“Vedrai che questa notte ti
cambierà la vita!”
Angolo Autrice:
Buongiorno!
Se qualcuno se lo stava chiedendo, no fortunatamente (per me) non sono
svanita (purtroppo per voi), ma ero presa dal lavoro e dalla vita
reale, anche se non ho mai smesso di scrivere e difatti torno con
questa nuova long che spero possa piacere a qualcuno! :-D
Ci
lavoro da tanto e ci tengo come fosse mio figlio, ma se dovesse far
pena non fatevi problemi a farmelo sapere! :-D sono sempre disponibile
per sapere i pareri di chi ne sa più di me.
Detto
questo grazie per te che sei passato di qua anche solo per una lettura
in un momento di noia. Sono felice di aver attirato il tuo interesse e
spero che questo primo capitolo possa piacere!
Un
bacione a tutti,
Momoallaseconda
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