Story of my life

di LaViaggiatrice
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Quando tornò a casa si accorse che non c’era niente di commestibile, così, dopo aver lasciato i viveri che aveva comprato durante il viaggio in cucina, andò al supermercato.                                
Mentre svoltava nella corsia dell’igiene personale vide due ragazzi; lui era alto, con i capelli biondo chiaro lunghi fino quasi a meta schiena, con due ciocche raccolte in una treccia dietro la testa, ed erano talmente lisci che probabilmente doveva usare la piastra almeno due ore ogni mattina. Aveva gli occhi azzurri, e il fisico asciutto era coperto da una maglia verde, dei pantaloni lunghi e delle scarpe da ginnastica.
La ragazza al suo fianco aveva una lunga treccia rossa e occhi castani. Indossava dei leggings verdi scuro, una maglia viola e una camicia scozzese, e stava guardando con le braccia incrociate e un sorriso divertito l’amico che non riusciva a prendere un flacone di balsamo che era caduto all’indietro nello scaffale più alto.
Alla fine si arrese – Ok Tauriel, ho capito.-.
Incrociò le mani con i palmi rivolti verso l’alto, quindi la ragazza con un sorriso compiaciuto sulle labbra mise un piede sopra e si lasciò tirare su, prese il flacone e glielo porse scendendo agilmente.
Ad un tratto, da dietro di lei, qualcuno la abbracciò a sorpresa. Kili appoggiò la testa sulla spalla – Ciao bellissima.-.
Tauriel ridacchiò, mentre il ragazzo biondo sbuffava. Lei si girò in modo da trovarsi di fronte al moro e gli diede un bacio sulle labbra che lui si sentì di approfondire.
La voce di Fili li raggiunse da dietro – Kili ho trovato…- disse sbucando nella corsia con in mano una schiuma da barba-… oh. Vedo che sei impegnato. Ciao Legolas, come va?-.
Quest’ultimo guardò i due piccioncini con una smorfia di disappunto sul viso – Come al solito.-.
In quel momento Fili si accorse della giovane, che era rimasta ad osservare la scena divertita – Ciao Bree!- disse sorridendo.
Legolas si girò verso di lei squadrandola da capo a piedi – Ciao. Non ti ho mai vista prima. Sei nuova?-.
– Si, sono arrivata stamattina. Mi chiamo Bree.-.
- Io sono Legolas. E quella che sta baciando Kili è Tauriel.-.
In quel momento i due piccioncini si staccarono per la gioia di tutti. Il moro si rivolse a Bree – Guarda chi si rivede!-. Tauriel si girò verso di me – La conosci?- chiese sospettosa. Kili annuì – Si. Da stamattina.-.
Legolas guardò l’orologio e poi l’amica – Sarebbe ora di tornare. Dobbiamo andare a tiro con l’arco, sono già le 16,00.-. Tauriel sospirò – Va bene.-. Diede un rapido bacio a Kili e si allontanò insieme al biondo. Il moro continuò a seguirla con lo sguardo finché non scomparve.
– E anche oggi la mia dose di mielosità quotidiana.- mormorò Fili. Suo fratello sospirò con aria sognante – Quanto è bella.- disse tra se e se.
Bree si mise una mano davanti alla bocca per non ridere all’espressione disperata di Fili.
– Dai Kili, evita di sbavare per favore.-.
Lui si riscosse – Come? Oh, si.-.
Si girò verso la rossa – Ah, ciao Bree! Come va?-. Lo guardò con un sorriso divertito sulle labbra – Tutto bene grazie. A te non lo chiedo neanche.- disse ammiccando.
Fili sghignazzò alla faccia imbarazzata del fratello. Quindi gli diede una pacca sulle spalle – Dai, andiamo. E vedi di non infilare niente nel carrello di nascosto.- disse il biondo andandosene – Ricordati che oggi viene lo zio.-. Kili sospirò – Ah, già. Dobbiamo prendere altre birre. E anche qualcosa da mangiare. Abbiamo latte a casa?-
- Si. Ma ti conviene prenderne altro. Non sono sicuro sia ancora liquido.-
Si diressero verso il reparto frigo, mentre Bree finiva il giro con ancora il sorriso sulle labbra. Quei due fratelli erano mitici. Alla cassa si ritrovò dietro Fili e Kili
- Ciao di nuovo.- disse Fili girandosi. Poi guardò il carrello e aggrottò le sopracciglia
- Ma cosa…?- disse tirando fuori una scatola di preservativi. Guardò Kili con un sopracciglio alzato. Lui fece spallucce – Che c’è? Domani sera vado da Tauriel a dormire, mi sono preparato per ogni evenienza!-.
Il fratello si diede una manata sulla fronte, mentre Bree dietro ridacchiava tra se. All’uscita si separarono, andando ognuno in una direzione diversa. Una volta arrivata a casa mise giù la spesa, quindi uscì a fare un giro.

Stava passeggiando quando incontrò un gruppo di ragazzi. Avevano il classico aspetto dei bulli; indossavano vestiti neri, borchie e compagnia bella. Il “capo” era un ragazzo con un occhio completamente bianco e una faccia non proprio intelligente. Le stavano andando incontro. Alzò gli occhi al cielo. Il “capo” incrociò le braccia sogghignando – Ciao novellina.-. Lei alzò un sopracciglia – Ciao.-.
- Ti sei persa?-
- No.-
- Oh, secondo me si, e hai bisogno di aiuto.- disse toccando incurante un coltellino che sporgeva dalla tasca dei jeans.
- Ti dico di no.-
Il ragazzo prese il coltello in mano
- Ne sono sicurissimo.-
- Sbagli.-.
A quel punto il ragazzo si lanciò su di lei con il coltello in mano, ma la ragazza si limitò a scansarsi, fargli lo sgambetto e dargli una violenta botta dietro la testa. Quando fu a terra tramortito gli prese il coltellino e lo lanciò in mezzo alla strada. Quello cascò in un tombino.
- Ops.- disse sorridendo.
Il ragazzo provò ad aggredirla di nuovo, ma lei gli diede un calcio nelle parti basse. Lui si accasciò gemendo – Lo dirò a mio padre!-
- Scommetto che sarà orgoglioso di sapere che suo figlio è talmente patetico da non riuscire a fronteggiare una ragazza.- rispose lei. Quindi si allontanò rapidamente.
Andò verso il locale di Bofur. Non appena arrivò vide una moto parcheggiata lì a fianco. Dentro c’era un uomo pelato vestito da motociclista. Indossava una maglia nera a maniche corte e aveva una folta barba lunga fin quasi al petto. Stava parlando seduto ad un tavolo con… l’uomo che aveva urtato alla stazione! Quel giorno però indossava un semplice paio di jeans e una maglietta nera aderente.
Ignorandoli si diresse al bancone. Quando Bofur la vide sorrise – Ciao Bree! Come è andata?-. Lei fece spallucce
- Oh, bene. Ho fatto conoscenza con i soggetti più o meno simpatici di questa città.-.
L’uomo la guardò aggrottando le sopracciglia – Che?-
- Al supermercato ho conosciuto due, Legolas e Tauriel.-
- Ah sì, Legolas è figlio di uno che ha una grande azienda, un certo Thranduil. Tauriel è la sua amica d’infanzia.-
- Ho anche rincontrato Fili e Kili.-
- Vedi quell’uomo laggiù?- disse accennando all’uomo che aveva urtato
- Si.-
- E Thorin Oakenshield, loro zio.-
- Ah. Ops.-
- Cosa c’è?-
Bree sospirò – In stazione per sbaglio gli sono andata addosso…-
Bofur sorrise – Oh, tranquilla. Fa tanto il duro, ma dovresti vederlo con i suoi nipoti. Chi altri hai incontrato?-
Nel frattempo i due si erano alzati per andare a pagare
- Oh, una sottospecie di bullo che girava con un coltellino.-
Bofur impallidì – Co… cosa? E ti ha fatto qualcosa?-
- Ci ha provato. Gli ho buttato il coltello in una fogna e gli ho tirato un calcio in mezzo alle gambe.-
Il motociclista scoppiò a ridere
- Hai picchiato Bolg?! Sei un mito ragazza!- esclamò.
Thorin mi guardò – Ci conosciamo?-
Arrossii – Ehm… Non lo so.- dissi affondando la faccia nel mio cappuccino d’orzo.
- Oh, si, ricordo, ci siamo incontrati in stazione. O meglio, scontrati.-.
Divenne viola – Si… mi dispiace.-.
Bofur scosse la testa – Bree, il padre di Bolg è Azog, ed è un mafioso. Non avresti dovuto, ora sarai in guai seri.-
- Non lo saprà mai.- disse il motociclista sicuro di se.
- Come fai a esserne così sicuro Dwalin?- chiese Bofur
- Bolg non andrà mai a dire a suo padre di essere stato messo al tappeto da una ragazza. Fidati, conosco il tipo.- disse cupo Thorin.
In quel momento entrarono Fili e Kili. Quando mi vide, Kili esclamò – Bree! Ma sei ovunque?-.
- Chiederei la stessa cosa a voi. Sembrate due stalker.-
Thorin guardò stupito i nipoti – La conoscete?-
Loro annuirono – Si. È venuta stamattina da New York.-
Poi Kili sorrise in direzione del motociclista – Dwalin!- disse allargando le braccia e abbracciandolo. L’uomo si irrigidì, mentre Thorin sghignazzava.
I fratelli si fiondarono tra le braccia dello zio che si mise a ridere. Mentre li guardava, Bree sentì una fitta di nostalgia. Quella scena le ricordava lei e suo padre. Si girò prima che qualcuno potesse vedere che stava piangendo. Purtroppo Bofur se ne accorse
- Cosa succede?-.
Ovviamente tutti si girarono verso di lei
- Niente.- disse tirando su con il naso e asciugandosi le guance.
Bofur le mise una mano sulla spalla
- Bree…-
- Mi è… mi è venuto in mente mio padre.- mormorò bevendo un sorso del suo orzo.
Fili le si avvicinò – Hai perso tuo padre?-
- Si. Un anno fa.-
- Anche nostro padre è morto.- mormorò.
- Kili non l’ha praticamente mai conosciuto, è morto poco dopo aver lasciato incinta nostra madre. Siamo stati cresciuti da nostro zio.-.
Il moro non disse niente.
Seguì un attimo di silenzio, poi Thorin chiese – Come si chiamava tuo padre?-
- Robin.-
Dwalin aggrottò le sopracciglia – Robin? Il nostro Robin?-
Bofur annuì – Si.-.
Thorin e Dwalin si guardarono stupiti
- Robin è morto??- chiese il motociclista incredulo.
La ragazza annuì.
Credette di avere le allucinazioni, invece no; Thorin aveva gli occhi lucidi.
- Lo conoscevate?- chiese.
I due uomini annuirono – Era il nostro migliore amico.- mormorò Dwalin.
 

*Angolo Autrice*
Sono tornata! Questo capitolo all'inizio non mi convinceva... Però lascio la parola a voi.
E così abbiamo incontrato i nostri elfi e gli orchi.
Beh, fatemi pensare che ne pensate!
Ciao!
LaViaggiatrice




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