10 songs challenge
-Kevin & Christian friendship-
Ho trovato questo giochino nella sezione Harry Potter,
proposto da Nonna Minerva...e ho deciso, con il suo permesso, di provarci anche
io. Qui di seguito potete trovare le regole.
- Scegli un personaggio, una
coppia o un fandom
- Apri la tua cartella di
musica, seleziona la modalità riproduzione casuale e fai partire
- Scrivi una drabble-flashfic collegata alla canzone che sta
andando. Hai tempo fino al termine della canzone per finire la drabble: inizi con l’inizio della canzone e finisci
quando finisce, niente esitazioni! Non importa quanto scombussolata sia la
tua drabble.
- Scrivine dieci, poi
pubblicale.
A voi la lettura, fatemi sapere che ne pensate!!
Temperance
I - Honey Honey (ABBA)
Chris guardò, divertito, il suo college che si cimentava
nell’inutile tentativo di aprire un barattolo di miele.
“Ti... serve una mano, Kevin?”
Kevin scosse il capo, risoluto, mentre la classe lo guardava
in silenzio, cercando in ogni modo di soffocare le risatine che sorgevano
spontanee.
“Ehm... Kev... tra poco suona la fine dell’ora, sai
com’è....”
“Chris, vorresti cortesemente lasciarmi in pace?”
Il biondo si strinse nelle spalle e si sedette su un banco
vuoto della prima fila, accavallando le gambe.
Che diavolo era saltato in mente a Kev di proporre ai suoi
alunni una merenda tutti insieme per festeggiare il Natale... o, meglio, di
proporre una cosa del genere senza portarsi dietro un apriscatole.
Eppure era così, così divertente guardarlo mentre non
riusciva a fare una cosa tanto semplice... affascinante.
II - Io posso dire la mia sugli uomini (Fiorella Mannoia)
Lui ne sapeva di cose sugli uomini.
Li amava, li odiava, li trovava dannatamente attraenti e,
allo stesso tempo, dannatamente idioti.
Aveva conosciuto tanti, tanti uomini... alcuni erano stati
innamorati di lui, altri lo avevano odiato a prescindere, semplicemente per
come era, per come amava.
Erano tutti diversi, a volte strani, a volte fin troppo
comuni, eppure era sempre, sempre riuscito a classificarli al primo colpo.
Tutti.
Ma non lui.
Lui era diverso, era un’altra cosa.
Lui non era un amante né un nemico... era qualcosa di
semplice, qualcosa che, tuttavia, lui non aveva provato mai.
Lui era un amico.
E non capiva che cosa provava nei suoi confronti... non sapeva
chi era per lui Kevin Jonas.
Speciale, questo sì che era certo.
Ma oltre a questo... beh, oltre a questo Kevin Jonas per lui
non era altro che un mistero.
Un mistero che, per quanto esperto di uomini lui fosse,
sospettava non avrebbe capito mai.
III - Io ti aspetterò (i Pooh)
“Mi mancherai...” Mormorò Kevin, stringendo Christian in un
abbraccio fortissimo, gli occhi pieni di lacrime.
“Anche tu.” Rispose l’altro, soffocando un singhiozzo nel
collo dell’amico. “Anche tu...”
“Quando tornerai?” Domandò il moro, separandosi appena da
lui.
Chris si strinse nelle spalle.
“Quando mia madre non avrà più bisogno di me, suppongo...
sei il miglior amico che si possa sognare, Kevin, vorrei davvero non dover
partire.”
Kevin sorrise, dandogli una pacca giocosa sulla spalla.
“Tua madre è malata e le servi più che a me. E poi io sono
qui, non vado da nessuna parte.”
“Amici?”
“Per sempre!”
IV - Vivere per amare (Riccardo Cocciante)
“Chris, mangia qualcosa...”
Il biondo professore scosse il capo, affondando di più il volto
nel cuscino del divano di casa Jonas.
Kevin sospirò, accarezzandogli piano i capelli chiari.
“Non puoi andare avanti così...”
Nessuna risposta.
Lo aveva lasciato. Dopo più di due anni la storia più bella
della sua vita era finita e lui non sapeva cosa fare per dargli indietro un
po’di quell’allegria che lo contraddistingueva.
Se solo gli fosse capitato tra le mani l’idiota che lo aveva
ridotto in quello stato... come era possibile non vedere che, per Christian,
l’amore era tutto, quanto di più importante esistesse per lui?.
Aveva detto che non si poteva andare avanti così, che erano
diventati troppo diversi... sciocchezze.
Tutti cambiano e in una storia bisogna essere pronti ad
adattarsi anche ai cambiamenti dell’altro.
Quello non lo meritava.
Ma lui c’era, lui c’era sempre.
Perché se qualcosa per Chris era più importante dell’amore,
quel qualcosa era la loro amicizia. E quella ci sarebbe stata sempre.
“Dai, guardiamo un film...”
V - Il cielo (Renato Zero)
“Non è affatto da scemi!” Esclamò Christian, afferrando il
polso di Kevin e trascinando l’amico sul prato accanto a sé. “Non hai mai
giocato a cercare le costellazioni, da bambino?”
“Da bambino, appunto.” Chiarì il moro, tentando senza
risultati di tornare a sedere. “Ora non ci vedo proprio niente di speciale in
un ammasso di pallini luminosi su fondo nero. Ci sono quadri, decisamente più
intriganti!”
“Certo, puoi vederla così...” Replicò l’altro, tracciando
con un dito le linee che formavano il Piccolo Carro. “Oppure puoi immaginare
che il cielo stesso sia un quadro... un quadro meraviglioso, al quale tutti gli
altri sono ispirati, un quadro che è l’origine di tutti noi. Un quadro che...”
“Che stella è quella?” Domandò Kevin, forse solo per
zittirlo, o forse davvero interessato.
“La stella polare.” Rispose il biondo, soddisfatto.
“Brilla più di qualsiasi cosa abbia mai visto.”
“Già...lei è il centro.”
“Il centro di cosa?”
“Di tutto.”
VI - Pretty Woman (Roy Orbison)
“É carina...”
Christian annuì, effettivamente più interessato nel proprio frappe
al cioccolato che nella ragazza che aveva tanto attirato l’attenzione di Kevin.
“Chiedile di uscire.”
“Sì, certo, mi presento lì e dico ciao, tu non mi conosci,
ma ti trovo molto carina, non è che ti va di uscire? Andiamo!”
Chris si strinse nelle spalle.
“Se vuoi lo faccio io.”
“Come no.” Replicò l’altro scettico.
Ma Chris non scherzava, non scherzava affatto.
Quattro passi veloci per raggiungerla, un gesticolare rapido,
un saluto e un bacio sulla guancia e poi eccolo di ritorno.
Con un biglietto.
“Si chiama Hannah. Qui ci sono cellulare e numero di
telefono. Vi vedete questa sera al ristorante italiano in centro.” Occhiolino
alla sua faccia basita. “Non ringraziarmi, è stato un piacere.”
VII - Un ragazzo di strada (i Pooh)
“Lascia stare, non puoi capire.” Mormorò Christian,
piuttosto arrabbiato, gettando un paio di monete nel piattino dell’ennesimo
mendicante.
“Cosa non posso capire? Come mai tu voglia sperperare mezzo
stipendio offrendolo a nullafacenti come questi? Beh, hai ragione, non lo
capisco.”
“Beh, io preferisco dare i miei soldi ad un finto povero che
lasciarne uno vero a marcire per strada senza la possibilità di comprare un
pezzo di pane!” Esclamò il biondo, rivoltandosi come un gatto.
“Non saranno i tuoi cinque dollari a fare la differenza.”
“Tutto può fare la differenza, Kevin... ma tu non lo sai. Tu
sei nato ricco, non hai mai dovuto davvero lottare per sopravvivere, vero?”
“Io...”
“Non è colpa tua... ma prova a non arrivare alla fine del
mese, provaci, una volta sola, e allora potrai criticarmi. Prova a sopravvivere
ad anni come i primi che ho passato in America e poi mi dirai.”
“Non sapevo che...”
Chris sorrise, scuotendo appena il capo.
“Te l’ho già detto, non è colpa tua... siamo diversi e hai
ancora molto su di me da imparare. Ma non criticare quel che non conosci, professore...non
lo fare mai.”
VIII - Adesso che ci siete voi (Matteo Branciamore)
“Passa, Christian!”
Il biondo professore dribblò un paio di avversari della
squadra degli alunni e tirò la palla in direzione di Kevin, che la colpì di
testa, segnando una bellissima rete a favore della squadra degli insegnanti.
“E con questo sono quattro a zero! Quante ne volete prendere
ancora, eh?” Esclamò il professore di musica, facendo una linguaccia ai ragazzi
dell’ultimo anno, che stavano perdendo clamorosamente.
Chris rise, asciugandosi la fronte con un lembo della
maglietta: non si era mai divertito tanto ad un torneo alunni contro
professori... molto probabilmente perché i suoi colleghi non lo avevano mai
voluto in squadra.
Da quando Kevin era lì, invece, era cambiato tutto e non
avrebbe potuto farlo nel modo migliore.
Non che fosse un talento, il migliore della squadra, ma
almeno aveva la possibilità di giocare, no?
“Io direi che ancora uno o due possiamo farglieli, o no,
prof?” Domandò, battendo il cinque sulla mano alzata di Kevin.
“Ma anche tre o quattro se ci tieni!”
E poi via, di nuovo a giocare, solo per un giorno ancora
bambini.
IX - The Cowboy in Me (Tim McGraw)
Gita.
Se mai gli fosse capitato tra le mani l’inventore delle gite
scolastiche di certo lo avrebbe scorticato vivo.
E, come se non fossero bastate cinque classi di bambini da
curare, anche il suo collega ci si metteva a rompere le scatole.
“Dai, Kev, non lo fai un giro sul cavallo?”
Occhi al cielo.
“Chris, mi sento un po’cresciuto per queste cose.”
“Cresciuto per salire su un cavallo?”
“Esattamente.”
Non avrebbe mai dovuto dirlo.
“E... e quello che sarebbe?” Domandò Kevin, deglutendo
rumorosamente, mentre gli alunni alle sue spalle già cominciavano a fare il
tifo per lui.
“Un toro.” Rispose Christian, come se stesse spiegando
qualcosa di molto molto difficile ad un bambino molto
molto stupido. “Dato che il cavallo ti sembra da
bambini, ho pensato che una lezione di rodeo potesse essere più adatta a te!”
X - Ave Maria Pagana (Riccardo Cocciante)
“Io non credo, sai, Maria?” Disse Christian, inginocchiato
sulla panca proprio di fronte alla statua della Madonna. “Non penso che tu, tuo
figlio e tutta la compagnia esistiate davvero... è un dono che non ho avuto, la
fede, e non credo nemmeno che lo vorrei. Troppe complicazioni, troppe illusioni
che poi lasciano l’amaro in bocca. Però sai, Kevin ci crede... ci crede tanto
perché suo padre lavora per te e ora lui sta vivendo davvero un brutto
periodo... sono quasi quattro anni che chiede un aiuto a voi lassù, ma io di
risultati non ne ho ancora visti. A parte che non ho nemmeno capito perché
abbiate ucciso suo fratello... ma potreste almeno sforzarvi di farlo star
meglio, no? Dopotutto, siete voi, voi di Paradiso, gli unici che lo potete
aiutare ma, dato che non lo avete mai ascoltato, ho pensato che forse una voce
diversa vi avrebbe convinti... Mandategli qualcuno che lo possa far stare
meglio... una donna che l’ami, magari, perché così avanti proprio non si va.” *
*questa in particolare è legata a
As if we were brothers