Lontani mille anni

di Biceportinari03
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Cap. 1: Io ti conosco


Era mattina presto, un tiepido sole annunciava una giornata con un clima freddo ma senza nuvole in cielo, proprio come piaceva ad Amanda. Quelle erano le giornate che le facevano amare la vita, anche se questa molto le aveva tolto e poco le aveva donato. Ma, come amava sempre ripetere, "Che la vita mi doni ciò che può. Il resto me lo prenderò con le mie forze."
Era una ragazza meravigliosa. Capelli corvini, occhi neri della stessa tonalità e carnagione molto chiara, quasi bianca. Quasi ciò non bastasse, vestiva sempre con colori scuri, quasi fosse imprigionata in un lutto perenne. E in fondo, lo era.
Questa mescolanza la faceva apparire come una creatura della tenebre, ed era così. Si sentiva particolarmente a suo agio nella notte più di quanto lo fosse di giorno. Buio, nel cuore e nell'anima, che la rendevano la più affascinante delle creature.
Peccato che queste tenebre le avessero invaso anche il cuore.
Era una ragazza così giovane, e già così accecata dall' odio, così assettata di vendetta.
Probabilmente, sua sorella mai avrebbe voluto vederla così.

Fe' si affacciò davanti all'entrata dello studio di Donna Francisca.
《Signora, una ragazza chiede di poter parlare con voi.》
《Scocciatori, già così ti mattina presto... e va bene, lasciala entrare.》
La visione che le si parò davanti aveva dell' incredibile.
《T-tu, Ramos?! Ma questo... è impossibile...》
《Lungi da me dovervelo dire, ma come dite, purtoppo è impossibile. Non sono Violeta Ramos come credete. Sono sua sorella, Amanda Ramos. È un onore fare la vostra conoscenza.》
《Ramos... quella dannata stirpe non muore mai...》 Borbottò Francisca. Fosse stato per Amanda, le sarebbe saltata al collo anche subito. Ma no, non era quello il momento. La vendetta è un piatto che va servito freddo.
《Avrei dovuto immaginarlo... sai, sei identica a tua sorella. Hai i suoi stessi occhi.》
《Devo prenderlo come un complimento, signora? Sapete, mia sorella non ha vissuto abbastanza a lungo perché io mi ricordi le sue fattezze.》 Aveva colpito nel segno. Sapeva essere sgarbata, quando voleva, ma sapeva bene celare il suo disprezzo dietro falso rispetto. Un carattere intrigante.
Francisca sussultò un attimo a quella risposta così tagliente, ma si riprese subito dopo. 《Allora, Amanda, ti dispiacerebbe spiegarmi perché sei venuta qui?》
《Per un lavoro, signora.》
《Un lavoro?!》 Domandò completamente spiazzata la signora.
《Beh, e cosa vi aspettavate? Oramai la mia adorata sorella non può più mandare il suo assegno mensile, e stiamo cadendo in miseria. Dio solo sa perché. O Dio mio, donami la possibilità di far luce in questo periodo di tenebre, chi potrà mai essersi macchiato di un tale crimine, la mia povera sorella...》 Amanda recitò questo ruolo teatrale in modo poco credibile, alzando la voce sulle ultime frasi in modo che quella serpe che si trovava davanti non fosse più la sua unica interlocutrice.
《Screanzata... abbassa la voce!》
《Oh signora, cosa succede, avete forse la coscienza sporca?》
《La servitù è al completo. E ora fuori di qui!》
《Servitù? E chi ha hai parlato di servitù? Non mi credete forse capace di lavorare nei campi come i vostri uomini? Beh, aprite bene le orecchie signora: lavoro nei campi di mio padre da quando ne ho memoria, e ho sempre fatto un ottimo lavoro. Ma se voi non mi credete capace di tutto ciò, posso sempre raccontare alle autorità della mia cara sorellina...》
《Tu sei pazza!》 Sbottò Francisca ormai sull' orlo della pazienza.
《Solamente realista signora. Siamo nel pieno del periodo del raccolto, e passando per le vostre campagne non mi sembra che ci siano uomini a sufficienza. Non potreste per carità accettarmi a lavorare? Come ho già detto mia sorella Violeta...》
《E va bene, e va bene! Ti prenderò in servizio, ma non nominarla mai più! Non farlo. Mai!》
《Vi ringrazio, signora. Non ve ne pentirete, vedrete. Mi metto già adesso al lavoro》 E sfoggiando un sorriso che avrebbe fatto invidia alla dea Venere, uscì dal suo ufficio.
《Ramos... morissero tutti uno ad uno!》 Si sfogò francisca dopo che Amanda se ne fu andata, lanciando un fermacarte che doveva essere prezioso contro la porta.

* * * *

"Quella serpe dovrebbe seriamente darsi una calmatina..." Pensava Amanda furibonda mentre usciva dall' ufficio di Donna Francisca.

Mentre camminava, gli occhi di un uomo si posarono su quelli di lei. Erano occhi color del ghiaccio, non profondi come quelli di Amanda, che sembravano leggerti dentro. Erano occhi più... gioviali, che contraddicevano perfettamente l'aspetto rude e severo di quell' uomo.
Erano occhi già visti.
No, forse non già visti ma... qualcuno le aveva raccontato di quegli occhi.
Se lo sentiva.

Quell' uomo stava andando nella direzione opposta alla sua, verso lo studio della serpe.
"Il capomastro, forse. Lui invece avrebbe proprio bisogno di una spuntatina alla barba.
Odio già questo posto. Troppo sfarzoso, per i miei gusti. Non vedo l'ora di finire il mio lavoro e tornare a casa."


*Angolo autrice*
Saaaaalve, eccomi tornata con un nuovo capitolo!
E questo è stato il primo incontro fra Amanda e (come avrete capito tutti) il nostro caro Mauricio! Eh già, tenete bene in mente questo incontro perché il nostro capomastro sarà un personaggio molto importante in questa storia... U.U
Chissà chi sarà stato ad aver raccontato ad Amanda di Mauricio... chissà XD
Rimanete con noi!
Alla prossima
Bice




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