L'universo fa meno schifo con te accanto

di Relie Diadamat
(/viewuser.php?uid=108801)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Nda: Buon salve a tutti, finalmente dopo poco!
Questa volta ho voluto scrivere qualcosina su una ship che sto iniziando ad adorare tantissimo e che, purtroppo, nessuno tende a considerare - neanche nel fandom inglese. Capite come sono disperata?
Dunque mi son detta: "No, devo assolutamente scriverci qualcosa!". E l'ho fatto in 235 parole. 
Diciamo che è un breve assaggio di ciò che potrebbe essere, di qualcosa che potrebbe funzionare molto bene, a mio dire.
Immaginate questa ff ambientata in un momento qualsiasi dopo la quarta stagione. Io amo pensare che sia ibernata in una Londra tinta di bianco dalla neve <3
Date le prolisse premesse, mi eclisso e vi auguro una buona - spero - lettura!
 


L’universo fa meno schifo con te accanto.
 
 
Every Holmes has its Watson.
-
Cit

 

L’universo fa schifo.
Tre semplici parole che si ripetevano in continuazione nella testa di Harry, come un disco rotto. Le aveva recitate telepaticamente quando suo padre era andato via di casa.
L’universo fa schifo.
Le aveva pronunciate lentamente quando, con gli occhi pieni di lacrime, Clara le aveva tenuto una mano durante l’aborto. L’universo fa schifo.
L’aveva urlato al sapore amaro del whisky nel suo primo bicchiere. E poi al secondo. E poi al decimo, finché quella parola non perse di significato. L’universo fa schifo.
Le aveva immaginate fluttuare sul soffitto della camera mentre Clara portava giù le sue valigie. L’universo fa schifo.
Ma adesso che varcava la soglia di un piccolo bilocale da ristrutturare – l’unico posto che riuscisse a chiamare casa -, ritrovandola rannicchiata in un angolo del divano, il corpo avvolto nella coperta color senape, quelle parole faticarono a formarsi nel suo palato e a fuoriuscire dalla sua bocca. Le sue labbra si limitarono a curvarsi in un sorriso sincero, appagato, sereno.
Si lasciò cadere al suo fianco con poca grazia, rischiando di farla trasalire. Ma lei non si mosse. Rimase con le braccia strette intorno alle gambe, i capelli scuri in netto contrasto con la pelle candida del volto,  mentre piccoli fiocchi di neve cadevano su Londra.
Niente di grandioso, nulla di sensazionale, eppure condividere un appartamento con un’ex paziente di psichiatria non era affatto male.
L’universo fa meno con Eurus accanto.  




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3692598