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Prologo
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Un brezza calda e leggera scuoteva delicatamente il bordo del mantello di uomo alto e magro.
Stava in piedi sulla riva fangosa di un lago, immerso in chissà
quali pensieri, mentre i lunghi capelli rossi gli frustavano dolcemente
il viso.
Aveva un’aria severa e solenne.
Il volto dai lineamenti decisi era segnato da piccole rughe gentili ed
era in gran parte ricoperto da una folta barba rossiccia,
abbondantemente striata di argento.
Indossava un mantello dall’aria ricercata al di sopra di una
pesante tunica tinta di un rosso cupo. Al fianco sinistro portava una
spada. L’elsa, appena visibile, era tempestata di splendidi
rubini.
«Allora si può sapere perché ci hai fatto venire qui, Grifondoro?» disse una voce secca e dura.
«Non è ovvio?» intervenne una donna. Era estremamente
attraente, con lunghi capelli scuri che le ricadevano in morbide
ciocche sulla schiena. Aveva un portamento altero e nobile e
gettò sguardo eloquente all’uomo che aveva parlato.
Quest’ultimo aveva un aspetto bizzarro: la sua veste era sobria
ed elegante, ma la barba grigia era assurdamente lunga e appuntita.
L’uomo accanto al lago, che rispondeva al nome di Godric Grifondoro, si avvicinò agli altri.
Prima di cominciare, rifletté un momento sul mago e sulle due streghe che aveva davanti.
Salazar Serpeverde, potente e ambizioso; Corinna Corvonero, scaltra e
creativa; Tosca Tassorosso, leale e determinata e lui, Godric
Grifondoro, audace e forte: insieme avrebbero davvero potuto trionfare,
come fratelli e sorelle, uguali e paritari. Per questo, sapeva, avrebbe
dovuto scegliere con cura le sue parole.
«Noi quattro siamo, e non vi è dubbio alcuno su questo, i
due maghi e le due streghe più grandi del nostro tempo»
esordì «E proprio per questo, amici miei, noi abbiamo il
dovere di provvedere ai nostri fratelli maghi e alle nostre sorelle
streghe.
«I maghi e le streghe del nostro Paese hanno bisogno
di protezione, necessitano di un’istruzione e devono avere il
diritto di vivere liberi e di essere ciò che sono»
concluse.
A queste parole i suoi tre interlocutori annuirono prontamente.
«E quindi che cosa intendi fare, Godric?» chiese Tosca
«Continuano a esserci persecuzioni, molte famiglie hanno paura e
si nascondono persino da noi»
«Pensavo di istituire una scuola» rispose in fretta Godric
«Un luogo dove giovani maghi e streghe possano apprendere i
fondamenti della Magia, dove possano imparare a controllare il proprio
potere» annunciò.
«E dove troviamo un posto del genere?» chiese di nuovo
Tosca, in tono impaziente. Era alta e robusta; i morbidi capelli
castani erano raccolti in un’elaborata acconciatura che
incorniciava il viso paffuto; la pelle chiara era solcata da molte,
lievi rughe garbate. Nel complesso aveva un aspetto gentile e
rassicurante, anche se in quel momento stava assumendo un cipiglio che,
Godric lo sapeva bene, non portava a nulla di buono. Tosca era
più sensibile degli altri alle persecuzioni contro i maghi.
«C’è un villaggio poco lontano da qui» propose
Corinna «È piccolo, isolato, poco abitato, potremmo
trasformarlo in una città per maghi»
«Certo basterà far levitare qualche oggetto e i Babbani
scapperanno a gambe levate» disse Salazar in tono asciutto e
sprezzante e aggiunse, rivolgendosi all’altra strega
«Perché non chiami quel tuo lontano cugino, Tosca,
sicuramente non ti negherà qualche apparizione mostruosa»
concluse con un ghigno e Godric non riuscì a capire se stava
scherzando o no.
«Sigmund è un fantasma rispettabile!» ribatté
Tosca, suscitando l’espressione divertita di Salazar.
«No, no un villaggio non va bene» riprese Godric, decidendo
di ignorare il battibecco tra i due «È troppo dispersivo.
Ci serve un posto abbastanza grande da contenere gli alloggi degli
studenti e stanze per le lezioni, che sia ben attrezzato e ben
difendibile, lontano da occhi indiscreti» disse, cominciando a
misurare il terreno a grandi passi, il mantello che svolazzava senza
posa alle sue spalle.
«Come una cittadella» osservò Corinna.
In effetti, pensò Godric, non era un’idea malvagia.
«E non pensi che darebbe un po’ troppo
nell’occhio?» intervenne Tosca «E poi come pensi di
ottenerla? Conosco un solo mago che possiede qualcosa di simile e non
la cederà molto volentieri»
«E perché mai dovrebbe farlo?» chiese Salazar
«Fabius Lambeth si è guadagnato i suoi privilegi, non vedo
proprio perché dovrebbe privarsene. Ti ricordo poi che discende
direttamente dalla Gens Iulia e …»
«Ah sì, un grande vanto poter annoverare tra gli antenati Nerone» ribatté Tosca.
«È stato un incidente con l’Ardemonio, dovresti
saperlo visto che sei una strega» puntualizzò Salazar
«Ti ricordo che due dei più terribili e malvagi maghi
oscuri di quel tempo avevano organizzato una congiura contro di lui.
Nerone si è semplicemente difeso. Doveva dare una spiegazione
poi, è ovvio, ma tutte quelle storie sulla sua follia sono
semplicemente assurde»
«Bé, alla fine è stato spodestato e non mi sembra
che il mondo sia crollato il giorno dopo …»
considerò Tosca.
Tra i due, Godric non avrebbe saputo decidere chi era il più testardo.
«C’è stata una guerra, mia cara Tosca, una guerra
terribile, ma fortunatamente è stata vinta da …»
stava dicendo Salazar, ma fu interrotto da Corinna.
«Ma Nerone non era figlio di Babbani?» chiese «Mi sorprende il tuo affetto per lui»
«L’imperatore Claudio era Babbano e probabilmente lo era
anche Enobarbo, ma ci sono molte prove, inconfutabili prove»
precisò Salazar, scoccando un’occhiata in tralice a Tosca
che dava segni di voler controbattere «Che fanno pensare che
Agrippina fosse una strega e anche molto dotata» dichiarò
in tono conclusivo.
«Molto bene, tutto molto affascinante» disse Godric che
voleva porre fine alla questione e tornare a concentrarsi sul problema
che lo aveva spinto a riunire lì i suoi amici e colleghi maghi
«Tornando alla nostra scuola, qualcuno ha qualche idea?»
«Ci penserò io» risolse Salazar «Ho già
in mente un paio di posti che potrebbero essere adatti»
«Ottimo, allora è deciso» commentò Corinna.
«Sì, direi di ritrovarci qui dopodomani alla stessa ora,
nel frattempo ciascuno di noi dovrà pensare a tutto il
necessario per la scuola: organizzazione, incantesimi di protezione,
sistema di reclutamento eccetera» concluse Godric.
Le due streghe accolsero favorevolmente le sue direttive, mentre Salazar non nascose una smorfia insofferente mentre annuiva.
I quattro si separarono: Godric, Tosca e Corinna sarebbero tornati alle
rispettive dimore, mentre Salazar sarebbe partito alla ricerca del
luogo migliore dove porre le fondamenta della loro scuola e del sapere
magico.
Il tempo delle persecuzioni, del terrore e della vergogna sarebbe presto finito.
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Angolo Autrice
Salve a tutti,
Visto che non avevo niente da fare (ci sono gli esami a settembre,
quindi non ho proprio niente di meglio da fare al momento) ho deciso
di deliziarvi con un'altra fanfiction.
Come
ho detto nell'introduzione, ho intenzione di ripercorre le storie di
maghi e streghe noti, dai fondatori fino all'avvento di Voldemort,
ovviamente su alcune cose cercherò di attenermi a quello che ha
detto zia Row, per il resto dovrò ricamare abbondantemente
(leggasi "farò come mi pare")
Ad ogni modo, se la cosa vi interessa, battete un colpo e commentate :)
Abbracci a tutti perchè è Ferragosto,
_Jo
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