Note:
Questa fic non è slash, né vuole
esserlo o sottintenderlo
in alcun modo. Quello di cui leggerete qui, è un
rapporto d’amicizia. Una
di quelle amicizie vere e profonde, che il tempo e la lontananza non
possono
distruggere. Questa storia è un tributo, è un
tributo a Sam Gamgee, a mio
avviso il personaggio migliore di tutto il Signore degli Anelli, libro
&
film, il personaggio più positivo e più profondo,
senza di lui Frodo non
sarebbe arrivato da nessuna parte, l’anello non sarebbe mai
stato distrutto e
Sauron non sarebbe mai stato sconfitto. In secondo luogo è
un tributo ad alcune
persone che conosco, alcune amiche insostituibili ed eccezionali, che
non hanno
mai lasciato il mio fianco e che, spero, non lo lasceranno mai.
A Claudia.
Perché senza di lei non
saprei cosa fare né a chi rivolgermi. Mi ha salvata
più volte e continua a
farlo tutti i giorni senza rendersene conto. Sì, certo, alle
volte si litiga,
ma la verità è che siamo troppo legate per dare
realmente peso a qualcosa come
un litigio. Sono quasi sette anni che ci conosciamo, so cosa pensa, so
come
ragiona e lei conosce me altrettanto bene.
A
Gina. Perché se non ci fosse
stata lei, non sarei mai arrivata viva fino alla fine degli esami, ma
mi sarei
tagliata le vene in lungo molto prima. E perché in lei ho
trovato un’amica
preziosa e una persona stupenda. E’ così simile a
me che ogni tanto mi trovo a
sapere cosa sta pensando, ed è unica. Piena di idee malvagie
e meravigliose.
V’amo.
E all’amicizia,
che continua a
salvare le persone e il mondo, ogni giorno che passa.
The Wind Beneath My Wings
It must have been cold there in my shadow
To never have sunlight in your face
And you can content to let me shine
You always walked a step behind.
Il mio tempo è finito.
È giunto
il momento che
passi oltre, che abbandoni questo mondo che non mi appartiene
più, per
raggiungere le ultime spiagge.
L’era degli elfi e dei grandi maghi è giunta al
termine.
La magia è destinata a sparire per sempre da queste
lande; orchi, urukhai e creature mostruose svaniranno con il passare
degli anni.
Il loro tempo è finito.
L’era degli uomini è iniziata.
E io sento di non farne parte.
Non mi è concesso.
Ho portato sulle mie spalle un fardello, Sam, un fardello
che mi ha segnato profondamente.
Ora che la ricerca è finita, ora che ho fatto quello che
dovevo, sento che non posso più rimanere qui.
Le mie ferite sono troppo profonde per poter essere
accomodate dal tempo, la mia mente e il mio corpo sentono il richiamo
degli
antichi.
Devo andare, mio fedele amico, ma ti lascio questo.
Il libro che Bilbo iniziò anni orsono e che io ho quasi
finito.
Il resto lo lascio a te, Sam.
I was the one with all the glory
While you were the one with all the strength
Only a face without a name
I never once heard you complain.
La barca si allontanava lentamente, sospinta dagli ultimi
aliti di vento, una brezza leggera, antica, che portava lontano amici
di
sempre.
Amici che probabilmente non avrebbero visto mai più.
Sam Gamgee strinse i pugni, mentre una tristezza
improvvisa lo assaliva.
Il suo padron Frodo se ne andava, la contea non sarebbe
stata più la stessa senza di lui.
Pipino e Merry piangevano senza ritegno, avevano imparato
che piangere non è sempre sinonimo di debolezza,
perché come aveva detto
Gandalf prima di andarsene:
- Non tutte le lacrime sono un male. –
Molto vero, si
ritrovò a pensare Sam, quando un fastidioso pizzicore lo
fece iniziare a
piangere.
Frodo era stato il suo migliore amico, il suo padrone per
anni.
Insieme avevano attraversato
il mondo, affrontato ragni giganti e orde di orchetti di Mordor.
Avevano superato le miniere
di Moria e
ammirato le città degli elfi a Granburrone; avevano
combattuto contro i Nazgul
e conosciuto persone fantastiche; potevano vantare tra le loro conoscenze
Aragorn,
re di Gondor, Arwen, figlia di Elrond, Eowyn, Faramir, Tom Bombadil.
Erano
stati amici del più grande mago di tutti i tempi e avevano
mangiato alla stessa
tavola del re degli elfi, a loro la regina Galadriel, signora di Bosco
Ceduo,
aveva donato la luce di Elendil.
Avevano visto tanto, avevano fatto tanto.
Insieme avevano oltrepassato
un esercito ostile, scalato
un
vulcano, combattuto un nemico
invincibile e avevano vinto.
L’anello era stato distrutto, Sauron sconfitto, e la pace
era tornata.
Avevano salvato il mondo.
Ma ora, non erano che ricordi.
Frodo era partito e non sarebbe tornato mai più.
I portatori dell’anello dovevano partire, Sam lo sapeva,
e un giorno, molto avanti nel tempo, sarebbe partito anche lui, diretto
a
quegli stessi luoghi in cui si erano ritirati gli elfi.
- Qui inizia la tua storia, Sam Gamgee. Fai in modo che
possa durare il più a lungo possibile – glielo
aveva detto Frodo prima di
salire su quella nave, prima di andarsene, prima di partire per gli
antichi
rifugi.
Sam sapeva che aveva ragione.
E andava bene così.
Frodo non si sarebbe scordato di lui, lo avrebbe
aspettato e un giorno si sarebbero incontrati di nuovo.
Ancora.
Perché le grandi amicizie non finiscono mai.
It might have appeared to go unnoticed
But I've got it all here in my heart
I want you to know, I know the truth, yes i do
I would be nothing without you.
Quel giorno, quando Frodo si era svegliato, il suo primo
impulso era stato di cercare Sam, ma Sam non era lì, non era
in quella stanza.
C’era Gandalf, invece.
Lo sguardo affettuoso del vecchio stregone aveva
riscaldato il cuore intorbidito del piccolo hobbit, che in lui aveva
rivisto le
verdi colline della terra di mezzo, un sole caldo e accogliente, un
vecchio
amico che credeva morto.
Ed erano scoppiati ridere, perché quella situazione era
così assurda, così ridicola e paradossale, che
ridere era l’unica situazione
possibile.
Si credevano morti, entrambi.
Non credevano che ce l’avrebbero fatta, non credevano che
nessuno di loro ce l’avrebbe fatta.
E poi, come a smentire quei pensieri odiosi, maligni e
negativi, come a ricordare che il male era stato distrutto e che
pertanto, non
doveva essere ricordato, erano arrivati tutti.
Merry, Pipino, Legolas, Gimli, Aragorn, amici che Frodo
non credeva avrebbe mai rivisto.
E infine, sulla porta della stanza, in una tunica elfica,
con il viso ancora segnato dal viaggio e dalla fatica, Sam.
Frodo aveva sorriso e il suo giardiniere non aveva fatto
altro che sorridergli di rimando, perché giunti a quel
punto, dopo aver
condiviso così tanto, non c’era più
bisogno di dire niente.
Erano vivi, ce l’avevano fatta.
Frodo ce l’aveva fatta.
Frodo aveva distrutto l’anello.
Frodo aveva sconfitto Sauron.
Frodo era riuscito laddove anche Isildur aveva fallito.
Erano queste le voci che girarono, veloci come solo i
pettegolezzi sanno essere, nelle settimane, nei mesi, negli anni
successivi.
Ma solo Frodo stesso, e ovviamente Sam, sapevano cosa era
successo.
E il piccolo eroe venuto dalla Terra di Mezzo, un giorno,
aveva preso da parte il suo giardiniere e gli aveva detto tutto.
E Sam, ricordava ancora quella conversazione, non l’avrebbe
scordata mai.
Sarebbe rimasta impressa a fuoco nella sua mente,
scolpita nella memoria.
Indelebile,
incancellabile, eterna.
Did you ever know that you're my hero
And everything I would like to be
I can fly higher than an eagle
Cause you are the wind beneath my wings.
- La verità è, Sam, che è stato merito
tuo – aveva detto
Frodo guardandolo dritto negli occhi, sorridendo appena.
Quel suo sorriso sghembo e un po’ timido, che tutti i
suoi amici amavano.
- Cosa volete dire, Padron Frodo? – aveva chiesto
l’hobbit biondo, guardandolo con aria interrogativa.
- Senza di te, Sam, io non ce l’avrei mai fatta. Se non
mi avessi seguito su quella barca, tuffandoti in acqua pur non sapendo
nuotare,
io sarei morto tanto tempo fa. – e Frodo gli aveva appoggiato
una mano sulla
spalla – Senza di te, Sam, non sarei arrivato da nessuna
parte. L’anello non
sarebbe mai stato distrutto e l’occhio,
quell’orribile occhio, sarebbe ancora
là, oltre quei cancelli neri. –
Sam aveva scosso il capo, confuso.
- No, Padron Frodo, io ho fatto solo quello che era
giusto. Sono venuto con voi e lo rifarei, sissignore, lo rifarei di
nuovo, per
la contea, per il mio vecchio Gaffiere e per voi, Padron Frodo!
Rammentate quando vi chiesi,
quella volta in cui
incontrammo in Nazgul, se vi ricordavate
le vecchie favole che ci
raccontavano da bambini? Ora le ricordate nevvero, Padron Frodo? Io ho
fatto
solo quello che era giusto, aiutare l’eroe nella sua
missione. –
- Non sono io l’eroe, Sam – aveva mormorato
debolmente il
compagno, guardandolo fisso e sorridendo – Sei tu
l’eroe. Lo sei stato per
tutto il tempo. Camminavi dietro di me, ma a proteggermi ci hai sempre
pensato
tu. Sei quello che mi ha difeso da Gollum, da Shelob, dagli orchetti,
persino
dall’anello. Sei tu che hai salvato la Terra di Mezzo, non
io, Sam. Io lo so,
lo sa anche Gandalf, e probabilmente anche Aragorn. Io ho portato un
fardello
attraverso un mondo in rovina, ma tu hai portato me, Samvise Gamgee. –
Sam era arrossito, aveva borbottato qualche parola e poi
si era accorto che quel prurito fastidioso che sentiva sul viso, non
erano
altro che lacrime.
- Lo rifarei cento volte, Padron Frodo, altre cento volte.
–
E quell’abbraccio che era seguito, nessuno di loro lo
avrebbe mai scordato.
Né l’eroe senza volto, né il suo
padrone.
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