14
Settembre 2013
Nessuno se
lo aspettava.
Nessuno avrebbe mai immaginato che quel momento sarebbe arrivato.
Tutti
avevano sperato che si riprendesse e che, finalmente, potesse
riprendere in mano la sua vita. Tutti ci credevano,ma forse avevano
sperato troppo poco.
Louis non
uscì di casa quei due giorni. Restava a letto,con la faccia
immersa nel cuscino bagnato dalle sue lacrime e il telefonino piene di
loro foto tra le mani.
Si
chiedeva perchè il mondo se la prendeva sempre con le
persone migliori e non invece con le persone che meritavano realmente
di soffrire. Ma non poco,tanto. Meritavano di soffrire tanto quanto
Louis stava soffrendo in quel momento.
Pensare
che quei occhi verdi non li avrebbe visti mai più. No,non ci
poteva credere.
Harry
doveva stare bene. Entro quelle due settimane doveva
svegliarsi un giorno e urlare al mondo 'Sto bene!' fino a strapparsi le
corde vocali.
Doveva
farlo,per Louis.
Lui non
riusciva ad immaginare a cosa andava incontro quel giorno di
metà ottobre del 2010,quando per caso incontrò
due occhi verdi nel bar sotto casa sua.
Ma anche
se sapeva come avrebbe sofferto per tutti questi anni,rifarebbe quella
scelta per sempre.
L'errore
di innamorarsi di un piccolo e riccioluto ragazzino malato della febbre
emorragica di Marburg. L'errore più bello della sua vita,di
sicuro.
Ad Harry
era stato diagnosticato la malattia all'età di sedici
anni,ovvero il periodo in cui incontrò Louis.
Prima di
incontrarlo, aveva sofferto in modi improvvisi di rapidi e forti mal di
testa, dolori muscolari e un acuto stato di malessere. I primi giorni
soffrì di una febbre alta. Più in la comparirono
dolori addominali e crampi, nausea e vomito.
Qualche
settimana dopo Harry soffrì nuovamente di emorragie da
diverse parti del corpo, e li per i dottori fu tutto più
chiaro.
I sintomi
c'erano,le cause c'erano. Ormai era fatta,tutti sapevano che Harry
aveva la febbre emorragica di Marburg. Malattia rara e che aveva alte
percentualità di mortalità nel mondo.
Tra
migliaia di cure ed interventi, Harry non è riuscito a
migliorare. Anzi,diventata ogni giorno più malato:
più vomito,più nausea,più depressione.
Louis
aveva messo in gioco tutto se stesso aiutandolo e subendosi i momenti
di bipolarità del ragazzo,i mille risvegli la notte per i
coniati di vomito,la febbre alta e i momenti di depressione.
Ma non
importava quanto stanco lo faceva tornare a casa la sera o quanto lo
aveva fatto piangere in camera sua. Non importava,perchè
amava quel ragazzino con tutto il suo cuore.
Amava i
suoi occhi verde smeraldo,i capelli ricci ormai corti,le fossette sulle
gote e quel magnifico sorriso. Dio,quel sorriso. Louis lo amava.
Lo amava
da tre anni.
Lo amava
più di ogni altra cosa al mondo ed era impossibile
immaginare il contrario. Tutti potevano notare come Louis teneva ad
Harry e viceversa.
Si
amavano. Questo era l'importante.
"Hey
Louis,sto andando in ospedale. Vuoi venire?"
Sua madre
fece irruzione nella camera,aprendo di poco la porta e sussurando a
Louis. La stanza era buia,con le tende abbassate e nulla acceso. Per un
momento la madre pensò di essere solo nella
stanza,finchè una voce parlò.
"Non so se
voglio venire mamma. Non me la sento...di r-rivedere Harry."
Sussurrò Louis,affondando di più nelle coperte
per ripararsi dalla luce del corridoio. Sentì il materasso
abbassarsi al peso della madre e una mano accarezzargli i capelli.
"Boo so
che è difficile ma... Harry vuole vederti. Mi ha detto che
domani esce dall'ospedale e vuole parlarti. Io non so cosa dirti.
Dovresti restare vicino a lui in questi giorni difficili. "
Non sapeva
cosa fare. Sua madre aveva ragione,lo stava ignorando. Ma cosa doveva
fare? Stare con lui ridendo e sorridendo? Fare finta che non fosse
successo niente?
"Non so se
posso resistere mamma. Non riuscirei a guardarla cos-"
"E se lo aiutassi? "
Louis la
guardò storto e lentamente di mise a sedere appoggiando la
schiena al muro.
"Come
potrei aiutarlo?"
"Beh,potresti fargli fare tutte le cose che ha sempre sognato. So che
è una cosa brutta da dire,ma ormai non possiamo farci
più niente. Harry è malato e ha bisogno di essere
felice almeno per i suoi... ultimi giorni." Disse Johannah,cercando di
convincere Louis.
Dopo
alcune piccole discussioni,la madre lo convinse ad andare con lei in
ospedale,dove Harry sarebbe uscito quel pomeriggio stesso.
Si
alzò lentamente dal letto e andò in bagno per
farsi una doccia fredda. Si guardò allo specchio e per un
momento neanche si riconoscè: capelli spettinati, guance
scavate,occhiaie e borse sotto gli occhi. Si era ridotto
male,pensò.
E mentre
continuava a fare una doccia fredda restò con il pensiero a
due occhi verdi. Occhi che,fra qualche giorno,non rivedrà
mai più.
**
Entrarono
all'interno dell'edificio bianco,che odorava di medicine e leggermente
di menta.
Louis
odiava quell'odore. Beh,odiava tutti gli odori all'infuori del profumo
del suo Harry. Amava il suo profumo.
La madre
lo portò subito nella stanza 105b che si trovava al secondo
piano,ovvero la stanza del ragazzo. Johannah lavrorava lì e
per questo sapeva ormai ogni postazione di ogni stanza.
Incontrò
alcuni ragazzi che aveva conosciuto in tutti gli anni che aveva passato
li dentro per Harry. Alcuni che gli facevano compagnia durante gli
interventi, altri che lo consolavano.
Arrivarono
davanti alla porta della stanza. Era bianca con scritto al lato il
numero della stanza.
"Io vado
Boo,se dopo vuoi tornare con me mi trovi al primo piano." Disse la
madre. Lo guardò con occhi tristi e subuto dopo lo
abbracciò stretto. Lui cercò di restare
più tempo possibile dentro quell'abbraccio. Voleva prendere
un pò della forza della donna per superare quel terribile
momento.
Prese un
gran respiro ed entrò senza neanche bussare.
Aveva pensato di andarsene subito. Aspettare che la madre svoltasse
l'angolo e scappare a gambe levate da quel posto orribile per andarsene
chissà dove.
Poi,una
volta entrato nella camera,vide un Harry steso tra le coperte bianche.
Louis si avvicinò al lettino per ammirare la magnifica
creatura davanti ai suoi occhi.
I capelli
ricci di Harry erano sparsi disordinatamente per il cuscino e il suo
volto era girato dalla parte sinistra. Le lunghe ciglia gli
accarezzavano gli zigomi luminosi e le labbra rosee e carnose erano
leggermente schiuse.
Si
ritrovò ad un centimetro di distanza dal volto di Harry. Non
si accorse di star piangendo finchè non sentì le
lacrime calde cadere sulle lenzuola bianche ed,un attimo
dopo,posò le sue labbra in quelle dell'amato.
Non
pressò troppo,stava riposando. Era un semplicissimo e dolce
bacio a stampo,giusto per assicurarsi che quel ragazzo fosse reale.
Appoggiò
la fronte sulla sua.
"Ti amo
Harry. Ora e per sempre."
Sussurrò
e,con tutto il cuore,sperava che Harry non fosse sveglio.
**
Louis si
sedette sulla sedia al fianco del lettino,appoggiando il suo zaino
sotto il comodino.
Strinse la
mano destra di Harry lasciandogli delicati e caldi baci su di essa.
"Ciao."
Harry lo
stava guardando. I suoi occhi brillavano come sempre. Le sue labbra
erano incuravate all'insù,ed una fossetta si trovava sulla
sua gote sinistra.
"C-ciao.
Harry,scusami se n-"
Il ragazzo
lo abbracciò non facendogli finire la frase. Gli
allacciò le braccia al collo,appoggiando la sua testa
nell'incavo e lasciandogli svariati baci.
Louis ne
rimase sorpreso. Pensava si sarebbe sorbito una sfuriata e qualche
urlò da parte sua,ed invece no.
Harry lo
stupiva ancora.
E
lì si innamorò un po' di più del
giorno prima.
*
"Facciamo
un gioco?" Esclamò Louis, allungando la mano e prendendo lo
zaino.
Ne fece
uscire due fogli e due matite.
"Vuoi
giocare a Nomi,Cose e Città Boo?" Chiese
Harry ridendo appena, indicando gli oggetti messi dal suo ragazzo sul
lettino.
"Ovvio che
no Harold. È solo una cosetta che facevo sempre con mia
nonna." Mentì Louis cercando di convincere Harry.
"Ah? E di
che si tratta."
"Allora"
iniziò Louis." In soli due minuti,devi scrivere delle cose
assurde che hai sempre voluto fare. Devono esserne almeno dieci ed hai
solo pochi minuti. Chi ha le idee più strampalate vince. Ci
sei?"
Cosa
cazzo ho appena detto?
Si era
inventato tutto al momento,e non era affatto andato male ma non avrebbe
mai creduto a questa stupida cavolata.
"Ehm,mi
sembra una cosa strana ma okay. Ci sto."
Okay,forse
Harry non aveva del tutto capito la bugia di Louis. Aveva due
soluzioni: o era un grande attore,oppure Harry era rimbambito.
Perplesso,
diede un foglio ed una matita al ragazzo intimandogli di cominciare.
Harry si
guardò intorno pensando. Sorrise e subito dopo
iniziò a scrivere con velocità sul foglio
appoggiato alle sue gambe.
Louis lo
guardò di sottecchi, ammirandolo concentrato. Era
così dannatamente bello e perfetto.
Il suo
telefono squillò, avvisandolo della fine dei due minuti.
Louis
controllò quello che aveva scritto.
I
got a heart,and I got a soul
Belive me I used them both
Non
c'entrava niente con il gioco,ma appena aveva visto Harry gli erano
saltate in mente quelle parole. Forse avrebbe scritto una canzone,
forse no.
"Allora,chi
inizia?" Domandò Harry sorridendo.
"Ovviamente
tu,tesoro." Lo schernì giocosamente Louis. Il più
piccolo odiava quel soprannome.
Harry
sbuffò e subito passò il foglio a Louis,non
volendo dire a voce le cose scritte.
Il suo
ragazzo si concentrò inziandola a leggere ed il suo cuore a
palpitare velocemente.
Lista Cose Assurde
(anche se non sono così assurde)
Per LouLou
1- Fare
un pic-nic.
2-
Mangiare sushi.
3-
Fare volontariato.
4-
Fare paracadutismo.
5-
Rubare da un
negozio.
6 -
Andare ad un concerto di Bruno Mars.
7- Avventurarmi
nel bosco e cantare attorno al fuoco.
8-
Esibirmi con il gruppo.
9-
Andare al mare e tuffarmi da una scogliera. Magari in Italia.
10-
Mandare a fanculo la prof di
matematica.
11- Guidare
la mia macchina preferita.
12-
Interpretare le espressioni delle statue dell'Isola di Pasqua.
13-
Passare la notte sveglio fino a vedere l'alba.
14- Stare
con Louis. Per sempre,se é possibile.
Louis finì di leggere e sentì gli occhi lacrimare
soprattutto per l'ultima frase.
Alzò
lo sguardo verso Harry. Lo stava guardando,una lacrima gli scendeva
sulla guancia destra ma sorrideva.
Sorrideva
come faceva ogni volta che stava con Louis. Sorrideva perchè
Dio gli aveva dato il dono più bello del mondo: l'amore.
Sorrideva perchè amava Louis. Lo amava con tutto il suo
cuore,anima e corpo. Sorrideva perchè, anche sapendo la
triste e dura verità,in quel momento era felice.
Con Louis
si sentiva sempre felice, questo era l'importante.
*
"Ci
sentiamo domani,okay?" Gli disse Louis, accarezzandogli i capelli.
"Come,non
vieni dentro?" Chiese confuso Harry, mentre era sulla soglia della
porta di casa sua.
"Mi
dispiace piccolo,devo andare a fare delle commissioni." Gli rispose il
ragazzo alzandosi sulla punta dei piedi per lasciare un dolce bacio
all'angolo della bocca.
"Oh,okay...
Ma domani vieni,vero?" Chiese il più alto speranzoso.
Louis
sorrise.
"Certo che
vengo. Te lo prometto,non ti lascerò solo."
"Promesso?"
"Promesso."
*
Accese il
motore dell macchina,lasciò un ultimo sorriso ad Harry - che
era ancora sulla soglia della porta- e partì.
Sblocco
velocemente il telefono e, parcheggiando subito dopo aver svoltato
l'angolo e assicurandosi che Harry fosse rientrato in casa,
chiamò Niall.
L'amico
gli rispose subito.
"Hey
Louis, come b--"
"Mi devi
aiutare Niall,ti aspetto fra dieci minuti al centro commerciale." Disse
velocemente,riattacando.
Tremava.
E
se non riesco a portare tutto a termine?
Ce
l'avrebbe messa tutta. Voleva far vivere ad Harry questi ultimi giorni
in felicità.
Promise a
se stesso di mettercela tutta.
Le
promesse vanno mantenute.
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