La Signora del Tempo

di Frulli_
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Epilogo
 

Aveva cominciato a sognare quella ragazza quando aveva undici anni, poco dopo l'arrivo a Hogwarts. All'inizio pensò che si trattasse di qualche sua compagna di scuola, ma dopo un po' si accorse che non era così. Quella ragazza esisteva solo nei suoi sogni. Era strano, lo sapeva, sognare una ragazza ed avere la sensazione di conoscerla perfettamente, come una sorella.
Ma quella notte il sogno fu diverso. Sognò se stesso, sulle rive del Lago Nero, in una bella giornata di sole. Non c'erano i suoi amici, e lui sedeva sulla riva da solo. Non si sentiva agitato o arrabbiato, ed era già di per sé un miracolo. Era tutto molto reale, nitido, come se fosse realtà e non un sogno. Poi, d'un tratto, vedeva arrivare qualcuno dalla sua destra: una donna bellissima dai capelli corvini, ed un vecchio mago zoppicante, che si aiutava a camminare tramite un vecchio bastone nodoso. Sapeva perfettamente chi era, il suo quadro era ovunque nel castello.
Il vecchio gli sorrise con dolcezza. Si chinò e poggiò il bastone sulla riva del Lago, indicandoglielo. Accontentando il vecchio, prese il bastone e guardò dentro la sua gemma.
Vide un giovane ragazzo, che a dire il velo gli somigliava, che teneva in braccio un bambino dai folti capelli neri. Vide altre immagini, altri ricordi, sempre di bambini che in un modo o nell'altro erano legati, lui lo sapeva.
chiese, nel sogno.


Si svegliò di scatto, madido di sudore. Si girò verso la finestra: era mattino. Sentiva Peter russare nel letto a fianco, e cercò di fare il meno rumore possibile nel vestirsi ed uscire dalla camera, verso i piani inferiori del castello.
Girovagò senza mèta, arrovellandosi il cervello. Chi era la Salvatrice? Perchè non aveva sognato quella ragazza, per la prima volta dopo anni? Che messaggio doveva trasmettere, a cosa doveva prepararsi? Si fermò lungo un corridoio, da cui poteva intravedere un cortile interno, uno dei tanti che c'erano lì. L'aveva mai visitato con la Mappa? Non se lo ricordava, a dirla tutta. Fissò la statua al suo centro: i quattro fondatori erano stati immortalati per sempre nella roccia, e si accigliò perplesso quando riconobbe la donna che, nello scorso sogno, aveva visto insieme a Merlino. “Rowena Ravenclaw...” pensò, più interrogativo che mai.

Sobbalzò appena a quella domanda. Non stava impazzendo del tutto, vero? Non poteva essere stata la statua a parlare! Si tranquillizzò quando, girandosi, vide James e Remus ad aspettarlo, vicino al muro del corridoio. Sollevò gli occhi in alto, vedendo qualcosa muoversi dentro una cornice vuota di un quadro: un uomo con la folta barba argentata vi stava passando dentro, dirigendosi altrove. Ma si fermò un istante, sorridendogli e facendogli un occhiolino.
Sirius sorrise, divertito. Non sapeva cosa gli aspettava, ma diamine se non vedeva l'ora di saperlo.

 





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