“Direi
che è andata meglio no?” esclamò Obaba mentre serviva al ragazzo il pranzo alle
tre del pomeriggio, appena dopo il turno del giorno. “Oggi faremo orario
spezzato, ieri era un’occasione particolare.” concluse con un po’ di severità.
Non aveva ancora perdonato il ragazzo per esserci arrabbiato così tanto, ma del
resto poteva capire che il giapponese non era Mousse, che era stato educato
dalle amazzoni ed aveva un carattere molto più resiliente alla fatica. Ranma si
stiracchiò sulla sedia, cercando di ricomporre la lunghissima treccia che si
era sciolta durante il turno. “Decisamente meglio, direi! Mmmm
che profumino!” disse prima di avventarsi sul piatto pieno di gyōza caldi.
“Ci sono novità per le tue ricerche ve...Obaba?” Ranma cercò di non tirare
troppo la corda e cercare di essere più gentile con la vecchia, dopo la
litigata di ieri.
“Non ancora. Ho cercato, nonostante non te lo meritassi minimamente, di capire
cosa possa essere accaduto, ma nelle mie pergamene non c’è niente di simile.
Devo indagare ancora un po’.”
Il ragazzo sbuffò lasciandosi andare sul tavolo con la testa. “Ahhh dannazione!” era veramente frustrato e non erano
passati che due giorni.
“È inutile crucciarti ragazzo. Hai tempo libero fino a stasera alle 18, poi
dobbiamo aprire per la sera!” immediatamente il giovane si ringalluzzì
mettendosi in pi8edi. “Hai ragione, inutile stare qui a disperarsi, esco
immediatamente!” doveva anche approfittare del momento in cui Shampoo era
misteriosamente sparita, probabilmente era andata a cambiarsi.
Avrebbe parlato con Akane. Si sarebbe scusato perché era stato un’idiota a
rispondere così a Mousse, preso dalla rabbia. È che lui non contava certo Akane
nella massa di dementi che lo corteggiavano senza remore! Per lui non esisteva
altro che Akane, ormai lo sapeva, ma aveva dovuto quasi perderla per sempre per
capirlo. E dal giorno che erano tornati non era mai riuscito a vincere la sua
timidezza né il suo orgoglio, era proprio un idiota.
Scorse finalmente il tetto del dojō, era quasi arrivato a casa Tendo!
Corse più velocemente possibile, stava per spiccare un salto quando…
“Meeeeow….”
“C-che cosa???No…no…ahhhhhhhhh!”
Mousse e Akane erano al dojō, intenti nel loro allenamento quotidiano.
“Quindi stasera, andiamo al Nekohanten ok?” schivata
di un pugno.
“Sì, ma cerca di non perdere subito la testa tu!” parata di un calcio.
“Ci” parata “proverò!” contrattacco.
Akane riuscì quasi a sfiorare la guancia di Mousse-Ranma ma non ci riuscì e si
ritrovò bloccata dalla presa fortissima del ragazzo. “Akane, non devi farti cogliere
di sorpresa così lo sai! Sei troppo irruenta!” le disse bonario il ragazzo
prima di lasciarla. Akane annuì esibendo una linguetta impertinente. “Hai
ragione, alla fine mi sono distratta.” le faceva molto strano. Ranma la
sgridava sempre con tanta durezza! Le diceva che era incapace, goffa e senza
capacità. Mousse invece le faceva notare i suoi errori senza strapazzarla
troppo. Non era forte come Ranma, lo riconosceva, e il suo modo di combattere
era molto differente, più improntato sulla tecnica e sulla velocità, ma non era
uno da prendere sottogamba. “Tranquilla. Del resto anche io sono veramente poco
abituato a combattere senza armi.” disse sospirando e guardandosi le braccia
nude. La canotta nera che indossava era davvero aderente e Akane si sentì in
colpa a lasciarsi trasportare dal guizzo dei muscoli che si flettevano. “Ma
il corpo è sempre il suo non c’è mica niente di male se lo guardo, ecco.”
“In effetti hai un arsenale davvero pieno zeppo di cose assurde” cercò di
distogliere l’attenzione dal corpo del suo ragazzo momentaneamente posseduto da
un altro. Mousse scosse la testa e si stese sulle assi del dojō, nella
parte più esterna che dava al giardino. “Non sono assurde...È una tecnica del
mio villaggio che viene tramandata da generazioni! È solo che io l’ho
modificata un po’...”
“Ahahah e come sarebbe che...MA CHE CAVOLOO?” Akane
fu interrotta da un rumore improvviso di foglie e alberi che si muovevano, e un
turbine che a tutta velocità era entrato nel dojō.
“Ma quello sono...io!?” esclamò il ragazzo col codino che istintivamente si era
messo davanti ad Akane per proteggerla. “Ehi Ranma che diamine ti prende?”
cercò di placare il suo corpo momentaneamente invasato. Rama si era fermato in
un angolo del dojō e sembrava si stesse...leccando? “Ma che schifo, che
accidenti fai??” disse cercando di andargli incontro, ma Akane gli si parò
davanti di spalle. “Fermati!! So io che ha… Ranma ha la fobia dei gatti. Quando
viene a contatto con uno di loro diventa... Beh un gatto!” spiegò asciutta
mentre cercava di accucciarsi e prendere confidenza con Ranma.
“Mi fa un po’ senso vedermi così, accidenti! Si sta leccando la mano!”
“Eh lo so, non è proprio il massimo! Ora lascia fare a me.” Mousse si osservò
attentamente. I lunghi capelli erano scarmigliati e l’espressione del suo viso
era effettivamente quasi felina, come i movimenti. Vide che appena Ranma aveva
focalizzato Akane, si era immediatamente ben disposto nei suoi confronti,
gattonando verso di lei.
“Mi chiedo come faccia a vederti dato che non ha gli occhiali.” commentò quasi
sovrappensiero.
“Su su vieni qui Ranma...Bravo... Bravo…” Akane lo
aveva quasi avvicinato e Mousse dovette quasi coprirsi gli occhi per evitare di
vedersi in maniera così ridicola. Ma per fortuna non lo fece, perché si rese
conto di un guizzo che gli passò sotto il naso. “Akane attenta!” avvertì la ragazza
che girandosi ritrasse la mano che aveva verso Ranma, il guizzo le passò
davanti fulmineo e…
“Shampoo! Che accidenti stai facendo cretina!?” Akane si diresse come una furia
verso la gattina che si era acciambellata su Ranma. “Sai benissimo che effetto
gli fanno i gatti!”
Di tutta risposta la micetta le soffiò mentre Mousse era rimasto impietrito.
“S-shampoo…” vederla appollaiata su di lui, anche se non era assolutamente lui,
lo aveva scioccato. Lui al massimo quando Shampoo era sotto forma di gatta
riceveva graffi in faccia e l’ordine miagolato di portarle l’acqua calda.
Si sentì afferrare per un braccio. “Senti Mousse, lo so che quando c’è
Shampoo diventi un po’ tocco, ma per favore cerca di aiutarmi.” Nel mentre però
fu Ranma stesso a cercare di liberarsi dalla micina, quasi offeso dalla sua
presenza. Le soffiò per poi cominciare a girare per tutto il dojō. “Beh
perfetto, sembro proprio un cretino. Davanti a Shampoo! Ahhhrgh!”
disse Mousse sbattendosi la mano sulla faccia. “Shampoo, dove sei amore mio?”
cercò di individuare la gattina che sembrava temporaneamente sparita.
Ranma nel frattempo era come una pallottola impazzita nel dojō, ma
Akane, ormai avvezza a quella reazione si era seduta al centro della palestra e
aveva iniziato a chiamarlo “Ranma, su vieni! Su su!”
gli fece cenno mentre si batteva le gambe incrociate.
“Ma che fai Akane?” chiese Mousse che era imbarazzatissimo alla vista di sé
stesso che andava ad accucciarsi sulle gambe di Akane.
Lei lo guardò tutta rossa in viso. “Lo so, fa strano anche a me, ma l’unico
modo per calmarlo è questo, te lo giuro!” disse mentre gli accarezzava la
testa. “Voglio sotterrarmi!!” esclamò il ragazzo coprendosi gli occhi. “Ma in
tutto ciò dov’è Shampoo?” chiese con sguardo imbambolato.
“Non lo so e non mi interessa, QUELLA SCEMA!” nel mentre Ranma sembrava essersi
placato, e Akane si sentiva davvero imbarazzata nel ritrovarsi il corpo di
Mousse sulle gambe. Aveva i capelli morbidi, setosi e la pelle molto chiara,
non l’aveva mai notato. L’espressione però era quella di Ranma, la stessa che
aveva tutte le volte che si ritrovava sotto forma di gatto.
Mousse si avvicinò un pochetto a braccia conserte e si guardò. “Ma ne ha per
molto?”
“Eh non lo so a volte dura poco a volte è stato necessario un…” arrossì
violentemente al ricordo appena affiorato e, come se lo avesse evocato, non
fece in tempo a bloccare il bacio che Ranma, alzandosi appena sulle ginocchia,
le scoccò felice.
“CHE COSA FAI RANMA SAOTOME??LA MIA BOCCA ILLIBATA!!” urlò Mousse mentre vedeva
sé stesso sporsi e dare un lieve bacio sulle labbra ad Akane Tendo, troppo
sorpreso per riuscire a muovere un muscolo.
Nello stesso momento, sentì una presenza materializzarsi dietro di lui. Il
profumo era inconfondibile. “S-shampoo?? Giuro che stavo tenendo le mie labbra
solo per te!!”
Lo sguardo di Shampoo, che era forse il più sorpreso fra tutti e tre, era un
misto fa schifato e rabbioso. “Che cosa sta succedendo qui??”
Ranma nel mentre si era placidamente addormentato sulle gambe di Akane, che
ancora tutta rossa guardò i due ragazzi in piedi davanti a lei.
“Non guardarmi così Mousse, ti prego scusami! Anche l’altra volta è successo
così...e tu!!” puntò il dito accusatore verso Shampoo mentre cercava di
togliersi da sotto il peso di Ranma-Mousse ormai profondamente addormentato.
“Che cavolo hai fatto?” la indicò mentre Mousse guardava la scena indeciso sul
da farsi. “Io non ho fatto proprio un cavolo di niente!”
“Ah no? E chi è allora che ha ridotto Ranma così eh? Sai bene che quando sei
trasformata in gatto, che qualsiasi gatto!, gli fa
quell’effetto.”
“Gatto?? Ma io non mi sono trasformata, stupida ragazza violenta!” le si
scagliò Shampoo irritatissima.
“Ah no? E che ci fai qui?” la cinese si zittì di colpo.
Sì ok, aveva intuito che Ranma fosse al dojō e l’aveva voluto raggiungere…
ma solo per ostacolare i due fidanzati, non certo per vedere Mousse nel corpo
di Ranma! E non per vedere Ranma nel corpo di Mousse che baciava Akane!
“Shampoo, amore mio!” nel mentre sentire la voce di Ranma, dirle quelle parole
la fece sentire assurdamente in imbarazzo. Notò però che il ragazzo le si era
avvicinato senza sfiorarla. Mousse si sentiva in colpa. Sentire la sua voce, la
voce di Ranma, dire quelle cose, lo faceva sentire un cretino. Il pensiero di
sfiorarla con le mani del suo nemico non gli passava neanche per l’anticamera
del cervello. Era fermo e intrappolato in quella situazione assurda, ma non poté
fare a meno di rimirarla. “Ho visto anche io quella gattina lilla, non potevi
che essere tu!” sentenziò titubante. Shampoo guardò Mousse-Ranma per la prima
volta. Era assurdo vederlo così. “Mousse sei cieco anche quando sei nel corpo
del mio amato e perfetto Ranma? Non potevo essere io, non sono neanche bagnata,
nemmeno piove!” si infuriò. Come diavolo era possibile che non le credesse e
soprattutto che l’avesse scambiata per una qualsiasi randagetta!
Stava per scoppiare una tragedia, con Akane e Shampoo pronte a suonarsela,
quando nel dojō si rivide la gattina di poco prima. Per fortuna Ranma
ancora era sopito e Mousse fu abbastanza lesto da acchiapparla prima che si
avvicinasse a lui. Era effettivamente una micetta dello stesso colore di
Shampoo trasformata, con tanto di due campanellini, ma al collo su un nastrino e
non sul pelo come effettivamente li aveva la cinesina trasformata. “M-ma ciao
micetta. Ma sei proprio carina sai?” sussurrò all’animaletto che si mise a fare
le fusa. Guardò in direzione delle due ragazze che
erano rimaste entrambe spiazzate. “Beh, effettivamente non era Shampoo.”
disse a bassa voce sentendosi un cretino. Come aveva potuto non riconoscerla!?
Akane si voltò tutta rossa verso la sua rivale.
“A-ah. Ecco. Beh..allora…”
ma Shampoo non la lasciò parlare e si avvicinò piuttosto a Mousse. “Senti
brutto idiota.” esordì in cinese e lui fu preso in contropiede. “Ci sta
pure che la ragazza violenta si sbagli, ma tu brutto demente come hai potuto
pensare che fossi io? Ci vedi pure bene!” continuò mentre con il dito lo
spintonava verso il muro. La micetta nel mentre, capita l’antifona, pensò bene
di fuggire via da quella gabbia di matti.
“Ugh…ahi… Che mal di testa... Ma che diavolo
succede??” si sentì esclamare da terra. Ranma vide Akane avvicinarglisi
prontamente. “Ehi, tutto ok? Hai avuto...ehm... Un incontro ravvicinato con un
gatto.” disse mentre prendeva la mano del ragazzo e lo aiutava ad alzarsi.
Shampoo ebbe un moto di gelosia pazzesco e inspiegabile. Dannata Akane, non gli
bastava Ranma, anche il corpo di Mousse!? Eh no eh! Senza pensarci due volte
prese Mousse-Ranma dalla collottola e lo sbatte sul muro del dojō. “Akane
Tendo, non ti azzardare mai più a mettere in dubbio la mia parola!” e senza
dargli il tempo di ribattere baciò il ragazzo davanti agli altri due, basiti.
Lasciato cadere per terra il corpo di Ranma, con Mousse probabilmente passato a
miglior vita al suo interno, dato il colorito bluastro, guardò con disprezzo
tutti loro e se ne andò via in un balzo.
“Mousse? Mousse??” Akane cercò di recuperare il ragazzo, che però sembrava
catatonico. “Bene, non è fra noi al momento” sbuffò prima di tornare a guardare
Ranma-Mousse.
“C-che diavolo è successo??”
Akane sospirò a lungo. Non voleva arrabbiarsi. Non doveva. Quella era
l’occasione che aspettava per dimostrare di essere cambiata dopo gli eventi di
Jusenkyō. “Non so il motivo, ma sei arrivato qui piombando nel dojō,
dopo che evidentemente una gatta di quartiere ti ha fatto innescare la reazione
che hai sempre quando sei a contatto con i felini.” Akane vide Mousse arrossire
fino alla punta dei capelli, e pensò che il ragazzo era davvero molto più
carino del solito. “Shampoo era qui e io e lui” disse indicando il corpo del
suo ragazzo svenuto. “Abbiamo pensato entrambi che fosse lei. Invece no, era
una gatta del quartiere davvero uguale a Shampoo trasformata!” Akane arrossì.
“E poi, dato che Shampoo conosce solo modi assurdi di vendicarsi, ha ben
pensato di baciarti.” concluse a bassa voce, distogliendo lo sguardo.
Ranma si toccò la bocca. “Shampoo mi ha baciato??”
“N-no non tu! Cioè sì, tu, ma solo il tuo corpo.” E indicò Mousse nel suo corpo
svenuto a terra.
“Ah. E Perché vendicarsi?” Ranma non ci stava capendo più niente.
“N-niente.” Akane diventò paonazza. “Non lo so, sai che Shampoo è tutta pazza!
Si vede che non può mollare il tuo corpo neanche quando c’è Mousse!”
Per Akane era una situazione assurda: riusciva a capire bene le espressioni di
Mousse perché conosceva a memoria il corpo di Ranma, ma era pure vero che
riusciva a interpretare Ranma anche se col volto di qualcun altro. Vide
l’espressione inacidita di Mousse e capì che era successo qualcosa. Diede un
altro sguardo al corpo di Ranma esanime, ma Mousse era probabilmente ancora nel
mondo dei sogni.
Fece cenno al suo “fidanzato” di sedersi. Avrebbe potuto ricominciare da zero,
in quella situazione già spinosa.
“Come va?” chiese mentre vedeva Ranma spaparanzarsi a braccia tese all’indietro
e le gambe stravaccate in terra. “Ha trovato niente Obaba?”
“N-no, zero. E la vita al ristorante è un inferno.” Disse scrollandosi la
treccia dietro le spalle.
“M-mi dispiace.”
Ranma si fece coraggio. Non aveva capito che era successo, ma ormai era lì e
doveva pensare solo a portare a termine la sua missione. “Akane…” disse con una
voce seria che non aveva mai sentito uscire dal paperotto. “Ascoltami… Devi
perdonarmi ok?”
“C-che cosa??? Non sei Ranma qui dentro! Che accidenti di scherzo è questo?”
esclamò la ragazza allarmata.
“Sono io, scema.” la redarguì sbuffando. “Sono serio. L’altro giorno non
volevo offenderti. Intendevo LE ALTRE fidanzate. Non tu. Tu sei…” non
voleva certo parlare dei suoi sentimenti per lei in quel dannato corpo! “Tu. E
io intendevo che Mousse poteva barcamenarsi le pazze scocciate al posto mio,
non certo tu.” Anche perché se solo ci prova è un papero arrosto.
“Ah.” la ragazza non sapeva che rispondere. Era allibita dalle scuse di
Ranma, sempre così orgoglioso per riuscire a comunicare ciò che realmente
pensava. Sentì il cuore batterle a mille nonostante lui non fosse lì al 100%.
Ma ad Akane non interessava che forma avesse Ranma, gli piaceva lui. Lui e il
suo essere così strafottente, scemo, impacciato. E serio, ogni tanto. Come in
quel momento. Sentiva di essere diventata rossa come un peperone.
“Mmmh…che…che è successo?” ringraziò il cielo che
Mousse avesse deciso proprio in quel momento di riprendersi, salvando lei e
Ranma da un momento di silenzio imbarazzante che avrebbe potuto causare
ulteriori disastri. Ma avevano fatto “pace” più o meno, quindi tutto era a
posto. Forse.
“Ehi, la smettiamo di usare il mio corpo con così poca grazia!?” lo accusò
subito Ranma senza cambiare neanche posizione.
“Ma...che diavolo?” Mousse aveva un’espressione smarrita “Che accidenti è
accaduto?” poi ricordò.
Il gatto.
Ranma impazzito.
Il bacio fra il suo corpo e Akane.
Il bacio fra lui nel corpo di Ranma e “Shampooooooooo???” urlò di botto. “Shampoo mi ha baciato?
Davvero?”
Akane voleva essere d’aiuto ma non sapeva cosa dire al poveraccio, oltre al
fatto che era davvero piccata dal bacio a cui aveva assistito. “Sì e quindi
paperotto? Voleva baciare me, ma sono davvero contento di essere ben rifugiato
qui dentro” si indicò il corpo “e non aver subito una cosa simile!”
Mousse lo squadrò incavolato nero. “Ranma sei un idiota! Come hai osato baciare
Akane Tendo col mio corpo eh? Se tu non avessi fatto una cosa così STUPIDA
sarei ancora illibato per la mia promessa!”
Ranma si puntò un dito contro. “Cosa avrei fatto io??” guardò Akane disperato.
“Akane non uccidermi non so cosa ho fatto, non è vero!”
Akane scosse il capo sconfortata. I ragazzi erano proprio dei cretini immaturi.
“Voi due, BASTA.” sentenziò glaciale facendo raggelare entrambi fino alle ossa.
“Ranma,” disse guardando il quattrocchi al momento senza occhiali “fai così
ogni volta che ti succede. Sappilo.”
“E tu Mousse, sappi che Ranma non è proprio in sé quando è in quel modo. Non è
colpa sua ok?”
Sbuffò per poi alzarsi. “Sentite, la situazione è già abbastanza complicata.
Fra l’altro si avvicina l’ora di cena e Nabiki è già abbastanza insospettita,
evitiamo di fare altro casino?”
Entrambi i giovani artisti marziali si inginocchiarono a mo’ di scuse.
“Accidenti, Akane! Devo tornare al ristorante o la vecchia mi ucciderà!”
“Ok, vai…” era triste, avrebbe voluto parlare con lui più a lungo… e invece
doveva già tornare fra le grinfie di quella cretina di un’amazzone. Si
sentì sollevare il mento e guardò Ranma-Mousse dritto negli occhi. Verdissimi e
non blu, ma poté lo stesso cogliere il significato di quello sguardo. “Ehi
scema, vedi di non farti male mentre non ci sono ok?” le disse guardando il
karategi che indossava. “Non mi fido mica a farti allenare con questo qui che
manovra il mio corpo!” concluse guardandosi.
“Ehi Ranma guarda che sei tu che dovresti fare attenzione che io non venga
cucinato in salmì dalla vecchia eh? Come ti permetti!” si scaldò subito Mousse.
“G-guarda che Mousse è davvero gentile con me e assolutamente rispettoso. Non
come quella cretina che invece ti ha seguito fin qui!” gli fece la linguaccia e
Ranma scosse la testa. “Sì, lasciamo stare infatti.” guardò sè
stesso negli occhi. “Vedi che devi fare.”
“Piuttosto tu. Sbaglio o dovresti già stare lì per aprire? E soprattutto, come
fai a vederci? E’ da prima che me lo chiedo.”
“Eh è una storia lunga, cercherò di venire dopo il turno di stanotte ok? Ci vediamo
al parchetto per tipo…”
“L’una, all’una dovresti aver finito.” suggerì Mousse riavviandosi il codino. Ranma
quasi rabbrividì vedendosi fare movimenti a lui sconosciuti.
“All’una al parco allora.” Annuirono tutti e tre, poi Ranma diede un'ultima
occhiata alla sua fidanzata e poi si diresse verso il Nekohanten
più velocemente che poté.
Dannazione se mi manca!