Lontani mille anni

di Biceportinari03
(/viewuser.php?uid=921025)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.



Cap.4: Capelli color biondo fragola

La piazza di Puente Viejo era bellissima quella sera, riscaldata dalla forte luce del tramonto. I tramonti avevano sempre affascinato Amanda: la fine della giornata, l'ora del meritato riposo, da sempre metafora per i poeti della fine della vita stessa. Un fenomeno che esisteva da milioni di anni, ma che non smise mai di affascinare l'essere umano.

La ragazza sospirò, ricordandosi del battibecco avuto poco prima col suo capomastro: non sapeva perché, ma in fondo, gli importava di lui. Forse perché in qualche modo era legato a Violeta. Le costava ammetterlo, ma avrebbe voluto sapere ancora tante, tantissime cose da lui. Come se sua sorella, in questo modo, potesse tornare a vivere...
Era davvero giusto farsi giustizia da soli, in fondo? Chissà...

Camminando si imbattè in una donna dai capelli color biondo fragola, all'incirca della sua stessa età. Amanda era sicura di non averla mai vista prima, ma la donna sembrò subito riconoscerla.
《Ehi signorina, voi siete la nuova ragazza che ha assunto Donna Francisca, dico bene? Vi avevo vista entrare nel suo studio》 Chiese lei.
La bruna rimase un po' spiazzata da quella domanda così diretta. Quella donna aveva uno strano modo di approcciarsi alla gente, molto diretto. Immaginò che questo doveva esserle costato non pochi rimproveri dalla Signora, così severa.
《Proprio così, signorina...?》Chiese lei.
《Il mio nome è Fe'. Sono felice che la Signora abbia assunto una nuova domestica, sapete, la Villa è così grande, e noi tutte ogni giorno dobbiamo spaccarci la schiena per riuscire a...》
Amanda si stupì di come la donna riuscisse a parlare così velocemente e per così tanto tempo senza interrompersi. Si, di sicuro non doveva essere la cameriera più amata da Donna Francisca. E la cosa peggiore era il suo modo di parlare: così sfacciato. Perfino Amanda, cresciuta tra i campi, possedeva un vocabolario più esteso.
《Ehm, no, scusatemi ma credo che siate in errore. Io non lavorerò come cameriera. Io svolgo il mio lavoro nei campi》Disse lei.
Fe' la guardò stralunata per qualche secondo, poi riprese:
《Nei campi? Oh ma cara ragazza, un lavoro così duro per una signorina! Però avrei dovuto immaginarlo, non siete affatto esile, anzi, qualche muscoletto vi spunta dal vestito... svolgete questo lavoro da molto?》 《Beh si, da quando ero bambina praticamente...》
Amanda non era affatto dell'umore per stare ad ascoltare altri discorsi del genere. Le costava ammetterlo, ma la discussione con Mauricio l'aveva turbata molto. Più del necessario.
Inoltre dopo quella estenuante giornata di lavoro, iniziò a sentire lo stomaco brontolare.
《Sapete per caso dove potrei andare a mangiare un boccone? Non ho mangiato molto, oggi.》
E in tutta la mia vita, avrebbe voluto aggiungere.
《Ma certo signorina, alla locanda di Emilia si gustano piatti da far resuscitare i morti. E inoltre se volete aggiungere qualcosa alla vostra dispensa potete passare dall'emporio dei Mirañar, sono sempre ben forniti, ma occhio alla proprietaria, lei è la pettegola del paese, e vedendo una ragazzina nuova in paese vorrà di certo sapere chi siete, perché siete qui, il vostro periodo di permanenza...》
《Va bene, va bene, credo di aver capito, vi ringrazio. Credo che avremo modo di incontrarci nuovamente alla Villa, dico bene?》
《Certo, sicuramente. Alla prossima signorina!》 La salutò Fe'.
《Arrivederci...》 Amanda fece per andarsene, ma la rossa richiamò di nuovo la sua attenzione.
"Oh Santo cielo..." pensò lei, leggermente irritata.
《Signorina, dimenticavo, stasera qui in piazza ci sarà una festa, non vorrete mica mancare! Sarà un ottimo modo di festeggiare il vostro arrivo a Puente Viejo!》 Disse Fe'.
《Non mancherò di certo...》 Rispose Amanda, già voltata di spalle per andarsene finalmente a mangiare il suo meritato boccone.

* * * *

Amanda aprì la porta de "La Posada de Maria", la stessa in cui era stata solo la notte prima. Un suono di campanelli annunciò il suo arrivo, e fu subito condotta al suo tavolo dalla stessa donna bionda che le aveva indicato la strada per la Villa della Matrona.
《Buonarsera signorina, volete ordinare?》 Chiese lei.
《Certo, prenderei volentieri del pollo con un po' di pane nero, grazie.》 Mangiava quel piatto quasi ogni giorno a casa sua. In una famiglia di contadini poveri non si poteva mangiare molto altro.
《Va bene, glielo porto subito signorina. Ma sbaglio, o lei è la stessa che è venuta da noi l'altra sera?》
《No, non sbagliate. Ma per favore, adesso non sono molto in vena di parlare di Francisca. Portatemi soltanto da mangiare, ve ne prego》 Disse lei, già estenuata dalla chiaccherata con Fe'.
《Capisco signorina. Perdonatemi, torno subito》 Emilia capì, in fondo la matrona non era mai stata un bell'argomento di conversazione per nessuno a Puente Viejo.
Immaginò che la bruna fosse un'altra ragazza venuta a cercare fortuna, come spesso accadeva a quel tempo.

* * * *

Amanda scansava i bocconi con la forchetta, in attesa che la fame che l'aveva divorata fino all'attimo prima tornasse.
Lo stomaco si era chiuso, e la ragione era quell'uomo, ancora una volta.

So chi sei, ragazzina.
《Crepa, Mauricio...》

Io la amavo, lo capisci Amanda?!

《Lasciami in pace, canaglia...》

Non sai niente del mondo, ragazzina.


All'improvviso la porta della Locanda si aprì, ed entrò un uomo per mangiare il suo pasto abituale.

Amanda ebbe un sussulto quando riconobbe quel viso, quella barba, quegli occhi.

《No... ti prego... no, basta, basta, ti prego, no!

Ormai sapeva che lo stomaco non avrebbe accettato del cibo, per cui decise si pagare e andarsene.
Non poteva sopportare di avere quell'uomo sotto la sua vista. Era così... strano, l'effetto che le faceva.

《Non ce l'ho fatta a mangiare... perdonatemi. Ecco ciò che vi devo, arrivederci》e detto ciò corse fuori dalla locanda.
Emilia la guardò stralunata mentre si dirigeva in piazza.
《Che strana ragazza...》borbottò.

Intanto altri occhi color ghiaccio seguivano la sua figura mentre usciva, ma lei non se ne accorse.
Occhi che in quel momento esprimevano pietà, compassione, e forse amore.
Forse, quell'uomo rude e burbero, grazie a quella ragazza avrebbe potuto imparare ad amare di nuovo, dopo tanti anni.




*Angolo autrice* Salve a tutti! Ho scritto questo capitolo durante l'ultimo giorno di vacanza da mia nonna, in un lampo di ispirazione improvvisa. È un capitolo di passaggio, ma spero vi piaccia. Se vi va fatemelo sapere con una recensione, è molto importante per me sapere cosa ne pensate della storia ;-)
Che dirvi, alla prossima!
Bice<3




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3703541