Paint it
Black
[Dark does not destroy
Light: it defines it]
VII:
This is what
I miss. Not something that’s gone, but
something that will never happened
Free day
-Smettila di usarmi come appoggio!
Non sono il tuo servetto personale!- sbraita Chuuya, agitando le braccia per allontanare il suo partner
da sé.
-Dovresti portarmi più rispetto, Chuuya.-
ciondola Dazai, ghignando come lo Stregatto.
–Sono un tuo superiore, ora.-
-Un mio superiore un paio di palle!- fa un passo indietro per scollarselo di dosso. –Rimani
sempre il solito idiota spreco di bende!-
Lo fa arrabbiare, non solo l’idea
che abbiano scelto Dazai come nuovo Esecutivo e non
lui, ma anche…
-Odasaku!- gli occhi di Dazai si illuminano come due gemme ambrate, mentre corre
verso l’uomo che ha appena girato l’angolo ed è appena entrato nel campo visivo
di Chuuya. Dazai ha un
sorriso genuino, quando lo raggiunge, non uno di quelli falsi e subdoli a cui Chuuya è abituato.
Chuuya
lo conosce di fama, Oda Sakunosuke: conosce la sua
Abilità e la bravura in combattimento - e ha anche sentito dire che non ha mai
ucciso nessuno in tutti i suoi anni nella Port Mafia. Lui non ci crede, a dire
la verità, perché nessuno che vive in un mondo come il loro può avere le mani
pulite e non aver mai ucciso nessuno.
-Ho saputo che ti hanno nominato Esecutivo.- la voce di Oda Sakunosuke
è profonda e rauca forse per il fumo, ma con una piega quasi paterna mentre
osserva Dazai e solleva lentamente una mano. –Dovrò
darti del lei, adesso?-
Chuuya
è pronto a scattare in avanti e tagliargli di netto la mano con il pugnale che
nasconde nel cappotto, quando lo vede posarla sulla testa del suo partner e
scompigliargli i capelli in una brutta imitazione di una carezza – e Dazai uggiola e dimena le mani fasciate dalle bende per allontanarlo,
ma allo stesso tempo arrossisce e sorride come un bambino. E Chuuya si sente di troppo, messo da parte, dimenticato. Gli
viene da piangere.
-Visto, Chuuya?- Dazai
si rivolge a lui con tono petulante, gonfiando una guancia e abbracciando
l’uomo. Oda barcolla leggermente all’indietro, sorpreso dall’abbraccio, senza
però perdere l’espressione neutra di poco prima. –Odasaku
non è ingrato come te!-
Gli fa la linguaccia e Chuuya stringe i pugni per non lasciare cadere quelle
lacrime che sente premere contro i lati degli occhi. –E allora chiedi a lui di
essere il tuo partner!-
Sente Dazai
urlare il suo nome un paio di volte, ma lui ha già iniziato a correre: non può
permettersi di frignare per la gelosia proprio davanti a lui.
-Chuuya?!-
tutta l’ilarità che illuminava gli occhi di Dazai
scompare in un attimo, sostituita da uno sguardo ferito e confuso.
Oda sospira, posandogli una mano
sulla spalla. –Dovresti smetterla di comportarti così con lui. Ci restate male
in due.-
Dazai
arrossisce fin sulle orecchie. –I… io non ci resto male. È che non lo sopporto,
quando fa così.-
Oda annuisce. –Certo, certo… -
eviterà di ricordargli tutte le volte in cui l’ha sentito lamentarsi dei
tentativi maldestri e sciocchi di un certo Tachihara
di attirare l’attenzione del suo partner, perché sa che Dazai
non ammetterebbe mai di essere geloso.
-Ricordiamo
Oda Sakunosuke, morto da eroe per difendere tutti
noi… -
Nemmeno ascolta la voce del boss, Chuuya, mentre osserva la bara e la processione di persone
che le naviga attorno. Un funerale degno di un capo, pensa, mentre passa
accanto alla bara e vi posa per un attimo gli occhi.
-…
ma non dimentichiamoci di coloro che, invece, ci hanno tradito.-
Dalla folla si leva un brusio
furioso – “Traditori”, “Schifosi bastardi”, “Devono morire, devono morire anche loro”, “Dovevano esserci loro, sotto terra, non Oda” – che copre per un
attimo le parole del boss. Chuuya non ha bisogno di
sentire i nomi per capire di chi sta parlando – di Sakaguchi
non gli importa, nemmeno lo conosceva, pensa solo al dolore che possa provare
in questo momento il dottor Mori nel dichiarare trai traditori della Port Mafia
il bambino che ha cresciuto come un figlio e ha cui ha insegnato tutto quello
che sa.
Fissa un’ultima volta il volto di
Oda Sakunosuke, immobile nel suo eterno riposo, prima
che Hirotsu gli stringa una mano sulla spalla e lo
allontani da lì.
-È un bene che sia morto.- mormora.
-Chuuya?- Hirotsu
non capisce, forse crede di aver sentito male…
–È un bene che sia morto.- ripete. -Perché altrimenti lo avrei ammazzato io,
per avermelo portato via.-
D.P.P.:
Deliri Post Partum
Io dovrei studiare se non voglio
iniziare l’anno con un 2 oltre che di matematica anche di filosofia, ma quando
l’ispirazione chiama un autore deve rispondere c.c
. . .
OKAY. ADESSO POTETE ANCHE
UCCIDERMI.
Solo, se poteste evitare di
affogarmi/bruciarmi viva ve ne sarei grata: sembrano metodi particolarmente
dolorosi, innit.
Per il resto: motoseghe, bazooka,
bombe a mano, veleni, padelle?
Bring
it on! :D Sappiate che vi
amo tutti pe avermi seguita fino alla fine
Maki