The Mermaid

di k_Gio_
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★ Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Mermaid’s Sea” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 2395
★ Prompt/Traccia: 
Pirate!AU – A si è accorto da tempo che “qualcosa”, ossia B, sta seguendo la loro nave.  Un giorno riesce a catturarlo con una rete.





 
The mermaid

 


Era appena trascorsa la mezzanotte e una luna piena e pallida come il latte rischiarava quella distesa di buio. In qualche luogo dell'oceano non bene identificato la Jolly Roger si lasciava dondolare languidamente dalle onde gentili di quelle acque calme.
Ad infrangere quella totale quiete erano le urla e le risa sguaiate e smodate dei marinai dell'imbarcazione.
«Razza di furfante! Hai imbrogliato! Non puoi aver vinto anche questa volta!» urlò uno di loro pregno d'alcool e d'ira per aver perso di nuovo.
«A chi hai dato del baro eh?!» senza preavviso l'uomo si gettò sull'altro e diedero inizio all'ennsima zuffa.
Il capitano della nave intanto era perso nei suoi pensieri e guardava il mare nero con un cipiglio pensieroso. Erano giorni che si sentiva osservato e pensava di star diventando paranoico dato che erano in mezzo all'oceano. Dubitava che a incutergli quello stato d'animo teso fossero i gabbiani che sorvolavano la sua nave. Mandò giù un altro sorso di rum e si perse nei suoi pensieri, ben lontano dalla baraonda che si stava verificando poco distante da lui.
Non lontano dalla nave, sul pelo dell'acqua affiorò qualcosa, troppo buio per scorgere alcunché.
«Vado io.»
«Noi li distraiamo» detto ciò le voci sparirono di nuovo sotto quel manto nero.
Quella zuffa iniziata più per far qualcosa che per altro, cessò non appena l'attenzione dei marinai venne catturata da un rumore improvviso. Si sciolsero da quell'aggrovigliamento diregendosi verso il parapetto della nave dove sembrava giungere il rumore.
«Sembra un banco di pesci...»
«Mmm già, deve esserci un predatore che li sta facendo scappare» mormorò un altro.
Riflessi argentei affioravano ad intermittenza lungo la superficie creando un gioco di luci magnetico che catturò tutti i marinai.
« E se fosse un kraken...?» disse un altro.
«Non dire idiozie...non può essere un kraken» rispose poco convinto quello che gli stava vicino.
«E perchè no?!»
«Beh perché...»
Mentre quegli uomini di mare discutevano su cosa fosse a spingere quei pesci a fare tutta quella confusione, alle loro spalle un ospite inatteso si era fatto strada, con tutte le forze che aveva, lungo una scaletta che la ciurma si era dimenticata di tirar su.
La creatura si faceva avanti usando le braccia , la lunga coda squamosa di un verde iridescente lasciava una scia salata dietro di sè. Si apprestava a raggiungere la postazione dove i marinai avevano giocato fino all'attimo prima.
«Capitano! Venga a vedere!» uno dei pirati chiamò l'uomo a capo della nave per metterlo a conoscenza di ciò che stava accadendo.
Il capitano sospirò «Arrivo!» era conscio che i suoi uomini erano pregni d'alcool fino alle punte dei loro capelli, ma prima avrebbe chiuso quella faccenda e prima sarebbero andati tutti a dormire.
Nell'istante stesso in cui si voltò emozioni contrastanti gli attraversarono il petto.
Non era ubriaco. Aveva bevuto un goccio di rum ma non era per niente ubriaco. Ma se non era ubriaco perché a pochi passi da lui vedeva una splendida sirena dai capelli biondi?!
I suoi pensieri di pochi istanti prima divennero realtà. Un ghigno gli si aprì sul bel volto non appena la creatura si accorse di essere stata beccata.
La caccia era iniziata.
L'uomo si precipitò alla volta della creatura mentre quella lasciava il suo bottino e si lanciava verso la via d'uscita più vicina. Di sicuro in acqua avrebbe avuto la meglio ma su quella nave ogni gesto era limitato e impacciato. Il capitano in mosse agili afferrò la prima rete che gli capitò tra i piedi e gliela gettò contro senza troppe cerimonie. La sirena che non si perse d'animo nemmeno per un istante tentò di usare la coda come una frusta, ma senza successo, si aggrovigliò solo di più. Era stremata ed erano solo passati pochi attimi. L'uomo la aggirò repentinamente e prendendola in spalla la portò il più velocemente possibile verso la sua cabina.
La creatura avrebbe urlato ma si aspettava che ad accorrere per primi sarebbero stati i pirati, ed uno lo poteva gestire, ma una ciurma intera no.
In quella manciata di secondi nessuno dei marinai si era accorto di nulla. Avevano continuato a sporgere le loro teste fuori in cerca di capirci di più, ma all'improvviso così come erano arrivati, quei presunti pesci erano spariti, inghiottiti di nuovo dall'oceano. Deciso che la serata era conclusa e che forse era tutta colpa degli alcolici che avevano in corpo, ripresero le loro cose e se ne andarono a dormire.
Il capitano si era chiuso la porta alle spalle con un calcio, districò la rete intorno alla creatura cercando di farle il meno male possibile. Lei lo osservò cupa per tutto il tempo.
«Se stai ferma faccio subito» la rimbrottò lui quando lei iniziò ad agitarsi. Una volta liberata dalla rete le legò meglio che potè le mani e la depositò su una sedia. Si concesse di ammirarla, non era da tutti i giorni che una creatura del genere saltasse di sua spontanea volontà sulla sua nave.
Con un sorriso ironico si rivolse alla giovane «Allora, cosa porta una bella sirena come te sulla mia nave?» chiese con voce calda lui, ma prima che la creatura potesse aprir bocca il capitano la imbavagliò. Rimase ad un palmo di naso dal volto di lei, il solito sorrisetto ghignante che rivelava la dentatura bianca e un leggero profumo di rum.
«Non disturbarti a rispondere tesoro,» le diede un buffetto sul naso facendola infuriare ancora di più «sapevo di non star diventando pazzo, sentivo che qualcuno ci stesse osservando, non mi aspettavo tanta fortuna certo. La vostra reputazione di ammaliatrici è nota, quindi terrai il bavaglio fino a nuovo ordine».
La sirena lo guardava e si malediva per essere stata tanto imprudente ma ormai il danno era fatto e doveva riuscire a scappare. L'uomo si era allontanato da lei, si arrotolò le maniche della camicia nera sulle braccia, il tutto mentre i suoi occhi, ancora increduli, percorrevano il corpo della ragazza. I biondi capelli le ricadevano lungo il petto fino a nasconderle i seni nudi; perle d'acqua salata le bagnavano ancora il corpo longilineo; il bacino che lentamente sfumava in una coda di pesce dai colori verdi brillanti, messi ancor più in risalto con la luce dalle candele, le stesse candele rivelavano la stessa brillantezza negli occhi di lei, lo stesso verde magnetico.
«Ad ogni modo, io sono Capitan Hook, capitano della Jolly Roger» fece un inchino teatrale « per servirla» sollevò appena la testa per mostrarle il suo sorriso irrisorio.
«Andrò dritto al punto, dammi ciò che voglio e sarai libera...forse» gli occhi maliziosi continuavano a fissarla e lei non riusciva a non pensare che fosse mortalmente fastidioso. Quell'uomo aveva un ego talemente spropositato che non avrebbe esitato un momento ad affogarlo, era tanto affascinante quanto insopportabile.
«Mi stai ascoltando?» le chiese schioccando le dita, «dicevo, in questi giorni ho letto quello che avevo a disposizione qui su di voi» e indicò la coda «vorrei che tu esaudissi i miei tre desideri» disse serio lui, nessun segno d'ilarità sul suo viso.
Lei non potè fare a meno di sollevare un sopracciglio scettico, poi i suoi occhi verdi smeraldo caddero su l'uncino che il capitano portava al posto della mano. Lo scetticismo sulla richiesta appena fattale non scomparve comunque.
Lui si accorse dove le era caduto l'occhio e mormorò «Si, questo sarebbe uno dei motivi per cui mi servono i tre desideri, ma non è affar tuo. E togliti quell'espressione dalla faccia, sono stato gentile» si alzò « se preferisci potrei aprire la porta e darti in pasto alla mia ciurma, cercano sempre modi di divertirsi e fare soldi...e tu riusciresti in entrambi gli scopi» di nuovo quel ghigno malizioso ma per niente rassicurante.
Per un breve istante puro panico le attraversò ogni cellula del corpo, si ricordava delle storie sentite su alcune sirene che erano state catturate, nessuna era mai tornata.
«Vedo che cominci a capire quale sia la scelta migliore per te tesoro» incrociò le braccia e si appoggiò alla porta con aria trionfante «Non si comporterebbero bene come me, sai» disse facendo 'no' con il dito. La ragazza roteò gli occhi.
La bionda inspirò profondamente, era in trappola ma poteva riuscire a cavarsela, abbassò il capo e con la coda dell'occhio vide la finestra. Era l'unica via d'uscita in quel mommento, l'avrebbe colta e sarebbe stata salva. Inspirò di nuovo e annuì, come se si fosse arresa, lo guardò da sotto le lunghe e folte ciglia, inutile dire che il capitano più temuto dei sette mari rimase ammaliato da tale intensità. Capì di star per cadere in trappola un attimo prima del baratro, la guardò ridendo « Non provarci tesoro, solo tempo sprecato. Farai quello che ti ho chiesto?»
Per tutta risposta quella alzò il mento «Ti tolgo il bavaglio, ma se provi a fare scherzi non sarò più così gentile» le si avvicinò e con uno strattone le liberò la bocca.
La sirena si passò la lingua sulle labbra e quelle si alzarono impercettibilmente verso l'alto «Grazie». In un attimo sollevò la coda e a mo' di frusta colpì il capitano sul fianco.
«Mi stai esasperando» disse lui mentre piegato in due riprendeva fiato « mi stai impuzzolendo la cabina» e le avviluppò la coda tra le braccia con ancora il fianco dolorante.
Lei spalancò la bocca offesa «Cosa?!» con tutta la forza che aveva in corpo tentò di spintonarlo. Lui ammise a se stesso che quella voce era da perdizione totale e tentò di pensarci il meno possibile ma i suoi occhi iniziarono a percorrere il corpo sinuoso della creatura a ritroso e fu peggio, non poteva aiutarsi in alcun caso.
Mentre lei, più piccata che mai per quella condizione, cercava di atterrarlo, accadde qualcosa di totalmente inaspettato.
Il capitano si accorese che la fine della coda che teneva salda tra le braccia iniziava a perdere le sue squame. Gli occhi terrorizzati di entrambi non riuscivano a staccarsi da quello spettacolo assurdo. Le squame verde smeraldo cadevano una dopo l'altra, una cascata tintinnante di squame che avevano acquistato peso, preziose come il più bel gioiello d'oro in circolazione.
Le squame cadendo liberarono poco a poco due gambe inaspettate. A parte il tintinnio incessante non un altro suono volava per la stanza. Quando quelle nuove gemme iniziarono a staccarsi anche sulla parte del bacino il capitano depositò a terra le gambe della giovane e distolse lo sguardo. Cadde anche l'ultima e fu il silenzio più completo. Gli occhi verde smeraldo, ora vuoti ma increduli, guardavano quello scempio.
Lui le passò una sua camicia senza sapere cosa dirle.
Lei puntò gli occhi incandescenti su di lui «Ti uccido».

A diverse leghe sotto il mare, le due sirene che avevano fatto da diversivo nuotavano alla loro massima velocità verso il castello di corallo.
«Regina!Regina!» urlarono entrando nel grande atrio, sapevano che l'avrebbero trovata là. Seduta sul trono, la sovrana del regno sommerso le guardò arrivare, i lunghi tentacoli che galleggiavano languidamente. Aveva la solita aria regale che non l'abbandonava mai, quell'aria che sembrava sempre sapere tutto.
«Ditemi»
«Emma è stata catturata da dei pirati! Dobbiamo salvarla!» erano tremendamente in ansia per ciò che poteva accadere alla loro amica, ma perché non sembrava dello stesso avviso anche la sovrana?
«Ruby, Belle, so molto bene cosa è accaduto ad Emma. Avete disobbedito ai miei ordini di non avvicinarvi agli umani. Che questo vi serva da monito per non sbagliare anche voi».
Erano esterrefatte, lei sapeva e non avrebbe fatto nulla?
«Ma se le facessero del male?»
«Siete giovani e imprudenti, anche il mare è pieno di pericoli, lo sapete, la nostra Emma dovrà affrontare anche quelli di terra ora visto che non le bastavano quelli marini. Vi serviva una lezione ed io ho fatto in modo che la riceveste. Emma non corre nessun pericolo imminente, o meglio, nessun pericolo legato alla sua natura da sirena. Ho fatto in modo che perda la coda una volta fuori dall'acqua».
Rischiarono di slogarsi la mascella tanta era la loro incredulità. «Ma come...?»
«Il fatto è Ruby, che voi non apprezzate ciò che avete e questa era l'unica soluzione per farvi capire che in superficie non c'è niente di meglio che qui in fondo al mare non possiate trovare. Lassù saremmo solo dei fenomeni da baraccone» Regina si alzò, gli occhi scuri appesantiti da una delusione che le sirenette ignoravano.
Ritrovò la sua forza d'animo «Ad ogni modo, riavrà la coda quando ammetterà a se stessa di aver sbagliato. Quando si accorgerà di cosa ha realmente perso. Della fortuna avuta a nascere con la coda. Fino ad allora potrà riaverla solo con l'acqua dolce. Lacqua salata non la riconoscerà, sarà un'estranea. E badate che la stessa sorte capiterà a chiunque di voi oserà fare la medesima cosa». Detto ciò Rgina se ne andò, lasciando le giovani più terrorizzate che mai.
Mentre dava loro le spalle la sorvrana mormorò, quasi ad autoconvincersi «Lo faccio solo per il vostro bene».

In superficie le cose non erano più rosee. Ancora incredula e con una smania assasina per ciò che era successo la sirena alternava gli occhi dalle suo nuove gambe all'uomo che le aveva rovinato la vita.
«Cosa hai fatto alla mia coda, maledetto?! Cosa hai fatto?!» era talmente sbigottita che neppure le lacrime riuscivano a sgorgare da quegli occhi rossi.
«Io?! Io non ho fatto assolutamente niente! E vestiti se vuoi che io ti aiuti a capirci qualcosa».
«Aiuto? Da te?! Ti uccido, fosse l'ultima cosa che faccio!» con gesti frenetici trovò la forza per alzarsi su quelle nuove cose ma non sapeva come usarle e a frenare quella sua sicura rovinosa caduta furono le braccia di Hook.
«Tesoro, io non c'entro proprio un bel niente». Molto malamente lei lo spinse via, allontanandolo da lei. Era confusa come non mai, non sapeva cosa le era appena capitato.
La giovane era a pezzi, lo vedeva e gli dispiaceva ma lui davvero non c'entrava niente, «Visto che in questo momento hai solo me, potresti gentilmente dirmi il tuo nome?»
«Cosa importa ormai?» lui non demorse e continuò a fissarla con gli occhi azzurri talmente penetranti che lei se li sentì tutti addosso. «Emma, mi chiamo Emma» sbuffò scrollando le spalle e stritolando la camicia che lui le aveva offerto.
«Bene Emma, troveremo un modo per farti tornare la coda. Anche perché così non mi servi a tanto» quella che doveva essere una battuta la fece infuriare ancora di più.

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Holaaaaaaa!
Sebbene io sia in ritardo su tutta la linea sono di nuovo qui per una cosa mai fatta prima, una challenge indetta su fb dalla pagina Fanwriter. Non so se vada bene e se segua tutti i criteri stabiliti ma questo mi è uscito e questo vi propongo :')
La storia finisce così, almeno per ora e in base a quanta gente piacerà xD si sono molto materiale, ma visto che non so nemmeno io se effettivamente riuscirò ad andare da qualche parte con questa cosa, prendete quello che viene e siate felici :') Diciamo che sono tornata a pubblicare anche perchè ho trovato troppo Swanqueen e poco CaptainSwan e mi mancava leggere di loro (lo so che ho in arretrato un bel po' di capitoli ma shhhh), SI SCHERZA, non sto offendendo nessuno tranquilli. 
Va bien questo è quanto, come al solito se vi è piaciuta almeno un pochino pochino pochino fatevi sentire che mi fa sempre piacere. Anche se non vi piace o la trovate banale, qualsiasi cosa, anche se siete rimasti un po' spaesati con il nuovo look di Jen che è passata al rosso o.O ancora non mi sono ripresa ma ok, è dalla seconda puntata di Once che non mi sono ancora ripresa quindi...stendiamo un velo pietoso :') ergo dunque potete scrivere todos.
Alla prossima!
Gio

 




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