ReggaeFamily
Cari
lettori, sono qui per una piccola premessa: come già accennato
nella presentazione della storia, tutto ciò che racconterò
in questa raccolta di scempiaggini mi è capitato davvero;
questa è la dimostrazione del fatto che la realtà è
sempre peggio di ciò che è frutto della nostra fantasia
o immaginazione!
Quindi,
vi dico: tenetevi forti, perché me ne capitano davvero di
tutti i colori, nonostante io non salga tutti i giorni sui mezzi
pubblici. Bastano un paio di volte a settimana per creare una
raccolta molto variegata e ben imbottita di scene raccapriccianti
che, siccome non posso dimenticare perché non ho la memoria di
un pesce rosso, mi trovo costretta a condividere con voi :D
Buona
lettura e grazie per aver scelto di viaggiare sulla mia compagnia di
pullman/treni/aerei totalmente gratuita XD
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Il
(quasi) suicidio delle pantofole mascoline
Autobus
extraurbano, primo pomeriggio
Fa
freddo, ho l'impressione che alla prossima fermata salirà a
bordo del bus un pinguino in cerca di calore.
Io,
mia sorella e una nostra amica siamo sedute comodamente su alcuni
sedili poco distanti dal posto di guida. Fortunatamente sul pullman
c'è il riscaldamento al massimo.
Mentre
stiamo parlando tranquillamente di tutto e di niente, l'autobus si
ferma e le mie speranze di conoscere un pinguino si spengono quando
fa il suo ingresso sul mezzo una signora attempata che si regge a
malapena in piedi.
La
prima cosa che mi colpisce sono le sue pantofole di panno, sono
piuttosto ingombranti e di pessimo gusto, sospetto si tratti di un
modello da uomo di quelli che mia nonna usa in casa perché
dice che sono comodissimi. Peccato che quest'esemplare di donna non
si trovi in casa sua, e ai piedi porti anche un paio di deliziose
calze bianche da calciatore.
Non
riesco a capire come riesca a stare al mondo, sta di fatto che smetto
di prestarle attenzione, almeno per un po'.
Il
mezzo si rimette in movimento e noto che la donna si è seduta
sul primo posto davanti, proprio accanto all'autista. Si regge con
mano tremante al sostegno di fronte a lei e rimane immobile per
almeno metà tragitto.
Un
passeggero dietro di lei le pone una domanda sulla prossima fermata e
lei si volta nella sua direzione. Si schiarisce la gola e risponde
con voce roca e quasi incomprensibile.
«Scusi
signora, come dice? Qual è la prossima fermata?» ripete
il tipo dietro di lei.
«Non
lo so eh, chiedi all'autista...» tossisce l'anziana.
Da
quel momento in poi il tranquillo viaggio in autobus si trasforma in
un'apocalisse mai conosciuta dall'uomo: la donnina innocua con le
pantofole mascoline diventa all'improvviso uno scaricatore di porto
con sembianze di lama, e comincia a deliziare noi passeggeri con
accessi di tosse e creazione di caramelle non commestibili e
pienamente vomitevoli. Intanto, si passa una mano di fronte alla
bocca, e poi la posa sul sostegno posto dinnanzi a sé.
Devo
ricordarmi di non sedermi assolutamente in quel posto quando prenderò
il pullman per il rientro, non si sa mai che possa essere lo stesso.
Mi
viene da vomitare e la vecchietta trascorre i dieci minuti che ci
separano ancora dalla nostra meta a produrre catarro per sfamare
un'intera popolazione in fase di denutrizione.
Quando
finalmente scendo dall'autobus, mi sembra di essere sbarcata sulla
Luna: la mia felicità raggiunge livelli incontrollabili e sono
contenta di essere scampata al pericolo.
L'avventura
sembra finita, almeno così penso, ma...
Stazione
degli autobus, tardo pomeriggio
Tra
poco tornerò a casa e non vedo l'ora. Ho freddo, voglio il mio
pigiama in pile e le ciabatte intonate, con tanto di calzettoni al
ginocchio. L'inverno mi piace, sul serio, ma specialmente quando non
devo mettere il naso fuori casa, il che capita molto di rado.
Il
sole ormai sta tramontando, ma ancora tinge la stazione dei pullman
di tinte arancio e giallo acceso. Tutto idilliaco, ho perfino
dimenticato ciò che è capitato durante il viaggio di
andata, finché non la rivedo.
La
donna/lama raggiunge a tentoni la piattaforma su cui anche noi stiamo
aspettando l'autobus, così posso ammirarla in tutto il suo
splendore sotto la luce del sole: indossa le suddette calze e
pantofole, abbinate a un gonnellone nero sformato e una giacca di
lana vecchia più di lei. La brezza spazza via ogni cosa,
compreso l'orlo del suo abito, che rischia pericolosamente di
mostrarci le sue vergogne e lascia intravedere un mutandone bianco in
pizzo risalente alla Prima Guerra Mondiale.
Sembra
infastidita dal sole, così pensa bene di scendere dal
marciapiede e di dirigersi, borbottando tra sé e sé,
verso un punto ombreggiato. Peccato che stia attraversando il
piazzale in cui i bus fanno il loro ingresso e che gli autisti
utilizzano per far manovra e fermarsi alla banchina prestabilita.
«Che
cazzo sta facendo?» domanda la mia amica con profonda
confusione.
«Vorrà
suicidarsi...» suggerisco.
Poco
dopo, un controllore fuoriesce dal suo ufficio e soffia all'interno
di un fischietto, poi grida: «Signora, dove crede di andare?
Torni indietro, è vietato attraversare il piazzale! Si sbrighi
a tornare sull'apposita postazione d'attesa!».
Lei
si volta e, con estrema semplicità, senza muoversi dal
pericolosissimo punto in cui si trova, proclama: «Stavo solo
andando all'ombra, eh!».
Il
controllore, spazientito, ripete: «Torni indietro».
Lei
sbuffa e riprende a borbottare tra sé; fa appena in tempo a
risalire sul marciapiede, che il mio pullman entra sfrecciando
all'interno della stazione.
Sono
spaventata all'idea che quell'essere immondo possa salire nuovamente
a bordo del mio stesso mezzo, ma fortunatamente lei rimane a terra e
io tiro un lungo sospiro di sollievo, vedendo bene di non sedermi sul
primo sedile accanto all'autista.
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E
rieccoci alla fine di questa prima perla (?) della raccolta
Deficienti sui mezzi pubblici!
Che
ve ne pare?
Vi
giuro che quel giorno ho rischiato di vomitare, visto che –
oltre allo schifo di questa “donna” - soffro di mal
d'auto e tutto ciò ha contribuito al mio malessere, tenendo
conto che avevo finito di pranzare da neanche un'ora... vi lascio
immaginare come stavo XD
Io
ora vi chiedo: perché le persone anziane credono di essere
padrone del mondo solo perché sono anziane e quindi hanno
vissuto più degli altri? Me lo sapete spiegare?
Ringrazio
chiunque abbia trovato la forza di aprire questa mia nuova raccolta,
e vi annuncio che gli aggiornamenti – salvo imprevisti –
saranno ogni lunedì :)
Alla
prossima e ricordatevi che i deficienti sui mezzi pubblici sono tra
noi! ♥
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