Presepio
Imminente
“Hai
imbrogliato!”
“Non
è vero, io non imbroglio! È stato il
fato!”
“Non
è possibile che il fato volesse questo per me!”
“Ormai
è andata così marimo, non puoi farci
nulla!”
“Non
esiste! Sei stato tu, ammettilo! Hai congiurato con la strega
e...”
“Non
osare chiamare così la mia sirena ramata!!!”
“Piantala
tu di chiamarla così! C'è senz'altro il suo
zampino qui!”
Ribollendo
di rabbia repressa, Sanji alzò un sopracciglio sentendo
intensificarsi il familiare formicolio alle mani che lo colpiva
sempre quando si trovava nei paraggi della testa di verza.
Erano
dieci minuti buoni che Zoro lo mandava ai matti per quella
stupidaggine, neanche dovesse vestirsi da clown, e lui aveva
sopportato tutte le sue lamentele infantili solo perché
avventarglisi contro avrebbe inevitabilmente rovinato il bel costume
caldo che indossava e, conseguentemente, Nami avrebbe voluto la sua
testa. Non voleva che si arrabbiasse con lui, per non parlare del
fatto che era molto più bella quando sorrideva.
“Sei
più scemo di quanto pensassi...”
mormorò scuotendo il capo. “La
mia bellissima sirena non potrebbe mai abbassarsi a simili mezzucci
per raggiungere i suoi scopi!”
Zoro
lo fissò scettico. “Stiamo parlando della stessa
Nami?” esclamò
tentando di incrociare le braccia, senza successo, innervosendosi
ancor si più. Digrignò i denti iniziando
mentalmente a imprecare
contro ogni singolo artefice di quella farsa assurda in cui lo
avevano costretto ad entrare con l'inganno. Lui aveva una reputazione
da difendere, santo cielo! Sentiva il nervoso scorrere per ogni fibra
muscolare e cerebrale del suo corpo. Respirò piano dal naso,
maledicendo Sanji e la sua accondiscendenza passiva, Rufy e le sue
idee bislacche, Franky che gli dava retta senza porsi limiti, gli
occhioni supplicanti di Chopper, quel dannato costume grigio che
indossava che gli bloccava ogni movimento e sé stesso,
soprattutto
sé stesso per essersi fatto fregare, in una sola bestemmia.
Sanji
alzò un braccio impellicciato con espressione decisa.
“Marimo
fattene una ragione. Non è colpa di nessuno, è
stato il destino a
farti estrarre il rametto più corto!”
“Destino
un paio di palle!”
Sanji
tentò con tutte le sue forze di trattenersi dal saltargli
alla gola.
È
per Nami... È per Nami... È per Nami...
“Io
l'asinello non lo voglio fare! È umiliante!”
È
per Nami... È per Nami... È per Nami!!
“E
poi mi tira tutto e pizzica, dove diavolo li avete presi questi
costumi??”
È
per Nami... È per Nami... È... per.... NAMI...!
Zoro
ghignò vedendo l'amico sforzarsi di ignorarlo.
“E
poi... il mio è orrendo, ma mi stupisce che tu non dica
nulla sul
tuo!”
È
per Nami... È per Nami...
“Hai
le corna, lo sai? Sarà un segno del destino anche il
tuo?”
È
per Nami... È per Na... EH?
“COSA
VORRESTI INSINUARE DANNATA TESTA DI MUSCHIO???”
L'omicidio
venne prontamente interrotto da una risata cristallina.
Sanji
volatilizzò sé stesso e le sue mani attorno alla
gola di Zoro in un
lampo e senza dargli modo di replica. Sconcertato, il verde si vide
costretto ad assistere all'ennesimo triplo salto carpiato del cuoco
con valanga di cuori straripanti annessa, diretto verso un preciso
punto della stanza, dove una voce familiare ridacchiava
sommessamente.
“Robin-channnnnnnn!!!!”
Nico
Robin si spostò leggiadra verso destra, consentendo al
biondo di
sfracellarsi contro il muro senza riuscire a toccarla.
Con
un sorriso etereo dei suoi tentò poi di aiutarlo ad alzarsi.
“Sanji... Sanji... volete litigare anche oggi? Lo sai che poi
il
capitano ci resta male...”
Il
biondo sprigionò cuori e sangue tentando di baciarla.
“C...comue
vuoiio tiu... miaaa meravilliosa sirena assurrrrrra...”
“Giusto
te, Nico Robin! Tu sei una persona ragionevole e a te danno ascolto,
potresti parlare con Rufy e spiegargli che non ho alcuna intenzione
di partecipare alla buffonata che ha in mente?” Zoro li
raggiunse
irritato, indicando con astio la pelliccia grigia che indossava.
La
mora lasciò cadere a terra noncurante il biondo cuoco mezzo
moribondo, alzandosi per squadrare con calma l'abbigliamento dello
spadaccino.
Dopo
una lunga occhiata sorrise affabile. “E perché
mai? Trovo che
questa pelliccia ti stia particolarmente bene.” e mentre Zoro
inorridiva, si voltò sorridente verso Sanji. “Come
anche la tua,
cuoco! Questi colori si sposano benissimo con la vostra carnagione,
siete perfetti per la foto!”
A
Sanji non parve vero. Saltò su come una molla, perfettamente
ristabilito e profumato e le fece un galante baciamano. “Le
tue
parole sono come la pioggia fresca dopo una giornata di sole torrido,
come una stella alpina sopravvissuta alla valanga, come la rosa
più...”
“Si,
si, torcigliolo abbiamo capito, falla finita!” Zoro
sbuffò
esasperato, capendo di non poter sperare nemmeno nell'aiuto di Robin
e tentando nuovamente di incrociare le braccia, non riuscendoci e
digrignando i denti, facendo ridere la donna.
Sanji
proseguì pomposo il suo monologo con la mano della mora
senza dar
idea di aver sentito alcunché. “...mia dea
azzurra, nessun altra
poteva essere più adatta per interpretare un ruolo tanto
dolce. Ti
prego, concedimi l'onore di essere il tuo cavaliere per codesta nuova
avventura, anche se si tratta soltanto dell'attimo fugace di una
fotografia, nei nostri cuori sarà il momento che ricorderemo
in
eterno...”
“Torcigliolo,
ti sei reso conto che sei il bue, vero??”
A
Sanji si gonfiò una vena del collo ma la risata divertita di
Robin
smorzò ogni intento bellicoso.
“Dobbiamo
solo fare una fotografia, ragazzi. Rufy ci tiene così tanto,
non
deludiamo il capitano.” voltò il viso verso il
biondo facendo
ondeggiare il velo leggero che le copriva parte dei capelli.
“Cuoco,
mi dispiace ma non potrò essere la tua dama. Sai bene che il
mio
posto sarà con Franky, ma saremo comunque vicini.”
aggiunse dolce
ma pratica sistemandosi con noncuranza la lunga tunica azzurra che
indossava.
Sanji
sprigionò cuoricini tutt'attorno. “Oh, mia
meravigliosa dea! Sei
così dolce a preoccuparti per me! Non temere, il tuo Mr.
Prince
lavorerà solo per te, affinché tu possa stare al
caldo...”
“...è
per finta, torcigliolo!”
“...riparata
dal freddo e gelido inverno, in quella tetra capanna...”
“...quanto
sei scemo, siamo nella stiva, non c'è nemmeno la neve e la
capanna è
tutta aperta, l'ha fatta Franky con pezzi di legno avanzati!”
“...io
proteggerò sempre la tua regale persona...”
“...è
tutto finto...”
“...nessun
altra meglio di te poteva impersonare la maestosità della
Vergine
Maria!”
“Ma
mi stai ascoltando, cuoco di serie c??”
“Zitto
marimo, mi sconcentri!”
Zoro
grugnì alterato. Indossava quel costume da meno di 10 minuti
e già
non ne poteva più. Si sentiva al limite del ridicolo, almeno
gli
permettesse di incrociare le braccia, ma no, nemmeno quello poteva
più fare, stupidi arti animaleschi! Ci si metteva pure
quell'imbecille del cuoco a distruggergli i timpani sparando
salamelecchi a vanvera in continuazione, con Robin che non lo
fermava, anzi gli dava corda! Ma dove diavolo erano finiti tutti gli
altri?? Perché non si spicciavano ad arrivare e mettersi in
posa per
quella benedetta foto così poi poteva togliersi
quell'orrenda
pelliccia di dosso??
La
mora, nel frattempo, non smetteva di ridacchiare tra sé e
sé per le
parole del giovane cuoco. “Vergine Maria... oh, si...
già, proprio
Vergine...”
“Su,
su, non divulghiamo certe informazioni così, ci sono anche
dei
piccoletti con noi, non dimentichiamolo!”
“Franky!
Finalmente!” esclamò Zoro sollevato vedendo l'uomo
avvicinarsi,
anche lui in costumi tipici dell'anno 0. Se c'era lui, la tortura
stava per finire.
Con
un sorrisino furbo Robin si voltò leggiadra verso il nuovo
venuto.
“E chi sarebbero i piccoletti?”
L'enorme
cyborg rise sguaiato indicando dietro di lei, dove il piccolo
Chopper, vestito con una semplice tunica bianca priva di fronzoli a
differenza dei suoi compagni, tentava con fatica di salire sopra una
piccola mangiatoia per animali riempita di fieno e morbidi panni di
cotone e posta esattamente al centro di una piccola tettoia di legno
che avrebbe fatto le veci della capanna originale. Alle parole del
carpentiere, il dottore si era sentito chiamare in causa e si era
voltato con cipiglio offeso verso di loro. “Ehi! Non sono un
piccoletto io!”
Sanji
lo aiutò a salire e a mettersi comodo per poi guardarlo
dall'alto
divertito. “Ma come? Non eri stato tu a chiedere di fare
Gesù
Bambino perché era la parte più adatta a
te?”
Chopper
arrossì. “Lo volevo fare io solo perché
sono piccolo di statura e
nessun altro poteva farlo... ma non sono più un piccoletto
anche se
sono basso...” si spiegò col visino triste.
Robin
gli si sedette composta accanto mostrandogli un dolce sorriso.
“Nessuno di noi lo pensa. Franky stava solo
scherzando.”
Chopper
sorrise felice di rimando. “Grazie, Robin.”
Il
cyborg si sistemò meglio la lunga barba finta e si
posizionò alla
sua sinistra, facendogli un giocoso buffetto su una guancia.
“Manca
poco e gli altri saranno qui tra un attimo, tanto vale metterci
già
in posizione. Forza fratelli, tutti sotto la suuuuper
capanna!”
esclamò indicando la mezza tettoia in legno dietro di
sé.
Zoro
e Sanji si posizionarono seduti sulla paglia profumata, alle spalle
dei tre come da copione, il primo ancora controvoglia ma ormai
arresosi al capriccio. Gli ordini del capitano non si discutevano, ma
quella volta Rufy gli doveva un favore grande come un galeone!
“Va
bene facciamo questa cosa, togliamoci il pensiero. Dobbiamo
scaldarti, no?” commentò con un ghigno facendo
ridacchiare Chopper
con un po' di solletico.
Robin
si voltò verso Franky, posto alla sua sinistra oltre la
culla dove
Chopper sedeva. “Sai dov'è Nami? Pensavo di
trovarla già qui,
doveva terminare di dipingere il cielo stellato sopra la
capanna...”
“Sono
qui infatti, sorellona!”
Cinque
teste alzarono gli occhi al cielo in contemporanea. Spaparanzata
beatamente sopra al tetto della capanna, proprio sopra di loro, c'era
la rossa navigatrice di Cappello di Paglia che sorrideva felice
sporgendosi dal bordo reggendosi l'aureola finta sulla testa.
Sanji
sprizzò gioia da tutti i pori.
“Nami-swaaaannnn!!!”
Franky
la salutò. “Finito il cielo stellato,
sorellina?”
Quella
sorrise soddisfatta guardando dietro di sé verso l'opera
d'arte di
tutto un pomeriggio di lavoro. “Altroché!
Verrà splendido nella
foto!”
Sanji
sprigionò dozzine di cuoricini dagli occhi fissandola
estasiato. “Il
vero splendore sarai tu, angelo miooooo!!! Tu e la dolce Robin sarete
le vere star stanotte!!!”
Zoro
grugnì stizzito ai vaneggiamenti del biondo che stavolta lo
sentì e
si voltò subito guardandolo in cagnesco.
“Che
hai da bofonchiare, marimo?”
L'altro
lo fissò noncurante alzando le spalle. “Nulla,
torcigliolo. Ora ho
solo la certezza che qui qualcuno ha imbrogliato davvero!”
Il
cuoco lo squadrò incerto e la spiegazione di Zoro non si
fece
attendere. “Se la mocciosa ha estratto la parte
dell'Arcangelo
Gabriele è ovvio che sono stato raggirato!”
Sanji
non ci vide più. “Come osi dare della truffatrice
alla mia dea???”
Nami,
dall'alto, lo guardò con indifferenza alzando la voce per
farsi
sentire bene da tutti. “Io forse non sarò
l'incarnazione precisa
di un angelo, ma tu caro mio ci vai a nozze con la parte dell'asino,
sappilo!” esclamò facendogli la linguaccia.
Zoro
diventò color Borgogna. “Che cosa??”
Robin
e le sue mille mani giunsero tempestive a fermare un altro omicidio.
Franky
schioccò la lingua, guardandosi attorno. “Mancano
solo quei tre,
come al solito...” commentò secco senza
stupirsene. Si avvicinò
calmo al treppiede posto in precedenza al centro della stanza, accese
la macchina fotografica e prese a regolare i vari parametri, per
ingannare l'attesa.
“La
macchina è pronta, basta solo inserire l'autoscatto.
Aspettiamo che
arrivino anche gli altri e...”
All'improvviso
proveniente dalle scale si sentì un gran trambusto di passi
affrettati e oggetti di metallo che venivano sbatacchiati di qua e di
là contro pareti e pavimenti.
“Siamo
qui, boss!!”
Franky
strinse a sé istintivamente la macchina fotografica,
preoccupato non
sapeva nemmeno lui per cosa, ma l'istinto non sbagliava mai.
Tutta
la stiva si trovò a fissare impotente l'entrata in scena
trionfale
del capitano che inciampò malamente sull'ultimo gradino e
planò per
diversi metri in aria fino a schiantarsi dritto dritto contro il
treppiedi dove una attimo prima era posizionata la famosa e
costosissima macchina fotografica, ora in salvo tra le enormi braccia
del carpentiere qualche metro più in là.
Rufy
si rialzò da terra fresco come una rosa, ridacchiando.
Usop
finì di scendere le scale con calma insieme a Brook.
“Scusate per
il ritardo ma non è stata colpa nostra.”
commentò, includendo sé
e lo scheletro nell'equazione e tralasciando il nome dell'ovvio
colpevole.
Brook
si mise a ridere avvicinandosi al gruppo sotto la capanna
improvvisata. “Yohohohohoh, il capitano era convinto che la
mirra
fosse da mangiare...”
Tutti
si voltarono allibiti verso Rufy e lui mise il broncio.
“Pensavo
fosse il nome della birra prima che diventi liquida! Capita a tutti
di sbagliare!”
L'enorme
gocciolone sulla testa di ognuno si intensificò in maniera
esponenziale.
Franky
scosse la testa divertito rimettendo in posizione il treppiedi.
“Ora
che ci siamo tutti possiamo fare la foto così mi tolgo
finalmente
questa palandrana? Mi stringe troppo sulle gambe...”
Zoro
sbuffò. “San Giuseppe può lamentarsi e
io no...”
Rufy
si sistemò meglio il cappello di paglia sopra al turbante
verde da
Re Magio e annuì felicissimo sistemandosi con Usop e Brook
vicino a
Robin.
“Inserisco
l'autoscatto...”
Zoro
si schiarì la voce. “Mocciosa scendi di
lì, rischi di cadere.”
Nami
lo guardò dall'alto, lisciandosi le belle piume che aveva
sulla
schiena. “Sei preoccupato per me, testa di muschio?”
Lo
spadaccino alzò un sopracciglio. “Affatto. Ho solo
paura che il
tuo sederone possa finirmi in testa se cadi...”
“Ma
brutto...!!”
Mille
mani fiorirono di nuovo tempestivamente.
“Ho
messo l'autoscatto!”
“Yohohohohoh,
mia cara Robin posso sapere se sotto tutto quell'azzurro porti anche
qualcos'altro in tinta?”
“Sorridete,
tra venti secondi scatta! Fatemi posto!”
Il
cranio di Brook fece un curioso rumore sordo sbattendo contro la
mangiatoia.
“Mi
raccomando, voglio il vostro sorriso più
suuuuper!!!!”
Rufy
si sporse indietro bisbigliando all'orecchio peloso di Sanji.
“Mi
hai portato il cosciotto che ti avevo chiesto?”
“Dieci
secondi! Fermi nelle pose!”
Il
cranio di Rufy fece lo stesso rumore di quello di Brook.
“Usop?”
Dimentico
delle richieste di Franky, l'interpellato alzò il viso,
incuriosendosi quando incrociò l'occhio sospetto di Nami
rivolto al
sacchettino che teneva in mano.
“Quello
che hai lì non sarà mica oro del tesoro, vero?”
“...ehm...”
“Beh?”
“...non
trovavo le monete di cioccolata!”
“USOP!!!”
“Sorellina,
silenzio e sorridi prego!!”
Chopper
fece segno allo spadaccino di avvicinarsi per sussurrargli qualcosa.
“Sanji
fa troppo ridere con i corni, avevi ragione!”
Zoro
sghignazzò compiaciuto.
“Cinque
secondi... tutti pronti?”
“Facciamo
la foto e poi ti appendo per le palle, marimo!”
“Forza,
diciamolo insieme...”
Tre...
Due...
Uno....
“AUGURI
DI BUON NATALE!!!!”
Flash
Angolo
Autore:
...
.......
..........non
lo so bene che cos'è, so solo che li 'Elio e le Storie Tese'
ascoltati di notte causano brutti scherzi alla mente! Ma sono
fantastici e adorabili! Quindi anche se non è
granchè, questa è
tutta per voi, grazie!
Poi
soprattutto devo ringraziare gli organizzatori dello splendido Fairy
Piece per avermi dato la possibilità di partecipare a questa
bellissima challenge natalizia! Mi sono divertita molto! Amo il
Natale e con le vostre idee rendete tutto ancora più bello!
Continuate così per sempre vi pregoooo!!
Buona
festa di Santa Lucia a tutti!
Momoallaseconda
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