26
luglio 2017
Caro
diario, scusa se torno a scriverti solo ora, ma sono tornata a casa con
due giorni di ritardo (due giorni meravigliosi tralaltro) e il lavoro
arretrato mi ha letteralmente sommersa. È ormai notte fonda,
tutti dormono, i telefoni non squillano più, e la
tranquillità finalmente mi permette di aggiornarti sugli
ultimi incredibili eventi.
Bene,
da dove riprendere?
È stato tutto tremendamente fantastico che mi
sembra davvero di essere in uno dei miei sogni immaginari, ma poi
rivedo quella foto sul comodino, della convention di me abbracciata a
Tom e sorrido come una stupida. Sorrido perché allora in
quello scatto non era accaduto ancora nulla e il coraggio, e
soprattutto la consapevolezza di essere certa di non rivederlo mai
più, mi aveva spinta a stringerlo il più
possibile nelle mie braccia pensando fosse l'unica e sola mia chance!
E
poi invece è accaduto l'inverosimile! Stento a crederci, ma
è vero! Le foto sul cellulare lo confermano e non
è frutto di nessuna immaginazione! Quel pomeriggio in
incognito alla villa Medicea è immortalato in una sequenza
di scatti, che ritraggono proprio me e Tom con le facce buffe come due
vecchi amici! Foto in cui io col mio cellulare mostravo un'inquietante
immagine di Tom e Daniel trovata sul web e lui aveva pensato bene di
fare qualche selfie.
La sorpresa di quando me le ha mandate ieri sera prima di
augurarmi la buonanotte è stata immensa!
Ero veramente io in quelle foto con lui!
Ma
prima di dirti altro devo raccontarti di com'è andato
l'altro ieri, il mio secondo ed ultimo giorno con Tom.
Dunque, ti avevo detto che dopo un breve impulso coraggioso
gli avevo dato la buonanotte con un rapido bacio sulla guancia per poi
chiudermi in camera per nascondermi dall'imbarazzo. Ho passato la notte
a scriverti di quanto accaduto perché non riuscivo a
chiudere occhio, troppe le emozioni della giornata appena trascorsa
insieme a lui.
Credo di essermi addormentata sul tardi, perché la
mattina non ho sentito la sveglia programmata per le 9:00 e mi sono
svegliata tipo alle 11:30 passate.
Al risveglio non ti dico, lo shock vedendo l'immensa camera!
Avevo totalmente rimosso i ricordi della sera precedente e mi ci volle
qualche minuto per capire che mi trovavo ancora a Firenze, in un
albergo di lusso, per di più con Tom Felton!
Poi
un vortice di ricordi tutti insieme: la serata in giro per Firenze, le
birre al pub, la chiacchierata fuori al corridoio della mia stanza, il
bacio sulla guancia!
Già il bacio...
Con quale faccia potevo presentarmi da lui?! E cosa ancora
peggiore, avevamo un orario per vederci quella mattina?!
Era quasi mezzogiorno e se lui mi aspettava per colazione?!
E se il mio non essermi presentata l'avesse ritenuto offensivo
in qualche modo?
Ti giuro, mi scoppiava la testa, quella birra a tarda sera non
dovevo affatto prenderla! Mi sono buttata sotto la doccia
immediatamente cercando di riprendere lucidità.
Quando però ho frugato tra i miei abiti cercando
qualcosa da mettere, con orrore ho scoperto di non aver alcun capo
pulito da poter indossare, (chi diavolo pensava di restare 2giorni in
più fuori casa?) mi restava la canotta con lo stemma
Slytherin messa solo alla convention e il jeans che misi la prima sera
in giro per Vinci.
Cavolo, ci saranno stati 40° all'ombra e quei
pantaloni non riuscivo proprio a sopportarli, ma dal momento che era
l'ultimo giorno potevo fare un'eccezione.
Ho legato velocemente i capelli in una coda alta e mi sono
fiondata verso l'uscita, il mio primo pensiero
è stato quello di cercare Tom per scusarmi, speravo di
trovarlo al solito angolino nella hall, ma una volta aperta la porta
con sorpresa (e per poco non la calpestavo)
ho trovato sull'uscio una rosa bianca ed un biglietto.
Sono rimasta imbambolata sulla porta, poi, prima di raccogliere le cose
ho dato un rapido sguardo da entrambi i lati del corridoio, ma nulla.
(Beh in quel momento pensavo fosse stata lasciata da poco, ma ora che
ti scrivo a pensarci poteva essere stata lì da molto, chi mi
aspettavo di trovare se non le cameriere??! Che idiota che sono!)
Sono rientrata in camera e non ti nego che sono rimasta come
una stupida diversi minuti con entrambe le cose in mano senza sapere
cosa fare. Ho portato la rosa sotto al mio naso e aveva un profumo
bellissimo, delicato ma allo stesso tempo intenso. Ho poi deciso
finalmente di leggere quel bigliettino e sono rimasta senza parole: era
di Tom!
( Di chi poteva essere!? Hai ragione, ma in quel momento...
ero in un mondo apparte, in quei giorni ero così rimbambita
che mica riflettevo su quello che accadeva!? )
"This
morning I waited for
you, but you did
not come...
I hope it's not
for last
night, if
I did something
that upset
you, it was not
my intention."
Leggevo
quelle parole e sorridevo, poi le rileggevo e andavo in ansia,
ripensando a lui povero che mi aveva aspettata per la colazione
chissà per quanto. Poi sorridevo ancora all'idea che
pensasse di aver commesso qualcosa di sbagliato... lui?!
Ma dico, scherziamo?
Ho chiuso gli occhi e ho annusato per l'ennesima volta il
profumo di quella rosa... Tom Felton mi aveva scritto un bigliettino di
suo pugno per scusarsi di una cosa che non aveva fatto e mi aveva
regalato un fiore...
Ero entrata in una bolla in cui mi ritrovavo solo io a
fantasticare su quelle parole e quel gesto dolcissimo e mi sentivo
leggera come una piuma in quel vortice di emozioni, manco fossi stata
Luna Lovegood!
Ok,
dopo essermi ripresa ho deciso di uscire e andare alla ricerca di Tom,
dovevo essere io quella a scusarsi! Sono scesa in hall chiedendo ai
ragazzi della reception se lo avessero visto, non sapendo nemmeno in
quale camera fosse, l'unico modo era quello di domandare a loro. Il
ragazzo mi aveva detto di averlo visto solo in mattinata poco dopo
l'orario delle colazioni, poi non aveva badato certo a lui.
Ringrazio gentilmente chiedendo il numero della sua stanza,
pensando di trovarlo lì.
Mentre ritornavo sui miei passi, in attesa dell'ascensore (
sei rampe di scale non volevo per niente farle) mi sono incantata a
guardare fuori dalla finestra e avevo notato che dall'albergo si poteva
accedere a dei giardini privati con gazebo, panchine e aiuole fiorite,
e infatti dopo ci sono andata, (era il mio ultimo giorno in un albergo
di lusso, dovevo approfittarne!)
Comunque: Arrivo fuori quella che doveva essere la camera di
Tom, la P108 e col cuore in gola esito per qualche istante, sentivo dei
rumori all'interno, quindi doveva essere lì, prendo un
respiro e busso. Qualche istante e la porta si apre, ma al posto di Tom
compare una ragazza!
Ti
giuro, per un solo istante sono più che certa che il cuore
mi si è bloccato...
Resto senza parole, ma fortunatamente la ragazza ne ha per
entrambe, in breve mi dice che il "signor Felton non era in camera" e a
quelle parole, dopo averla osservata dalla testa ai piedi mi sono resa
conto che fortunatamente si trattava solo della donna delle pulizie.
Che stupida vero?
E pure se fosse stata una donna qualsiasi?
Tom era libero di fare quello che voleva, dopotutto io non ero
niente, noi non eravamo niente, non mi doveva alcuna spiegazione no!?
E allora perché la "rosa e il biglietto" mi
diresti, vero?
Certo hai ragione, sarebbe stato alquanto bizzarro se avesse
fatto un gesto simile, per poi spassarsela con qualcun'altra...
Vabbè non è stato così per fortuna, ed
è questo quello che conta!
Ho salutato e ringraziato la buona donna ( no, non le ho dato
della poco di buono tranquillo, è stata davvero gentile) e
sono ritornata al piano terra. Avrei incontrato probabilmente Tom a
pranzo forse, o nel pomeriggio. Questo è quanto pensavo una
volta ritornata sui miei passi. Non sapevo invece che lo avrei
incontrato proprio in quel delizioso giardinetto dell'albergo.
Infatti,
mentre passeggiavo tra le aiuole, ho cominciato a sentire l'eco di una
melodia, qualcuno stava suonando, e si trattava di una chitarra. Ero
più che certa che fosse lui, infatti continuando a camminare
verso quella direzione, proprio dietro un albero vedo spuntare in
lontananza un ammasso di capelli biondi spettinati e ribelli.
Era così bello...
Quando lo vedo con quello strumento tra le mani, impazzisco
letteralmente per lui. Non è più Tom Felton
l'attore bello e seducente, ma è un ragazzo dagli indomabili
ciuffi biondi che attraverso la musica esprime gioia,
solarità e simpatia.
Mi sono avvicinata lentamente, non volevo interromperlo, era
un piacere vederlo e ascoltarlo suonare, mano a mano che procedevo
cominciavo anche a sentire il motivetto che stava canticchiando a bassa
voce e ne sono rimasta totalmente incantata.
"Gold Rush" di Ed Sheeran,
avrò visto quel video su Istagram un milione di
volte, ma sentirlo da vivo era tutt'altra cosa, un emozione
indescrivibile!
Peccato
che con uno scricchiolio
improvviso dovuto a qualche ramoscello calpestato per sbaglio ( la mia
solita goffaggine) abbia destato
la sua attenzione, facendogli così interrompere
la canzone che
stava suonando. Si
gira e resta stupito quanto me di trovarsi faccia a faccia in quel
giardino. All'improvviso mi ritrovo col cuore a mille, immersa in quei
limpidi occhi azzurri senza sapere cosa dire o fare, e solo allora mi
son resa conto di avere tra le mani ancora la rosa e il suo biglietto.
L'unica cosa che son riuscita a dire è stato un misero e
tremolante
"Hi"
accompagnato da un'alzata di spalle e un sorriso abbozzato,
mostrando quello che avevo tra le mani. Lui dopo aver adagiato la
chitarra accanto alla panchina si è alzato e mi è
venuto incontro. Mi ha dato il buongiorno e restando a debita distanza
ha aspettato che parlassi.
Non riuscendo a tenere lo sguardo fisso su di lui, mi sono
seduta e ho aspettato che facesse lo stesso. Ho preso coraggio e
continuando ad alternare lo sguardo da lui (che intanto aveva preso
posto di fianco a me) al biglietto che rigiravo tra le mani gli ho
spiegato brevemente che era stato carino a fare quel gesto, ma che non
aveva fatto nulla di sbagliato e che quella a scusarsi dovevo essere io
dal momento che non mi ero presentata a colazione. Dopo aver sentito
dell'inconveniente della sveglia è scoppiato in una sonora
risata esclamando ad occhi sgranati "Really!?"
E poi mi ha detto di esserne sollevato, poiché
temeva davvero che a causa del fumo o di qualche altro suo gesto me la
fossi presa con lui.
Dopo
averlo rassicurato siamo rimasti a fissarci per un tempo indefinito,
per di più sono certa che non eravamo mai stati
così vicini per così tanti minuti. Oltre che a
vederlo così vicino, potevo davvero sentirne la presenza al
mio fianco, per di più le ginocchia erano praticamente
incollate le une alle altre e quel contatto mi mandava in estasi. La
magia si è interrotta però quando (a furia di
torturare quella povera rosa innocente a causa dell'agitazione) mi sono
punta un dito e mi è scappata di mano.
Dopo aver fissato il punto dell'indice sinistro che mi doleva,
mi chino immediatamente per raccoglierla e non mi accorgo che
è lo stesso gesto che fa anche Tom.
La raccoglie prima di me e io finisco per poggiare la mia mano
sulla sua, ma la tolgo quasi subito colpita da una scarica
adrenalinica: eravamo ancora più vicini ed io avevo il cuore
a mille, lui mi ha sorriso dolcemente, ha posato la rosa sulla panchina
e inaspettatamente mi ha preso la mano sinistra, passandomi
delicatamente il polpastrello sul posto esatto in cui la pelle si era
arrossata, domandandomi se mi facesse ancora male.
Credi che sia riuscita a dirgli qualcosa? Nemmeno un semplice
"no"
è fuoriuscito dalle mie labbra, mi sono
semplicemente limitata a scuotere il capo e ad abbassare lo sguardo.
Grosso errore, perché è finito proprio
sulle nostre mani, e su quella salda ma delicata stretta in cui Tom
teneva dolcemente la mia. Non sembrava voler lasciare quella presa ed
io altrettanto, ma non sapendo cos'altro fare ho alzato il capo e mi
sono ritrovata a fissare quelle labbra piene e quei fantastici occhi
azzurri che, secondo dopo secondo, sembravano avvicinarsi sempre
più a me.
Era così vicino che potevo sentirne il respiro, il
cuore martellava incessantemente, un turbine di emozioni mi ha
letteralmente travolta pensando a quello che stava per accadere, mi
è sembrato quasi che tutto accadesse in slow
motion: centimetro dopo
centimetro la distanza che ci separava diminuiva e quando i nostri nasi
quasi stavano per sfiorarsi mi sono abbandonata totalmente, chiudendo
gli occhi e perdendomi in quel vortice di emozioni.
***To
be
continued***
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