Atlantide
una
one-shot
Quando
arrivai là era già troppo tardi.
Me
lo disse, voleva essere protetta.
Mi
depistarono.
Era
la Notte di Fuoco, nota come la notte più calda d’estate,
il 12 Agosto. Caso voleva, però, che quella notte pioveva. La
pioggia aveva favorito l’omicidio della mia più cara
cliente. Si facevano chiamare i “Killer acquatici”, noti
nel colpire solo durante la pioggia. Arrivai all’appartamento
di Miss Clare esattamente alle 00:55. L’orario me lo ricordo
bene, perché, mentre rimasi scioccato nel vederla a terra, col
braccio destro che portava la mano a coprire la ferita sul fianco
sinistro, mi capitò di vedere l’orologio al polso di
lei, con la lancetta che scoccò il cinquantacinquesimo minuto.
Aveva lo
sguardo perso nel vuoto, quello di una che aveva ormai perso le
speranze, di una persona che contava sull’aiuto di qualcuno…
che non sarebbe mai arrivato. Non avevo ancora capito il modus
operandi di questa squadra di killer d’acqua. D’altronde,
una catena di omicidi la si capisce soltanto con un elemento in
comune tra di loro. L’acqua si infiltra ovunque, di conseguenza
è difficile capire dove questa si concentra. Ed esattamente
come l’acqua, questi omicidi prima o poi andavano a finire da
qualche parte. La nostra cliente li punzecchiava, ma per scoprire
qualcosa di ancora più grosso. Miss Clare
era abituata a locali notturni ove passava la sera dopo una giornata
di lavoro intensa, cercava di capire per quale motivo tutte queste
persone stessero morendo, e soltanto durante i giorni di pioggia.
Decise di affidarsi a me, che ficcanasare negli affari degli altri lo
faccio di mestiere. La pioggia si sa, cade quando più le pare
e piace. Potrebbe piovere per un mese consecutivo, come potrebbe non
piovere per mesi. Lo stesso faceva questa squadra di killer seriali.
La mia cliente cercava di capire il perché, perché
queste persone ce l’avevano così tanto con la sua
famiglia e
perché uccidevano anche altri.
Venni a sapere che si trattava perlopiù di rivalità tra
due famiglie ed una corporazione. La famiglia di Miss Clare
voleva un artefatto millenniale che sosteneva di possederlo, anche la
famiglia rivale lo pensava, mentre la corporazione lo voleva con sé
a tutti i costi indipendentemente dall’eredità
ufficializzata tra le due famiglie che se la contende. Tutto ciò
è illegale quando non si centra nulla con un contratto
ereditario? Sì, ma chiudono sempre un occhio quando vengono
passate delle mazzette sotto banco ai giudici con bassi valori
morali. Qui abbiamo tre gruppi di persone che vanno dietro ad un
artefatto che potrebbe non essere mai esistito ed una squadra di
assassini che uccide chiunque sia legato al manufatto. Ma perché
questa squadra di assassini uccide solo durante la pioggia? La
risposta è da ricercarsi nel manufatto stesso. Miss
Clare
cercava di ottenerne l’atto di proprietà perché
sapeva che apparteneva alla sua famiglia. La mia cliente mi cercò
direttamente in studio, perché diceva di non sapere a chi
altri rivolgersi e aveva paura che prima o poi sarebbe morta, cercava
protezione.
Ho
cercato di seguire la loro pista, tutta gente che sembrava non avere
alcun collegamento. E nel mentre, Clare viene uccisa il 12 Agosto
intorno alle 00:30, nella
sua stessa stanza. Toccandole
il polso, sembrava ancora caldo. Qualcuno
aveva lasciato la finestra aperta, fuori pioveva. Mi avvicinai alla
cucina nel completo disordine. Tutto l’appartamento era in
disordine, dalla cucina al soggiorno nella stanza stessa, che
comprendeva un divano a due posti completamente sfoderato ed un
tavolo rovesciato. La televisione era stata buttata a terra. Era
evidente che stavano cercando qualcosa. Ritornai da Clare senza vita,
perduto, senza una pista. Se là fuori dalla finestra c’era
qualcosa, sarà probabilmente stato cancellato dalla pioggia.
Notai poi che la mano era fin troppo rigida, l’indice fin
troppo dritto. Inconsapevolmente guardai dove stava puntando l’indice
e mi accorsi dell’unico quadro messo ancora per bene, senza
alcun graffio, in uno sfondo come quello del muro dalle tinte
violacee che rendevano quella stanza più buia di quanto non lo
fosse. A prima impressione non notai niente di strano, poi lo toccai,
questo si mosse in automatico come una porta scorrevole, verso
sinistra. Vi sbucò una parte di muro nascosta con all’interno
un biglietto.
“Questa
sera piove, questa sera mi troveranno. Non tormentarti, non è
colpa tua. L’ho
voluto io. Sono stanca di questa vita, andare dietro ad uno stupido
atto di proprietà di un oggetto di anni fa, che non ho nemmeno
mai visto… Sono stanca. Hai fatto del tuo meglio.”
E’
una fortuna che ormai sapessi cosa volevano, anche se riuscire a
trovarli è sempre difficile. Pensai che avesse
solo peggiorato la situazione, deluso. Ha
lasciato che vincessero i potenti, quelli che non meritano di
vincere. La sua
famiglia non ne sarebbe stata orgogliosa, ma nessuno l’avrebbe
biasimata…
Non
ero sicuro
se lasciar perdere.
Anche
per me sta diventando estenuante inseguire
dei tipi che uccidono chiunque sia anche lontanamente collegato ad
una brocca contenente un’elisir di lunga vita… nelle
notti
di pioggia.
E’
difficile seguire le loro tracce, ma…. Sarei
riuscito
a trovarli.
La
brocca non apparteneva a nessuna delle due famiglie, né alla
corporazione che ne vuole replicare la formula, ma alla città
stessa, fonte dell’elisir di lunga vita. A chiunque era vietato
berlo, ma proprio per questo non è mai stata provata la
veridicità dell’elisir, anche perché se lo fosse,
qualcuno qui
avrebbe
più di cento anni. Le due famiglie che governavano Atlantide
se la litigavano a tal punto da scatenare una guerra che mandò
la città in rovina. Nella confusione e nel caos, il figlio del
padre di una delle due famiglie, decise di sfidare le regole imposte,
bevendo l’acqua di Atlantide contenuta nella brocca. Poteva
essere che fosse
la stessa persona che si fece
chiamare Killer acquatico.
Ormai
fui a buon punto.
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