32.
Last Impression
La
prima impressione che ebbe di lei, scorgendola con la coda
dell'occhio che lo osservava timidamente dal sottoscala, fu che si
trattasse di un folletto pallido e magrolino, ficcato quasi per
sbaglio in un vestito color lavanda troppo largo che ricadeva addosso
a quel corpo gracile con lo stesso effetto che avrebbe avuto se fosse
stato indossato da un attaccapanni. Anche alla tenera età di
quindici anni, Roy Mustang sapeva riconoscere una bella ragazza
quando ne vedeva una, e perciò, con una noncuranza che non
si diede
neanche la pena di nascondere, classificò la piccola e
insipida
figlioccia del suo maestro come un dettaglio del tutto
insignificante, che fu presto messo da parte e dimenticato rispetto a
tutte le altre eccitanti novità relative alla sua futura
permanenza
a casa Hawkeye. La sua seconda impressione, maturata qualche
settimana o mese più tardi, fu nel complesso che Riza pareva
essere
una bambina schiva ma piuttosto gentile, anche se non troppo
simpatica; una insomma che più ci stavi alla larga
più ci andavi
d'accordo. Roy
di solito, quando era annoiato e non sapeva che altro fare, si
arrampicava sul vecchio platano in giardino e la guardava stendere i
panni all'aperto, sui lunghi filari di corda, chiedendosi cosa
potesse mai trovarci di tanto interessante il
suo amico Jack Sommers in un tipino così. Quindi si limitava
a
sbirciarla, un po' dubbioso, un po' scocciato.
La terza impressione fu
quella di Ishvar.
Aveva tra le labbra
così tante cose da dire, ma gli occhi di lei dicevano
chiaramente di
non voler ascoltare.
Solo nella sua tenda quella notte, ricordava di
aver pianto. Eppure l'ultima
impressione, quella definitiva, la ebbe un pomeriggio d'autunno e in un modo assolutamente inaspettato, mentre indietreggiava con le braccia tese e le mani che stringevano forte quelle di Riza. La ebbe
mentre crollavano insieme sul letto e il suo cervello registrava marginalmente che Riza aveva labbra morbidissime e un neo minuscolo appena sotto la scapola. Mentre il suo nome -Riza, finalmente
solo Riza- gli rotolava fuori tra un respiro e
l'altro, con
una facilità e un sollievo quasi disarmanti.
Perchè in quell'istantanea di luce ambrata, con le dita che tremavano ancora un pochino e il cuore che aveva ormai perso qualche battito, Roy s'innamorò di lei.
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