The one that got away

di Tigre Rossa
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The one that got away

 

 

 

 


 

In another life, I would be your girl
We'd keep all our promises,
be us against the world
In another life, I would make you stay
So I don't have to say you were
the one that got away
the one that got away

-Katy Perry, The one that got away-

 

 


 

 

A volte ti illudi davvero di essere riuscita a dimenticarlo.

Dopo tanti anni, tanti decenni, sarebbe anche giusto, no?

Hai passato tanto tempo ad estirpare dalla tua vita qualsiasi cosa che potesse impedirtelo.

Hai passato quasi tutta la vita a soffocare i tuoi ricordi più dolci, a nascondere le tue lacrime, a negare il tuo dolore ed a tentare di riempire quel vuoto che senti nell’anima da quel giorno così lontano.

Hai lottato così tanto per essere forte, per non crollare alle note di una chitarra triste, al suono del suo nome portato via dal vento.

Hai combattuto per non cadere in pezzi, senza di lui.

Hai stretto i denti, ti sei asciugata le lacrime ed hai preso in mano la tua vita.

Hai affrontato il mondo tutta da sola, quello stesso mondo che lui aveva giurato di fronteggiare sempre al tuo fianco.

Sei diventata una piccola, forte guerriera, dagli occhi freddi e il viso inflessibile, e ne vai fiera.

Sei fiera di quello che sei riuscita a costruire e di ciò che sei diventata, coraggiosa combattente.

A volte, ne sei così fiera che quasi non ti importa più di quello che hai passato.

Ti illudi che non possa più farti male, quel fantasma che ti perseguita da sempre, non ora almeno.

Ti illudi di essere finalmente riuscita a dimenticare tutto quanto, di aver cancellato per sempre dalla tua mente e dalla tua anima quel viso, quella musica, quel sorriso.

Ma poi, basta poco a far crollare questa fragile illusione, veramente troppo poco.

Una nota familiare nell’aria, una vecchia fotografia, il sorriso gioioso e pieno di vita di tua figlia Coco, così simile a quello di colui che tanto hai amato.

Basta poco così, ed ecco che cadi a pezzi, come la sciocca ragazzina innamorata che eri quando Hector ti ha lasciata.

La stessa ragazza follemente innamorata che, in qualche parte dentro di te, ha continuato a vivere nonostante tutte le sue ferite, ogni singola volta crolla ancora.

Tu crolli, Imelda, ogni singola volta.

Crolli, e tutte le tue bugie si frantumano come farfalle di vetro.

Crolli, e il dolore ti assale come se non fosse passato nemmeno un giorno, nemmeno un’ora, nemmeno un singolo secondo.

Sei di nuovo lì, alla porta della vostra prima casa, con Coco accanto a te e il vento freddo che ti sfiora il viso in carezze prive di qualsiasi conforto.

Sei lì, immobile e con gli occhi lucidi, a guardare l’amore della tua vita che ti dà le spalle ancora una volta e se ne va, consapevole che non tornerà mai più.

Sei lì, ed è come se il tuo cuore si spezzasse ancora una volta, in pezzi infinitamente più piccoli. E fa più male ogni singola, maledetta volta.

È lì che capisci di non averlo dimenticato. Di non essere ancora riuscita a scacciarlo dalla tua vita, per quanto lui sia scivolato via da essa così tanto tempo fa.

Sei ancora troppo innamorata per riuscire a dimenticare chi ti ha dato tanto da ricordare, per quanto tutti quei ricordi ti strazino l’anima più di mille pugnalate.

Ogni volta che succede, ogni singola volta che la verità ti risveglia dalle tue dolci illusioni in questa maniera tanto crudele, per un breve, fugace momento, lasci che i sospiri del tuo cuore abbiano il tempo di trasformarsi in urla, prima di soffocarli ancora.

Ogni singola volta, rivivi quel giorno e ti chiedi come sarebbe stato, se tutto ciò non fosse mai successo.

Ti chiedi come sarebbero andare le cose, se quella sera fossi riuscita a fargli cambiare idea. Se fossi riuscita a fermarlo. Se gli avessi impedito di lasciarti per sempre.

Ti chiedi se avrebbe cambiato idea, se avesse visto le tue lacrime.

Se ti avesse sentita cantare quella canzone che scrisse per te tanti anni prima, si sarebbe voltato e ti avrebbe abbracciata, memore nuovamente della sua promessa?

Se avesse visto il dolore nei tuoi occhi, quel dolore che ancora ti tormenta, avrebbe capito?

Se avesse visto quanto il suo abbandono ti avrebbe ferita, sarebbe rimasto?

Ti chiedi come sarebbe stata la tua vita, se lui non se ne fosse andato.

Se il tuo Hector non se ne fosse andato via da te per sempre.

Ma poi ti ricordi che è inutile continuare a chiederselo.

È inutile, doloroso e quasi crudele chiedersi come la tua vita sarebbe cambiata, se lui avesse scelto te e la vostra bambina al posto della musica e della gloria.

È inutile pensare a quello che sarebbe potuto essere, e lo sai bene.

Per questo ogni volta ricordi a te stessa la tua forza, ti costringi a rimettere insieme i pezzi e a rialzarti, prima che qualcuno possa scorgere la tua debolezza.

Per questo zittisci quelle urla fino a quando non soffocano in loro stesse, ed indossi ancora una volta la tua armatura pur di proteggere quel cuore spezzato che non potrà mai tornare integro.

Per questo ti asciughi le lacrime e ricordi a te stessa che lui è quello che se n’è andato.

È lui è quello che se n’è andato, e non puoi né devi continuare a soffrire per i suoi di errori.

Non per lui.

Non ancora per lui.

 

 

Sembra passata una vita intera dall’ultima volta che l’hai stretto tra le braccia.

È passata una vita intera, in effetti. Non riesci nemmeno a ricordare quando è stata l’ultima volta che siete stati tanto vicini.

Ma ora è qui, tra le tue braccia, il corpo scosso dai brividi ed il volto contorto dal dolore.

È tra le tue braccia, ma se ne sta andando un’altra volta.

E questa volta, sarà davvero per sempre.

Non dovrebbe toccarti, tutto questo. Non dopo tutto ciò che ti ha fatto. Non dopo la sofferenza che ti ha causato e la voragine incolmabile che ha aperto nella tua vita. Non dopo aver impiegato la maggior parte della tua vita e tutta la tua morte a cercare di dimenticarlo.

La consapevolezza di essere sul punto di perderlo ancora non dovrebbe ucciderti come invece sta facendo.

Ma allora, perché ti senti come se, assieme a lui, stessi scomparendo anche tu?

Non te lo chiedi, non ora. Non ne hai il tempo né la forza per farlo.

Sibili ordini ai tuoi parenti, affinché ti portino tutto ciò che può aiutarti a rallentare tutto questo ed ad alleviare il suo dolore. Loro corrono, con l’urgenza impressa a fuoco nei loro visi, e tu resti da sola con lui, a stringerlo forte a te ed a spostargli i capelli dalla fronte.

Lui ti guarda, ti guarda come se non riuscisse davvero a credere che tu sia lì, con lui, in questo preciso momento.

Tu non riesci ad incontrare il suo sguardo. Non ne hai la forza, tu che di solito sei tanto forte.

Non vuoi che possa leggerti dentro come faceva tanto tempo prima, quando eravate solo voi due contro il mondo. Non vuoi che guardi dentro di te e veda quella ragazza innamorata piangere ed urlare, e capisca ogni cosa ancora una volta.

E non vuoi rischiare di scorgere in lui quello stesso ragazzo che è riuscito a rubarti il cuore quando nessun altro riusciva anche solo ad intravederlo e, nel riconoscerlo, sentire il tuo mondo crollare ancora di più.

Ma, anche se i vostri occhi non si incontrano, entrambi sapete la verità.

L’avete sempre saputa, in fondo, ma eravate entrambi troppo feriti per accettarla.

L’avete compresa davvero quando la tua voce ha danzato con la sua musica un’ultima volta, un piccolo miracolo in cui mai nessuno di voi avrebbe mai osato sperare.

Continui a spostargli indietro i capelli, sfiorandogli appena la fronte in timidi tocchi, e sussurri frasi che nemmeno tu riesci a cogliere, parole d’incoraggiamento, promesse, minacce. Qualsiasi cosa il suo cuore agonizzante ti suggerisca. Qualsiasi cosa che lo spinga a restare.

“Non osare lasciarti andare. Non osare scomparire.”

Lui sospira, come se i tuoi ordini lo divertissero.

“Non posso impedirlo, mi amor.” sussurra piano ed ad occhi chiusi, quasi con difficoltà.

Mi amor.

Quel soprannome tanto dolce quanto doloroso ti toglie il fiato.

Quanto tempo è passato, da quando ti ha chiamata così?

Quanto tempo?

Stringi i denti, tentando di scacciare i ricordi che cercano di sopraffarti.

Non puoi essere debole, non ora, non come lo sei stata l’ultima volta.

L’hai già perso una volta, Imelda.

Non puoi perderlo ora che finalmente è tornato da te. Non puoi, e basta.

“Sì, invece.” sibili, a voce tanto bassa da essere quasi difficile da percepire “Non osare andartene ancora.”.

A quelle parole spalanca gli occhi, e per un frammento di secondo ti incatenano a sé, e sono sempre gli stessi meravigliosi occhi sinceri che ti hanno fatta innamorare la prima volta.

In essi riconosci il tuo stesso dolore, il tuo stesso rimpianto, i tuoi mille forse e perché.

In essi, vedi riflessa te stessa e questa volta no, non riesci a distogliere lo sguardo.

Deglutisce piano, prima di sussurrare, quasi come se quelle parole gli facessero più male di qualsiasi altra cosa “Non voglio andarmene. Non ho mai voluto davvero andartene e lasciarti. Mai.”.

I suoi occhi sono umidi, quando li richiude con forza per impedire alle lacrime di scivolare via, e puoi sentire anche i tuoi bruciare, come se quella confessione avesse spezzato la tua ultima difesa, avesse infranto l’ultima placca della tua armatura.

Respira piano, tentando di riprendere fiato, ma la sua voce trema sempre di più nel sussurrare, con più dolore di quanto tu sia disposta a sopportare “Se potessi, farei tutto in modo diverso. Se potessi . . .”

C’è la tua stessa agonia, contenuta in quei sussurri. I tuoi stessi rimorsi. Il tuo stesso amore infranto.

Solo in questo momento capisci perché non hai mai potuto dimenticarlo.

Lui non ti ha mai lasciata, non davvero.

Il suo cuore è rimasto con te, stretto nelle tue mani senza che tu te ne rendessi nemmeno conto, troppo avvolta nel tuo, di dolore.

I suoi pensieri, anche nella morte, sono stati solo per te e la vostra famiglia.

Quello che avreste potuto avere, quello che avreste dovuto avere.

Quello che vi è stato portato via.

Quello che vi spettava di diritto, se fosse stati entrambi un po' più forti.

 Quello che doveva essere vostro, e che non potrà mai più esserlo.

“Mi dispiace. Mi dispiace davvero. Mi . . .”

Incapace di sopportare altro, ti sporgi in avanti e fermi quel flusso di dolore coprendo la sua bocca con la tua, in un bacio che entrambi a lungo vi siete negati e che sa di disperazione e di rimpianto, ma anche di perdono, e dolcezza, ed eternità.

Lo sentì tremare appena sotto di te, ma quel contatto è così giusto e talmente desiderato da entrambi che non vi importa di nient’altro.

Restate così per qualche momento, stretti come due bambini, e quando finalmente ti tiri indietro appena i grandi occhi del tuo Hector sono spalancati e fissi su di te, come se stessero ammirando la cosa più bella e preziosa che abbia mai avuto.

La tua voce trema appena, quando riesci finalmente a mormorare, a nemmeno un respiro dalla sua bocca “Ora puoi. Ora puoi essere quello che resta, e non quello che se n’è andato.”.

Poggi la fronte contro la sua e resti così, a dividere il tuo respiro con lui, i vostri occhi incatenati insieme.

Avreste avuto molto più tempo, se tu fossi stata disposta a crollare molto prima.

Avreste potuto recuperare parte di ciò che avreste voluto per voi, avreste potuto ricominciare.

Avreste potuto curare l’uno le ferite dell’altra, lasciare che i vostri cuori vi mostrassero la via.

Sai che hai sprecato tanto tempo.

Ma sai di avere ancora un possibilità.

Ci deve essere ancora una possibilità per voi due.

Deve esserci.

E questa volta, non hai alcuna intenzione di lasciartela portare via.

Non hai intenzione di arrenderti.

Sei troppo forte ed innamorata per crollare senza combattere ancora una volta.

Non vuoi perdere ancora una volta l’amore della tua vita.

Non vuoi dover vivere ancora nel rimpianto e pensare a lui come quello che se n’è andato.

Non vuoi più vivere in questa agonia senza fine a cui ti ha costretta la sua assenza.

Per questo gli sussurri, come in una preghiera affidata al vento “Resta. Per me.”.

Hector solleva tremante una mano e, con esitazione, la poggia al lato del tuo viso, in un tocco delicato di cui il tuo corpo e la tua anima sentivano tanto la mancanza.

Chiudi gli occhi a quella dolce carezza, e quando la sua voce ti raggiunge di nuovo è ferma, sincera, e follemente, follemente innamorata.

“Resterò più che posso, mi amor. Te lo giuro.”

E, dentro di te lo sai, questa volta manterrà davvero la sua promessa.

 

 

 





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